Raffaella Butera, Medicina e Chirurgia

Le storie di successo sono anche storie di fatica (Nuovità, n. 16)

Da Torino Raffaella arriva a Pavia, forte della sua maturità classica e decisa a iscriversi a Medicina. Quando è al second’anno, nel suo Collegio si tiene il primo Raduno dell’Associazione delle ex alunne (foto, 1986). Arrivata al quart’anno, mentre il Collegio festeggia i suoi primi dieci anni di attività e può già vantare un primo accordo internazionale (con l’Università di Mainz), una opportunità particolare pone Raffaella già in una dimensione di cooperazione internazionale.

Tra le prime sfide


Le è infatti assegnata una borsa di studio presso il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano come allieva tirocinante nell’ambito del Progetto Eurotoxnet. L’obiettivo, ambizioso, innovativo e interdisciplinare (coinvolge medici, chimici, biologi…) è quello di creare una rete europea tra i diversi Centri antiveleni, con condivisione di dati tossicologici. L’impegno di Raffaella, ancora studentessa, è suddiviso tra tirocinio pratico (gestione delle emergenze), studio della tossicologia e dell’informatica e frequenza di seminari di aggiornamento. Il Collegio da parte sua la sostiene venendole incontro nella programmazione accademica, considerato l’ottimo profitto dei suoi esami e l’impegno triennale anche a Milano. Grazie a lei la tossicologia arriva anche in Collegio con una conferenza, nel 1989, della Prof. Rita Ghezzi Laurenzi, una delle tante scienziate pioniere che negli anni sono passate nella nostra sala.
Inevitabile che dalla partecipazione a questo progetto pilota, che coinvolge Italia, Belgio e Inghilterra, Raffaella accolga con entusiasmo altre nuove esperienze all’estero, quando poi sarà specializzanda in Tossicologia nel Dipartimento del Prof. Luigi Manzo. Il Collegio le assegna una borsa di perfezionamento a Parigi, presso l’Ospedale Fernand Widal, uno dei più autorevoli centri di Tossicologia al mondo; al suo rientro, Raffaella riceve dal Soroptimist International, su proposta del Club di Pavia, un supporto economico per un’avventura oltreoceano: a Denver, in Colorado.

Oggi


Durante una esperienza di oltre vent’anni come Dirigente medico di I livello nel Servizio di Tossicologia – Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia), Raffaella avvia anche una collaborazione con il Centro Antiveleni dell’Azienda Ospedaliera di Bergamo, dove lavora, come cardiologa, la sua compagna di Collegio Lucia Botticchio.
Tra una trasferta professionale e l’altra, Raffaella ritorna periodicamente in quello che chiama affettuosamente il suo “pensatoio”, incubatore di diverse imprese, almeno due. Nel 2004, ad esempio, contribuisce in modo determinante alla formalizzazione dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo, di cui è stata Presidente (foto con la Rettrice del Collegio Paola Bernardi e la Presidente Bruna Bruni) e che annovera nel Consiglio la presenza della stessa Lucia Botticchio. Dieci anni dopo, nel 2014, assume la piena direzione della società di consulenza da lei fondata e chiamata Toxicon (sul sito, in omaggio ai suoi studi classici, è riportata la grafia in caratteri greci!). Toxicon offre i suoi servizi grazie a un team interdisciplinare di medici, tossicologi, biologi, biotecnologi, tecnologi alimentari, chimici, economisti e avvocati, esperti in salute e sicurezza, tutti focalizzati sul risk assessment sanitario e ambientale. Molti di loro, laureati delle Università di Genova, Milano e Pavia, sono stati allievi del Master “Valutazione e controllo del rischio tossicologico da inquinanti ambientali”, un Master dell’Università di Pavia di cui Raffaella è tuttora coordinatrice didattica. Un’attività che si affianca a quella dell’insegnamento a contratto presso l’Ateneo pavese.
Nle 2019 istituisce il Premio intitolato a suo padre, ing. Luigi Butera (nella foto, con la prima alunna vincitrice, Alexandra Paredes).

Il suo consiglio


Uno lo ruba da Antoine de Saint-Exupéry Cittadella (1948): “Se vuoi costruire una nave non radunare gli uomini per tagliare la legna, distribuire i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare vasto e infinito”. L’altro lo prende da se stessa: “In totale, il patrimonio dell’Associazione ammonta a qualcosa come 7.400 anni [messi insieme gli anni da collegiali e quelli di esperienza professionale di tutte le Alumnae]: e noi che credevamo di essere un collegio Nuovo…. L’Associazione è un baule di cose che ci appartengono: guardiamoci insieme dentro, per farle fruttare” (Nuovità, n. 13)


Lucia Botticchio, Medicina e Chirurgia

Non ho mai considerato quanto ricevuto dal Collegio come alunna una meritata medaglia al valore, piuttosto un pegno di fiducia, un debito di riconoscenza, un investimento da far fruttare a beneficio di altre nel futuro. C’è un tempo per ricevere e un tempo per restituire… e ora mi metto a disposizione perché i buoni valori delle nostre Istituzioni (Collegio e Associazione Alumnae) si trasmettano ad altre ed altre possano beneficiare delle mie stesse opportunità.

Da Breno, in provincia di Brescia, Lucia giunge a Pavia, con pieni voti di maturità classica e ottime referenze per il suo impegno a favore dei giovani della sua comunità. Uno dei due posti gratuiti intitolati alla Fondatrice Sandra Bruni Mattei in quel 1985 viene conferito proprio a Lucia, matricola di Medicina, che ne usufruirà poi sino alla laurea; l’anno successivo ne beneficerà un’altra studentessa del Liceo Classico di Breno, Silvana Scolari, che pure si iscriverà a Medicina. Tra le ospiti straniere studentesse del suo ambito, in quel periodo, un bel gruppo da Venezuela, Francia e Svezia; si aggiungono poi due lettrici interne di Inglese, lingua che Lucia approfondirà anche con un soggiorno di studio estivo ad Edimburgo, con una borsa del Collegio.

Tra le prime sfide


Un curriculum accademico di tutto rispetto, culminato in una tesi su applicazioni cliniche di un protocollo sperimentale, la porta a entrare nella Scuola di Specializzazione in Cardiologia (si fermerà in Collegio per un anno ancora come perfezionanda). La sua carriera inizia come Assistente di ruolo nell’Unità Coronaria dell’Ospedale di Vallecamonica Esine, dove ha lavorato per sette anni. Ai primi del Duemila viene nominata Dirigente Medico di I livello nella Cardiologia dell’Ospedale di Seriate: da lì si sposterà a Bergamo.
Nel 2004 raccoglie l’invito a far parte del primo Consiglio direttivo dell’Associazione Alumnae del Collegio, formalmente costituitasi con la collega tossicologa, Raffaella Butera; sei anni dopo, con la Presidenza di Paola Lanati, coordina le Alumnae dell’area medica per organizzare un meeting a favore delle studentesse del Collegio: con lei e Raffaella, Michela Cottini, allora specializzanda in Cardiologia, Flavia Magri, endocrinologa, e Anna Saporiti, medico di base generale.

Oggi


Lucia, sposata con un ghisleriano, pure lui cardiologo e con due figlie, è Dirigente – USC Cardiologia presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo. A maggio 2015 ha assunto l’incarico di Presidente dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo.  Nelle foto sotto la vediamo mentre consegna il Premio dell’Associazione riservato a una laureanda, e poi con Bruna Bruni, nipote della Fondatrice del Collegio, già Presidente della Fondazione Sandra e Enea Mattei. “Un tempo per ricevere, un tempo restituire”, come scrive Lucia nel suo messaggio alle Nuovine…

Il suo consiglio


Chi «pensi di lavorare solo con “cuore e passione”, cioè con la sola “umanizzazione” o solo con “competenza e cultura”, cioè con la sola “tecnicizzazione” della Medicina, verrà schiacciata dagli ingranaggi produttivi, se invece saprà gestire in modo manageriale umanità, tecnica, competizione e le risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, budget) potrà produrre “qualità “sanitaria”» (Nuovità, n. 22)


Milena Boltri, Matematica

Erano gli anni degli esami, difficili, da superare. Poi la tesi e quindi, finalmente la vita: non più esami, tutta una strada senza ostacoli… così si giudicava il mondo del lavoro, quando lo si pensava da studenti.

Nell’anno del riconoscimento legale del Collegio come istituzione di merito (1980), Milena arriva da Reggio Emilia a Pavia. Vuole iscriversi a Matematica, il corso di studi in cui era laureata la Fondatrice del Collegio. L’avrebbero voluta alunna in un’altra Università emiliana, ma l’opportunità offerta dal Collegio è allettante. E lei accetta.

Tra le prime sfide


“Ho trovato ben altri ostacoli lavorando in una grande azienda di Informatica. Il primo impatto è stato soffice e simpatico: il corso residenziale semestrale che ho frequentato a Novedrate insieme ad altri neo-assunti si svolgeva in clima collegiale e… goliardico”. (Nuovità, n. 7)

Oggi


Milena ha speso sinora, esperienza rara, tutta la sua carriera professionale al servizio della medesima azienda, la IBM. Qui ha rivestito diversi ruoli, da quelli con carattere più tecnico sino a Project Manager, poi ancora Operations Leader (seguitela nei prossimi passi qui). In varie occasioni ha svolto attività di formazione e mentoring di neolaureati sia italiani che stranieri. Successivamente ha assunto la posizione di Operations Manager fornendo consulenza alla Direzione Generale per l’implementazione delle strategie aziendali, con responsabilità di misurazione e analisi del business, di controllo dell’efficienza dei processi interni e delle operazioni di vendita. Del Collegio Nuovo e del networking femminile non si dimentica mai: Consigliere dell’Associazione Alumnae nonché Revisore dei Conti, nel 2005 è anche Vice Presidente di Soroptimist International-Club di Pavia. Sensibile anche ai rapporti internazionali del Collegio, ne evidenzia e sollecita il consolidamento: in un appuntamento pubblico con il console inglese organizzato da “Socrate al Caffè”, associazione e rivista fondate da Salvatore Veca e Sisto Capra, ma anche in occasione del meeting WEW con Presidents and Deans della rete, promosso dal Collegio.

Il suo consiglio


Non fermarsi, neanche di fronte a stress e amarezze; crescere con gli altri. Nel 1996 scriveva così: “Alla IBM chi si ferma è perduto, l’evoluzione costante e rapida è il primo comandamento […] anche lo stress quotidiano è gratificante, quando non supera i livelli di guardia […] Talvolta mi ha delusa la difficoltà di rapporti con qualche collega non sempre leale […] mi sono stati assegnati due ‘allievi’, neolaureati appena assunti: proprio cercando di aiutarli, osservando le loro incertezze e le loro emozioni, mi rendo conto di essere molto cambiata, molto ‘cresciuta’.” (Nuovità, n. 7)


Blerida Banushi, Biologia

Entrare al Nuovo per me è stata davvero una grande opportunità. Il poter usufruire del posto gratuito nell’arco dei cinque anni, le molte altre facilitazioni e la straordinaria organizzazione del “sistema collegio”, mi hanno permesso di affrontare lo studio senza altri tipi di preoccupazioni. Nondimeno, ho avuto la possibilità di conoscere delle persone splendide. (Nuovità, n. 21)

Blerida nasce a Durazzo: a 13 anni si trasferisce in Italia, con i genitori e le sorelle. Ricomincia da zero, o quasi: dell’italiano conosce la lingua dei cartoni animati che guardava alla televisione italiana quando viveva in Albania. Vocabolario alla mano, supporto della sua famiglia, Blerida passa la licenza media con ottimo esito, che si ripete ancora dopo gli anni di un liceo formidabile, con un professore di letteratura che per lei è un maestro di vita. Trova modo anche, allenata dal padre, di diventare campionessa d’Italia di lancio del giavellotto nella sua categoria. Al liceo si innamora della Biologia e vuole proseguire con gli studi: «Il desiderio di indipendenza, unito al non voler pesare economicamente sui delicati equilibri economici dei miei genitori, mi spinse a cercare una possibilità per svolgere gli studi universitari fuori casa. Venni a sapere dell’esistenza dei collegi universitari e dei criteri di merito relativi all’ammissione e vidi in questo una grande opportunità. Effettuai alcune ricerche e puntai la mia attenzione verso la città in cui erano presenti più collegi universitari, cioè la mia futura e carissima Pavia» – racconta – «non immaginate la grande gioia che ho provato quando fui contattata dalla Segretaria del Collegio Nuovo per essere informata che ero stata ammessa. Una grande opportunità, una nuova vita. Cambiare tutto, un’altra volta. […] non avrei immaginato che quel luogo potesse diventare una vera e propria casa per me e le mie più care amiche, la mia seconda famiglia. Il momento di transizione, lo spaesamento iniziale è durato davvero poco».

Tra le prime sfide


Tra le compagne, diventate amiche, una biotecnologa, Elisabetta Di Bernardini, con cui firma il suo primo contributo per Nuovità, in occasione di una tavola rotonda ospitata in Collegio, dove, insieme al prof. Carloalberto Redi e al Colonnello Luciano Garofano, c’è anche una Alumna biologa Natalia Lugli: «Una bella emozione per lei e per noi, che vedevamo una nostra compagna essere arrivata fino a quel punto; chissà che un giorno non tocchi anche a noi!». Blerida prosegue con i suoi studi in Biologia sperimentale e applicata: dopo due anni di tesi svolti nel laboratorio di Biologia Strutturale del prof. Andrea Mattevi, si laurea a pieni voti.
Si intravede un nuovo cambiamento: Blerida vince una Marie Curie Initial Training Fellowship per la quale collabora nel laboratorio del prof. Paul Gissen dell’Università di Birmingham. Nel 2009 questi le propone di proseguire con un PhD e di partecipare al progetto europeo volto a indagare, con un approccio multidisciplinare, lo sviluppo e la patologia del sistema epatico. A questo scopo il Collegio la sostiene con una delle borse di perfezionamento post laurea: con lei, un’altra biologa che sarà a Cambridge, mentre un’altra ancora a Oviedo.

Oggi


Dopo esser stata Post Doctoral Researcher presso London University College, nel Laboratorio di Biologia Molecolare, si è trasferita in Australia Translational Research Institute (seguitela nei prossimi passi qui). L’emozione di cui parlava anni prima, ascoltando l’Alumna Natalia Lugli, la provano anche le sue coscritte: «Ora arriva la parte della Nuovina Orgogliosa. Non ci potevo credere quando è successo. Un giorno di marzo, mi trovavo all’Inaugural Lecture del neo Professor Paul Gissen […]  all’Institute of Child Health. Mentre ascoltavo la sua bella presentazione, in cui parlava dei progetti a cui aveva lavorato e delle altrettante scoperte fatte, è comparsa una slide con la foto di Blerida Banushi, matricola insieme a me nel (lontano) 2004, che il professore ringraziava e definiva come ottima ricercatrice. Caspita, io non stavo più nella pelle, e cercavo di spiegare a tutte le mie colleghe che era una mia compagna di Collegio, stesso anno!!! Loro non capivano bene cosa volesse dire e sorridevano, ma per me è stato bello rendermi conto di quanto sia effettivamente piccolo il mondo e dei progressi che hanno fatto, in così pochi anni, le mie colleghe Nuovine, insieme alle quali sono cresciuta tra corridoi del nostro Collegio. (Laura Losa in Nuovità, n. 25)

Il suo consiglio


«Ho pensato spesso a come la crescita tra i banchi di scuola vada di pari passo con i valori della tolleranza, dell’accettazione, necessari per una migliore e pacifica convivenza nella nostra società. Ho assaporato il valore dell’istruzione.» (Nuovità, n. 21)

La sua testimonianza: Being fearless.


Magda Arnaboldi, Fisica

Da Brescia, Magda arriva a Pavia nel 1984, forte del diploma di maturità scientifica e della partecipazione all’International Astronomers Youth Camp. Un passione per l’astrofisica che, unita al suo impegno nel corso di laurea in Fisica (con risultati che confermano il primo posto nella graduatoria di accesso al concorso in Collegio), la porterà ad essere una stella della ricerca, con l’orgoglio anche del prof. Alberto Gigli Berzolari. Il Collegio la supporta per esperienze all’estero, a Ginevra, al CERN (dove incontra Edoardo Amaldi) e anche dopo la laurea in Fisica teorica, negli Stati Uniti, all’Università del Wisconsin, mentre è impegnata per un PhD alla SISSA di Trieste. I suoi rapporti con scienziati come Ken Freeman e D.W. Sciama fanno sì che entrambi, come Margherita Hack, siano fra gli ospiti illustri del Collegio Nuovo negli anni Novanta.

Tra le prime sfide


“Passai diversi mesi arrovellandomi tra il desiderio di voler studiare in una città universitaria lontana da casa e il disappunto per le conseguenze che ciò avrebbe avuto dal punto di vista economico. Quando vinsi il posto gratuito al Collegio Nuovo, fu un sollievo perché, grazie alle mie capacità, potevo realizzare un progetto meditato da tempo. In questo modo ho potuto frequentare l’Università traendone il massimo profitto…” (Il Collegio Nuovo. Dieci anni, 1988). Magda non può forse ancora immaginare quanto “lontano da casa” la porteranno le sue tappe professionali: quattro anni dopo, si propone di sostituire un suo collega di dottorato per compiere osservazioni al Centro ESO a La Silla in Cile. Da qui, passa poi in Australia, e di lì ancora a Parigi, con una borsa del Rotary International (anche qui il suo alunnato costituisce titolo di merito!), poi diventa Ricercatrice all’Osservatorio di Capodimonte, quindi si sposta ancora a Torino (INAF) e poi di nuovo all’estero…

Oggi


Nel 2013, una dozzina di anni dopo aver tenuto un corso di Astrofisica allo IUSS di Pavia, Magda viene nominata Full Astronomer della Faculty di ESO – European Southern Observatory a Garching (Monaco di Baviera), oltre che Head of Archive Science Group di ESO. Al suo attivo la supervisione di dieci tesi di dottorato in Astrofisica, di cui, per rimanere in tema di leadership femminile, tre in svolgimento e cinque già conseguiti da giovani donne. Senza contare la presidenza di Comitati scientifici promotori di workshop e convegni internazionali: tra gli ultimi “Science from the Next Generation Imaging and Spectroscopic Surveys”.

Il suo consiglio


Collaborare: “Nel mondo culturale e universitario non sono mai mancate donne illustri, ma erano acuti solitari, dietro ai quali non esisteva una cerchia di studiose affini. […] Bisogna fare in modo che le donne imparino a studiare insieme e a collaborare fra di loro” (Il Collegio Nuovo. Dieci anni, 1988)

Nelle foto: Fabiola Gianotti, prima direttrice del CERN, ospite al Nuovo; Maria Latella in Collegio a parlare del suo libro “Il potere delle donne”


Elena Paola Lanati, CTF

Quello che cambia siamo NOI, noi cresciamo in questo Collegio, e, quello che importa, speriamo, è che anche il Collegio cresca con noi. (Nuovità, n. 7)

1993: in Collegio si discute della crisi geopolitica di fine secolo con un “figlio di Voghera”, Angelo Codevilla (Università di Stanford – Hoover Institution) e un altro vogherese d’eccellenza, Alberto Arbasino, viene a presentare il suo “Fratelli d’Italia”. Nativa di Broni, non distante da Voghera, e pavese di residenza, Elena Paola, per tutti in Collegio Paola, riesce nel sogno espresso scherzosamente da Codevilla (“Avevo sempre sognato di fare l’università a Pavia. Finalmente ce l’ho fatta, e in un collegio femminile! Discutere con voi è stato un piacere e un onore”). Pur abitando a Pavia, Paola sceglie di studiare in un Collegio e approda al Collegio Nuovo, unica matricola di CTF: può contare, oltre che su una compagna del terzo anno, anche su una fisica e due ingegnere come tutor per la sua area. Al terzo anno arriva il suo primo ruolo di coordinamento della vita collegiale: viene eletta, con la letterata Mara Santi, Decana delle alunne; a rappresentare le Alumnae, in quell’anno, è una economista matricola 1983, Renata Bonfiglio, che anche dalle pagine di Nuovità invita a non temere i cambiamenti. Paola non li teme di certo. In questo giocherà un ruolo importante, in futuro, una delle ingegnere sue tutor, Laura Carminati (al centro nella foto in giardino).

Tra le prime sfide


Tanto per cominciare, l’ambiente internazionale del Collegio di quegli anni conta parecchie presenze di studentesse spagnole: ebbene, al quart’anno, Paola decide di fare un semestre di Erasmus a Madrid, all’Instituto de Catalysis. Al suo rientro, si laurea a pieni voti, fa uno stage alla Bayer-Italia e viene assunta dalla Procter&Gamble, settore marketing. Decisivo è stato il confronto con la sua tutor ingegnere, Laura Carminati, che, impegnata a Londra in ambito di Corporate Finance, le ha suggerito di seguire un percorso più economico dandole informazioni su un MBA da lei conseguito. Paola inizia quindi a frequentare un Master in Gestione d’Impresa che la porta nel Vicentino, unica lombarda e non economista. La sfida di questo aggiustamento di rotta, facilitato grazie al network collegiale (con il nodo essenziale della Rettrice), fa riflettere molto Paola, che dieci anni dopo si candida a Presidente dell’Associazione Alumnae.

Oggi


Oggi Paola ha maturato una lunga e intensa esperienza in diverse aziende in campo farmaceutico, di cui ha portato più volte testimonianza in Collegio, anche in occasioni “ufficiali” come il meeting Formare Donne leader (2005) promosso con gli altri Collegi di merito italiani o Il ruolo della formazione nell’empowerment femminile (2013) promosso invece con le più importanti associazioni italiane impegnate nella valorizzazione del talento femminile. E anche a uno con l’Associazione Alumni IUSS fondata da un’altra Nuovina (economista di formazione e matricola dell’anno di laurea di Paola), Anna Lanzani, che ne è stata prima Presidente.
Paola continua ad aggiornarsi, anche in tema di comunicazione istituzionale e diventa dirigente in Astrazeneca a 30 anni, un obiettivo di cui va comprensibilmente fiera.
Una carriera contraddistinta anche da momenti dove è stata capace di lasciare “un lavoro da favola dove tutti mi adoravano, dove avrei avuto una carriera internazionale invidiabile” (Nuovità, n. 15), che la porta in diverse aziende leader del settore, finché non sente una nuova esigenza. E sceglie di provare a essere imprenditrice lei stessa.
Il Collegio torna ancora nella sua vita, perché nell’azienda fondata nel 2010, 3PSolution, comincerà a lavorare una sua compagna di Collegio, Lucia Politi, CTF anche lei e di un anno più giovane. A due anni dalla fondazione l’azienda si conquista già il riconoscimento ministeriale come provider di ECM. Proprio come il Collegio riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica come “Centro di alta qualificazione culturale”!
Dal 2010, inoltre, Paola, con l’architetto Alberto Vincre, promuove il Premio Giorgio Vincre destinato a una laureanda in Medicina del Collegio Nuovo (poi ribattezzato Vikivi, nuova creatura aziendale di Paola e aperto ad area STEM). Nel 2013 arriva anche la primogenita… Vittoria! Seguitela qui nelle sue avventure imprenditoriali e di business angel dove coinvolge più di una Nuovina.

Il suo consiglio


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