Un ponte tra Pavia e New York
Da Vercelli, Marina, fresca di maturità classica a pieni voti, arriva a Pavia nel 1993, per iscriversi a Medicina e Chirurgia. Per due dei sei anni di alunnato le è conferito il posto gratuito, oltre a borse di studio presso partner del Collegio (Università di Heidelberg) e per tirocini all’estero (Nancy) che si aggiungono all’esperienza con il SISM a Losanna. Laureatasi nel 1999, Marina sceglie di specializzarsi in Cardiologia a Pavia e di trasferirsi quindi nella Sezione laureati del Collegio. Nello stesso anno, vince uno dei Premi Giovane Investigatore conferito dalla Società Italiana di Cardiologia, durante il Congresso annuale. Quattro anni dopo consegue la Specialità lavorando presso il Dipartimento di Cardiologia diretto dal Prof. Peter J. Schwartz.
Tra le prime sfide
Dopo la Specialità, prosegue i suoi studi di ricerca sulle cardiopatie aritmogene ereditarie e le basi genetiche della morte improvvisa giovanile, presso la Fondazione S. Maugeri di Pavia con la prof. Silvia Priori. Nel 2005 ottiene sia una borsa post doc della Società Italiana di Cardiologia sia una borsa di perfezionamento del Collegio che le consentono di partire per gli Stati Uniti per continuare la sua ricerca presso l’Università SUNY di Syracuse, NY, e poi nell’Università del Michigan, nel laboratorio diretto dal Prof. J. Jalife. Il progetto di ricerca di cui si occupa in questi anni nasce da una collaborazione con il gruppo pavese e le permette di mantenere un rapporto di lavoro con l’Italia e l’Università di Pavia e di conseguire nel 2006 un Young Investigator Award indetto dall’Upstate New York Cardiac Electrophysiology Society. Un grant per studi post doc dell’American Heart Association subentra alle borse di studio italiane per supportare la ricerca negli anni successivi: nel 2014, arriverà persino un Scientist Development Grant che le consente di avviare una ricerca di cui è Principal Investigator.
Oggi
Oggi infatti Marina lavora come Assistant Professor nell’ambito del Cardiovascular Genetics Program alla New York University School of Medicine. Qui, insieme al suo mentore degli anni pavesi, Prof. Silvia Priori, ha ricreato una clinica di cardiopatie ereditarie simile a quella dove era cresciuta professionalmente in Italia.
Non si è dimenticata dell’importanza della mentorship quando ha accolto in agosto 2012 una laureanda Nuovina in Medicina partita per un tirocinio al St Luke Roosevelt Hospital grazie all’accordo con il Barnard College della Columbia University… la storia continua. E infatti, cinque anni dopo è la volta della prima studentessa del Nuovo che andrà proprio al Langone Medical Center – NYU come volunteer con la sua supervisione!
A tredici anni dal conferimento del premio italiano come Giovane Ricercatore in Cardiologia, è risultata finalista per un Young Investigator Award in Biomedical Science riconosciuto da ISSNAF – Italian Scientists and Scholars in North America Foundation. Nel maggio 2014, mentre a Pavia si svolgevano i preparativi per il XXIX Raduno delle Alumnae, a New York Marina e suo marito, conosciuto negli anni di Syracuse e con cui condivide anche gli interessi scientifici e professionali, si sono allargati… con l’arrivo di una bimba!
Il suo consiglio
Muoversi: “Questo è ancora, in un certo senso, il paese dei pionieri e delle carovane. Le distanze sono enormi, ma tutti sono pronti a disfare casa e partire per seguire un lavoro e ricominciare dall’altra parte del Paese. Quasi nessuno vive nella stessa città per tutta la vita. Un esempio nel mio piccolo: dal 2005 a ora ho vissuto in tre città e lavorato in tre università diverse.
Nel mondo scientifico americano la mobilità è considerata un pregio, almeno finché non si arriva alla maturità professionale. Insomma, questo è un Paese affascinante, ma, come ogni adolescente, pieno di contraddizioni e incongruenze; a volta fa sorridere per la sua ingenuità, a volta dà solo sui nervi. E anche se il destino per ora mi ha fatto perdere il biglietto di ritorno, ricordo a tutti con orgoglio che qui quando si vuole indicare l’eleganza o la superiorità culturale di un posto si sceglie un nome in italiano. (Nuovità n. 23)