“Delle mille attività proposte (dalle conferenze allo sport, dai corsi di lingua a quelli di fotografia) all’inizio avrei voluto fare esattamente tutto. Solo col tempo ho imparato a scegliere: scegliere a quali attività partecipare, ma anche scegliere chi frequentare, scegliere quanto, quando e con chi studiare, scegliere quali voti accettare agli esami e scegliere […] quali piatti prendere tra i mille che propone il cuoco! Chi mi conosce sa quante scelte sbagliate ho fatto – non ultima quella di scegliere “tutti” i piatti del cuoco! – ma proprio per questo, caro collegio, ti ringrazio: per avermi dato la possibilità di fare esperimenti con la vita ‘da adulti’ e anche di sbagliare ma sempre senza farmi ‘troppo’ male.”
(“Nuovità”, n. 11). 

Anno 1997. L’Ambasciatore K. P. Fabian (India) visita il Collegio in autunno e ne apprezza la combinazione di «academic excellence» insieme a «joie de vivre and joie d’apprendre». Fra le “matricole della vita e grandi della scuola” quell’anno è arrivata anche Anna, da Crema, città di Beppe Severgnini – citato non a caso. Anna, nella sua joie de vivre et d’apprendre che la contraddistingue, lo intervisterà, il giornalista a caccia di “Italians”: prima, per un giornale della loro città, anni dopo, in un incontro pubblico al Collegio Nuovo, da co-fondatrice e Presidente dell’Associazione Alumni IUSS.
Ma torniamo indietro. Al mondo della formazione Anna ha sempre guardato con interesse affettuoso e attenzione critica: diplomata col massimo dei voti in studi classici, ai giornali locali collabora regolarmente con articoli di arte, letteratura, scuola (ma anche con una intervista rubata in aeroporto alla coppia canora Paola e Chiara!). Da lei ci si aspetta la scelta di studiare Lettere. Confidando nella capacità di ragionamento – formata, si rassicura, dagli studi del greco e del latino -, opta per buttarsi nel mondo dell’economia, scoprendo presto la fatica di imparare a derivare una funzione o comprendere le matrici di Hesse (non lo scrittore Hermann).

Tra le prime sfide


Passato il primo anno, l’estate viene impegnata con un corso di “inglese economico” a Cambridge. Le sfide non terminano: tra gli impegni dello IUSS (allora SUS – Scuola Universitaria Superiore), fondato proprio nel suo anno da matricola dal Rettore Schmid insieme ai Collegi pavesi, e quelli universitari, alle soglie del Millennio, Anna decide di rincorrere per l’Europa, e precisamente alla EM Business School di Strasburgo, «la sua vera identità». Presto lo farà per il mondo, aggiunge profeticamente sempre in quel n. 11 di Nuovità.
Non è forse un caso se il tema della tesi, con la prof. Carla Cattaneo a Pavia, sarà “Strategic management under uncertainty and complexity” – ma non incerto, ancora una volta, il voto: il 2001 si chiude in bellezza, con la lode alla laurea. E non incerto, ancora, è il desiderio di studiare: dopo il Baruch College (CUNY), è la volta, con un prestito d’onore del suo Collegio, di un Master alla Kingston University di Londra. Segue poi un altro Master in East Asian Studies all’Istituto di Scienze dell’Uomo a Rimini (nel frattempo è Marketing Manager per Barilla, anche a Shanghai e Tokyo), approfondito con una formazione sui nuovi mercati emergenti all’INSEAD.
Il legame con il suo Collegio si approfondisce: Anna partecipa a diversi meeting legati alle istituzioni della rete Women’s Education Worldwide: prima a Dubai (dove realizza una intervista a una studentessa del Dubai Women’s College), poi a Sydney, poi ancora a Tokyo, Shanghai e New York. A Pavia, nel suo collegio, insieme a Paola Lanati, allora Presidente dell’Associazione Alumnae, e a una matricola di Economia, Linda Santini, tiene un workshop su “Wise-ladies in business land” nel contesto della conferenza per le studentesse della rete WEW. Un titolo che ammicca anche ai lavori di Maria Cristina Bombelli, esperta coach e di diversity management che in Collegio era venuta più volte a incontrare le studentesse. E che condurrà il dibattito nel convegno “Il ruolo della formazione nell’empowerment femminile”, un’occasione di confronto del Collegio Nuovo con esponenti delle principali associazioni italiane impegnate nella valorizzazione del talento femminile, cui pure Anna dà il suo contributo, con Paola Lanati e Barbara De Muro, come testimonial delle Alumnae.
Non solo: grazie ai contatti del Collegio, Anna ha occasione di tenere un seminario di marketing alla China Women’s University di Pechino. Una istituzione dove è poi stata invitata come visiting professor anche l’Alumna Laura Dimitrio, storica dell’arte. Una istituzione che nel 2015 ha firmato una lettera di intenti per una ancora più stretta collaborazione con il Collegio Nuovo.

Oggi


Oggi Anna, dopo più di dieci anni in Barilla, ha accumulato una esperienza manageriale che va dall’Estremo Oriente, all’Australia e al Sudafrica. All’impegno come Global Marketing Director per Delverde, sempre nel settore “food and beverages”, Anna ne ha aggiunti altri due, dall’altra parte del globo, a Buenos Aires: lo studio per un Executive MBA alla IAE Business School e la nomina a Head of the Pasta Marketing team per Molinos del Rio de la Plata. In Collegio torna quando può per tenere seminari di “intercultural skills”, o secondo l’autoironia che le è propria, il «remake del “Saper Fare di Donna Letizia”». E lascia anche la parola ad altri, coinvolgendo personalità come Tatiana Aurich, nominata tra le Women to Watch in Argentina che, tra i suoi consigli, ricorda: «Imparate a maneggiare l’arte sottile della persuasione, usate le differenze invece di negarle, e saranno la vostra arma vincente». Di recente fonda Connectar, servizio di consulenza imprenditoriale.

Il suo consiglio


Lo trasmette dal suo insegnante del ginnasio che a sua volta lo prende da Edmond Rostand: «C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière. Il faut forcer l’aurore à naître, en y croyant».