Cristina Castagnoli, Scienze Politiche
“La borsa del Collegio, come sempre provvidenziale, mi ha permesso di sbarcare nel quartiere delle istituzioni comunitarie. Le mie giornate trascorrevano tra la biblioteca e il Parlamento europeo. Un’offerta tanto inaspettata quanto gradita mi ha dato la possibilità di far coincidere laurea e primo giorno di lavoro nella stessa settimana”.
Ricca di racconti sulla “vita da collegio” del papà Alumnus borromaico, Cristina arriva da Bergamo a Pavia nel 1990, anno in cui il Collegio, forte delle sue prime 12 primavere e di oltre un centinaio di Alumnae, ha pubblicato il suo primo Nuovità. Scienze Politiche è il suo sogno convinto, e non mancheranno, da parte del Collegio, le occasioni che prenderà al volo per perseguirlo al meglio. Tanto che sentirà il bisogno di “sdebitarsi”. E, compiuta la “maggiore età” dall’anno di matricola, nel 2008, lo farà all’insegna della sua esperienza, istituendo la Borsa Europea a favore delle Nuovine (il termine è di suo conio…)
Tra le prime sfide
Nei primi anni Novanta, partire per un Programma Erasmus non era così scontato. Cristina insegue il suo sogno europeo e porta libri, sci e racchette da tennis all’Università di Tolosa. Preventiva un solo semestre, ma lì scopre di poter ottenere pure un pionieristico diploma di studi europei… “Sofferta è stata la decisione di prolungare il mio soggiorno a Tolosa […] ma il poter approfondire i miei studi, grazie al diploma comunitario, costituiva un’opportunità irrinunciabile. La nostalgia del Collegio è stata ovviata da mie fugaci apparizioni e dalla graditissima visita di Maria Paola”. (Nuovità, n. 5) Al rientro, per il suo quarto e ultimo anno di corso, si rende conto che il suo ottimo francese, quasi da madrelingua, non basta. E le tocca mandare giù il fatto che dall’inglese non si scappa. Ottiene dal Collegio una borsa di studio per un corso estivo a Bristol. Nel frattempo si prepara a fare le ricerche per la laurea, lì, a Bruxelles, nel cuore della sua Europa. E il Collegio le assegna una borsa di studio messa a disposizione da una istituzione bancaria. Cristina parte per Bruxelles, torna a Pavia per discutere la tesi e… riparte.
Oggi
Bruxelles è casa. Pavia è casa. Bergamo è casa. Cristina è una cittadina europea nello spirito e nei fatti. La casa e il suo ufficio, in Parlamento come in Commissione, sono cosparse di foto del Collegio, di cui si fa “ambasciatrice” in più di una sede nella sua nuova vita belga. Nel 2008 per un triennio è Presidente dell’Associazione Alumnae: nonostante l’impegno professionale che la fa viaggiare molto come membro del Gabinetto della Commissaria Kuneva, trova il tempo per tornare in Collegio. Qui, in rappresentanza delle Alumnae, taglia il nastro del Trentennale e partecipa ai lavori del meeting WEW per Presidents and Deans della rete. Fa famiglia con un Italian, per dirla alla Severgnini, mettendo anche al mondo un piccolo poliglotta. Per un anno svolge un lavoro meno interessante, poi una offerta imperdibile: diventa la prima (e unica) Advisor italiana del Vice Presidente dell’Unione Europea e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri. Dopo breve pausa sabbatica, il ritorno all’amato Parlamento, nella EP Democracy and Elections Actions Unit, come osservatrice delle elezioni nei Paesi terzi. Lo sguardo sempre allungato sul mondo, dalla nostra Europa e ora anche come capo della Unità che si occupa di osservazione elettorale e sostegno ai parlamenti delle democrazie in transizione, come Tunisia, Ucraina e Birmania.
Il suo consiglio
“La mia storia è l’esempio di come sia importante inseguire i propri sogni, inclinazioni, senza temere i rischi che tale scelta potrebbe comportare.” (Nuovità, n. 5)
Barbara Casadei, Medicina e Chirurgia
Il mio tempo al Collegio Nuovo portò un senso di chiarezza nei miei obbiettivi, forse il primo apprezzamento del valore di una buona istituzione, l’ottimismo nei confronti del futuro. Su questa esperienza si è basata la mia scelta professionale, la mia passione per l’insegnamento e la ricerca, il mio desiderio di lavorare con altri per lo sviluppo di un progetto comune.
Tra le prime 24 alunne che varcano la soglia del neonato Collegio Nuovo, nel novembre del 1978, a completare la dozzina di matricole in Medicina arriva, da Cervia, Barbara. Ci resterà sino alla laurea, nel 1984, a parte un breve soggiorno a Mainz, grazie al Collegio. Dopodiché, iniziata la specializzazione in Cardiologia con il Prof. Achille Venco, nel 1989 parte per Oxford per perfezionarsi nel Dipartimento di Medicina Cardiovascolare del John Radcliffe Hospital. E’ una delle prime Alumnae a usufruire delle nuove borse di perfezionamento post laurea all’estero del Collegio, istituite in occasione del decennale (1988): avrebbe dovuto fermarsi sei mesi e invece a Oxford è rimasta, bruciando una dopo l’altra le tappe di una carriera tutta in ascesa. Del Collegio alla comunità accademica pavese racconterà: “Ciò che rese il Collegio così speciale per me fu la quotidianità del rapporto con persone di provenienza, interessi ed aspirazioni diverse dalle mie. Competizione ed insicurezza, che sono sentimenti tanto comuni a quell’età, erano temperate dalla calma quotidianità dei nostri pasti in comune e dalla tollerante e ironica attitudine di Paola Bernardi, la nostra Rettrice. Per me, che son figlia unica, la vita collegiale ebbe un tale impatto, che probabilmente non é un caso che mi sia trovata così a mio agio in Oxford (città universitaria con 36 collegi), dove questo tipo di esistenza può continuare fino al pensionamento ed oltre!”
Tra le prime sfide
Ospite d’onore dell’Università di Pavia per la Giornata del Laureato del 1995, nel suo discorso di fronte alla gremita platea della comunità accademica, Barbara non dimentica la specificità delle sfide professionali come donna. Lo può ben fare perché l’anno prima non solo ha messo al mondo la primogenita, ma vince il Young Research Worker Prize della British Cardiac Society. E, nel 1998, nel suo discorso per il Ventennale del Collegio, come Presidente delle Alumnae, è ben cosciente del potenziale trasformativo femminile: “E’ importante che le donne mirino in alto non solo per soddisfare ambizioni personali, ma anche e soprattutto per contribuire a fare dell’industria e del mondo accademico un ambiente anche a misura di donna” (Nuovità, n. 9).
Oggi
Dal 2006 Barbara è la prima e unica Full Professor (donna) in Medicina Cardiovascolare dell’Università di Oxford. Un primato che è una conquista personale, ma anche un simbolo per molte donne e per un’istituzione come il Collegio Nuovo. Una istituzione a cui Barbara, come moltissime Alumnae, è sempre rimasta molto vicina, con il suo supporto, anche come “ambasciatrice”, e la sua disponibilità. Nel 2013, una Nuovina specializzanda in Cardiologia potrà lavorare al suo fianco per uno stage…. Il primato continua se si pensa che è stata nominata, unica donna, British Heart Foundation Professor nel Regno Unito, un riconoscimento che consente a tante giovani leve di formarsi con lei a Oxford! Per non parlare del fatto che è stata eletta Presidente (prima donna), della European Society of Cardiology.
Il suo consiglio
Barbara non ama dare consigli, ma chi l’ha ascoltata in diverse occasioni, come quella della Giornata del Laureato, qualche spunto lo può prendere da racconti come questo: “Arrivai quindi a Pavia con la mia ‘medaglia’ di prima della classe, convinta di essere ‘speciale’. Il primo passo verso un ridimensionamento e una vita adulta per me risale proprio al momento prima dell’esame di ammissione, quando, chiacchierando con le altre concorrenti, mi resi conto di essere, in quel contesto, appena nella media, non certo fra le più brillanti. Questa presa di coscienza fu fondamentale per il mio sviluppo accademico e influenzò il resto delle mie scelte professionali. – Il valore di un’istituzione è in chi ne fa parte; la consuetudine ad ascoltare e la stima per il talento di tante compagne hanno dato inizio in quegli anni a un lungo percorso verso l’apertura e l’allontanamento da ciò che si presenta angusto o troppo comodo fino alla realizzazione di una scelta: vivere, magari come un pesce piccolo, ma nell’oceano, collegialmente”.
Chiara Carsana, Lettere Classiche
Pavia, città universitaria piccola, ma – all’epoca molto più di oggi – di dimensione internazionale, mi ha effettivamente offerto delle prospettive di apertura a realtà molto varie e diverse dalla mia, anche attraverso l’ambiente stimolante del Collegio.
Da Napoli, padre partenopeo e madre bresciana, Chiara, primogenita, lascia, nel 1982, anche i suoi due fratelli per arrivare a Pavia. Qui, proprio al concorso di ammissione al Collegio Nuovo, fa “l’incontro” della sua vita, accademica e professionale, con un Professore davvero straordinario. Varie le caratteristiche di quella persona che la colpiscono, non ultimo “il suo aspetto di bell’uomo alto e distinto, coi baffi, che le ricordava tanto suo nonno, professore di Clinica medica, lombardo pure lui”. Però, con lui si trova ad affrontare una prova importante. “Con lui ho sostenuto l’esame orale di letteratura latina; ma, più che un esame, ricordo una chiacchierata durata quasi un’ora sull’Epicureismo a Roma e poi ancora su Napoli, dove lui era stato per la prima volta subito dopo la laurea come borsista all’Istituto Croce: un’esperienza che deve essere stata molto simile e speculare alla mia a Pavia, una prima apertura al mondo… Ricordo come se fosse ora l’attenzione e l’interesse con cui mi ascoltò, e la sostanza di un dialogo autentico fatto di obiezioni, domande e risposte, che si aprì fra di noi. […] Quello che so è che alla fine dell’esame avevo molto chiara una cosa: mi sarei laureata con quel Professore! “ Quel professore era Emilio Gabba, antichista di rango internazionale e Consigliere di Amministrazione della Fondazione che inquadra il Collegio.
Tra le prime sfide
E sarà proprio il Prof. Gabba ad apporre il suo “Confermo e approvo pienamente” alla richiesta di Chiara per un supporto del Collegio per un perfezionamento all’estero, una decina di anni dopo l’ingresso al Nuovo. Destinazione: University College of London. D’altra parte, la sua tesi (“Teoria della Costituzione mista in età imperiale”) si era conquistata anche il diritto di stampa nelle pubblicazioni di Athenaeum (come sarà poi anche per quella di dottorato) nonché il Premio Angelini Giovani. “Sono arrivata alla mia prima esperienza di studio all’estero piuttosto tardi, al termine del mio dottorato di ricerca in Storia antica; ma questo mi ha forse permesso di vivere l’impatto con un’altra realtà accademica in maniera più profonda e consapevole”, commenterà al suo rientro, quando poi subentrerà a Magda Arnaboldi come Presidente della Associazione delle ex alunne (carica che assumerà poi di nuovo dal 2023!). La prima letterata, come del resto era stata, in Collegio, tra le prime studentesse di Lettere: un nucleo fattosi negli anni sempre più corposo. Allora, nei suoi anni al Nuovo, ancora molto ridotto, ma come quello delle colleghe scienziate, destinato a molti successi. Basti, per tutte, il nome di Giuliana Adamo, ora Docente di Italianistica al Trinity College di Dublino.
Oggi
Ventitré anni dopo l’arrivo in Collegio, Chiara, che nel frattempo ha anche insegnato per qualche anno al Liceo Classico Ugo Foscolo di Pavia, vince il posto di Ricercatrice di Storia Antica all’Università di Pavia. E’ l’ultima, in ordine di tempo, degli allievi del Professor Gabba da lui avviati alla carriera accademica. Nel 2008 è la prima Alumna a far parte della Commissione di Concorso per gli esami di ammissione al Collegio, accanto al “suo” Professore.
Con la Nuovina Lucia Pick, anche lei antichista, realizza per “Nuovità” un’intervista ad Emilio Gabba quando questi decide di lasciare il Consiglio di Amministrazione, rimanendo comunque illuminato punto di riferimento per il Collegio. Dal 1 agosto 2021 Chiara, dopo una decina di anni da associato, è professore ordinario di Storia Romana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia. La storia, non solo romana, continua! Al Nuovo torna, per esempio, a condurre l’incontro con Maurizio Bettini, conosciuto in Collegio da studentessa….
Il suo consiglio
Vivere l’irripetibilità del Collegio: “È molto importante non vivere il Collegio come una semplice residenza universitaria, ma sfruttare appieno tutti gli strumenti che la struttura offre […] non chiudersi, confinarsi esclusivamente nella propria attività di studio; nella preparazione contingente degli esami” (Nuovità, n. 6.)
Viola Cappelletti, Ingegneria edile - Architettura
Il futuro? Fantasia, Entusiasmo, Fiducia. L’Università dà gli strumenti, forma la mente. Se poi si ha anche la fortuna di poter usufruire di un appoggio ulteriore, quale il Collegio… la chiave di tutto è comprendere che la formazione continua, oggi più che mai, è l’unica cosa che può fare di noi dei buoni professionisti, coscienziosi e preparati.
Nell’anno del completamento del cablaggio di tutto il Collegio, dalle camere agli spazi comuni (2000), Viola arriva da Bolzano per iscriversi al neonato corso di Ingegneria Edile/Architettura. Nello stesso anno il Collegio inizia anche a promuovere gli insegnamenti accreditati dall’Università: il primo sarà in Comunicazione Digitale e Multimediale. Scopriremo che il tema non sarà del tutto estraneo a Viola…
Tra le prime sfide
Si laurea con lode in corso, con una tesi in Urbanistica sui temi della sostenibilità (relatore prof. Augusto Mercandino). Tre anni dopo: “Negli anni in cui sono stata studentessa non sono mai stati organizzati eventi che interessassero il mio settore disciplinare, quello dell’Ingegneria Edile e dell’Architettura, pur essendoci stati in passato illustri ospiti come Gae Aulenti e Mario Botta. E così, mossa da quei ricordi, ho avvertito la sensazione che accompagna il nascere di un progetto”. Propone un ciclo di lezioni sulla sostenibilità in architettura, in collaborazione con l’ex Dipartimento di Ingegneria Edile Architettura: un ciclo che costituirà la premessa per l’istituzione successiva, in Collegio, di un insegnamento accreditato dallo stesso Dipartimento. Nel 2010, conscia che la formazione continua è elemento chiave di sviluppo, segue un corso di aggiornamento per certificatore energetico e per questo riceve anche un riconoscimento dall’Associazione Alumnae. L’anno successivo, un’altra sfida: gira il primo Lip dub per rappresentare la città di Pavia. Un evento social, patrocinato dal Comune, che nel 2011 era ancora pioneristico.
Oggi
La sua carriera è caratterizzata dall’essere poliedrica: serietà e professionalità contraddistinguono la sua attività di ingegnere e architetto, nel campo dell’urbanistica e della certificazione, diagnosi e progettazione energetica, dove ha conseguito anche l’abilitazione come Termografo di II Livello. Oggi è istruttore tecnico di un Comune del pavese (seguitela nei prossimi passi qui) La sua creatività la spinge anche in altri campi, fotografia, video e comunicazione. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, con immagini sia di paesaggi ed architetture, sia con progetti più “artistici”. Come regista ha vinto il concorso “Sfida Tisanoreica” indetto da MyVisto e creando il video virale “I Pavesi’s Karma” parodia del celebre brano sanremese.
Il suo consiglio
“La chiave per risolvere le piccole grandi difficoltà della vita, di qualsiasi natura esse siano, sta tutta qui: nella capacità di non annoiarsi mai, nella voglia di mettersi sempre almeno un po’ in discussione, nel capire anche a posteriori dove si sbaglia, dove si può fare meglio e dove, perché no?, si può anche immaginare di cambiare tutto”. (Nuovità, n.23)
Alessandra Camerini, Giurisprudenza / Ingegneria
Ho sempre letto gli articoli di “Nuovità” con un sorriso: un misto di orgoglio per i successi delle mie amiche, di nostalgia per il “tempo andato che non ritornerà”, di consapevolezza del fatto che quello che eravamo a vent’anni, la nostra ironia, la nostra fantasia, il nostro entusiasmo, in fondo, ci rimangono sempre dentro. (Nuovità, n. 17, 2006)
L’anno in cui Alessandra, da Bergamo, arriva al Collegio Nuovo iscrivendosi a Giurisprudenza è segnato da una piccola novità per la Rivista del Collegio che ha compiuto il suo primo lustro: alla rubrica “Esperienze di studio all’estero” si aggiungono “Esperienze di lavoro” ed “Esperienze di vita”. A inaugurare la prima è una testimonianza sulla vita in azienda, firmata dalla HR Manager Cristina Crepaldi. Mentre Alessandra fa i suoi primi esami di Legge, in Collegio arriva ospite, per un incontro aperto anche al pubblico, la prima donna entrata nel Consiglio Superiore della Magistratura e anche Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: Elena Paciotti. Alessandra matricola, si trova tra esempi aziendali e conquiste professionali, non comuni, di donne: un segno per il suo futuro.
Tra le prime sfide
Il secondo anno inizia con una importante novità per lei: il passaggio, non comune e non facile, a un’altra Facoltà. Alessandra, che nel frattempo frequenta in Collegio linguiste, scienziate e ingegnere, sceglie di studiare Ingegneria Elettrica. I suoi primi pensieri, quando si imbatterà in discussi articoli usciti sul “Financial Times” (Naked ambition) sono per il Collegio, la cui rivista diventa per lei l’agorà per rilanciare temi sulle difficoltà delle donne ad affermarsi professionalmente, unendo tutte le sfide dettate anche dalle “esperienze di vita”.
Dopo la laurea, la prima esperienza di lavoro è di un anno con Allianz come Energy Manager. Passa poi, come direbbe a sua nonna, a “fare shopping” per conto di Pirelli Real Estate. Detto in “aziendalese”, si occupa della «massimizzazione della redditività del patrimonio immobiliare, di accrescimento del valore della proprietà e di supporto tecnico nell’acquisizione e dismissione degli immobili» (Nuovità, nr. 17, 2006).
Oggi
Dopo tre anni come Direttore Acquisti per BNP Paribas Real Estate, Alessandra passa al Gruppo Deutsche Bank dove viene nominata Vice Presidente e capo dell’Italian Real Estate Sourcing: comincia a costruire una famiglia, sposandosi e mettendo al mondo il primo dei due figli. Proprio mentre arriva il primogenito, per lei giunge un ulteriore ruolo di responsabilità come Regional Head of Strategic Sourcing in Continental Europe. Dopo la posizione di Global Procurement Head del Cash management e dei branches services in tutte le Countries Retail del Gruppo Deutsche Bank, una svolta che la porta a lavorare per Fondazione Telethon. (seguitela nei prossimi passi qui).
Il suo consiglio
Umiltà: «Non è inconsapevolezza del proprio valore, non è debolezza; è al contrario un punto di forza che ci fa percepire gli altri come fonte di apprendimento, di appoggio, di trampolino di lancio e ci fa percepire dagli altri come donne capaci, preparate, affidabili, su cui investire perché pronte a crescere sempre più. Sta qui, a parer mio, la differenza tra chi fa carriera e arriva, ma sola, e chi la può fare, guardando sempre oltre, circondata, come ai tempi del Collegio, da persone che la apprezzano, la sostengono e che sorridono dei suoi successi. A ognuno la sua scelta» (Nuovità, n. 17, 2006).
Emmanuela Carbé, Lettere Moderne
“Zia Gina, mentre cucinava qualche specialità veneta a base di dadi aromatizzati, si gustò un servizio sui finalisti del Campiello Giovani. E ohibò, disse, ma è la mia nipotina. Ohibò, disse, ma la mia nipotina scrive? Mi chiamò, io ero tutta presa dagli eventi di quei mesi, che la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità…”
“…la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità” (Nuovità, n. 14)… Da Verona, Emmanuela non prende il treno per la vicina Università di Padova, sua scelta iniziale, ma, dopo aver visitato il Collegio Nuovo a Pavia, decide, nel 2002, di partecipare ai concorsi per i Collegi. Fresca della vincita del Campiello Giovani con il suo “Sconcerto in quattro tempi”, Emmanuela si iscrive a Lettere Moderne. Con un po’ di felice sconcerto, così racconta i suoi primi tempi: “Il mio ingresso in collegio è stato all’insegna delle perplessità e dei timori a partire dalle questioni più pratiche. Ho sempre avuto una dote particolare nel dimenticare nomi cognomi date e ricorrenze. Il primo problema era quindi imparare nel minor tempo possibile un grande numero di nomi da associare metodicamente alle persone che nel giro di pochi giorni avevo conosciuto. Mi sembrava che l’impresa fosse impossibile ma con l’andare del tempo non solo ricordavo i nomi, piano piano imparavo anche a conoscere, e così il secondo problema, la convivenza in un ambiente così affollato, si risolse da sé. Il terzo problema, il più grande, era quello di mettersi in gioco. Il mio modo di essere, che seguiva il “vivi nascosto”, in un luogo del genere non poteva funzionare. Poi, col passare del tempo, il mio modo di vedere il collegio si capovolgeva, la mia stanza da vuota si riempiva di cose, si stringevano i legami con molte persone, iniziavo a sentirmi a mio agio e a intravedere un percorso” (Nuovità n. 18, già pubblicato su “L’Osservatore romano”, 2007). Un percorso che la porterà, lei alla destra nella foto, a condividere in qualche modo un “destino” simile a quello di Melania G. Mazzucco, ospite in Collegio nel 2014, ritratta sul lato opposto.
Tra le prime sfide
Gli anni al Collegio Nuovo la vedono partecipe in occasioni di incontri significativi come quello con lo scrittore David Grossman, introdotto da Cesare Segre, nella splendida nuova sala conferenze inaugurata l’anno prima, nel 2003. Paolo Nori, suggerito dalla sua amica Nuovina Francesca Negri (che organizzerà anche un laboratorio di scrittura in Collegio), sarà uno degli autori venuto in Collegio che poi, più avanti, Emmanuela si troverà a presentare in un festival letterario. Qualcosa di simile accadrà con Sebastiano Mondadori, ospite più volte al Nuovo, con cui condividerà l’impegno all’interno della giuria del Premio “650 parole in rosa”, promosso dal Collegio con l’Università di Pavia per il “compleanno” dell’Ateneo. Felice era stata, prima ancora, la sua proposta di incontro con scrittori esordienti come Giorgio Vasta, così come il suggerimento di invitare l’autore dell’ultima videointervista al poeta Mario Luzi, ricordato in una serata al Nuovo con Maria Antonietta Grignani, in un omaggio al Poeta che fu ospite del Collegio nel 1993. Emmanuela, ancora prima di laurearsi in Filologia moderna con Clelia Martignoni, si era quindi mossa su più fronti. Non solo aveva fondato con un gruppo di studenti l’editrice in copyleft OMP, ma in vista di una collaborazione più stretta con Pavia Archivi Digitali, progetto lanciato da Beppe Severgnini, allora Presidente dell’Associazione Alumni di UniPV, Emmanuela capisce che non bisogna smettere di studiare. Neanche se ha appena conseguito un’ottima valutazione al Dottorato. Si lancia nell’ennesima sfida e, aggiudicandosi un contributo dell’Associazione Alumnae, ritorna sui banchi di scuola per un Master in Informatica del Testo ed Edizione Elettronica. Fa avanti e indietro tra Pavia Siena e Arezzo, in attesa che esca il suo esordio letterario. Su carta, per Laterza. Per il digitale, ci sarà tempo.
Oggi
Emmanuela festeggia il suo trentesimo compleanno presentando il suo… Mio salmone domestico.
Inizia un tour che la porterà anche in città dove una sua compagna d’anno, ma classicista, Giulia Ghidini, la presenterà; si prepara poi a qualche puntata all’estero, dove andrà forte anche dell’esperienza a Cambridge, grazie al suo Collegio.
I suoi trent’anni, quelli dell’istituzione fondata dalla veneta Sandra Bruni Mattei, li aveva festeggiati curando la pubblicazione degli Incontri al Collegio Nuovo 1997-2007, sulla scia del primo fortunato volume uscito per le cure di Grazia Bruttocao.
Attualmente insegna al Master di Informatica del testo ed edizione elettronica (Università di Siena). Tra le pubblicazioni più recenti, tra accademia e “invenzione”: L’unico viaggio che ho fatto. Storia di Gardaland e di quello che è successo dopo (Minimum fax), Digitale d’autore. Macchine, archivi e letterature (Firenze University Press) e La scrittura necessaria. Il diario di guerra di Fausta Cialente (Artemide).
Il suo consiglio
Aprire la mente: “Le conferenze scientifiche sono interessanti e sono comprensibili anche agli analfabeti di scienza come me. Già avevo avuto il sospetto, frequentando in Collegio molte ‘scienziate’, che la curva di Gauss avesse qualcosa di persino più poetico dell’endecasillabo sciolto, e che a guardare bene il ferrocene non ha nulla da invidiare agli amori eterni in letteratura” (Nuovità, n. 6)
Livia Capponi, Lettere Classiche
A 31 anni Lecturer di Storia antica alla Newcastle University, e… rientrare in Italia è possibile.
Da Brescia, Livia arriva a Pavia nel 1993 per iscriversi a Lettere Antiche. Grazie all’accordo del Collegio con l’Università di Heidelberg, frequenta un corso di lingua tedesca sulla scia di molte sue compagne classiciste. Si laurea a pieni voti, in corso, l’anno dopo essersi diplomata in pianoforte al Conservatorio. Grazie anche al suo relatore, prof. Troiani e al Collegio che la sostiene con una borsa di studio, è ammessa come Graduate Visiting Student per l’anno accademico 1998-99 al Brasenose College di Oxford. Subito dopo vince un posto di PhD presso il medesimo College, che la impegna sino al 2003 con la pubblicazione della tesi. E’ la volta di un ritorno temporaneo in Italia, o quasi: per i tre anni successivi, è dottoranda presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Università di San Marino (RSM). Anche in quel caso al titolo segue la pubblicazione della tesi. Ed è tra le firmatarie di uno dei ritratti dedicati dal Collegio al Prof. Emilio Gabba, storico pilastro del Nuovo!
Tra le prime sfide
Livia ha poco più di trent’anni, una famiglia, due titoli di dottorato, diverse esperienze di insegnamento liceale in Italia e universitario all’estero, sei istituzioni italiane e straniere che l’hanno sostenuta: dalla British Academy e la British Federation of Women Graduates di Londra al MAE (UniPV) e al Collegio di Pavia, senza dimenticare gli Atenei di Oxford e Ca’ Foscari di Venezia. Anche l’Associazione Alumnae si ricorda di lei e le conferisce un premio di ricerca nel maggio 2006 per poter presentare un suo lavoro a una conferenza internazionale. Quattro mesi dopo firma il contratto a tempo indeterminato come Lecturer in Storia Antica, Newcastle University. Inizia la spola tra l’Italia, dove vive il marito, e l’Inghilterra dove tra un papiro e l’altro e il conseguimento del Newcastle Teaching Award, alleva i loro due figli.
Oggi
’anno accademico 2013-14 all’Università di Pavia si è aperto con l’acquisizione di Livia nel Dipartimento di Studi Umanistici – Scienze dell’Antichità: Livia ha vinto una delle borse “Rita Levi-Montalcini” per il rientro in Italia di giovani ricercatori stabilmente all’estero. Le sarà affidato il nuovo insegnamento di Papirologia. Solo due le borse in tutta Italia nel 2013-14 per discipline umanistiche!
Il suo consiglio
Spegnere la luce della camera, accendere l’attenzione nella sala conferenze del Collegio: “Me li sono pensati e rimuginati tante volte i personaggi che sono passati dalla sala conferenze del Collegio Nuovo. Poeti, scrittori, registi, che sino a quel momento avevo solo immaginato a partire dalle loro ‘opere’, ora – fenomeno davvero incredibile – si prendevano la briga di venire a trovarmi direttamente ‘a casa mia’, lasciandomi soltanto la fatica di spegnere la luce della camera e scendere le scale. […] Ricordo anche incontri scientifici altrettanto emozionanti di quelli letterari, come la fascinosa lezione di Luca Cavalli Sforza su geni, popoli e lingue, e quella dell’astrofisico Tullio Regge, che con il suo ‘universo infinito’ mi ha guarito da ogni forma di claustrofobia, trasformando per una sera una sala piena di gente in un planetario”. (Nuovità n.9)
Raffaella Butera, Medicina e Chirurgia
Le storie di successo sono anche storie di fatica (Nuovità, n. 16)
Da Torino Raffaella arriva a Pavia, forte della sua maturità classica e decisa a iscriversi a Medicina. Quando è al second’anno, nel suo Collegio si tiene il primo Raduno dell’Associazione delle ex alunne (foto, 1986). Arrivata al quart’anno, mentre il Collegio festeggia i suoi primi dieci anni di attività e può già vantare un primo accordo internazionale (con l’Università di Mainz), una opportunità particolare pone Raffaella già in una dimensione di cooperazione internazionale.
Tra le prime sfide
Le è infatti assegnata una borsa di studio presso il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano come allieva tirocinante nell’ambito del Progetto Eurotoxnet. L’obiettivo, ambizioso, innovativo e interdisciplinare (coinvolge medici, chimici, biologi…) è quello di creare una rete europea tra i diversi Centri antiveleni, con condivisione di dati tossicologici. L’impegno di Raffaella, ancora studentessa, è suddiviso tra tirocinio pratico (gestione delle emergenze), studio della tossicologia e dell’informatica e frequenza di seminari di aggiornamento. Il Collegio da parte sua la sostiene venendole incontro nella programmazione accademica, considerato l’ottimo profitto dei suoi esami e l’impegno triennale anche a Milano. Grazie a lei la tossicologia arriva anche in Collegio con una conferenza, nel 1989, della Prof. Rita Ghezzi Laurenzi, una delle tante scienziate pioniere che negli anni sono passate nella nostra sala.
Inevitabile che dalla partecipazione a questo progetto pilota, che coinvolge Italia, Belgio e Inghilterra, Raffaella accolga con entusiasmo altre nuove esperienze all’estero, quando poi sarà specializzanda in Tossicologia nel Dipartimento del Prof. Luigi Manzo. Il Collegio le assegna una borsa di perfezionamento a Parigi, presso l’Ospedale Fernand Widal, uno dei più autorevoli centri di Tossicologia al mondo; al suo rientro, Raffaella riceve dal Soroptimist International, su proposta del Club di Pavia, un supporto economico per un’avventura oltreoceano: a Denver, in Colorado.
Oggi
Durante una esperienza di oltre vent’anni come Dirigente medico di I livello nel Servizio di Tossicologia – Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia), Raffaella avvia anche una collaborazione con il Centro Antiveleni dell’Azienda Ospedaliera di Bergamo, dove lavora, come cardiologa, la sua compagna di Collegio Lucia Botticchio.
Tra una trasferta professionale e l’altra, Raffaella ritorna periodicamente in quello che chiama affettuosamente il suo “pensatoio”, incubatore di diverse imprese, almeno due. Nel 2004, ad esempio, contribuisce in modo determinante alla formalizzazione dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo, di cui è stata Presidente (foto con la Rettrice del Collegio Paola Bernardi e la Presidente Bruna Bruni) e che annovera nel Consiglio la presenza della stessa Lucia Botticchio. Dieci anni dopo, nel 2014, assume la piena direzione della società di consulenza da lei fondata e chiamata Toxicon (sul sito, in omaggio ai suoi studi classici, è riportata la grafia in caratteri greci!). Toxicon offre i suoi servizi grazie a un team interdisciplinare di medici, tossicologi, biologi, biotecnologi, tecnologi alimentari, chimici, economisti e avvocati, esperti in salute e sicurezza, tutti focalizzati sul risk assessment sanitario e ambientale. Molti di loro, laureati delle Università di Genova, Milano e Pavia, sono stati allievi del Master “Valutazione e controllo del rischio tossicologico da inquinanti ambientali”, un Master dell’Università di Pavia di cui Raffaella è tuttora coordinatrice didattica. Un’attività che si affianca a quella dell’insegnamento a contratto presso l’Ateneo pavese.
Nle 2019 istituisce il Premio intitolato a suo padre, ing. Luigi Butera (nella foto, con la prima alunna vincitrice, Alexandra Paredes).
Il suo consiglio
Uno lo ruba da Antoine de Saint-Exupéry Cittadella (1948): “Se vuoi costruire una nave non radunare gli uomini per tagliare la legna, distribuire i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare vasto e infinito”. L’altro lo prende da se stessa: “In totale, il patrimonio dell’Associazione ammonta a qualcosa come 7.400 anni [messi insieme gli anni da collegiali e quelli di esperienza professionale di tutte le Alumnae]: e noi che credevamo di essere un collegio Nuovo…. L’Associazione è un baule di cose che ci appartengono: guardiamoci insieme dentro, per farle fruttare” (Nuovità, n. 13)
Alessandra Buniva, Lettere Moderne
Il cartoncino di Natale. Le dobbiamo un grazie speciale, perché ogni volta riesce a ritagliare per noi alcune ore (spesso notturne) di creatività, sempre più contese tra impegni professionali e familiari. (Nuovità, n. 16)
«Onorata di aver vinto un posto nel vostro Collegio, ringrazio e confermo con gioia la mia accettazione», così Alessandra scrive in un telegramma in risposta alla lettera di nomina che le comunica la vincita del concorso di ammissione al Collegio Nuovo.
Correva l’anno 1984, e fra la carica delle oltre 70% di colleghe scientifiche, a rappresentare il mondo umanistico (con giurisperite, economiste e letterate) tra le matricole, c’è anche lei, Alessandra, con maturità classica guadagnata al Liceo Zucchi di Monza. L’anno successivo fa domanda per l’Internationaler Sommerkurs di Mainz, prima partnership del Collegio.
Ad Alessandra, da studentessa, capita l’occasione per trarre piccole soddisfazioni da una passione che non è più che un passatempo e che non ha niente ha che fare con il suo corso di studi. In occasione del primo decennale del Collegio, sulla base di un’idea del Prof. Alberto Gigli Berzolari e della Rettrice Paola Bernardi, condivisa da tutto il CdA, con la supervisione del prof. Giampaolo Calvi disegna lo stemma del Collegio, che, come racconta la Rettrice, «si richiama agli studi scientifici della Fondatrice, sia nel colore che nei simboli (la “cuffia” di Beltrami, il modello di superficie pseudosferica costruito da Eugenio Beltrami, ghisleriano, professore di Fisica Matematica nell’Università di Pavia dal 1876 al 1891, e una figura geometrica)» (Il Collegio Nuovo, Dieci anni).
Tra le prime sfide
Pubblica un articolo su una “bosinata”, una composizione popolare milanese, si conquista le lodi negli esami di Storia della lingua italiana e di Storia della critica del cinema e si laurea in corso, a pieni voti e lode, con una tesi, seguita dallo storico della lingua Angelo Stella. Argomento?
A sorpresa: “Il fumetto: variazioni e varianti”. Qualcosa sta cambiando. Poco dopo è ammessa, con dura selezione, al Master in comunicazione d’impresa di Publitalia ‘80 (oggi “Master in marketing digital communication sales management”). Non manca, nonostante gli orari pressanti di lavoro e gli impegni famigliari, di curare la grafica del Collegio Nuovo: sciarpina, cartellette, cartoncini di Natale, uno più bello dell’altro… Ed è ancora lei a suggerire il titolo “Nuovità” per la Rivista del Collegio, uscita con il primo numero nel 1990.
Il testimone poi è passato ad altre Alumnae e alunne che da Lettere Classiche e Filosofia hanno saputo sfruttare un talento artistico non solo per il Collegio. Anche il Ventennale del Collegio vede il contributo di Alessandra e… di suo padre (borromaico) che supervisiona l’allestimento della mostra fotografica sulla storia del Collegio.
Oggi
Le studentesse di oggi curano il cartoncino di Natale del Collegio, guardando anche all’esempio di Alessandra.
Dopo la partenza come segretaria di produzione negli studi televisivi di Mediaset, un primo tentativo di mettere a profitto le nozioni apprese fino a quel momento in un mondo del tutto inaspettato (esperienza grazie alla quale getterà le basi per una nuova famiglia) fortunatamente presto concluso, il corso della carriera sdrucciola dal terreno delle competenze a quello delle passioni, sfociando (in modo non del tutto imprevedibile) nel “mestiere” di videografica, duramente costruito rubando l’arte alla vecchia maniera, per un mestiere quasi manuale che per tanti anni cresce però… rimanendo un gioco.
«Uno dei primi avvertimenti che posso darvi, soprattutto se fin da piccole vi siete appassionate al disegno e alla grafica e avete avuto come massima aspirazione di realizzare un cartone animato, è di non finirci per caso, magari dopo aver studiato con dedizione aoristi e perfetti, esservi laureate in Lettere moderne nel collegio più mitico di Pavia!»: questo era un consiglio che dava anni fa (Nuovità, n. 16)
«Oggi lo modificherei». Lo dice sempre occupandosi di “immagine”, in un ruolo oggi ancora diverso, sempre in Mediaset.
Il suo consiglio
«Ogni scelta è fatta di compromessi e rinunce. Oggi ci viene richiesto di specializzarci sempre di più, per poter non emergere, ma almeno sopravvivere in un mondo sempre più competitivo. Chi sa concentrare le proprie esperienze in una direzione precisa, accumulando competenze, sarà apprezzato per la sua preparazione, ma solo se l’avrà “certificata” con titoli e curriculum sarà anche riconosciuto e ascoltato dalle persone con cui si troverà a collaborare.
Ma è anche vero che le menti più creative traggono alimento da stimoli diversissimi, e tendono a disperdere le proprie forze cambiando strada e interessi, curiosando ovunque, disperdendosi in attività marginali a puro scopo edonistico. “Stay Hungry. Stay Foolish”, vi rimando al celebre discorso di Steve Jobs. Il rischio è di non raggiungere risultati apprezzabili in nessuna direzione, e che solo con molta fortuna si possano unire, alla fine, tutti i puntini.
Il mio consiglio è di non dimenticare mai, scegliendo, di tenere in debito conto quello che vi dice il cuore. Di non avere mai paura di tornare indietro, per prendere la strada davvero giusta. Un modo per tenere le proprie divagazioni non lontane dalla strada intrapresa, in modo che ogni esperienza possa davvero rafforzare l’altra, creando nuovi stimoli e opportunità. :)»
Lucia Botticchio, Medicina e Chirurgia
Non ho mai considerato quanto ricevuto dal Collegio come alunna una meritata medaglia al valore, piuttosto un pegno di fiducia, un debito di riconoscenza, un investimento da far fruttare a beneficio di altre nel futuro. C’è un tempo per ricevere e un tempo per restituire… e ora mi metto a disposizione perché i buoni valori delle nostre Istituzioni (Collegio e Associazione Alumnae) si trasmettano ad altre ed altre possano beneficiare delle mie stesse opportunità.
Da Breno, in provincia di Brescia, Lucia giunge a Pavia, con pieni voti di maturità classica e ottime referenze per il suo impegno a favore dei giovani della sua comunità. Uno dei due posti gratuiti intitolati alla Fondatrice Sandra Bruni Mattei in quel 1985 viene conferito proprio a Lucia, matricola di Medicina, che ne usufruirà poi sino alla laurea; l’anno successivo ne beneficerà un’altra studentessa del Liceo Classico di Breno, Silvana Scolari, che pure si iscriverà a Medicina. Tra le ospiti straniere studentesse del suo ambito, in quel periodo, un bel gruppo da Venezuela, Francia e Svezia; si aggiungono poi due lettrici interne di Inglese, lingua che Lucia approfondirà anche con un soggiorno di studio estivo ad Edimburgo, con una borsa del Collegio.
Tra le prime sfide
Un curriculum accademico di tutto rispetto, culminato in una tesi su applicazioni cliniche di un protocollo sperimentale, la porta a entrare nella Scuola di Specializzazione in Cardiologia (si fermerà in Collegio per un anno ancora come perfezionanda). La sua carriera inizia come Assistente di ruolo nell’Unità Coronaria dell’Ospedale di Vallecamonica Esine, dove ha lavorato per sette anni. Ai primi del Duemila viene nominata Dirigente Medico di I livello nella Cardiologia dell’Ospedale di Seriate: da lì si sposterà a Bergamo.
Nel 2004 raccoglie l’invito a far parte del primo Consiglio direttivo dell’Associazione Alumnae del Collegio, formalmente costituitasi con la collega tossicologa, Raffaella Butera; sei anni dopo, con la Presidenza di Paola Lanati, coordina le Alumnae dell’area medica per organizzare un meeting a favore delle studentesse del Collegio: con lei e Raffaella, Michela Cottini, allora specializzanda in Cardiologia, Flavia Magri, endocrinologa, e Anna Saporiti, medico di base generale.
Oggi
Lucia, sposata con un ghisleriano, pure lui cardiologo e con due figlie, è Dirigente – USC Cardiologia presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo. A maggio 2015 ha assunto l’incarico di Presidente dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo. Nelle foto sotto la vediamo mentre consegna il Premio dell’Associazione riservato a una laureanda, e poi con Bruna Bruni, nipote della Fondatrice del Collegio, già Presidente della Fondazione Sandra e Enea Mattei. “Un tempo per ricevere, un tempo restituire”, come scrive Lucia nel suo messaggio alle Nuovine…
Il suo consiglio
Chi «pensi di lavorare solo con “cuore e passione”, cioè con la sola “umanizzazione” o solo con “competenza e cultura”, cioè con la sola “tecnicizzazione” della Medicina, verrà schiacciata dagli ingranaggi produttivi, se invece saprà gestire in modo manageriale umanità, tecnica, competizione e le risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, budget) potrà produrre “qualità “sanitaria”» (Nuovità, n. 22)