“La borsa del Collegio, come sempre provvidenziale, mi ha permesso di sbarcare nel quartiere delle istituzioni comunitarie. Le mie giornate trascorrevano tra la biblioteca e il Parlamento europeo. Un’offerta tanto inaspettata quanto gradita mi ha dato la possibilità di far coincidere laurea e primo giorno di lavoro nella stessa settimana”.
Ricca di racconti sulla “vita da collegio” del papà Alumnus borromaico, Cristina arriva da Bergamo a Pavia nel 1990, anno in cui il Collegio, forte delle sue prime 12 primavere e di oltre un centinaio di Alumnae, ha pubblicato il suo primo Nuovità. Scienze Politiche è il suo sogno convinto, e non mancheranno, da parte del Collegio, le occasioni che prenderà al volo per perseguirlo al meglio. Tanto che sentirà il bisogno di “sdebitarsi”. E, compiuta la “maggiore età” dall’anno di matricola, nel 2008, lo farà all’insegna della sua esperienza, istituendo la Borsa Europea a favore delle Nuovine (il termine è di suo conio…)
Tra le prime sfide
Nei primi anni Novanta, partire per un Programma Erasmus non era così scontato. Cristina insegue il suo sogno europeo e porta libri, sci e racchette da tennis all’Università di Tolosa. Preventiva un solo semestre, ma lì scopre di poter ottenere pure un pionieristico diploma di studi europei… “Sofferta è stata la decisione di prolungare il mio soggiorno a Tolosa […] ma il poter approfondire i miei studi, grazie al diploma comunitario, costituiva un’opportunità irrinunciabile. La nostalgia del Collegio è stata ovviata da mie fugaci apparizioni e dalla graditissima visita di Maria Paola”. (Nuovità, n. 5) Al rientro, per il suo quarto e ultimo anno di corso, si rende conto che il suo ottimo francese, quasi da madrelingua, non basta. E le tocca mandare giù il fatto che dall’inglese non si scappa. Ottiene dal Collegio una borsa di studio per un corso estivo a Bristol. Nel frattempo si prepara a fare le ricerche per la laurea, lì, a Bruxelles, nel cuore della sua Europa. E il Collegio le assegna una borsa di studio messa a disposizione da una istituzione bancaria. Cristina parte per Bruxelles, torna a Pavia per discutere la tesi e… riparte.
Oggi
Bruxelles è casa. Pavia è casa. Bergamo è casa. Cristina è una cittadina europea nello spirito e nei fatti. La casa e il suo ufficio, in Parlamento come in Commissione, sono cosparse di foto del Collegio, di cui si fa “ambasciatrice” in più di una sede nella sua nuova vita belga. Nel 2008 per un triennio è Presidente dell’Associazione Alumnae: nonostante l’impegno professionale che la fa viaggiare molto come membro del Gabinetto della Commissaria Kuneva, trova il tempo per tornare in Collegio. Qui, in rappresentanza delle Alumnae, taglia il nastro del Trentennale e partecipa ai lavori del meeting WEW per Presidents and Deans della rete. Fa famiglia con un Italian, per dirla alla Severgnini, mettendo anche al mondo un piccolo poliglotta. Per un anno svolge un lavoro meno interessante, poi una offerta imperdibile: diventa la prima (e unica) Advisor italiana del Vice Presidente dell’Unione Europea e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri. Dopo breve pausa sabbatica, il ritorno all’amato Parlamento, nella EP Democracy and Elections Actions Unit, come osservatrice delle elezioni nei Paesi terzi. Lo sguardo sempre allungato sul mondo, dalla nostra Europa e ora anche come capo della Unità che si occupa di osservazione elettorale e sostegno ai parlamenti delle democrazie in transizione, come Tunisia, Ucraina e Birmania.
Il suo consiglio
“La mia storia è l’esempio di come sia importante inseguire i propri sogni, inclinazioni, senza temere i rischi che tale scelta potrebbe comportare.” (Nuovità, n. 5)