Il primo impatto con la realtà straniera è stato mitigato da una certa somiglianza di Oxford con Pavia: le dimensioni della città, il suo carattere prettamente universitario, l’organizzazione accademica centrata sui collegi mi hanno subito ricordato un’atmosfera familiare che all’inizio mi ha aiutato a sentirmi meno spaesata. (Nuovità n. 7, 1996)

Con Matematica e Fisica agli orali per l’esame di concorso, Chiara, genovese di nascita, scuole superiori a Monza, si presenta per un posto al Collegio Nuovo nell’anno in cui è Visiting Professor per la prima volta Chen Chenjia, venuta da Pechino per collaborare a un progetto di ricerca con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia. Una collaborazione, in particolare con il Prof. Angiolino Stella (futuro Rettore dell’Ateneo), sulle proprietà ottiche dei semiconduttori. Dei suoi ben cinque soggiorni in Collegio, Chen Chenjia scriverà anni dopo: «And I also met several girls who came from different places in Italy: they told me interesting stories about Italian culture and we had a good time in Pavia. So if I visit Italy again, I would choose to stay in Collegio Nuovo first». In Collegio Chiara coglie tutte le opportunità in ambito internazionale che già in quegli anni l’istituzione fondata da una matematica aperta al mondo, Sandra Bruni Mattei, offriva. Così, tra un esame e l’altro, passato con brillanti risultati, Chiara fa domanda per borse di studio per soggiorni di studio in Inghilterra e Scozia, dove frequenta scuole di lingua inglese. La laurea arriva a pieni voti nel luglio del 1991, con il Prof. Sigfrido Boffi (futuro Presidente del Collegio Santa Caterina da Siena).

Tra le prime sfide


Dal 1987, anno di nascita del Programma Erasmus, il Collegio Nuovo, aveva iniziato a offrire borse di studio alle sue Alunne anche per periodi di perfezionamento post-laurea all’estero. Chiara coglie pure questa opportunità nel 1995 quando, grazie al Prof. Giacomo D’Ariano con cui prepara la tesi di dottorato, viene invitata dal collega di Oxford, Prof. Artur Ekert. Le difficoltà dell’inizio, dovute all’orientamento della ricerca su argomenti di carattere più teorico, in particolare di crittografia e computazione quantistica, sono ampiamente ripagate nel corso dei mesi di permanenza al Clarendon Laboratory di Oxford, dove Chiara si inserisce in settori di ricerca di punta e incontra scienziati di fama internazionale.
L’anno successivo ottiene anche la borsa europea Marie Curie  per proseguire  il suo lavoro di ricerca a Oxford. Decide poi di rientrare a Pavia, dove vince una borsa post-doc nell’anno in cui il suo Collegio festeggia il Ventennale della fondazione.
In Collegio contribuisce a organizzare e partecipa, con il Prof. D’Ariano, a un ciclo di lezioni aperte al pubblico dal titolo “Nuove frontiere della Fisica”: con loro, oltre a colleghi pavesi come Attilio Rigamonti e Adalberto Piazzoli, illustri docenti da Roma (Francesco De Martini) e Padova (l’astronomo Cesare Barbieri, grazie anche all’interessamento dell’Alumna Magda Arnaboldi), nonché Ugo Amaldi, Presidente della Fondazione TERA (che poi sarà alla base del celeberrimo centro adroterapico CNAO di Pavia). Lo stesso anno (1998) Chiara entra stabilmente come Ricercatore nel Dipartimento di Fisica di Pavia. Con il nuovo millennio, si sposa.

Oggi


Nel 2006 Chiara è insignita del Premio dell’Accademia Nazionale dei Lincei “Maria Teresa Messori Roncaglia e Eugenio Mari” per i risultati ottenuti nelle sue ricerche in ambito di teoria quantistica dell’informazione, calcolo quantistico e comunicazione quantistica.
L’anno dopo è Professore Associato a Pavia (e dà alla luce il secondo dei suoi figli). Nel 2013 arriva anche l’Abilitazione scientifica nazionale in “Fisica Teorica delle Interazioni Fondamentali” oltre che in “Fisica Teorica della Materia”. In tutto questo tempo Chiara si mette anche a disposizione dell’Associazione Alumnae del Collegio, sia come Revisore dei Conti, sia come mentore per le studentesse e, per il Collegio, come membro della Commissione di Concorso per l’ammissione delle nuove studentesse. Tra cui, magari, qualcuno che percorrerà in parte la sua strada che recentemente la ha portata anche a esser nominata Ordinario nel Dipartimento di Fisica della nostra Università.

Il suo consiglio


Lo prendiamo da una testimonianza di una studentessa di Fisica, Maria C. Corda, che così racconta l’incontro in Collegio con Anna Grassellino, condotto proprio da Chiara Macchiavello: «”Unire e entusiasmare” sono il mantra di Grassellino e di Macchiavello, e di qualsiasi scienziato che abbia a cuore la sua missione, e io non posso che ammirare profondamente questa visione. Quel che più mi sta a cuore e che voglio portare con me da quest’incontro – e spero possa essere di ispirazione per chi, come me, ha ancora tanto da imparare e guarda con grande stima queste due grandi scienziate – infine, è proprio la volontà di spingersi oltre, superare i “confini” e esser disposti a rinunciare ai modelli più intuitivi, se necessario, per abbracciare quelli più bizzarri, più incerti, quali quelli della Fisica dei quanti, della monetina in volo, il tutto finalizzato alla vita, all’“afferrare con l’intelletto”, al “seguir virtute e canoscenza”.» (Nuovità n. 32)