Che ruolo hanno nella poetica di Covacich performer come Marina Abramović, quale è la suggestione del concetto di “intimità pubblica” di un’artista come Sophie Calle, come si rispecchiano le identità e le storie di C/Kovacich nel racconto di una Trieste “interiore” che somiglia più a Città del Capo e Montréal che alla “matrigna Vienna”? Giù a perdifiato dal “travelogue” La città interiore uscito da qualche mese, sino agli esordi della pentalogia che vede Covacich continuare a “fingere” a colpi di penna, affidandosi anche alla firma con eteronimi femminili (Angela Del Fabbro, traduzione in italiano del suo cognome), non mancheranno gli spunti per un incontro in cui risuoneranno arte e letteratura, storia e musica, affrontando le inquietudini del contemporaneo anche attraverso le radici del passato.