Maria Guglielma Da Passano, Scienze Politiche
Non è passato un giorno da quando me ne sono andata che io non abbia ricordato una persona, un aneddoto, una battuta, un numero di una camera, una cena, una chiacchierata fino a notte fonda, un pianto, uno scherzo, una partita, un compleanno, insomma un piccolo pezzetto di quella che è stata la mia vita a Pavia, dentro e fuori dal Nuovo. Questo bagaglio di emozioni si è ormai stabilito sotto la mia pelle e viaggia con me. (Nuovità n. 15)
…E Maria Guglielma (per i più Magu) ha sempre viaggiato!
Prima, da Genova, è venuta a Pavia nel 1996, per studiare Scienze Politiche. Quell’anno per le alunne della sua area in Collegio è davvero eccezionale: il ciclo di conferenze “I poteri in Italia, tra storia e cronaca” è inaugurato da una conversazione in pubblico di Salvatore Veca, filosofo della politica, nientemeno che con il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga (nella foto). La seconda conversazione, con un protagonista del giornalismo come Giuliano Ferrara, è condotta da un Professore che sarà poi il relatore della tesi di Magu: Arturo Colombo. Magu fa tesoro anche dell’esperienza Erasmus a Granada per il tema su cui lavorerà per la tesi: “Accadimenti politici e forze militari nella Spagna della Seconda Repubblica (1933-36). Il caso di Granada attraverso la stampa”.
Tra le prime sfide
Una delle prime sfide di Magu, da matricola, è stato superare la bocciatura al primo esame di Economia politica. Meritata, ammette lei, visto che non aveva studiato a sufficienza. Grazie a tre compagne, non tutte della stessa Facoltà (tra cui Chiarastella Feder, che dopo un anno di Scienze Politiche era passata a Scienze Naturali e Giovanna Spinelli, che poi si laureerà in Scienze Politiche), supera questo momento di difficoltà e impara a riaggiustare il tiro.
Si laurea e Granada torna nella sua vita perché viene ammessa a un PhD in “Paz, Conflictos y Democracia” , per cui le viene anche assegnata dal Collegio una borsa per perfezionamento. Lavora quindi per quattro anni alla FAO in progetti partecipativi di sviluppo territoriale sostenibile in America Latina, Africa ed Asia. Si prepara poi per due importanti colloqui che supera entrambi: sceglie di lavorare come Junior Professional Officer con le Nazioni Unite presso UN-Habitat in Kenya.
Nel 2010 una promozione, sempre per le Nazioni Unite, a Chief Technical Advisor per la Liberia: da Nairobi si sposta a Monrovia come Country Director.
Oggi
Magu torna a vivere a Roma, mette al mondo una bimba e… continua a viaggiare come Land Tenure Officer alla FAO. Tra un continente e l’altro trova il tempo per tornare in Collegio e condividere la sua esperienza con le studentesse di oggi, economiste, scienziate politiche e giurisperite a cui non fa mancare il suo appoggio e i suoi consigli.
Il suo consiglio
«Nella mia esperienza il cervello ci fa quasi sempre preferire ciò che conosciamo. Soprattutto per uno stage, tra due candidati che sulla carta sembrano ugualmente qualificati, si tenderà a preferire quello o quella che si conosce di vista o che ci ha fatto una buona impressione per telefono. Per questo è così importante incontrare le persone e chiedere loro consiglio, che non vuol dire chiedere loro un posto, ma due dritte sul come procedere. Una volta lì siate oneste e dirette, vi sentirete sciocche e impacciate, odierete la sensazione di vendervi e vi sembrerà probabilmente di essere inadeguate e di essere andate malissimo. Per lo meno questo è ciò che è successo a me e un po’ continua a succedermi ogni volta che muovo un passo in avanti e affronto nuove avventure… Purtroppo questa sensazione che, col senno di poi, mi rende così viva, va attutendosi con l’aumentare dell’esperienza. Se un giorno si sarà affievolita troppo e tutto vi sembrerà troppo facile saprete che forse è l’ora per un cambio di carriera». (Nuovità, n. 24).
Cristina Crepaldi, Filosofia
È a questo mondo del lavoro, reale, che il “laboratorio–collegio” ci deve preparare. È qui che ci prepariamo al dopo, attraverso anni di studio. (Nuovità, n. 4)
Da Biella Cristina arriva al Collegio Nuovo nel 1983 per iscriversi, dopo la maturità scientifica, a Filosofia. Prima di aggiudicarsi un posto gratuito di perfezionamento post-laurea in Collegio, ottiene nel 1986 un contributo per un soggiorno a Ginevra con l’obiettivo di sviluppare la tesi di laurea (sugli elementi psicopedagogici dell’ “Emile” di Rousseau). Affina poi la sua formazione in Inghilterra, dove approfondisce temi specifici di psicologia del lavoro, su testi inglesi presenti nelle biblioteche londinesi. Per questo progetto risulta, dopo la pioniera, sua collega economista Renata Bonfiglio, tra le prime assegnatarie di contributi post-laurea da parte del suo Collegio.
Tra le primissime a intuire le potenzialità di inserimento professionale nell’ambito delle Risorse Umane, Cristina si specializza, con lode, nel 1990, in Psicologia del Lavoro e dell’organizzazione all’Università Cattolica di Milano. Usufruisce, nei tre anni di frequenza della scuola di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, assegnata per merito.
Il primo numero di Nuovità, uscito nello stesso 1990, la vede tra le firme esordienti di articoli di Alumnae, nonché tra le prime che si avviano a una carriera dirigenziale: infatti Cristina viene assunta come assistente al Responsabile Formazione e Selezione del personale della Divisione finanziaria per il Gruppo Fininvest. Da lì in poi, per lei, come per molte altre colleghe lo stesso anno, è un fiorire di sviluppi di carriera, puntualmente riportati sulle pagine di Nuovità.
Tra le prime sfide
Forse l’inserimento nel contesto fortemente internazionale del Collegio (oltre il 10% di studentesse straniere, l’anno del suo ingresso al Nuovo) ha sviluppato ulteriormente la sua apertura al mondo: nei primi anni Novanta, Cristina, forte dell’iscrizione al neonato Albo Professionale degli Psicologi, diventa pure socia del prestigioso network AIF – Associazione Italiana Formatori e comincia a viaggiare all’estero per la sua professione: a un convegno a Budapest conosce il pioniere della psicologia del lavoro, in Italia, Enzo Spaltro.
Nel 1992 arriva la chiamata per la Merlin Gerin, appena acquisita dal gruppo Schneider, dove assume la Direzione del personale e fa la spola tra Grenoble, Bergamo e Agrate Brianza. Tra i suoi compiti progettare corsi di leadership e comunicazione. Sempre più sviluppa quella che era stata la sua tesi di specializzazione: il tema della tutorship, in particolare le tecniche di inserimento dei neolaureati in azienda, con la valutazione dei piani di carriera. In tutto ciò trova il tempo per tornare nel suo Collegio e fare mentorship qualificata, soprattutto con un occhio particolare alle umaniste come lei.
Nel 1997 per conto di Air Liquide, partecipa a una importante tavola rotonda co-promossa da ASFOR e moderata da Luisa Adani (che una decina di anni dopo sarà ospite in Collegio!) su “Come cambia il lavoro”: un occhio sempre avanti…
In quello stesso anno entra nel Gruppo Tenaris, come Direttore della Scuola di Formazione di Dalmine e Project Manager del Progetto High Potential per stabilire i 200 Best Talent ingegneri da “importare” da Buenos Aires nella sede italiana del Gruppo. Con relativo piano meritocratico, si intende. Internazionalità e merito, gli ingredienti del “suo” Collegio, di cui non si dimentica mai.
Oggi
Concluso il Progetto High Potential, alla fine del millennio, Cristina si sposa, assume la carica per un anno di Presidente delle Alumnae del Collegio, e poco dopo ha una figlia, il cui ingresso alla scuola materna coincide grosso modo con l’approdo di Cristina ad Alenia Aermacchi (Gruppo Finmeccanica). È proprio il caso di dirlo, la sua carriera ha preso il volo: oggi è Responsabile Organizzazione Sviluppo Risorse Umane e Formazione di un Gruppo che conta oltre 10.000 dipendenti. Inoltre è Project Leader di un team per l’avvio in Piemonte di un Istituto Tecnico Superiore per favorire sbocchi professionali nel settore aerospazio /meccatronica. Un team frutto di un accordo del suo Gruppo con il MIUR, il Ministero che vigila anche sul Collegio dove Cristina entrò una ventina d’anni prima di “immatricolarsi”, questa volta da dirigente di Alenia Aermacchi. Successivamente diventa Responsabile HR Leonardo Production System Coordination & Integration per la Divisione Militare della Leonardo Aircraft.
Il suo consiglio
Completezza, flessibilità, servizio: “Il mondo del lavoro, oggi, si aspetta che i giovani laureati siano persone “complete”, dotate cioè di uno spirito nuovo, innovativo, che deve essere inserito in un’ottica di servizio […] una personalità ‘a tutto tondo’, ricca e flessibile, che si adatti ai cambiamenti e alle situazioni, che permetta di raccogliere le sfide. A questo contribuiscono certamente tutte le attività extra-universitarie. Dalle lingue straniere, alle conferenze, ai dibattiti, alle borse di studio per l’estero, che il Collegio mette a disposizione.” (Nuovità, n. 4)
Silvia Cipollina, Giurisprudenza
La prima Alunna nella storia del Collegio a vincere una cattedra universitaria.
Da Alessandria, Silvia, con una maturità classica a pieni voti e all’ottavo anno di Conservatorio (pianoforte), arriva a Pavia nel 1980 per iscriversi a Giurisprudenza: è una delle cinque matricole ammesse per questa Facoltà, un numero pari a quello delle iscritte a Matematica, corso in cui si era laureata la Fondatrice Sandra Bruni Mattei. Con lei e le sue colleghe inizia a prender corpo anche al Nuovo la schiera delle future giuriste, destinata a crescere negli anni. Il 1980 è anche l’anno in cui lo Statuto della Fondazione Sandra e Enea Mattei è approvato con Decreto del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, n. 1033 del 16 ottobre. La pubblicazione del Decreto presidenziale sulla Gazzetta Ufficiale sarà l’anno successivo, il 6 febbraio 1981, mentre Silvia accumula un risultato positivo dopo l’altro negli esami di Giurisprudenza.
« Ho quasi ottantacinque anni e vorrei vederlo questo decreto, prima di morire» , aveva scritto allo stesso Presidente la Fondatrice, che nell’estate del 1981 verrà a mancare. Nel frattempo, anche in collaborazione con il prof. Alberto Gigli Berzolari, allora Rettore dell’Università di Pavia, era riuscita ad assicurare al Collegio quel contributo ministeriale che consentirà al Collegio di proseguire nell’iniziativa di promuovere il merito delle sue alunne, indipendentemente dal censo.
Tra le prime sfide
E gli ottimi risultati delle alunne si vedono. Solo sette anni dopo la laurea (con lode, nel 1985), nello stesso anno in cui conclude il Dottorato in Diritto tributario, Silvia vince il posto da Professore associato a Udine e nel 1993 si aggiudica il Premio del Ministero delle Finanze per il miglior libro di finanza pubblica con la monografia La legge civile e la legge fiscale. Il problema dell’elusione fiscale (Padova, Cedam, 1992). Già titolare dal 1994 della supplenza del corso di Diritto Tributario del suo Maestro Giulio Tremonti, diventato lo stesso anno Ministro delle Finanze, nel 2001 Silvia rientra come titolare nella sua Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Pavia. Nel 2002 viene nominata con D.P.C.M., su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, esperto del SECIT (Servizio consultivo ed ispettivo tributario), ruolo che ricopre fino al mese di febbraio 2008. Nel 2003 consegue l’idoneità alla prima fascia di Diritto tributario, con giudizio unanime della Commissione. Nel 2005 viene chiamata a ricoprire la cattedra di Diritto tributario nella Facoltà di Giurisprudenza di Pavia e diventa membro del Comitato consultivo per l’applicazione delle norme antielusive – Agenzia delle Entrate. Nel 2009 fa parte – è l’unica donna – del team di giuristi che il Ministro Tremonti incarica di scrivere le regole per un “Manifesto del diritto futuro”, il “Global legal standard”, che in seguito prosegue il suo percorso sotto l’egida dell’OCSE.
Oggi
La prima Alunna del Collegio Nuovo a vincere una cattedra universitaria di prima fascia! Non solo. Silvia dal 2005 è anche designata a far parte del gruppo dei cinque esperti dell’Italia, aventi i requisiti per divenire membri della commissione consultiva della Convenzione europea sull’arbitrato (90/436/CEE). Silvia sarà anche consigliere per tre anni del Ministro dell’Economia e delle Finanze (2008-2011), Giulio Tremonti, che in Collegio è stato ospite nell’ultima occasione proprio da Ministro con il giornalista Aldo Cazzullo.
Nel settembre 2012 Silvia è inoltre nominata nel Consiglio di Amministrazione della holding Premafin, prima società di Piazza Affari ad applicare la legge Golfo-Mosca. In Università affianca alla cattedra di Diritto Tributario l’insegnamento di Diritto Tributario Europeo e Internazionale. La prima cattedratica Nuovina con un allievo che ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come docente di seconda fascia!
Il suo consiglio
«Condivido con le “Nuovine” più giovani il consiglio che ho ricevuto anni fa dal mio Maestro: “mulier faber fortunae suae”.
Che significa, per me? Scegliere un’attività che si può svolgere con passione, non esitando a cambiare direzione se ci si accorge di avere sbagliato strada (io l’ho fatto, interrompendo una tesi in corso di Diritto processuale civile per laurearmi in Diritto tributario). E poi lavorare con impegno, investendo su se stesse nonostante gli anni che passano…».
Cristina Castagnoli, Scienze Politiche
“La borsa del Collegio, come sempre provvidenziale, mi ha permesso di sbarcare nel quartiere delle istituzioni comunitarie. Le mie giornate trascorrevano tra la biblioteca e il Parlamento europeo. Un’offerta tanto inaspettata quanto gradita mi ha dato la possibilità di far coincidere laurea e primo giorno di lavoro nella stessa settimana”.
Ricca di racconti sulla “vita da collegio” del papà Alumnus borromaico, Cristina arriva da Bergamo a Pavia nel 1990, anno in cui il Collegio, forte delle sue prime 12 primavere e di oltre un centinaio di Alumnae, ha pubblicato il suo primo Nuovità. Scienze Politiche è il suo sogno convinto, e non mancheranno, da parte del Collegio, le occasioni che prenderà al volo per perseguirlo al meglio. Tanto che sentirà il bisogno di “sdebitarsi”. E, compiuta la “maggiore età” dall’anno di matricola, nel 2008, lo farà all’insegna della sua esperienza, istituendo la Borsa Europea a favore delle Nuovine (il termine è di suo conio…)
Tra le prime sfide
Nei primi anni Novanta, partire per un Programma Erasmus non era così scontato. Cristina insegue il suo sogno europeo e porta libri, sci e racchette da tennis all’Università di Tolosa. Preventiva un solo semestre, ma lì scopre di poter ottenere pure un pionieristico diploma di studi europei… “Sofferta è stata la decisione di prolungare il mio soggiorno a Tolosa […] ma il poter approfondire i miei studi, grazie al diploma comunitario, costituiva un’opportunità irrinunciabile. La nostalgia del Collegio è stata ovviata da mie fugaci apparizioni e dalla graditissima visita di Maria Paola”. (Nuovità, n. 5) Al rientro, per il suo quarto e ultimo anno di corso, si rende conto che il suo ottimo francese, quasi da madrelingua, non basta. E le tocca mandare giù il fatto che dall’inglese non si scappa. Ottiene dal Collegio una borsa di studio per un corso estivo a Bristol. Nel frattempo si prepara a fare le ricerche per la laurea, lì, a Bruxelles, nel cuore della sua Europa. E il Collegio le assegna una borsa di studio messa a disposizione da una istituzione bancaria. Cristina parte per Bruxelles, torna a Pavia per discutere la tesi e… riparte.
Oggi
Bruxelles è casa. Pavia è casa. Bergamo è casa. Cristina è una cittadina europea nello spirito e nei fatti. La casa e il suo ufficio, in Parlamento come in Commissione, sono cosparse di foto del Collegio, di cui si fa “ambasciatrice” in più di una sede nella sua nuova vita belga. Nel 2008 per un triennio è Presidente dell’Associazione Alumnae: nonostante l’impegno professionale che la fa viaggiare molto come membro del Gabinetto della Commissaria Kuneva, trova il tempo per tornare in Collegio. Qui, in rappresentanza delle Alumnae, taglia il nastro del Trentennale e partecipa ai lavori del meeting WEW per Presidents and Deans della rete. Fa famiglia con un Italian, per dirla alla Severgnini, mettendo anche al mondo un piccolo poliglotta. Per un anno svolge un lavoro meno interessante, poi una offerta imperdibile: diventa la prima (e unica) Advisor italiana del Vice Presidente dell’Unione Europea e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri. Dopo breve pausa sabbatica, il ritorno all’amato Parlamento, nella EP Democracy and Elections Actions Unit, come osservatrice delle elezioni nei Paesi terzi. Lo sguardo sempre allungato sul mondo, dalla nostra Europa e ora anche come capo della Unità che si occupa di osservazione elettorale e sostegno ai parlamenti delle democrazie in transizione, come Tunisia, Ucraina e Birmania.
Il suo consiglio
“La mia storia è l’esempio di come sia importante inseguire i propri sogni, inclinazioni, senza temere i rischi che tale scelta potrebbe comportare.” (Nuovità, n. 5)
Chiara Carsana, Lettere Classiche
Pavia, città universitaria piccola, ma – all’epoca molto più di oggi – di dimensione internazionale, mi ha effettivamente offerto delle prospettive di apertura a realtà molto varie e diverse dalla mia, anche attraverso l’ambiente stimolante del Collegio.
Da Napoli, padre partenopeo e madre bresciana, Chiara, primogenita, lascia, nel 1982, anche i suoi due fratelli per arrivare a Pavia. Qui, proprio al concorso di ammissione al Collegio Nuovo, fa “l’incontro” della sua vita, accademica e professionale, con un Professore davvero straordinario. Varie le caratteristiche di quella persona che la colpiscono, non ultimo “il suo aspetto di bell’uomo alto e distinto, coi baffi, che le ricordava tanto suo nonno, professore di Clinica medica, lombardo pure lui”. Però, con lui si trova ad affrontare una prova importante. “Con lui ho sostenuto l’esame orale di letteratura latina; ma, più che un esame, ricordo una chiacchierata durata quasi un’ora sull’Epicureismo a Roma e poi ancora su Napoli, dove lui era stato per la prima volta subito dopo la laurea come borsista all’Istituto Croce: un’esperienza che deve essere stata molto simile e speculare alla mia a Pavia, una prima apertura al mondo… Ricordo come se fosse ora l’attenzione e l’interesse con cui mi ascoltò, e la sostanza di un dialogo autentico fatto di obiezioni, domande e risposte, che si aprì fra di noi. […] Quello che so è che alla fine dell’esame avevo molto chiara una cosa: mi sarei laureata con quel Professore! “ Quel professore era Emilio Gabba, antichista di rango internazionale e Consigliere di Amministrazione della Fondazione che inquadra il Collegio.
Tra le prime sfide
E sarà proprio il Prof. Gabba ad apporre il suo “Confermo e approvo pienamente” alla richiesta di Chiara per un supporto del Collegio per un perfezionamento all’estero, una decina di anni dopo l’ingresso al Nuovo. Destinazione: University College of London. D’altra parte, la sua tesi (“Teoria della Costituzione mista in età imperiale”) si era conquistata anche il diritto di stampa nelle pubblicazioni di Athenaeum (come sarà poi anche per quella di dottorato) nonché il Premio Angelini Giovani. “Sono arrivata alla mia prima esperienza di studio all’estero piuttosto tardi, al termine del mio dottorato di ricerca in Storia antica; ma questo mi ha forse permesso di vivere l’impatto con un’altra realtà accademica in maniera più profonda e consapevole”, commenterà al suo rientro, quando poi subentrerà a Magda Arnaboldi come Presidente della Associazione delle ex alunne (carica che assumerà poi di nuovo dal 2023!). La prima letterata, come del resto era stata, in Collegio, tra le prime studentesse di Lettere: un nucleo fattosi negli anni sempre più corposo. Allora, nei suoi anni al Nuovo, ancora molto ridotto, ma come quello delle colleghe scienziate, destinato a molti successi. Basti, per tutte, il nome di Giuliana Adamo, ora Docente di Italianistica al Trinity College di Dublino.
Oggi
Ventitré anni dopo l’arrivo in Collegio, Chiara, che nel frattempo ha anche insegnato per qualche anno al Liceo Classico Ugo Foscolo di Pavia, vince il posto di Ricercatrice di Storia Antica all’Università di Pavia. E’ l’ultima, in ordine di tempo, degli allievi del Professor Gabba da lui avviati alla carriera accademica. Nel 2008 è la prima Alumna a far parte della Commissione di Concorso per gli esami di ammissione al Collegio, accanto al “suo” Professore.
Con la Nuovina Lucia Pick, anche lei antichista, realizza per “Nuovità” un’intervista ad Emilio Gabba quando questi decide di lasciare il Consiglio di Amministrazione, rimanendo comunque illuminato punto di riferimento per il Collegio. Dal 1 agosto 2021 Chiara, dopo una decina di anni da associato, è professore ordinario di Storia Romana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia. La storia, non solo romana, continua! Al Nuovo torna, per esempio, a condurre l’incontro con Maurizio Bettini, conosciuto in Collegio da studentessa….
Il suo consiglio
Vivere l’irripetibilità del Collegio: “È molto importante non vivere il Collegio come una semplice residenza universitaria, ma sfruttare appieno tutti gli strumenti che la struttura offre […] non chiudersi, confinarsi esclusivamente nella propria attività di studio; nella preparazione contingente degli esami” (Nuovità, n. 6.)
Emmanuela Carbé, Lettere Moderne
“Zia Gina, mentre cucinava qualche specialità veneta a base di dadi aromatizzati, si gustò un servizio sui finalisti del Campiello Giovani. E ohibò, disse, ma è la mia nipotina. Ohibò, disse, ma la mia nipotina scrive? Mi chiamò, io ero tutta presa dagli eventi di quei mesi, che la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità…”
“…la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità” (Nuovità, n. 14)… Da Verona, Emmanuela non prende il treno per la vicina Università di Padova, sua scelta iniziale, ma, dopo aver visitato il Collegio Nuovo a Pavia, decide, nel 2002, di partecipare ai concorsi per i Collegi. Fresca della vincita del Campiello Giovani con il suo “Sconcerto in quattro tempi”, Emmanuela si iscrive a Lettere Moderne. Con un po’ di felice sconcerto, così racconta i suoi primi tempi: “Il mio ingresso in collegio è stato all’insegna delle perplessità e dei timori a partire dalle questioni più pratiche. Ho sempre avuto una dote particolare nel dimenticare nomi cognomi date e ricorrenze. Il primo problema era quindi imparare nel minor tempo possibile un grande numero di nomi da associare metodicamente alle persone che nel giro di pochi giorni avevo conosciuto. Mi sembrava che l’impresa fosse impossibile ma con l’andare del tempo non solo ricordavo i nomi, piano piano imparavo anche a conoscere, e così il secondo problema, la convivenza in un ambiente così affollato, si risolse da sé. Il terzo problema, il più grande, era quello di mettersi in gioco. Il mio modo di essere, che seguiva il “vivi nascosto”, in un luogo del genere non poteva funzionare. Poi, col passare del tempo, il mio modo di vedere il collegio si capovolgeva, la mia stanza da vuota si riempiva di cose, si stringevano i legami con molte persone, iniziavo a sentirmi a mio agio e a intravedere un percorso” (Nuovità n. 18, già pubblicato su “L’Osservatore romano”, 2007). Un percorso che la porterà, lei alla destra nella foto, a condividere in qualche modo un “destino” simile a quello di Melania G. Mazzucco, ospite in Collegio nel 2014, ritratta sul lato opposto.
Tra le prime sfide
Gli anni al Collegio Nuovo la vedono partecipe in occasioni di incontri significativi come quello con lo scrittore David Grossman, introdotto da Cesare Segre, nella splendida nuova sala conferenze inaugurata l’anno prima, nel 2003. Paolo Nori, suggerito dalla sua amica Nuovina Francesca Negri (che organizzerà anche un laboratorio di scrittura in Collegio), sarà uno degli autori venuto in Collegio che poi, più avanti, Emmanuela si troverà a presentare in un festival letterario. Qualcosa di simile accadrà con Sebastiano Mondadori, ospite più volte al Nuovo, con cui condividerà l’impegno all’interno della giuria del Premio “650 parole in rosa”, promosso dal Collegio con l’Università di Pavia per il “compleanno” dell’Ateneo. Felice era stata, prima ancora, la sua proposta di incontro con scrittori esordienti come Giorgio Vasta, così come il suggerimento di invitare l’autore dell’ultima videointervista al poeta Mario Luzi, ricordato in una serata al Nuovo con Maria Antonietta Grignani, in un omaggio al Poeta che fu ospite del Collegio nel 1993. Emmanuela, ancora prima di laurearsi in Filologia moderna con Clelia Martignoni, si era quindi mossa su più fronti. Non solo aveva fondato con un gruppo di studenti l’editrice in copyleft OMP, ma in vista di una collaborazione più stretta con Pavia Archivi Digitali, progetto lanciato da Beppe Severgnini, allora Presidente dell’Associazione Alumni di UniPV, Emmanuela capisce che non bisogna smettere di studiare. Neanche se ha appena conseguito un’ottima valutazione al Dottorato. Si lancia nell’ennesima sfida e, aggiudicandosi un contributo dell’Associazione Alumnae, ritorna sui banchi di scuola per un Master in Informatica del Testo ed Edizione Elettronica. Fa avanti e indietro tra Pavia Siena e Arezzo, in attesa che esca il suo esordio letterario. Su carta, per Laterza. Per il digitale, ci sarà tempo.
Oggi
Emmanuela festeggia il suo trentesimo compleanno presentando il suo… Mio salmone domestico.
Inizia un tour che la porterà anche in città dove una sua compagna d’anno, ma classicista, Giulia Ghidini, la presenterà; si prepara poi a qualche puntata all’estero, dove andrà forte anche dell’esperienza a Cambridge, grazie al suo Collegio.
I suoi trent’anni, quelli dell’istituzione fondata dalla veneta Sandra Bruni Mattei, li aveva festeggiati curando la pubblicazione degli Incontri al Collegio Nuovo 1997-2007, sulla scia del primo fortunato volume uscito per le cure di Grazia Bruttocao.
Attualmente insegna al Master di Informatica del testo ed edizione elettronica (Università di Siena). Tra le pubblicazioni più recenti, tra accademia e “invenzione”: L’unico viaggio che ho fatto. Storia di Gardaland e di quello che è successo dopo (Minimum fax), Digitale d’autore. Macchine, archivi e letterature (Firenze University Press) e La scrittura necessaria. Il diario di guerra di Fausta Cialente (Artemide).
Il suo consiglio
Aprire la mente: “Le conferenze scientifiche sono interessanti e sono comprensibili anche agli analfabeti di scienza come me. Già avevo avuto il sospetto, frequentando in Collegio molte ‘scienziate’, che la curva di Gauss avesse qualcosa di persino più poetico dell’endecasillabo sciolto, e che a guardare bene il ferrocene non ha nulla da invidiare agli amori eterni in letteratura” (Nuovità, n. 6)
Livia Capponi, Lettere Classiche
A 31 anni Lecturer di Storia antica alla Newcastle University, e… rientrare in Italia è possibile.
Da Brescia, Livia arriva a Pavia nel 1993 per iscriversi a Lettere Antiche. Grazie all’accordo del Collegio con l’Università di Heidelberg, frequenta un corso di lingua tedesca sulla scia di molte sue compagne classiciste. Si laurea a pieni voti, in corso, l’anno dopo essersi diplomata in pianoforte al Conservatorio. Grazie anche al suo relatore, prof. Troiani e al Collegio che la sostiene con una borsa di studio, è ammessa come Graduate Visiting Student per l’anno accademico 1998-99 al Brasenose College di Oxford. Subito dopo vince un posto di PhD presso il medesimo College, che la impegna sino al 2003 con la pubblicazione della tesi. E’ la volta di un ritorno temporaneo in Italia, o quasi: per i tre anni successivi, è dottoranda presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Università di San Marino (RSM). Anche in quel caso al titolo segue la pubblicazione della tesi. Ed è tra le firmatarie di uno dei ritratti dedicati dal Collegio al Prof. Emilio Gabba, storico pilastro del Nuovo!
Tra le prime sfide
Livia ha poco più di trent’anni, una famiglia, due titoli di dottorato, diverse esperienze di insegnamento liceale in Italia e universitario all’estero, sei istituzioni italiane e straniere che l’hanno sostenuta: dalla British Academy e la British Federation of Women Graduates di Londra al MAE (UniPV) e al Collegio di Pavia, senza dimenticare gli Atenei di Oxford e Ca’ Foscari di Venezia. Anche l’Associazione Alumnae si ricorda di lei e le conferisce un premio di ricerca nel maggio 2006 per poter presentare un suo lavoro a una conferenza internazionale. Quattro mesi dopo firma il contratto a tempo indeterminato come Lecturer in Storia Antica, Newcastle University. Inizia la spola tra l’Italia, dove vive il marito, e l’Inghilterra dove tra un papiro e l’altro e il conseguimento del Newcastle Teaching Award, alleva i loro due figli.
Oggi
’anno accademico 2013-14 all’Università di Pavia si è aperto con l’acquisizione di Livia nel Dipartimento di Studi Umanistici – Scienze dell’Antichità: Livia ha vinto una delle borse “Rita Levi-Montalcini” per il rientro in Italia di giovani ricercatori stabilmente all’estero. Le sarà affidato il nuovo insegnamento di Papirologia. Solo due le borse in tutta Italia nel 2013-14 per discipline umanistiche!
Il suo consiglio
Spegnere la luce della camera, accendere l’attenzione nella sala conferenze del Collegio: “Me li sono pensati e rimuginati tante volte i personaggi che sono passati dalla sala conferenze del Collegio Nuovo. Poeti, scrittori, registi, che sino a quel momento avevo solo immaginato a partire dalle loro ‘opere’, ora – fenomeno davvero incredibile – si prendevano la briga di venire a trovarmi direttamente ‘a casa mia’, lasciandomi soltanto la fatica di spegnere la luce della camera e scendere le scale. […] Ricordo anche incontri scientifici altrettanto emozionanti di quelli letterari, come la fascinosa lezione di Luca Cavalli Sforza su geni, popoli e lingue, e quella dell’astrofisico Tullio Regge, che con il suo ‘universo infinito’ mi ha guarito da ogni forma di claustrofobia, trasformando per una sera una sala piena di gente in un planetario”. (Nuovità n.9)
Alessandra Buniva, Lettere Moderne
Il cartoncino di Natale. Le dobbiamo un grazie speciale, perché ogni volta riesce a ritagliare per noi alcune ore (spesso notturne) di creatività, sempre più contese tra impegni professionali e familiari. (Nuovità, n. 16)
«Onorata di aver vinto un posto nel vostro Collegio, ringrazio e confermo con gioia la mia accettazione», così Alessandra scrive in un telegramma in risposta alla lettera di nomina che le comunica la vincita del concorso di ammissione al Collegio Nuovo.
Correva l’anno 1984, e fra la carica delle oltre 70% di colleghe scientifiche, a rappresentare il mondo umanistico (con giurisperite, economiste e letterate) tra le matricole, c’è anche lei, Alessandra, con maturità classica guadagnata al Liceo Zucchi di Monza. L’anno successivo fa domanda per l’Internationaler Sommerkurs di Mainz, prima partnership del Collegio.
Ad Alessandra, da studentessa, capita l’occasione per trarre piccole soddisfazioni da una passione che non è più che un passatempo e che non ha niente ha che fare con il suo corso di studi. In occasione del primo decennale del Collegio, sulla base di un’idea del Prof. Alberto Gigli Berzolari e della Rettrice Paola Bernardi, condivisa da tutto il CdA, con la supervisione del prof. Giampaolo Calvi disegna lo stemma del Collegio, che, come racconta la Rettrice, «si richiama agli studi scientifici della Fondatrice, sia nel colore che nei simboli (la “cuffia” di Beltrami, il modello di superficie pseudosferica costruito da Eugenio Beltrami, ghisleriano, professore di Fisica Matematica nell’Università di Pavia dal 1876 al 1891, e una figura geometrica)» (Il Collegio Nuovo, Dieci anni).
Tra le prime sfide
Pubblica un articolo su una “bosinata”, una composizione popolare milanese, si conquista le lodi negli esami di Storia della lingua italiana e di Storia della critica del cinema e si laurea in corso, a pieni voti e lode, con una tesi, seguita dallo storico della lingua Angelo Stella. Argomento?
A sorpresa: “Il fumetto: variazioni e varianti”. Qualcosa sta cambiando. Poco dopo è ammessa, con dura selezione, al Master in comunicazione d’impresa di Publitalia ‘80 (oggi “Master in marketing digital communication sales management”). Non manca, nonostante gli orari pressanti di lavoro e gli impegni famigliari, di curare la grafica del Collegio Nuovo: sciarpina, cartellette, cartoncini di Natale, uno più bello dell’altro… Ed è ancora lei a suggerire il titolo “Nuovità” per la Rivista del Collegio, uscita con il primo numero nel 1990.
Il testimone poi è passato ad altre Alumnae e alunne che da Lettere Classiche e Filosofia hanno saputo sfruttare un talento artistico non solo per il Collegio. Anche il Ventennale del Collegio vede il contributo di Alessandra e… di suo padre (borromaico) che supervisiona l’allestimento della mostra fotografica sulla storia del Collegio.
Oggi
Le studentesse di oggi curano il cartoncino di Natale del Collegio, guardando anche all’esempio di Alessandra.
Dopo la partenza come segretaria di produzione negli studi televisivi di Mediaset, un primo tentativo di mettere a profitto le nozioni apprese fino a quel momento in un mondo del tutto inaspettato (esperienza grazie alla quale getterà le basi per una nuova famiglia) fortunatamente presto concluso, il corso della carriera sdrucciola dal terreno delle competenze a quello delle passioni, sfociando (in modo non del tutto imprevedibile) nel “mestiere” di videografica, duramente costruito rubando l’arte alla vecchia maniera, per un mestiere quasi manuale che per tanti anni cresce però… rimanendo un gioco.
«Uno dei primi avvertimenti che posso darvi, soprattutto se fin da piccole vi siete appassionate al disegno e alla grafica e avete avuto come massima aspirazione di realizzare un cartone animato, è di non finirci per caso, magari dopo aver studiato con dedizione aoristi e perfetti, esservi laureate in Lettere moderne nel collegio più mitico di Pavia!»: questo era un consiglio che dava anni fa (Nuovità, n. 16)
«Oggi lo modificherei». Lo dice sempre occupandosi di “immagine”, in un ruolo oggi ancora diverso, sempre in Mediaset.
Il suo consiglio
«Ogni scelta è fatta di compromessi e rinunce. Oggi ci viene richiesto di specializzarci sempre di più, per poter non emergere, ma almeno sopravvivere in un mondo sempre più competitivo. Chi sa concentrare le proprie esperienze in una direzione precisa, accumulando competenze, sarà apprezzato per la sua preparazione, ma solo se l’avrà “certificata” con titoli e curriculum sarà anche riconosciuto e ascoltato dalle persone con cui si troverà a collaborare.
Ma è anche vero che le menti più creative traggono alimento da stimoli diversissimi, e tendono a disperdere le proprie forze cambiando strada e interessi, curiosando ovunque, disperdendosi in attività marginali a puro scopo edonistico. “Stay Hungry. Stay Foolish”, vi rimando al celebre discorso di Steve Jobs. Il rischio è di non raggiungere risultati apprezzabili in nessuna direzione, e che solo con molta fortuna si possano unire, alla fine, tutti i puntini.
Il mio consiglio è di non dimenticare mai, scegliendo, di tenere in debito conto quello che vi dice il cuore. Di non avere mai paura di tornare indietro, per prendere la strada davvero giusta. Un modo per tenere le proprie divagazioni non lontane dalla strada intrapresa, in modo che ogni esperienza possa davvero rafforzare l’altra, creando nuovi stimoli e opportunità. :)»
Grazia Bruttocao, Lettere Moderne
La vita di Collegio mi ha regalato amiche carissime con cui ho condiviso molto di più dello studio: da loro ho imparato le parole della sofferenza e del confronto e da loro la risata e il silenzio, a tacere quando dissentivo e a difendermi quando il mio dissenso era esperienza. Credo di aver avuto la migliore occasione per avvicinarmi alla libertà e, soprattutto, per non abusarne. (“Il Collegio Nuovo. Dieci anni”, 1988).
Da Mede Grazia arriva a Pavia nel 1981, per prender posto nella sua camera affacciata sui campi di papaveri intorno al Collegio. Una conquista di un posto di merito, nell’anno del riconoscimento del Collegio Nuovo con decreto del Presidente Pertini. Una conquista dopo la prova di concorso in cui si aggiudica il punteggio massimo nello scritto, con un tema sulla poesia che affascina la Commissione d’esame per finezza di contenuto, eleganza espressiva e ardite incursioni nell’arte visiva di primo Novecento. Gli anni universitari, prima della laurea in Semiotica con la prof. Maria Elizabeth Conte, la vedono anche all’estero, pure con una borsa del Collegio per un soggiorno estivo in Inghilterra: sono gli anni in cui il Collegio sigla anche i primi accordi con Università estere. L’anno di perfezionamento è una prova generale di quel che l’aspetterà, ma lei non lo sa ancora, poco meno di vent’anni dopo.
Tra le prime sfide
La Rettrice la sceglie, infatti, da laureanda, come “Decana”, collaboratrice per il coordinamento della vita collegiale, attività che svolge con le doti di serietà e riservatezza che la contraddistinguono. Grazia segue anche negli anni successivi, da giornalista e con la sensibilità di docente (ha nel frattempo ottenuto anche l’abilitazione all’insegnamento), l’attività soprattutto culturale del Collegio, raccontandone gli incontri per la “Provincia Pavese” e curandone alcune pubblicazioni: dopo la sua testimonianza nel volume del decennale del Collegio Nuovo, arrivano la curatela dell’opera dedicata agli incontri promossi dal Collegio (pubblicata in occasione del ventennale) e molte collaborazioni con varie testate giornalistiche. In mezzo a tutto questo, trova il tempo per perfezionarsi con un Master in Relazioni pubbliche, viene cooptata come socia Soroptimist e… comincia a pubblicare libri sulla cucina, prima quella del cuoco di Papa Ghislieri, poi… lo vedremo più avanti!
Oggi
Prima di arrivare nel 2006, con il Prof. Angiolino Stella, al ruolo di dirigente dell’area Comunicazione e relazioni esterne UniPV e Portavoce del Rettore dell’Università di Pavia, carica quest’ultima che, dopo aver accolto nell’Ateneo anche un Papa e due Presidenti della Repubblica, ricopre tuttora con l’attuale Rettore, Grazia collabora all’inizio del nuovo millennio nelle Relazioni Esterne e nelle attività accademiche dell’Almo Collegio Borromeo. Nonostante questo impegno segue le attività del suo Collegio. Tanto che, poco dopo, con la pubblicazione di una divagazione sul tema del cioccolato (Premio speciale Angelini 2001), con la compagna Nuovina Giuliana Adamo, italianista al Trinity College di Dublino, la nostalgia per il “suo” Collegio” si fa sentire. Grazia prende servizio al Collegio Nuovo come Responsabile Ufficio Stampa e Coordinatrice dell’attività culturale e accademica. Sono gli anni in cui si avviano gli insegnamenti accademici promossi dal Collegio, in sinergia con l’Università di Pavia, cui Grazia offre il contributo anche della sua creatività. In questo tempo cura, fra l’altro, oltre al nuovo sito web del Collegio, la pubblicazione del libro degli Incontri conviviali (con una bella intervista al Cuoco … della Fondatrice!) propone, insieme alla Rettrice, il volume in omaggio al Prof. Emilio Gabba (curato dalla Nuovina Lucia Pick) e collabora con lei nell’impulso sempre più forte all’internazionalizzazione del Collegio, dopo l’invito a partecipare alla rete Women’s Education Worldwide. E’ a Boston con Paola Bernardi nel 2004 in occasione della fondazione della rete. Un primo risultato è l’avvio lo stesso anno dei rapporti con il Dubai Women’s College. Parteciperà ancora, sempre con la Rettrice, anche al V Meeting di WEW a Nanchino (2012), preceduto da un incontro a Ewha Womans College di Seoul, e a un meeting alla Ochanomizu University di Tokyo nel 2013, quando viene firmato il nuovo accordo del Collegio che porterà Nuovine anche in Giappone.
Sempre vicina al Nuovo, oggi e domani! Anche nella sua nuova altra posizione di dirigente alla Fondazione Alma Mater Ticinensis, oltre che di docente nel corso di laurea CIM – Comunicazione, Innovazione e Multimedialità.
Il suo consiglio
Esplorare: “Il lavoro è uno strumento per conoscere il mondo. Nulla di definitivo. E il mio spirito vagabondo sta già per preparare nuove sorprese. “ (Nuovità, n. 10)
Bruna Bovolenta, Lettere Moderne
Nel momento in cui lavoravo alla tesi su Bertolucci non avrei potuto immaginare nemmeno nelle mie fantasie più recondite di andare a lavorare per una rete televisiva…
Maturità classica a Sassari, Bruna approda “nel Continente”, a Pavia, nel 1988 per iscriversi a Lingue e Letterature Straniere. Dopo due anni, decide di cambiare strada. Passa a Lettere, riuscendo a convalidare tutti gli esami regolarmente sostenuti: concorda il piano di studi con lo storico del cinema Lino Peroni che poi sarà suo relatore di tesi. Si appassiona a Pasolini di cui parla alle sue più care amiche di Collegio, che siano mediche o scienziate politiche, ma poi scrive la tesi su Bernardo Bertolucci. Trova il tempo, nei suoi anni universitari, per rappresentare gli studenti nei Consigli dei Corsi di Laurea e di Facoltà. Decana delle Alunne del Nuovo, a lei si deve la costituzione della prima cineteca del Collegio. Poi progetta i più diversi percorsi…
Tra le prime sfide
A metà degli anni Novanta frequenta un corso professionale sull’informatica, svolta ancora una volta per approdare in una società di ricerche di mercato. Nuovo cambio, e… ritorno in Collegio per sei mesi, con una borsa di studio per l’iscrizione gratuita alla prima edizione del Master IUSS in Scienza e Tecnologia dei Media: “Il primo forte mutamento è stato indipendente dalla mia volontà: la fine dell’‘era studente’, quella in cui ogni ragazzo sano di mente vorrebbe rimanere per sempre, aggrappato con le unghie e con i denti a un mondo fatto di libri, feste, spaziomusica, borromaici vs ghisleriani, cortili profumati di magnolia, cineclub quasi gratis […] Ho incominciato a lavorare ‘per davvero’ dopo il Master in Scienza e Tecnologia dei Media, nel 1998, nella Direzione Marketing, dove per cinque anni mi sono occupata dell’elaborazione e interpretazione dei dati Auditel. Laureata in Storia e critica del cinema, sudavo su numeri, stime, formule: tutto quello che non avrei mai pensato di fare lo stavo facendo. Questo lavoro mi piaceva poco, a ripensarci ora, ma ho imparato moltissime cose e conosciuto tante persone, senza questo non avrei potuto incominciare a lavorare nella redazione cinema di Rete4”. (Nuovità, n. 20)
Oggi
Dopo circa otto anni passati tra la Direzione Marketing R.T.I. del gruppo Mediaset e Rete 4, dal 2007 è Responsabile della programmazione fiction autoprodotta per la Redazione Cinema di Canale5, oltre che per La5 e MediasetExtra; a lei è inoltre affidata la programmazione dei documentari per Canale5. “Mi sembra quasi incredibile avere fatto esperienze così diverse in un arco di tempo relativamente breve, e anche di avere avuto l’opportunità di mettermi alla prova […] Entusiasmo. Credo traspaia questo dalla mie parole: ma per essere realista devo anche dire che cambiare costa: fatica ed energie”. (Nuovità, n. 20)
Il suo consiglio
La consapevolezza delle opportunità offerte dal Collegio: “Chiunque abbia trascorso degli anni in Collegio se li porta sempre dentro, per sempre. […] Considero questo fatto così naturale che mi stupisco ancora che molte persone che mi hanno conosciuta dopo la metà degli anni Novanta non sappiano della fortuna sfacciata che ho avuto, nella vita, a entrare in quella graduatoria”. (Nuovità, n. 20)