Marianna Vologni, Filosofia

Un collegio universitario non è un ostello che offre solo vitto e alloggio, ma luogo di crescita umana attraverso il continuo confronto, e a volte scontro, con le esperienze altrui, il banco di prova che aiuta a gestire la libertà pressoché assoluta di cui lo studente universitario lontano da casa gode, indirizzandola verso iniziative culturali e ludiche di vario genere. Per quanto riguarda la mia esperienza, sottolineo la nascita di grandi amicizie, le chiacchierate interminabili, la condivisione e lo sfogo della tensione per un esame!

100/100 dal Liceo Classico intitolato a Simone Weil di Treviglio. Con queste credenziali, Marianna arriva a Pavia nel 1999, per iscriversi a Filosofia. In Collegio l’ultimo numero di Nuovità riporta l’immagine della Sezione laureati, recente espansione della struttura. Forse Marianna si domanda già quale sarà il suo futuro, ma intanto, per cominciare, al secondo anno approfitta dello scambio del Collegio con l’Università di Heidelberg e segue l’Internationaler Ferienkurs, secondo una tradizione soprattutto di studentesse di Lettere classiche e di Filosofia. Il Collegio, oltre ad assegnarle il posto gratuito per l’intero alunnato, la supporta anche in altre esperienze all’estero, prima per un Erasmus a Strasburgo, poi, dopo la laurea, per il New Hall, College dell’Università di Cambridge con cui il Collegio ha un accordo di partnership e dove approda anche come vincitrice di una borsa assegnata dall’IPE, membro dei Collegi di merito. Qui matura il desiderio di Europa che la porta ricevere, sempre dal Collegio, un contributo per seguire il Master in Studi Europei al Collège d’Europe a Varsavia.

Tra le prime sfide


Tra le prime Nuovine diplomate IUSS (nella foto sopra, al centro, il fondatore Roberto Schmid), Marianna ben si merita tutti questi riconoscimenti che sono premesse per nuove sfide: “Dieci mesi per studiare l’Unione Europea e per viverla a contatto con ragazzi e ragazze di tutta Europa, da Lisbona a Mosca, da Tbilisi a Parigi. A rappresentare la Lombardia ci sono io, arrivata con due strumenti che si riveleranno estremamente utili: il mio bagaglio filosofico e la mia esperienza di vita di collegio pavese. Il nome del master, “European Interdisciplinary Advanced Studies”, dà solo vagamente l’idea della mole di lavoro che mi aspetta. […] Deadline, in riferimento a tesine e presentazioni, diventa una delle parole pronunciate più frequentemente…” (Nuovità, n. 17)

Oggi


“‘E dove si immagina tra cinque anni?’. Non certo a raccontare la mia esperienza lavorativa alle Nuovine, mi viene da pensare adesso. L’azzardata congettura espressa all’epoca, durante il colloquio di assunzione, si sarebbe invece rivelata profetica: ‘Tra cinque anni avrò accumulato l’esperienza necessaria per essere messa a capo di una piccola équipe di analisti’. E così è stato”. (Nuovità, n. 22). Dal 2008 Marianna è a capo di un team di analisti di Institutional Shareholder Service Service, ufficio di Bruxelles, apertosi subito dopo il suo stage, e dal 2014 è stata pure nominata VicePresidente. Dal 2017 è Head of Custom Research – UK and Continental Europe.

Il suo consiglio


Immaginare percorsi alternativi. “Qualcuno si chiederà forse come è possibile approdare a un lavoro simile dopo una laurea in Filosofia. Mi vengono in mente diverse risposte: si tratta prima di tutto di un lavoro di ricerca e di investigazione, e la capacità analitica sviluppata durante un corso di laurea umanistico, combinata con l’abitudine a ‘digerire’ velocemente una mole imponente di informazioni in poco tempo, sono atouts indispensabili”. (Nuovità, n. 22)


Mara Santi, Lettere Moderne

International Spring School: un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico (Nuovità, n. 25)

Maturità classica a Varese, Mara entra al Collegio Nuovo iscrivendosi a Lettere Moderne nel 1992: tra gli appuntamenti inaugurali della stagione culturale del Collegio anche la scrittrice Rosetta Loy, presentata da Carla Riccardi, docente dell’Università di Pavia che Mara avrà modo di conoscere bene negli anni a venire non solo per i numerosi incontri in Collegio con scrittori, da Francesca Sanvitale a Daniele Del Giudice, Paolo Maurensig ed Ernesto Ferrero.
Sin dal primo anno Mara collabora alla costruzione della cineteca (inaugurata da Bruna Bovolenta), organizzando anche cineforum interni, partecipa all’incontro con Pupi Avati (introdotto dallo storico del cinema Lino Peroni, con cui Mara sosterrà brillantemente un esame) e negli anni successivi è pure Decana delle Alunne per due mandati: in coppia con la biologa Chiarastella Feder, prima, e con Paola Lanati (CTF) poi. Una esperienza che in entrambi i casi dà la misura della ricchezza e delle potenzialità della vita collegiale, con la consapevolezza delle difficoltà di mediazione in un ambiente così eterogeneo, vissuto però come una palestra importante di soft skills.
Al secondo anno Mara coglie l’occasione del Ferienkurs dell’Università di Heidelberg offerto alle Alunne del Nuovo (ci tornerà ancora, dopo la laurea, con il marito!); l’anno successivo è la volta del corso progredito di lingua e cultura tedesca all’Università di Mainz. Non può ancora immaginare come tutto questo, grazie al Collegio, le tornerà utile!

Tra le prime sfide


Il percorso di studi all’Università di Pavia sembra chiudersi proprio con la Prof. Carla Riccardi che firma come sua relatrice la tesi sul Notturno di D’Annunzio. Mara coglie subito l’occasione del neonato Master in Scienza e Tecnologia dei Media, diretto dal Prof. Virginio Cantoni  e promosso, con il Collegio, dallo IUSS, che diventerà Scuola Superiore Universitaria con il riconoscimento nel 2005. Vince una borsa di studio e per quel periodo si trasferisce nella nuovissima Sezione Laureati del Collegio. In quelle aule non sa ancora che poco più di tre lustri dopo tornerà… in altra veste.
Dopo il Master e tre anni di lavoro in azienda, un ripensamento e un’opportunità: vince il Dottorato in Filologia Moderna a Pavia, dove consegue il titolo nel 2004, l’anno dopo il suo matrimonio. Per proseguire nella sua carriera accademica, Mara deve spostarsi. A quel punto il tedesco di Heidelberg e di Mainz le torna utile, perché le Università dove continuerà la sua ricerca sono prima quella di Basilea (dove peraltro era arrivata già nel periodo del dottorato), poi quella di Zurigo. Non sono tempi facili, con una famiglia che cresce con l’arrivo di una bimba e … una per strada!

Oggi


Ancora un cambio, dopo la Svizzera, e in un Paese di non una, ma ben tre lingue con cui destreggiarsi: il fiammingo, il francese e ancora il tedesco. Dal 2008 Mara è infatti Professore Associato all’Università di Gent e successivamente è la prima italiana a capo di un Dipartimento nella medesima Università. Abituata a gestire rapporti con Atenei e istituti di cultura di diversi Paesi, per Mara risulta facile contattare il suo Collegio Nuovo quando si tratta di mettere in pista un nuovo progetto: «E va da sé che è al Nuovo che mi rivolgo sapendo – come infatti è stato – che vi avrei trovato la disponibilità, la struttura, il supporto culturale e accademico e, crepi l’avarizia, anche il contesto umano adatto a un’iniziativa del genere. Parte così un progetto pilota: la “International Spring School, Pavia 2014, Investigazioni sul ’900 letterario tra cultura popolare e società”. Raccolgo un manipolo di prodi colleghi […] intasco il supporto dell’Università di Pavia […] e cominciamo, per cautela, con pochissimi studenti su cui eseguire il primo esperimento. Il caso, o il destino, vuole che a partecipare al progetto siano solo ragazze […] Ognuno mette quello che ha: un po’ di fondi olandesi, un po’ di soldi belgi, qualche sghello di tasca propria, il Collegio ci dà anche l’impossibile e si parte. Il resto è cronaca: sette università coinvolte, ventiquattro ore di lezione in cinque giorni, conferenze e incontri con autori […] visite a biblioteche (Pavia e Milano) e al Centro Manoscritti di Pavia. Dati a parte, l’esperimento è riuscito ed è stato un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico» (Nuovità, n. 25).
Nel 2020 è  nominata Cavaliere (“Ordine della Stella d’Italia”) dal nostro Presidente della Repubblica su proposta del Ministro degli Affari Esteri (nella foto, sopra, con l’Ambasciatrice Elena Basile).

Il suo consiglio


Tenacia quando si crede nella bontà di un progetto: « Forse a Shangai [Academic Ranking of World Universities, N.d.R.] non ne terranno conto, ma noi di scuole primaverili con lo spirito del “duuwtje in de rug” [“spintarella da tergo”, lett. Slancio della passione,  N.d.R.] ne organizzeremo ancora… » (Nuovità, n. 25)


Maria Roselli, Lingue

Oggi, se non erro, la “mia” stanza è abitata da una studentessa di biologia. Non so se ci sia ancora, ma dietro l’armadio, l’ultimo giorno prima di lasciare il Collegio Nuovo ho inciso il mio nome su una mattonella…

Nata in Calabria, cresciuta a Zurigo, nel 1981 Maria arriva al Collegio Nuovo, con ottimi voti di Maturità tecnica-commerciale conseguiti all’Istituto sul Rosenberg Sezione Italiana di San Gallo. Si iscrive a Lingue e letterature straniere, scegliendo tedesco, inglese, e fuori Facoltà, arabo. L’anno dell’ingresso di Maria in Collegio, la stagione culturale aperta al pubblico vede tra l’altro protagonista, l’illustre italianista Dante Isella (foto), passato da poco al Politecnico di Zurigo dall’Università di Pavia (con lui peraltro si erano laureate, fra gli altri, la Rettrice Bernardi e la Prof. Carla Riccardi, che in Collegio condurrà poi molti incontri di taglio letterario). Nell’ottica di mantenimento di relazioni tra Italia e Svizzera, poi, tra le ospiti straniere in Collegio pure una studentessa svizzera, perfezionanda in Letteratura italiana. Per coltivare lo studio delle lingue prescelte, Maria può contare su ben due lettrici tedesche e due inglesi, mentre dal resto del mondo, la sua indole curiosa, dote indispensabile per la professione che poi sceglierà, può conoscere giovani donne da Francia, Norvegia, oltre a Venezuela e Perù! Al terz’anno di corso è ora di fare le valigie: le è conferito dal Collegio un contributo per un breve soggiorno di studio a Cambridge.

Tra le prime sfide


Rientrata in Svizzera dopo la laurea, Maria per qualche anno insegna, finché nel 1990, con la collaborazione ad “Agorà”, rivista sulle migrazioni di cui diventerà anche caporedattrice, intraprende la strada del giornalismo. Alla nascita della figlia, un nuovo cambio: collabora con l’agenzia zyPRESSE, fondata da lei insieme ad altri tre colleghi.

Oggi


Nel 2005 zyPRESSE si fonde con Pressebüro Index, per cui Maria continua a lavorare, trovando anche il tempo per pubblicare volumi su temi a lei cari: salute, migrazioni, società. Tra i quali ricordiamo “Die Asbestlüge” (Le menzogne dell’amianto), un saggio sulla tragedia dell’amianto apparso in tedesco presso l’editore zurighese Rotpunktverlag e successivamente tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Per 12 lunghi anni, sempre da freelance, Maria si è immersa nel mondo della cooperazione allo sviluppo finanziata dalla Confederazione elvetica, quale redattrice della prestigiosa rivista “Un solo mondo”. Non solo, con il passaggio a giornalista della RSI – Radio Televisione Svizzera, raccoglie una nuova sfida, imparando a lavorare con le immagini. Sulla sua tenacia nei cambiamenti c’è da crederle, quando racconta che, seduti al bar della televisione a Lugano, un collega un giorno le dice: “sei il mastino più dolce che io conosca”. Oppure quando nel bel mezzo di un’intervista a Nicola Gratteri, il procuratore simpaticamente divaga e lei trova il modo di porre le domande giuste. Perché fare le domande “scomode, senza mai divenire insolenti, è questa la capacità che distingue i giornalisti che non fanno gossip ma informazione”.

Il suo consiglio


Trasformare la nostalgia in occasione; conoscere, per cambiare: “Avevo scelto di non tornarci più, in Collegio. Avevo paura di perdermi nella nostalgia. Nostalgia per un luogo che mi aveva cambiato la vita, un luogo che mi ha donato quattro meravigliosi anni di gioventù. Forse i più belli della mia vita, di certo i più spensierati. Ora che mia figlia ha vent’anni ogni tanto ci ripenso. Vedo in lei quella mia voglia di capire il mondo, di interpretare il sapere come chiave di lettura indispensabile per il cambiamento.” (Nuovità n. 24)


Michela Pagano, Scienze Politiche

Scegliere il Collegio, non più da matricola, e costruire un world-class cv!

Michela, da Genova, è già a Pavia iscritta come matricola di Scienze Politiche quando decide di concorrere l’anno successivo, nel 2007, per un posto in Collegio. Lo vince e non sa ancora in quante occasioni verrà coinvolta con l’opportunità di costruire un cv davvero d’eccellenza, anzi “world-class”! Durante il suo alunnato, il Collegio promuove ben due meeting internazionali legati alla rete Women’s Education Worldwide e firma l’accordo con il Barnard College: ebbene, Michela, grazie alla sua disponibilità e capacità, è attivamente coinvolta in entrambi i convegni: nel 2008, con i Presidents and Deans della rete, e nel 2011, con le Alunne. In mezzo, è un fiorire di opportunità all’estero grazie al Collegio e non solo: Dubai Women’s College, Barnard ed EucA (selezionata per il meeting Languages Mean Business), ma anche Pitzer College (con l’ISEP – UnipV), Hangzhou (con l’Università dell’Insubria), e l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO, prima a Parigi (stage Erasmus Placement), poi a Buenos Aires per ricerche per la tesi, come vincitrice del Premio di studio Giovanni Manera.

Tra le prime sfide


“Negli ultimi due anni ho vissuto in California, a New York e Parigi, senza dimenticare Pavia e la provincia di Genova, e nel futuro vorrei esplorare il terzo mondo. Non posso poi dimenticare il mio breve, ma intenso, soggiorno in Cina […] La partenza per New York è stata una scelta naturale. A inizio giugno ho cominciato uno stage di quattro mesi presso l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO. Ancora una volta, ho dovuto affrontare diverse sfide: l’adattamento alla cultura francese, dopo mesi passati negli Stati Uniti, l’approccio con le organizzazioni internazionali, dove vorrei lavorare in futuro, la transizione tra la vita della studentessa a quella della lavoratrice, con orari prefissati, pochissimo tempo libero, i ritmi dell’ufficio. Ogni giorno conosco membri del personale che vanno in missione in Mali, in Etiopia, nelle Filippine e in tantissimi altri Paesi in via di sviluppo, descrivendomi un lavoro sul campo che mi affascina e mi attrae. Lavorare in un contesto del genere mi rende orgogliosa del percorso di studi che ho intrapreso e mi lascia sperare in un futuro nelle organizzazioni internazionali”. (Nuovita, n. 21)

Oggi


Dopo uno stage semestrale, Michela è stata assunta nel 2011 come Knowledge Team Assistant di European Schoolnet di Bruxelles. Presto si troverà anche a selezionare chi dovrà sostituirla: dopo quasi due anni, infatti, sentirà il bisogno di rimettersi a studiare e va a Londra per frequentare un master all’Institute for Education. Non fa in tempo a mettersi sul serio sui banchi, che si compie il suo auspicio di qualche anno prima: lascia ancora una volta l’Europa, stavolta per l’Africa, Kenya. Come Assistant Programme Specialist (nell’ambito dello schema UN Fellowship) nel settore “Education” vola a Nairobi, dove si ferma due anni prima di tornare in Europa. Di nuovo la sua Parigi, questa volta come funzionaria dell’UNESCO. Alla prossima puntata!

Il suo consiglio


“E’ importante capire quando troppo è troppo. Se hai 25 anni non chiamarti policy advisor dopo uno stage alla Commissione Europea…” (Nuovità, n. 24).


Maria Francesca Nespoli, Scienze Politiche

“Ho ripensato spesso ai momenti in cui da studentessa bussavo all’ufficio della Rettrice al termine degli esami, cosa qui [alla Marines Corps University di Quantico, n.d.r.] chiamata counselling, e prevista dal calendario accademico. O alle serate nelle quali prendevo parte alle cene in Collegio con ospiti di riguardo, cosa qui detta networking. Proprio non pensavo che l’esempio più vicino al metodo educativo del Collegio Nuovo fosse il segreto di battaglia dei Marines!” (Nuovità nr. 22)

Da … Pavia, Maria Francesca arriva al Collegio Nuovo nel 1991 e prende possesso del nuovo portachiavi (gadget collegiale appena inaugurato) per la sua nuova stanza “tutta per sé”. Pochi km da casa che però, grazie all’esperienza acquisita anche in Collegio, la porteranno molto lontano. La scelta di studiare Scienze Politiche, suggerita anche dalla Rettrice, per una come lei che vuole viaggiare nel mondo e scrivere, si rivela giusta. Il primo anno la vede già, in compagnia di letterate e filosofe, a Heidelberg per il corso estivo di lingua. Mentre si consolidano i rapporti con figure di riferimento come il prof. Arturo Colombo e il prof. Stefan Delureanu (Visiting professor da Bucarest), segue con particolare attenzione gli appuntamenti più “politici” del Collegio. Sono anni segnati da Tangentopoli e dalla drammatica scomparsa di Falcone e Borsellino: firma, tra l’altro con una sua collega letterata, Saskia Avalle, un articolo sulla conferenza con il giornalista Pansa; scrive sulla visita del Presidente Scalfaro al Ghislieri, in occasione di un incontro con una delegazione di collegiali.

Tra le prime sfide


Maria Francesca ha in mente una meta ben precisa: gli Stati Uniti. La prima manovra di avvicinamento la fa scegliendo una tesi, con relatore il Prof. Silvio Beretta, sulle relazioni economiche tra UE e USA. In quegli anni la Facoltà pavese di Scienze Politiche è in un stretto contatto con la CUNY – City University di New York e, in accordo col Collegio, si decide di avviare, in via sperimentale, un rapporto di scambio anche tra studentesse. Così nell’autunno 1995, Maria Francesca, sempre più proiettata all’esterno, grazie anche al sodalizio crescente con la Nuovina euro-entusiasta, Cristina Castagnoli, parte per un anno per New York, per scrivere la sua tesi, con la guida del prof. Hugo Kaufmann (Direttore dell’European Union Studies Center del CUNY Graduate Center, dove Francesca, ospite del J.D. Calandra Italian American Institute – CUNY, tiene anche delle lezioni). Nello stesso anno, arriva in Collegio una studentessa CUNY, Elena Coleman. Lo scambio non avrà seguito, ma segna comunque un primo tentativo. Bisognerà attendere una dozzina di anni per portare Nuovine a New York, grazie anche a Maria Francesca…
Nella Big Apple conseguirà poi anche un Masters in International Affairs alla prestigiosa SIPA (School of International and Public Affairs) della Columbia University.

Oggi


Oggi Maria Francesca è cittadina americana.
Di più: lavora come Congressional Liaison all’Ambasciata italiana a Washington (grazie a lei abbiamo avuto incontro riservato alla comunità collegiale con l’Ambasciatrice Mariangela Zappia).
Inoltre è stata International Military Student Specialist presso la Marine Corps University di Quantico in Virginia, dove ha promosso attività culturali per gli studenti stranieri, visite al Senato e al Pentagono comprese (da quelle parti incontrerà anche il suo futuro marito, ingegnere americano di origine cilene e svedesi!).
Prima ancora è stata Associate Director, all’Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University. Qui nel 1999 organizza anche un meeting tra i suoi docenti di Columbia e CUNY e quelli di Pavia, guidati dal Rettore Roberto Schmid. Non mancano due brevi ma significativi intermezzi a Pavia, negli anni di avvio dello IUSS (fondato dallo stesso Schmid) come responsabile delle Relazioni Esterne. Ma l’irresistibile fascino per New York la fa tornare definitivamente negli States.
Negli anni di New York, passata la tragedia dell’11 settembre vista in diretta dal suo ufficio, in piena campagna presidenziale Obama/ Hillary Clinton, Maria Francesca suggerisce al Collegio, dove nel frattempo è approdata nello staff anche la collega letterata di cui sopra: “Thank you, Collegio Nuovo! Let’s keep up this chain. Who’s next? The closest to me is Barnard”. Detto, e quasi fatto. Dal 2008, grazie anche alla rete WEW, l’accordo con il College femminile della Columbia è siglato e le Nuovine a New York sono una realtà sempre più consistente.

Il suo consiglio


Cercare i mentori, bussando alle porte: “Forgot to mention: I was raised in Pavia. My father was a student at the Collegio Borromeo and my aunt at the Collegio Ghislieri. As a kid, I never missed a date: first Sundays of May after the 5th of May, the Alumni Reunion. When the time came for me to consider my next step – actually my first step out of Collegio Nuovo – I didn’t hesitate to knock at the Rector’s door. An agreement was made with the J.D. Calandra Italian American Institute at CUNY (City University of New York)” (Collegio Nuovo goes international, 2008).

 


Piera Molinelli, Lettere Moderne

“La sintesi dei miei ultimi trent’anni è: nuovina, moglie, madre, professore ordinario, pro-rettore e nonna. L’ordine è rigorosamente diacronico, come si conviene a chi si occupa di linguistica storica.”

Piera lascia la provincia di Piacenza nel 1978 per iscriversi a Lettere Classiche a Pavia. In Collegio rimarrà sino a metà del ciclo di studi: il tempo di dare, a pieni voti, gli esami di Glottologia, nell’Istituto dove insegnano i “mitici” professori Anna Giacalone e Paolo Ramat, e Piera rinuncia al posto in Collegio per convolare a nozze con Mario, chimico, mantenendo però, almeno idealmente, il titolo di alunna. Si laurea in corso nei giorni dell’euforia nazionale per i Mondiali di calcio. In Collegio stringe numerose amicizie, tra cui quella con Angela Pucci, allora studentessa di Medicina e oggi anatomopatologo a Pisa (oltre che madrina di suo figlio!). Al Nuovo rimane sempre legata: “Confesso una piccola vanità: mi faccio in un certo senso ambasciatrice del Collegio tutte le volte in cui mi trovo nel mondo anglosassone (Malta inclusa) dove è un must per me indossare il distintivo o il foulard giallo e verde”… come “ambasciatrice” del Nuovo è stata anche con due alunne alla Ochanomizu University di Tokyo!

Tra le prime sfide


Lo scritto per il concorso di dottorato lo svolge uscendo per allattare la primogenita, la tesi vede la nascita del secondo figlio. Grazie alla famiglia, e non nonostante, sottolinea lei, riesce nei successivi passi professionali: insegnamento al liceo e vincita di un posto come ricercatore all’Università di Bergamo. Lasciare l’Ateneo pavese, dove si è formata ed è cresciuta, non è per nulla facile. Ma il percorso che costruisce la ripaga di grandi soddisfazioni e le consente pure di non perdere i contatti con Pavia, non solo con le pubblicazioni sulla prestigiosa rivista “Athenaeum”.

Oggi


Professore Ordinario presso l’Università di Bergamo, dal 1990 è direttore del Centro di italiano per stranieri: tra il 1993 e il 2005 ha conosciuto tutto l’Ateneo come rappresentante dei ricercatori in Senato accademico e poi dei professori associati in Consiglio di amministrazione. Nel frattempo per due mandati è stata coordinatore del corso di laurea in Comunicazione di massa pubblica e istituzionale. Ha provato a pensare a un anno sabbatico per inaugurare quest’ultima decade, ma le è stata affidata dal Rettore la delega all’Orientamento universitario di Ateneo. Risultato: Best Placement Program nel 2010 e… due anni, dopo, grazie al lavoro accademico, vincita di un Progetto di cui è coordinatore nazionale: “piazza” circa 150 mesi di assegni di ricerca per i giovani!
E’ Pro-Rettore Vicario dell’Università di Bergamo, retta da Sergio Cavalieri.

Il suo consiglio


“Qualche volta, quando sento parlare di crossfertilization invece di pensare a campi scientifici all’avanguardia penso alla vita di noi donne, alla nostra capacità di trasferire idee e conoscenze da un campo all’altro, conciliando l’inconciliabile. Osate e coltivate i vostri sogni con quel pizzico di leggerezza e di follia che al Collegio Nuovo è di casa…” (Nuovità, n. 21)


Anna Lanzani, Economia

“Delle mille attività proposte (dalle conferenze allo sport, dai corsi di lingua a quelli di fotografia) all’inizio avrei voluto fare esattamente tutto. Solo col tempo ho imparato a scegliere: scegliere a quali attività partecipare, ma anche scegliere chi frequentare, scegliere quanto, quando e con chi studiare, scegliere quali voti accettare agli esami e scegliere […] quali piatti prendere tra i mille che propone il cuoco! Chi mi conosce sa quante scelte sbagliate ho fatto – non ultima quella di scegliere “tutti” i piatti del cuoco! – ma proprio per questo, caro collegio, ti ringrazio: per avermi dato la possibilità di fare esperimenti con la vita ‘da adulti’ e anche di sbagliare ma sempre senza farmi ‘troppo’ male.”
(“Nuovità”, n. 11). 

Anno 1997. L’Ambasciatore K. P. Fabian (India) visita il Collegio in autunno e ne apprezza la combinazione di «academic excellence» insieme a «joie de vivre and joie d’apprendre». Fra le “matricole della vita e grandi della scuola” quell’anno è arrivata anche Anna, da Crema, città di Beppe Severgnini – citato non a caso. Anna, nella sua joie de vivre et d’apprendre che la contraddistingue, lo intervisterà, il giornalista a caccia di “Italians”: prima, per un giornale della loro città, anni dopo, in un incontro pubblico al Collegio Nuovo, da co-fondatrice e Presidente dell’Associazione Alumni IUSS.
Ma torniamo indietro. Al mondo della formazione Anna ha sempre guardato con interesse affettuoso e attenzione critica: diplomata col massimo dei voti in studi classici, ai giornali locali collabora regolarmente con articoli di arte, letteratura, scuola (ma anche con una intervista rubata in aeroporto alla coppia canora Paola e Chiara!). Da lei ci si aspetta la scelta di studiare Lettere. Confidando nella capacità di ragionamento – formata, si rassicura, dagli studi del greco e del latino -, opta per buttarsi nel mondo dell’economia, scoprendo presto la fatica di imparare a derivare una funzione o comprendere le matrici di Hesse (non lo scrittore Hermann).

Tra le prime sfide


Passato il primo anno, l’estate viene impegnata con un corso di “inglese economico” a Cambridge. Le sfide non terminano: tra gli impegni dello IUSS (allora SUS – Scuola Universitaria Superiore), fondato proprio nel suo anno da matricola dal Rettore Schmid insieme ai Collegi pavesi, e quelli universitari, alle soglie del Millennio, Anna decide di rincorrere per l’Europa, e precisamente alla EM Business School di Strasburgo, «la sua vera identità». Presto lo farà per il mondo, aggiunge profeticamente sempre in quel n. 11 di Nuovità.
Non è forse un caso se il tema della tesi, con la prof. Carla Cattaneo a Pavia, sarà “Strategic management under uncertainty and complexity” – ma non incerto, ancora una volta, il voto: il 2001 si chiude in bellezza, con la lode alla laurea. E non incerto, ancora, è il desiderio di studiare: dopo il Baruch College (CUNY), è la volta, con un prestito d’onore del suo Collegio, di un Master alla Kingston University di Londra. Segue poi un altro Master in East Asian Studies all’Istituto di Scienze dell’Uomo a Rimini (nel frattempo è Marketing Manager per Barilla, anche a Shanghai e Tokyo), approfondito con una formazione sui nuovi mercati emergenti all’INSEAD.
Il legame con il suo Collegio si approfondisce: Anna partecipa a diversi meeting legati alle istituzioni della rete Women’s Education Worldwide: prima a Dubai (dove realizza una intervista a una studentessa del Dubai Women’s College), poi a Sydney, poi ancora a Tokyo, Shanghai e New York. A Pavia, nel suo collegio, insieme a Paola Lanati, allora Presidente dell’Associazione Alumnae, e a una matricola di Economia, Linda Santini, tiene un workshop su “Wise-ladies in business land” nel contesto della conferenza per le studentesse della rete WEW. Un titolo che ammicca anche ai lavori di Maria Cristina Bombelli, esperta coach e di diversity management che in Collegio era venuta più volte a incontrare le studentesse. E che condurrà il dibattito nel convegno “Il ruolo della formazione nell’empowerment femminile”, un’occasione di confronto del Collegio Nuovo con esponenti delle principali associazioni italiane impegnate nella valorizzazione del talento femminile, cui pure Anna dà il suo contributo, con Paola Lanati e Barbara De Muro, come testimonial delle Alumnae.
Non solo: grazie ai contatti del Collegio, Anna ha occasione di tenere un seminario di marketing alla China Women’s University di Pechino. Una istituzione dove è poi stata invitata come visiting professor anche l’Alumna Laura Dimitrio, storica dell’arte. Una istituzione che nel 2015 ha firmato una lettera di intenti per una ancora più stretta collaborazione con il Collegio Nuovo.

Oggi


Oggi Anna, dopo più di dieci anni in Barilla, ha accumulato una esperienza manageriale che va dall’Estremo Oriente, all’Australia e al Sudafrica. All’impegno come Global Marketing Director per Delverde, sempre nel settore “food and beverages”, Anna ne ha aggiunti altri due, dall’altra parte del globo, a Buenos Aires: lo studio per un Executive MBA alla IAE Business School e la nomina a Head of the Pasta Marketing team per Molinos del Rio de la Plata. In Collegio torna quando può per tenere seminari di “intercultural skills”, o secondo l’autoironia che le è propria, il «remake del “Saper Fare di Donna Letizia”». E lascia anche la parola ad altri, coinvolgendo personalità come Tatiana Aurich, nominata tra le Women to Watch in Argentina che, tra i suoi consigli, ricorda: «Imparate a maneggiare l’arte sottile della persuasione, usate le differenze invece di negarle, e saranno la vostra arma vincente». Di recente fonda Connectar, servizio di consulenza imprenditoriale.

Il suo consiglio


Lo trasmette dal suo insegnante del ginnasio che a sua volta lo prende da Edmond Rostand: «C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière. Il faut forcer l’aurore à naître, en y croyant».


Barbara Furlotti, Lettere Moderne

“L’occasione di cui conservo memoria più vivida è la cena che fu organizzata al Collegio Nuovo in occasione di una conferenza di Federico Zeri. Sia Gabba che io eravamo tra gli invitati. Prima di salire sul palco e di trasformarsi nello straordinario e raffinato studioso d’arte che era, Zeri si divertì a provocare i commensali […] Solo Gabba seppe tenere testa all’eccentrico Zeri, con un garbo e un’eleganza che mi colpirono, sfoderando il savoir-faire dell’uomo abituato ad affrontare le stranezze del mondo.” (“Ritratti per Emilio Gabba”, 2007)

Mantua me genuit, e Pavia, nel 1987, la rapì: Barbara passa la selezione in Collegio sostenendo uno dei colloqui di ammissione con il prof. Emilio Gabba. Da matricola di Lettere Moderne rimpiange il suggerimento di non mettere tra gli esami in piano di studio l’insegnamento di Storia Romana tenuto dal Professore che tanto l’aveva affascinata con la sua sapienza e che non le farà mancare il suo appoggio, anni dopo, quando si candiderà per borse di studio. Intanto, in Collegio, vince il posto gratuito e ha l’opportunità di frequentare il Ferienkurs dell’Università di Heidelberg.
La laurea, in Storia dell’Arte lombarda, con la prof. Luisa Giordano, arriva a pieni voti, con un curriculum di studi che include, oltre agli insegnamenti di indirizzo, esami in Letteratura e Filologia, Semiotica e Filosofia. Si ferma in Collegio l’anno della tesi, con l’impegno a collaborare alle attività culturali promosse dal Collegio, che proprio in quel periodo è molto attivo anche sul fronte artistico: nel 1992 sono ospiti per un ciclo sul tema del restauro Federico Zeri (nella foto, l’articolo della “Provincia Pavese”), Andrea Emiliani e Mina Gregori; l’anno prima e quello successivo era stata la volta, fra gli altri, degli architetti Gae Aulenti e Mario Botta (nella foto la sua dedica sull’albo del Collegio), oltre al pittore e scrittore Emilio Tadini.

Tra le prime sfide


Anche dopo la laurea, il Collegio la appoggia, assegnandole un contributo per la frequenza della Scuola in Specializzazione in Storia dell’Arte a Bologna. Barbara si diploma con ottimi risultati nel 1999, nonostante l’insegnamento alle scuole superiori e la collaborazione con la Soprintendenza di Mantova per lavori di schedatura, il tutto tra un treno e l’altro nella pianura padana.
Dopo anni di legame forte con la sua città, dove Barbara collabora, fra l’altro, con il Centro Studi Internazionali di Palazzo Te tra il 1998 e il 2002, si sposa e si trasferisce a Roma. Di lì a poco si afferma prepotente il duplice desiderio di continuare a fare ricerca e di un’esperienza all’estero, suggerito anche dall’esempio di molte Nuovine in Europa e Stati Uniti. Nel 2003, ottiene un contratto di ricerca presso l’Università del Sussex e negli anni successivi è impegnata in vari progetti di ricerca di interesse internazionale. Si iscrive a un dottorato di ricerca nel 2004, lo stesso anno in cui nasce suo figlio, e nel 2009 consegue il PhD alla Queen Mary, University of London.
Poi, il salto oltre oceano: Barbara conquista una borsa di perfezionamento in Storia dell’arte al Getty Center di Los Angeles. Scrive: «Io non sono un dottore e non risolvo conflitti mondiali, sono una storica dell’arte specializzata in collezionismo; e qui le mie capacità sono apprezzate, stimate, valutate. E supportate ai massimi livelli. Non parlo tanto in termini economici: la fellowship che ho ricevuto è generosa ma non farà di me una donna ricca, soprattutto dopo che avrò pagato la retta per la scuola materna di mio figlio. Parlo di supporto scientifico: qui si viene veramente messi nelle migliori condizioni per lavorare al top.» (Nuovità, n. 20)

Oggi


Mantova la generò, Pavia, Bologna, Roma, Los Angeles, fra le altre città, la rapirono. Londra la tiene da diversi anni: oggi Barbara è Visiting Lecturer al The Courtauld Institute of Art dopo esser stata per tre anni Marie Curie Fellow al Warburg Institute. Due istituzioni di primo livello per chi si occupa di arte.

Il suo consiglio


«La mia fellowship dura solo dieci mesi, ma mi ha già insegnato una cosa: never give up dreaming! I miracoli a volte succedono.» (Nuovità, n. 20))


Antonella Francabandera, Lettere Moderne

“Parto anche qui dal Collegio, che ci abitua a vivere in un clima internazionale grazie alla preziosa presenza delle studentesse straniere. Non è un fatto scontato l’imparare a convivere con altre mentalità e culture, ad averne rispetto e a mettere da parte certo ottuso nazionalismo. È un’educazione civile che aiuta enormemente anche nell’ambito lavorativo. Nelle grandi aziende lo scambio a livello internazionale è determinante e chi non ci sa fare – e non intendo solo a livello linguistico, ma anche e soprattutto umano – perde. Poi è chiaro che l’esperienza di vita all’estero cambia ulteriormente il proprio modo di essere”. (Nuovità, n. 19)

Quando Antonella, da Bari, vince un posto come matricola di Lettere Moderne al Collegio Nuovo, vi trova quell’anno ben quattro visiting students dalla Germania: oltre che da Mainz e Heidelberg, con cui il Nuovo aveva già firmato accordi di scambio, anche da Duisburg. Non solo, pure un visiting professor dall’Università di Heidelberg, Robert Zwilling, biochimico, che terrà una delle conferenze di apertura di un anno straordinario. Un anno, il 1994-95, che vede il Collegio diventare sempre più multidisciplinare nella sua offerta culturale: dagli scrittori Alessandro Baricco e Daniele Del Giudice ai giornalisti Sergio Romano e Gianni Riotta, dal regista Pupi Avati al Direttore della Sovrintendenza dei beni e artistici e storici Pietro Marani, dalla Presidente dell’ANM Elena Paciotti allo storico Dennis Mack Smith, oltre agli scienziati Bruno Bertotti e Giorgio Celli.
Il secondo anno Antonella parte per il Ferienkurs di Heidelberg: con lei amiche di altre Facoltà da Lettere Classiche a Medicina. Con una compagna letterata, Maria Finazzi, verrà eletta Decana delle Alunne: con loro si decide, fra l’altro, di aprire la Biblioteca del Collegio anche come sala comune di studio, al di fuori degli orari riservati al prestito. Una bella innovazione, di cui beneficiano ora, con una apertura praticamente 24/24, le studentesse di oggi.
Sono gli anni in cui si vara anche il ciclo di conferenze in Scienza e Tecnologia dei Media, da lei seguito e che si trasformerà poi in un vero e proprio fortunato Master dello IUSS, diretto dal prof. Virginio Cantoni. Ai suoi contenuti, qualche anno più tardi (2000-01) si collegherà anche il primo corso universitario promosso dal Collegio e accreditato da UniPV, Comunicazione Digitale e Multimediale. Sono gli anni in cui ci sono anche gli incontri musicali con il Maestro Edoardo Farina, che Antonella pure seguirà con passione. Ma si consolida anche l’interesse per la Germania che le rimane nel cuore: al terz’anno è la volta di Mainz, per il corso avanzato di lingua e cultura tedesca

Tra le prime sfide


È tempo di dedicarsi alla tesi: Antonella lavora sullo storico della lingua Benvenuto Terracini, sotto la supervisione del prof. Angelo Stella. Un estratto viene pubblicato sulla prestigiosa rivista “Strumenti Critici”. Lingua e filologia sembrano essere il suo futuro, tanto che le viene assegnata dal Collegio una borsa di perfezionamento nel Romanisches Seminar dell’Università di Heidelberg diretto dal prof. Edgar Radtke, il fautore dello scambio con il Collegio. «Spiegavo Saussure in italiano ai miei allievi tedeschi […] loro continuavano a venire a lezione e quando ebbi finito si creò in aula un grande silenzio e poi scoppiò un applauso. Gli studenti mi dissero di aver provato l’emozione di capire un sistema. Quest’emozione la trasmisero anche a me insieme alla consapevolezza del legame intellettuale che si crea tra docente e studente, visto per la prima volta dall’altra prospettiva. Poi mi fu proposto di scrivere una tesi di dottorato, vinsi il concorso per un’ottima borsa di studio del Graduiertenkolleg dell’Università di Heidelberg. Insomma, tutto sembrava proseguire secondo i canoni classici. Ma non fu così…» ci racconta in una intervista nel 2008.
Il tema del “cosa fare dopo” si affaccia dopo il primo anno di dottorato. La risposta sta in una serie di esperienze diverse: prima uno stage al Comune di Heidelberg, nel settore delle Relazioni Pubbliche, poi alcuni corsi di preparazione al mondo del lavoro. «Sono stati i mesi più tormentati della mia vita – spiega – perché sentivo di trovarmi a una svolta e perché tutti mi davano un po’ della pazza, dato che dall’esterno non c’era alcuna ragione per la mia inquietudine. Ma io sentivo la necessità interiore di cambiare, di imparare a fare altre cose». Dopo una full immersion in economia e informatica, grazie a un corso finanziato da una borsa europea, altri stage, poi la prima posizione in una azienda automobilistica come consulente SAP. In seguito diventa Business Process Management Program Manager alla Boehringer.

Oggi


Nel 2010, mentre è in attesa della primogenita Alina (contemporaneamente nasce anche la figlia della sua compagna di Collegio, collega Decana!), ha assunto il ruolo di Head of Enabling Functions Corporate/Germany/Rest of World nel settore Information Systems della Boehringer. Due anni dopo viene promossa Global HR Business Partner, il suo ruolo attuale, nel quale si occupa tra l’ altro di progetti strategici, della formazione di manager e di sviluppo aziendale.

Il suo consiglio


«Spesso in certi meeting si ha l’impressione che gli specialisti – di cui ogni azienda ha comunque un grandissimo bisogno, a parte tutte le considerazioni che si facevano prima – perdano la capacità di osservare la situazione da una certa distanza. L’attenzione è concentrata giustamente sul dettaglio. Chi si occupa di non perdere la visione d’insieme? Per questo è sempre di prezioso aiuto avere nei progetti un team composto da persone di formazione diversa. Quando entrate nel mondo del lavoro imparate ad ascoltare il parere degli altri, anche dei non specialisti» (Nuovità, n. 19)


Barbara de Muro, Giurisprudenza

“A distanza di tempo posso dire che il mio impegno per la valorizzazione delle donne nella formazione e, poi, nella professione legale affonda le proprie radici negli anni di condivisione e solidarietà tutta al femminile in Collegio, con uno sguardo aperto al mondo”.

Nativa di Bolzano, ma di origini romagnole, Barbara de Muro entra al Collegio Nuovo nell’anno in cui il Prof. Emilio Gabba, insigne antichista e membro del CdA della Fondazione che inquadra il Nuovo, tiene una lezione sulla Costituzione a Roma. Per lei, iscritta a Giurisprudenza, una occasione in più per inaugurare un curriculum accademico di tutto rispetto, con una bella lode in Diritto romano. Siamo nel 1987: il Collegio ha già all’attivo una partnership estera con la prestigiosa Università di Mainz cui farà seguito quella con l’Università di Heidelberg. Barbara non si fa mancare nulla ed è ammessa per entrambi i Ferienkursen, a ulteriore consolidamento della conoscenza della lingua tedesca. Forse ancora non immagina come la Germania sarà decisiva anche per la conclusione dei suoi studi giuridici. Si laureerà, infatti, con il prof. Michele Taruffo, con una tesi in diritto processuale civile, in parte frutto degli approfondimenti compiuti in Germania, supportata dal Collegio e con la guida del Prof. Hans-Joachim Musielak dell’Università di Passau. Di certo, invece, è – e lo sarà sempre – pienamente consapevole del profondo significato che il Collegio ha nella sua vita: come racconta durante il convegno sul ruolo della formazione nell’empowerment femminile tenutosi in Collegio nel 2012, il Collegio era la sua occasione e lei non se l’è lasciata sfuggire.

Tra le prime sfide


Rientrata in Italia, inizia la pratica professionale a Milano proprio negli anni in cui il mercato degli studi legali si trasforma e vede la nascita dei primi grandi studi legali associati. Barbara riesce a entrare in uno studio che, nel giro di pochi anni, diventerà uno dei più grandi studi italiani. I praticanti non sono ben visti, ma la caparbietà e la tenacia dimostrate durante i colloqui e le prime settimane di lavoro fanno la differenza, come racconta nell’intervista per “Cosmopolitan”: “Mi avevano concesso appena un mese, solo a sistemare fascicoli. Di mia iniziativa ho cominciato ad aggiungere ad ogni pratica una scheda informativa. Un’idea che si è rivelata vincente. Alla fine mi hanno preso perché il mio lavoro era diventato indispensabile”. Affina gli studi in diritto societario e commerciale e quindi si indirizza verso lo Studio Legale Portale Visconti, altamente specializzato in quelle materie. Di più, dopo otto anni, nel 2006, ne diventa socia, unica donna, cinque anni dopo essere stata cooptata nel CdA della Fondazione Sandra e Enea Mattei, subentrando all’economista Renata Bonfiglio e ritrovandosi al fianco, tra gli altri, proprio il Prof. Gabba. Barbara, già madre di Matilde, nata in coincidenza con uno dei Raduni annuali dell’Associazione, inaugurerà i suoi primi anni da socia dello Studio mettendo al mondo Ludovica, la cui madrina sarà la stessa Rettrice del Collegio, Paola Bernardi! Un passo indietro: la Germania non è stata l’unica destinazione per i suoi studi: nel 1999, mentre la metropoli milanese la attende ancora al rientro, Barbara è International Associate presso lo Studio Hewitson Becke & Shaw, in un’altra città di “College”, dopo Pavia: Cambridge. Era già attivo da poco l’accordo del Collegio Nuovo con il New Hall College per posti di perfezionamento. In quello stesso 1999 New Hall ospitò una perfezionanda in Lingue e ben tre studentesse: una matematica, una fisica e una letterata. Una piccola colonia Nuovina nella gemella del Regno Unito!

Oggi


Nel 2017, Barbara, dopo oltre dieci anni presso lo Studio Legale Portale Visconti (dove si è occupata, unica donna socia, di diritto societario e commerciale), è entrata come nello Studio LCA come socio equity. A latere, è responsabile di ASLAWomen (@ASLAWomen), gruppo di lavoro dedicato alla promozione delle donne nella professione legale sorto nell’ambito di ASLA, l’Associazione degli Studi Legali Associati (che conta quasi un centinaio tra i più prestigiosi studi legali associati italiani e internazionali dislocati sul territorio nazionale). Con un obiettivo, raccontato anche al Sole 24 Ore sostenere e valorizzare le donne in ogni fase del loro percorso professionale all’interno degli studi legali associati, anche creando, sul modello dell’iniziativa della Fondazione Bellisario (la cui Presidente Lella Golfo è pure tra gli ospiti del Collegio), una banca dati di curricula eccellenti. Senza dimenticare la fase della formazione, nella convinzione, condivisa con il Nuovo, che prima si inizia a sensibilizzare le donne su determinati temi, più efficaci sono i risultati a medio-lungo termine. Anche per questo Barbara ha accolto con entusiasmo la proposta di ospitare nel proprio studio, per un periodo di tirocinio, una Nuovina studentessa di Giurisprudenza e, con il Collegio, ha promosso incontri come quello con Paola Di Nicola, “la Giudice”, e con Ilaria Li Vigni, l’“Avvocata”. Desinenze e articoli determinativi, ma non solo quelli, declinati anche al femminile!

Il suo consiglio


«Puntare a ruoli importanti senza rinunciare alla femminilità ti dà una marcia in più: sei più forte e più felice» (Cosmopolitan, giugno 2014)