Elisabetta Di Bernardini, Biotecnologie

«…L’emozione di startene comodamente seduta nella Sala Conferenze del tuo Collegio a sentir parlare, proprio lì davanti a te, il tuo cantante preferito. Infatti il 22 marzo di quest’anno, l’ex “883” è venuto a farci visita in un imperdibile appuntamento legato al corso di “Semiotica delle Arti” tenuto al Nuovo dal Prof. Paolo Jachia.» (Nuovità, n. 15, 2004)

Studi classici a Chieti, Elisabetta arriva a Pavia per iscriversi al Corso di laurea in Biotecnologie, nato dalle Facoltà di Medicina, Farmacia e Scienze. Segue molti degli incontri promossi dal Collegio, da quello che coinvolge l’Alumna Natalia Lugli, biologa, con il prof. Carloalberto Redi e il Colonnello Luciano Garofano, sino a quello con Max Pezzali, da lei stimato sia musicalmente che umanamente: mai avrebbe immaginato di incontrarlo, da matricola, nel suo Collegio! “Lo strano percorso / di ognuno di noi / che neanche un grande libro un grande film / potrebbero descrivere mai / per quanto è complicato / e imprevedibile / per quanto in un secondo tutto può cambiare / niente resta com’è”, ecco il refrain della sua canzone preferita: Elisabetta inizia il suo percorso accademico terminando gli esami del primo anno a metà luglio, laureandosi poi con una tesi sperimentale in Biologia molecolare, ancora a luglio, tre anni dopo, con lode. Il che si ripeterà puntualmente due anni dopo, per la laurea magistrale con il prof. Vittorio Bellotti. Dov’è lo strano percorso, allora?

Tra le prime sfide


L’imprevedibile, o quasi, succede nel 2008, quando, grazie al Collegio, ha un’altra opportunità. Con Livia De Rosa, un’altra collegiale, studentessa di Giurisprudenza, varca l’oceano e approda al Mount Holyoke College, uno dei promotori della rete Women’s Education Worldwide (WEW) per la prima Student Leadership Conference: «Credo che questa esperienza unica e indimenticabile mi sia stata sicuramente utile a livello umano per la possibilità di relazionarmi con studentesse di collegi femminili di tutto il mondo e che mi abbia permesso inoltre di ridisegnare la mia visione della donna come leader, preparandomi ad affrontare con più determinazione e maggiore consapevolezza il futuro mondo del lavoro.», scriverà al suo rientro sulla Rivista del Collegio. Dopo la laurea, lo “strano percorso” di pezzaliana memoria, prosegue con quello che Elisabetta definisce un «cambio repentino e radicale di vita», e non solo nell’ambito della ricerca. Concorre per un posto (davvero uno) di PhD in “Vascular Biology and Stem Cells” all’ambito King’s College di Londra, e lo vince, per di più con finanziamento intitolato a una scienziata, Marie Curie. Il sogno, coltivato mentre leggeva da matricola le esperienze di una collegiale più anziana, Lia Paola Zambetti, già (allora) a Londra, si realizza. E grazie anche alla mediazione della Rettrice, a Londra trova un nutrito gruppo di Italians Nuovine a cui fare riferimento, ma soprattutto dopo un po’ la raggiunge la sua amica collegiale di sempre, Blerida Banushi, post doc allo University College London. Senza contare che nel Regno Unito, a Cambridge, era già stata, sempre con borsa del Collegio, per un corso di lingua inglese. Dopo il PhD a Londra, nuovo trasferimento. Scende un po’ più a sud, nei Paesi Bassi, a Eindhoven, dove lavora per un paio d’anni come postdoc ancora con borsa Marie Curie, e anche come Project Manager, in un’azienda spin-off dell’Università che si occupa di bioingegneria (LifeTec Group BV). Anche in Olanda continuano gli incroci nuovini, questa volta con la chimica Francesca Pietra, post doc a Delft. Dopo l’inglese, che ormai conosce e usa con dimestichezza, si cimenta, da vera cittadina europea, nell’apprendimento del nederlandese.

Oggi


Nella primavera del 2016 Elisabetta è di nuovo in Italia, dopo oltre un lustro in giro per l’Europa. Non Chieti, non Pavia: stavolta arriva a Ivrea, la città simbolo di una figura di imprenditore illuminato come Adriano Olivetti. “Niente resta come è”: ora Elisabetta, dopo esser stata Associate Scientist per il Gruppo Merck, è ripartita, destinazione Svizzera. Domani, chissà. Per soddisfare la vostra curiosità, cercatela qui.

Il suo consiglio


Trovare un po’ di “casa” anche nel Collegio, che è una «culla di amicizie, esperienze e soddisfazioni […]. Per noi una vera Famiglia.» (2014)


Barbara de Muro, Giurisprudenza

“A distanza di tempo posso dire che il mio impegno per la valorizzazione delle donne nella formazione e, poi, nella professione legale affonda le proprie radici negli anni di condivisione e solidarietà tutta al femminile in Collegio, con uno sguardo aperto al mondo”.

Nativa di Bolzano, ma di origini romagnole, Barbara de Muro entra al Collegio Nuovo nell’anno in cui il Prof. Emilio Gabba, insigne antichista e membro del CdA della Fondazione che inquadra il Nuovo, tiene una lezione sulla Costituzione a Roma. Per lei, iscritta a Giurisprudenza, una occasione in più per inaugurare un curriculum accademico di tutto rispetto, con una bella lode in Diritto romano. Siamo nel 1987: il Collegio ha già all’attivo una partnership estera con la prestigiosa Università di Mainz cui farà seguito quella con l’Università di Heidelberg. Barbara non si fa mancare nulla ed è ammessa per entrambi i Ferienkursen, a ulteriore consolidamento della conoscenza della lingua tedesca. Forse ancora non immagina come la Germania sarà decisiva anche per la conclusione dei suoi studi giuridici. Si laureerà, infatti, con il prof. Michele Taruffo, con una tesi in diritto processuale civile, in parte frutto degli approfondimenti compiuti in Germania, supportata dal Collegio e con la guida del Prof. Hans-Joachim Musielak dell’Università di Passau. Di certo, invece, è – e lo sarà sempre – pienamente consapevole del profondo significato che il Collegio ha nella sua vita: come racconta durante il convegno sul ruolo della formazione nell’empowerment femminile tenutosi in Collegio nel 2012, il Collegio era la sua occasione e lei non se l’è lasciata sfuggire.

Tra le prime sfide


Rientrata in Italia, inizia la pratica professionale a Milano proprio negli anni in cui il mercato degli studi legali si trasforma e vede la nascita dei primi grandi studi legali associati. Barbara riesce a entrare in uno studio che, nel giro di pochi anni, diventerà uno dei più grandi studi italiani. I praticanti non sono ben visti, ma la caparbietà e la tenacia dimostrate durante i colloqui e le prime settimane di lavoro fanno la differenza, come racconta nell’intervista per “Cosmopolitan”: “Mi avevano concesso appena un mese, solo a sistemare fascicoli. Di mia iniziativa ho cominciato ad aggiungere ad ogni pratica una scheda informativa. Un’idea che si è rivelata vincente. Alla fine mi hanno preso perché il mio lavoro era diventato indispensabile”. Affina gli studi in diritto societario e commerciale e quindi si indirizza verso lo Studio Legale Portale Visconti, altamente specializzato in quelle materie. Di più, dopo otto anni, nel 2006, ne diventa socia, unica donna, cinque anni dopo essere stata cooptata nel CdA della Fondazione Sandra e Enea Mattei, subentrando all’economista Renata Bonfiglio e ritrovandosi al fianco, tra gli altri, proprio il Prof. Gabba. Barbara, già madre di Matilde, nata in coincidenza con uno dei Raduni annuali dell’Associazione, inaugurerà i suoi primi anni da socia dello Studio mettendo al mondo Ludovica, la cui madrina sarà la stessa Rettrice del Collegio, Paola Bernardi! Un passo indietro: la Germania non è stata l’unica destinazione per i suoi studi: nel 1999, mentre la metropoli milanese la attende ancora al rientro, Barbara è International Associate presso lo Studio Hewitson Becke & Shaw, in un’altra città di “College”, dopo Pavia: Cambridge. Era già attivo da poco l’accordo del Collegio Nuovo con il New Hall College per posti di perfezionamento. In quello stesso 1999 New Hall ospitò una perfezionanda in Lingue e ben tre studentesse: una matematica, una fisica e una letterata. Una piccola colonia Nuovina nella gemella del Regno Unito!

Oggi


Nel 2017, Barbara, dopo oltre dieci anni presso lo Studio Legale Portale Visconti (dove si è occupata, unica donna socia, di diritto societario e commerciale), è entrata come nello Studio LCA come socio equity. A latere, è responsabile di ASLAWomen (@ASLAWomen), gruppo di lavoro dedicato alla promozione delle donne nella professione legale sorto nell’ambito di ASLA, l’Associazione degli Studi Legali Associati (che conta quasi un centinaio tra i più prestigiosi studi legali associati italiani e internazionali dislocati sul territorio nazionale). Con un obiettivo, raccontato anche al Sole 24 Ore sostenere e valorizzare le donne in ogni fase del loro percorso professionale all’interno degli studi legali associati, anche creando, sul modello dell’iniziativa della Fondazione Bellisario (la cui Presidente Lella Golfo è pure tra gli ospiti del Collegio), una banca dati di curricula eccellenti. Senza dimenticare la fase della formazione, nella convinzione, condivisa con il Nuovo, che prima si inizia a sensibilizzare le donne su determinati temi, più efficaci sono i risultati a medio-lungo termine. Anche per questo Barbara ha accolto con entusiasmo la proposta di ospitare nel proprio studio, per un periodo di tirocinio, una Nuovina studentessa di Giurisprudenza e, con il Collegio, ha promosso incontri come quello con Paola Di Nicola, “la Giudice”, e con Ilaria Li Vigni, l’“Avvocata”. Desinenze e articoli determinativi, ma non solo quelli, declinati anche al femminile!

Il suo consiglio


«Puntare a ruoli importanti senza rinunciare alla femminilità ti dà una marcia in più: sei più forte e più felice» (Cosmopolitan, giugno 2014)


Laura Demartini, Medicina e Chirurgia

Pechino 1989… il pensiero corre agli studenti di Piazza Tian An Men. I discorsi delle cerimonie ufficiali sottolineano una quiete mai turbata. La stessa quiete l’ho trovata nell’Accademia di Medicina Tradizionale Cinese (Nuovità, n. 11990)

Secondo anno dall’apertura del Collegio, 1979: dalla provincia di Alessandria, Laura concorre per un posto come studentessa di Medicina. Il 1981 la vede pioniera (con Chiara Gagliardi e Silvia Romagnoli) dello scambio del Collegio con l’Università di Mainz, il primo firmato dal Collegio: Laura frequenterà un corso estivo di lingua. Corona d’alloro a pieni voti, nella sessione estiva del 1985, mentre si concentra sempre più sui temi della terapia del dolore.

Tra le prime sfide


Per approfondire, Laura parte nel 1989 per Pechino, grazie ancora anche a un supporto del Collegio, una delle prime borse di perfezionamento post laurea appena istituite: «Al mattino gli ambulatori aprivano presto le porte ai malati; alle sei il vecchio professore era già al lavoro. Nelle pause egli riuniva gli allievi e spiegava l’esame del polso e della lingua, e le tecniche di manipolazione degli aghi […] non ha studiato all’Università ed è medico per tradizione familiare. In Cina è un’autorità in materia […] I pazienti, oltre a conoscere per nome e localizzare perfettamente i punti comunemente usati per la loro patologia, sapevano benissimo quale sensazione si deve percepire affinché l’ago sia efficace ed erano giudici, talvolta impietosi, dell’abilità dello studente.» (Nuovità, n. 1).

Oggi


Due specializzazioni nel giro di un decennio dalla laurea, prima a Pavia in Anestesia e Rianimazione, poi a Verona in Fisiopatologia e Terapia del Dolore, e, dopo aver lavorato come anestesista al Policlinico S. Matteo, oggi Laura è Responsabile dell’Unità di Terapia del Dolore della Fondazione Maugeri, sempre a Pavia; lo scorso anno l’Unità è stata definita da Regione Lombardia Centro di II livello di Terapia del Dolore. Qui è tra i fondatori della Pavia Pain School. All’Università di Bologna insegna nella Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Membro di diverse associazioni di settore, anche internazionali, serve in ruoli di leadership come consigliere nazionale di Federdolore-SICD (Società Italiana dei Clinici del Dolore).

Il suo consiglio


Il suo consiglio

Andare alla radice, anche se bisogna spostarsi: «Il viaggio in Cina rappresenta, per chi come me si interessa seriamente di Medicina Tradizionale Cinese, il viaggio alla fonte. […] Ogni giorno mi accorgevo che dovevo compiere ancora un lungo percorso per far mio questo antico sapere». (Nuovità, n. 1). Oggi, con l’Estremo Oriente, il Collegio ha diversi accordi di collaborazione.
Il consiglio di allora è quanto mai attuale: «Anche oggi ai giovani colleghi e agli specializzandi che frequentano presso la nostra Unità (insegno anche al Master di II livello di terapia del Dolore dell’Università di Milano) cerchiamo di insegnare ad andare alla radice del dolore per capire le cause e i meccanismi che lo generano in modo da poter dare al paziente le cure più adeguate».


Maria Guglielma Da Passano, Scienze Politiche

Non è passato un giorno da quando me ne sono andata che io non abbia ricordato una persona, un aneddoto, una battuta, un numero di una camera, una cena, una chiacchierata fino a notte fonda, un pianto, uno scherzo, una partita, un compleanno, insomma un piccolo pezzetto di quella che è stata la mia vita a Pavia, dentro e fuori dal Nuovo. Questo bagaglio di emozioni si è ormai stabilito sotto la mia pelle e viaggia con me. (Nuovità n. 15)

…E Maria Guglielma (per i più Magu) ha sempre viaggiato!
Prima, da Genova, è venuta a Pavia nel 1996, per studiare Scienze Politiche. Quell’anno per le alunne della sua area in Collegio è davvero eccezionale: il ciclo di conferenze “I poteri in Italia, tra storia e cronaca” è inaugurato da una conversazione in pubblico di Salvatore Veca, filosofo della politica, nientemeno che con il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga (nella foto). La seconda conversazione, con un protagonista del giornalismo come Giuliano Ferrara, è condotta da un Professore che sarà poi il relatore della tesi di Magu: Arturo Colombo. Magu fa tesoro anche dell’esperienza Erasmus a Granada per il tema su cui lavorerà per la tesi: “Accadimenti politici e forze militari nella Spagna della Seconda Repubblica (1933-36). Il caso di Granada attraverso la stampa”.

Tra le prime sfide


Una delle prime sfide di Magu, da matricola, è stato superare la bocciatura al primo esame di Economia politica. Meritata, ammette lei, visto che non aveva studiato a sufficienza. Grazie a tre compagne, non tutte della stessa Facoltà (tra cui Chiarastella Feder, che dopo un anno di Scienze Politiche era passata a Scienze Naturali e Giovanna Spinelli, che poi si laureerà in Scienze Politiche), supera questo momento di difficoltà e impara a riaggiustare il tiro.
Si laurea e Granada torna nella sua vita perché viene ammessa a un PhD in “Paz, Conflictos y Democracia” , per cui le viene anche assegnata dal Collegio una borsa per perfezionamento. Lavora quindi per quattro anni alla FAO in progetti partecipativi di sviluppo territoriale sostenibile in America Latina, Africa ed Asia. Si prepara poi per due importanti colloqui che supera entrambi: sceglie di lavorare come Junior Professional Officer con le Nazioni Unite presso UN-Habitat in Kenya.
Nel 2010 una promozione, sempre per le Nazioni Unite, a Chief Technical Advisor per la Liberia: da Nairobi si sposta a Monrovia come Country Director.

Oggi


Magu torna a vivere a Roma, mette al mondo una bimba e… continua a viaggiare come Land Tenure Officer alla FAO. Tra un continente e l’altro trova il tempo per tornare in Collegio e condividere la sua esperienza con le studentesse di oggi, economiste, scienziate politiche e giurisperite a cui non fa mancare il suo appoggio e i suoi consigli.

Il suo consiglio


«Nella mia esperienza il cervello ci fa quasi sempre preferire ciò che conosciamo. Soprattutto per uno stage, tra due candidati che sulla carta sembrano ugualmente qualificati, si tenderà a preferire quello o quella che si conosce di vista o che ci ha fatto una buona impressione per telefono. Per questo è così importante incontrare le persone e chiedere loro consiglio, che non vuol dire chiedere loro un posto, ma due dritte sul come procedere. Una volta lì siate oneste e dirette, vi sentirete sciocche e impacciate, odierete la sensazione di vendervi e vi sembrerà probabilmente di essere inadeguate e di essere andate malissimo. Per lo meno questo è ciò che è successo a me e un po’ continua a succedermi ogni volta che muovo un passo in avanti e affronto nuove avventure… Purtroppo questa sensazione che, col senno di poi, mi rende così viva, va attutendosi con l’aumentare dell’esperienza. Se un giorno si sarà affievolita troppo e tutto vi sembrerà troppo facile saprete che forse è l’ora per un cambio di carriera». (Nuovità, n. 24).


Anna Colombetti, Medicina e Chirurgia

Invecchiare è un privilegio, però non siamo obbligati ad avere tutti i segni della vecchiaia!

Anno 1979, secondo anno di attività del Collegio. Non è facile. Eppure i fiori piantati personalmente dalla Fondatrice nel giardino, rose, biancospini e forsizie sbocciano e sono di buon auspicio. Come lo è l’arrivo, fra le altre, di una nuova Alunna in Medicina: Anna Colombetti, residente nel piacentino. Al suo terzo anno, Anna è tra le vincitrici di una borsa di studio per il corso estivo dell’Università di Mainz. Si tratta del primo accordo internazionale siglato dal Collegio, che ha già messo a punto una ricca attività culturale, spesso promossa dalle stesse alunne, soprattutto di Medicina. Nel 1979, infatti, si inaugurano le conferenze, con il Prof. Francesco Candura e la sua lezione “Introduzione alla medicina preventiva”. Come dire, facilitiamo il lavoro del medico, lavorando già sul contrasto ai rischi… Dopo sei anni, Anna si laurea con lode nella sessione estiva con una tesi sulla determinazione delle terre rare in neoplasie e displasie.

Tra le prime sfide


La specialità la porta a Parma e pure all’Ospedale di S. Donato Milanese dove lavora all’Istituto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva. Il 1988 la riporta in qualche modo a Pavia: il Collegio, infatti, nell’anno del decennale, ha istituito le prime borse di perfezionamento per l’estero e Anna è tra le prime assegnatarie. Parte quindi per uno stage ospedaliero in chirurgia ricostruttiva post-mastectomia all’Ospedale Brugmann di Bruxelles. A Pavia poi tornerà ancora qualche anno dopo, per dare alla luce il suo primogenito…

Oggi


Oggi Anna è Responsabile del Servizio di Laserterapia presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano. Qui, in un ambiente multidisciplinare, valore importante sperimentato anche in Collegio, cura soprattutto bambini e anziani. Una struttura, unica nel suo genere in Italia: si occupa della diagnosi delle patologie che hanno nella terapia con fonti laser l’unica o la migliore indicazione possibile. Dalle patologie neoplastiche alle malattie rare, come la neurofibromatosi, lo spettro coperto è davvero ampio. Senza dimenticare che Anna, con un pizzico di complicità al femminile, ha dato pure consigli di salute e benessere sul blog per “donne acrobate” fondato da Lina Sotis.

Il suo consiglio


Saper prevenire, ma anche intervenire: “Invecchiare è un privilegio, però non siamo obbligati ad avere tutti i segni della vecchiaia. La vita media si è allungata, e quindi le neoplasie della cute, tipiche dell’età avanzata, sono più frequenti. Perché convivere con qualcosa che rende meno gradevole il proprio volto?”


Cristina Crepaldi, Filosofia

È a questo mondo del lavoro, reale, che il “laboratorio–collegio” ci deve preparare. È qui che ci prepariamo al dopo, attraverso anni di studio. (Nuovità, n. 4)

Da Biella Cristina arriva al Collegio Nuovo nel 1983 per iscriversi, dopo la maturità scientifica, a Filosofia. Prima di aggiudicarsi un posto gratuito di perfezionamento post-laurea in Collegio, ottiene nel 1986 un contributo per un soggiorno a Ginevra con l’obiettivo di sviluppare la tesi di laurea (sugli elementi psicopedagogici dell’ “Emile” di Rousseau). Affina poi la sua formazione in Inghilterra, dove approfondisce temi specifici di psicologia del lavoro, su testi inglesi presenti nelle biblioteche londinesi. Per questo progetto risulta, dopo la pioniera, sua collega economista Renata Bonfiglio, tra le prime assegnatarie di contributi post-laurea da parte del suo Collegio.
Tra le primissime a intuire le potenzialità di inserimento professionale nell’ambito delle Risorse Umane, Cristina si specializza, con lode, nel 1990, in Psicologia del Lavoro e dell’organizzazione all’Università Cattolica di Milano. Usufruisce, nei tre anni di frequenza della scuola di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, assegnata per merito.
Il primo numero di Nuovità, uscito nello stesso 1990, la vede tra le firme esordienti di articoli di Alumnae, nonché tra le prime che si avviano a una carriera dirigenziale: infatti Cristina viene assunta come assistente al Responsabile Formazione e Selezione del personale della Divisione finanziaria per il Gruppo Fininvest. Da lì in poi, per lei, come per molte altre colleghe lo stesso anno, è un fiorire di sviluppi di carriera, puntualmente riportati sulle pagine di Nuovità.

Tra le prime sfide


Forse l’inserimento nel contesto fortemente internazionale del Collegio (oltre il 10% di studentesse straniere, l’anno del suo ingresso al Nuovo) ha sviluppato ulteriormente la sua apertura al mondo: nei primi anni Novanta, Cristina, forte dell’iscrizione al neonato Albo Professionale degli Psicologi, diventa pure socia del prestigioso network AIF – Associazione Italiana Formatori e comincia a viaggiare all’estero per la sua professione: a un convegno a Budapest conosce il pioniere della psicologia del lavoro, in Italia, Enzo Spaltro.
Nel 1992 arriva la chiamata per la Merlin Gerin, appena acquisita dal gruppo Schneider, dove assume la Direzione del personale e fa la spola tra Grenoble, Bergamo e Agrate Brianza. Tra i suoi compiti progettare corsi di leadership e comunicazione. Sempre più sviluppa quella che era stata la sua tesi di specializzazione: il tema della tutorship, in particolare le tecniche di inserimento dei neolaureati in azienda, con la valutazione dei piani di carriera. In tutto ciò trova il tempo per tornare nel suo Collegio e fare mentorship qualificata, soprattutto con un occhio particolare alle umaniste come lei.
Nel 1997 per conto di Air Liquide, partecipa a una importante tavola rotonda co-promossa da ASFOR e moderata da Luisa Adani (che una decina di anni dopo sarà ospite in Collegio!) su “Come cambia il lavoro”: un occhio sempre avanti…
In quello stesso anno entra nel Gruppo Tenaris, come Direttore della Scuola di Formazione di Dalmine e Project Manager del Progetto High Potential per stabilire i 200 Best Talent ingegneri da “importare” da Buenos Aires nella sede italiana del Gruppo. Con relativo piano meritocratico, si intende. Internazionalità e merito, gli ingredienti del “suo” Collegio, di cui non si dimentica mai.

Oggi


Concluso il Progetto High Potential, alla fine del millennio, Cristina si sposa, assume la carica per un anno di Presidente delle Alumnae del Collegio, e poco dopo ha una figlia, il cui ingresso alla scuola materna coincide grosso modo con l’approdo di Cristina ad Alenia Aermacchi (Gruppo Finmeccanica). È proprio il caso di dirlo, la sua carriera ha preso il volo: oggi è Responsabile Organizzazione Sviluppo Risorse Umane e Formazione di un Gruppo che conta oltre 10.000 dipendenti. Inoltre è Project Leader di un team per l’avvio in Piemonte di un Istituto Tecnico Superiore per favorire sbocchi professionali nel settore aerospazio /meccatronica. Un team frutto di un accordo del suo Gruppo con il MIUR, il Ministero che vigila anche sul Collegio dove Cristina entrò una ventina d’anni prima di “immatricolarsi”, questa volta da dirigente di Alenia Aermacchi. Successivamente diventa Responsabile HR Leonardo Production System Coordination & Integration per la Divisione Militare della Leonardo Aircraft.

Il suo consiglio


Completezza, flessibilità, servizio: “Il mondo del lavoro, oggi, si aspetta che i giovani laureati siano persone “complete”, dotate cioè di uno spirito nuovo, innovativo, che deve essere inserito in un’ottica di servizio […] una personalità ‘a tutto tondo’, ricca e flessibile, che si adatti ai cambiamenti e alle situazioni, che permetta di raccogliere le sfide. A questo contribuiscono certamente tutte le attività extra-universitarie. Dalle lingue straniere, alle conferenze, ai dibattiti, alle borse di studio per l’estero, che il Collegio mette a disposizione.” (Nuovità, n. 4)


Marina Cerrone, Medicina e Chirurgia

Un ponte tra Pavia e New York

Da Vercelli, Marina, fresca di maturità classica a pieni voti, arriva a Pavia nel 1993, per iscriversi a Medicina e Chirurgia. Per due dei sei anni di alunnato le è conferito il posto gratuito, oltre a borse di studio presso partner del Collegio (Università di Heidelberg) e per tirocini all’estero (Nancy) che si aggiungono all’esperienza con il SISM a Losanna. Laureatasi nel 1999, Marina sceglie di specializzarsi in Cardiologia a Pavia e di trasferirsi quindi nella Sezione laureati del Collegio. Nello stesso anno, vince uno dei Premi Giovane Investigatore conferito dalla Società Italiana di Cardiologia, durante il Congresso annuale. Quattro anni dopo  consegue la Specialità lavorando presso il Dipartimento di Cardiologia diretto dal Prof. Peter J. Schwartz.

Tra le prime sfide


Dopo la Specialità, prosegue i suoi studi di ricerca sulle cardiopatie aritmogene ereditarie e le basi genetiche della morte improvvisa giovanile, presso la Fondazione S. Maugeri di Pavia con la prof. Silvia Priori. Nel 2005 ottiene sia una borsa post doc della Società Italiana di Cardiologia sia una borsa di perfezionamento del Collegio che le consentono di partire per gli Stati Uniti per continuare la sua ricerca presso l’Università SUNY di Syracuse, NY, e poi nell’Università del Michigan, nel laboratorio diretto dal Prof. J. Jalife. Il progetto di ricerca di cui si occupa in questi anni nasce da una collaborazione con il gruppo pavese e le permette di mantenere un rapporto di lavoro con l’Italia e l’Università di Pavia e di conseguire nel 2006 un Young Investigator Award indetto dall’Upstate New York Cardiac Electrophysiology Society. Un grant per studi post doc dell’American Heart Association subentra alle borse di studio italiane per supportare la ricerca negli anni successivi: nel 2014, arriverà persino un Scientist Development Grant che le consente di avviare una ricerca di cui è Principal Investigator.

Oggi


Oggi infatti Marina lavora come Assistant Professor nell’ambito del Cardiovascular Genetics Program alla New York University School of Medicine. Qui, insieme al suo mentore degli anni pavesi, Prof. Silvia Priori, ha ricreato una clinica di cardiopatie ereditarie simile a quella dove era cresciuta professionalmente in Italia.
Non si è dimenticata dell’importanza della mentorship quando ha accolto in agosto 2012 una laureanda Nuovina in Medicina partita per un tirocinio al St Luke Roosevelt Hospital grazie all’accordo con il Barnard College della Columbia University… la storia continua. E infatti, cinque anni dopo è la volta della prima studentessa del Nuovo che andrà proprio al Langone Medical Center – NYU come volunteer con la sua supervisione!
A tredici anni dal conferimento del premio italiano come Giovane Ricercatore in Cardiologia, è risultata finalista per un Young Investigator Award in Biomedical Science riconosciuto da ISSNAF – Italian Scientists and Scholars in North America Foundation. Nel maggio 2014, mentre a Pavia si svolgevano i preparativi per il XXIX Raduno delle Alumnae, a New York Marina e suo marito, conosciuto negli anni di Syracuse e con cui condivide anche gli interessi scientifici e professionali, si sono allargati… con l’arrivo di una bimba!

Il suo consiglio


Muoversi: “Questo è ancora, in un certo senso, il paese dei pionieri e delle carovane. Le distanze sono enormi, ma tutti sono pronti a disfare casa e partire per seguire un lavoro e ricominciare dall’altra parte del Paese. Quasi nessuno vive nella stessa città per tutta la vita. Un esempio nel mio piccolo: dal 2005 a ora ho vissuto in tre città e lavorato in tre università diverse.
Nel mondo scientifico americano la mobilità è considerata un pregio, almeno finché non si arriva alla maturità professionale. Insomma, questo è un Paese affascinante, ma, come ogni adolescente, pieno di contraddizioni e incongruenze; a volta fa sorridere per la sua ingenuità, a volta dà solo sui nervi. E anche se il destino per ora mi ha fatto perdere il biglietto di ritorno, ricordo a tutti con orgoglio che qui quando si vuole indicare l’eleganza o la superiorità culturale di un posto si sceglie un nome in italiano. (Nuovità n. 23)


Silvia Cipollina, Giurisprudenza

La prima Alunna nella storia del Collegio a vincere una cattedra universitaria.

Da Alessandria, Silvia, con una maturità classica a pieni voti e all’ottavo anno di Conservatorio (pianoforte), arriva a Pavia nel 1980 per iscriversi a Giurisprudenza: è una delle cinque matricole ammesse per questa Facoltà, un numero pari a quello delle iscritte a Matematica, corso in cui si era laureata la Fondatrice Sandra Bruni Mattei. Con lei e le sue colleghe inizia a prender corpo anche al Nuovo la schiera delle future giuriste, destinata a crescere negli anni. Il 1980 è anche l’anno in cui lo Statuto della Fondazione Sandra e Enea Mattei è approvato con Decreto del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, n. 1033 del 16 ottobre. La pubblicazione del Decreto presidenziale sulla Gazzetta Ufficiale sarà l’anno successivo, il 6 febbraio 1981, mentre Silvia accumula un risultato positivo dopo l’altro negli esami di Giurisprudenza.
« Ho quasi ottantacinque anni e vorrei vederlo questo decreto, prima di morire» , aveva scritto allo stesso Presidente la Fondatrice, che nell’estate del 1981 verrà a mancare. Nel frattempo, anche in collaborazione con il prof. Alberto Gigli Berzolari, allora Rettore dell’Università di Pavia, era riuscita ad assicurare al Collegio quel contributo ministeriale che consentirà al Collegio di proseguire nell’iniziativa di promuovere il merito delle sue alunne, indipendentemente dal censo.

Tra le prime sfide


E gli ottimi risultati delle alunne si vedono. Solo sette anni dopo la laurea (con lode, nel 1985), nello stesso anno in cui conclude il Dottorato in Diritto tributario, Silvia vince il posto da Professore associato a Udine e nel 1993 si aggiudica il Premio del Ministero delle Finanze per il miglior libro di finanza pubblica con la monografia La legge civile e la legge fiscale. Il problema dell’elusione fiscale (Padova, Cedam, 1992). Già titolare dal 1994 della supplenza del corso di Diritto Tributario del suo Maestro Giulio Tremonti, diventato lo stesso anno Ministro delle Finanze, nel 2001 Silvia rientra come titolare nella sua Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Pavia. Nel 2002 viene nominata con D.P.C.M., su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, esperto del SECIT (Servizio consultivo ed ispettivo tributario), ruolo che ricopre fino al mese di febbraio 2008. Nel 2003 consegue l’idoneità alla prima fascia di Diritto tributario, con giudizio unanime della Commissione. Nel 2005 viene chiamata a ricoprire la cattedra di Diritto tributario nella Facoltà di Giurisprudenza di Pavia e diventa membro del Comitato consultivo per l’applicazione delle norme antielusive – Agenzia delle Entrate. Nel 2009 fa parte – è l’unica donna – del team di giuristi che il Ministro Tremonti incarica di scrivere le regole per un “Manifesto del diritto futuro”, il “Global legal standard”, che in seguito prosegue il suo percorso sotto l’egida dell’OCSE.

Oggi


La prima Alunna del Collegio Nuovo a vincere una cattedra universitaria di prima fascia! Non solo. Silvia dal 2005 è anche designata a far parte del gruppo dei cinque esperti dell’Italia, aventi i requisiti per divenire membri della commissione consultiva della Convenzione europea sull’arbitrato (90/436/CEE). Silvia sarà anche consigliere per tre anni del Ministro dell’Economia e delle Finanze (2008-2011), Giulio Tremonti, che in Collegio è stato ospite nell’ultima occasione proprio da Ministro con il giornalista Aldo Cazzullo.
Nel settembre 2012 Silvia è inoltre nominata nel Consiglio di Amministrazione della holding Premafin, prima società di Piazza Affari ad applicare la legge Golfo-Mosca. In Università affianca alla cattedra di Diritto Tributario l’insegnamento di Diritto Tributario Europeo e Internazionale. La prima cattedratica Nuovina con un allievo che ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come docente di seconda fascia!

Il suo consiglio


«Condivido con le “Nuovine” più giovani il consiglio che ho ricevuto anni fa dal mio Maestro: “mulier faber fortunae suae”.
Che significa, per me? Scegliere un’attività che si può svolgere con passione, non esitando a cambiare direzione se ci si accorge di avere sbagliato strada (io l’ho fatto, interrompendo una tesi in corso di Diritto processuale civile per laurearmi in Diritto tributario). E poi lavorare con impegno, investendo su se stesse nonostante gli anni che passano…».


Marta Esposito, Matematica / Biologia

Che il Collegio Nuovo mi abbia cambiato la vita, è un dato di fatto: andare via di casa, trovare nuove amicizie, imparare a vivere con persone diverse da me, con un modo di pensare differente dal mio, mi ha insegnato ad aprire porte interiori che nemmeno sapevo di avere. La comunicazione: dire quello che ho dentro, la percezione che l’interlocutore capisca il mio stato d’animo, le mie idee, le mie passioni. Questo è stato l’input per voler fare di più, andare oltre lo studio e la mia quotidiana vita lavorativa. (Nuovità, n. 26)

Madre polacca, papà italiano, Marta parla fluentemente le due lingue quando arriva al Collegio Nuovo, con il suo 100 e lode dal Liceo Scientifico di Ovada, pronta a iscriversi a Matematica. Fra gli appuntamenti che aprono l’anno accademico, c’è l’incontro, condotto dal divulgatore scientifico Marco Cagnotti (docente in Collegio), con il matematico Claudio Bartocci. In apertura della conferenza, che prende spunto dall’uscita dei Racconti matematici curati da Bartocci, si citano le parole di un’Alumna, allora dottoranda in Matematica a Basilea, Viviana Palumberi, che definisce la sua disciplina«l’inglese della scienza, anzi, molto di più; […] è l’unica vera lingua universale dell’umanità: racchiude le diverse psicologie e mentalità dei popoli espresse in un’unica lingua fatta di simboli e passaggi logici.»
Per la bilingue Marta le sollecitazioni più profonde, guardando agli sviluppi futuri, sembrano venire però dall’incontro di due giorni prima, in quella stessa aula (nella foto), con un’Alumna biologa, Natalia Lugli, ospite insieme al prof. CarloAlberto Redi e al Col. Luciano Garofano per una conferenza organizzata con l’Associazione che fa capo al mensile “Socrate al Caffè”, cofondato dal filosofo Salvatore Veca e dal giornalista Sisto Capra, entrambi molto vicini all’attività del Collegio.
Succede infatti che…

Tra le prime sfide


Dopo il primo anno, Marta capisce che, pur comprendendo il linguaggio matematico ed essendo in regola con i requisiti di merito per il Collegio (peraltro le è assegnato un posto gratuito), altra è la lingua che vuole praticare: passa quindi a Scienze Biologiche. Da allora, il talento si coniuga alla passione e il risultato è che, uno dopo l’altro, arrivano riconoscimenti e soddisfazioni sempre maggiori. Prima tappa. lode alla laurea di primo livello, con una tesi su “Caratterizzazione di cellule tumorali propagate a lungo termine in presenza di 3-aminobenzamide”, discussa con la dr. Chiara Mondello, responsabile in quegli anni del progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo “Genomica della progressione tumorale in un sistema cellulare modello”. Seconda tappa: arrivano i massimi voti anche per la tesi magistrale nel corso in lingua inglese Molecular Sciences and Genetics: relatrice la prof. Giovanna Riccardi nel cui laboratorio poi Marta si fermerà, una volta vinto, subito dopo la laurea (e prima in classifica!), il Dottorato di ricerca.

Oggi


Dal 2013 Marta è impegnata, sempre a Pavia, nel Dottorato in Genetica, Biologia Molecolare e Cellulare in un progetto di ricerca per identificare nuovi farmaci per il trattamento della tubercolosi. Come dottoranda, vince pure una delle borse di residenzialità del CCR – Centro Comunicazione e Ricerca del Collegio Ghislieri, uno dei quattro Collegi di Merito di Pavia la cui sezione femminile fu aperta nel 1965 dalla Fondatrice del Collegio Nuovo, Sandra Bruni Mattei.
Il 2015 le porta un importante riconoscimento: il primo premio per i risultati raggiunti al 9th Consortium Meeting, More Medicines for Tuberculosis. Un giorno, dello stesso anno, le arriva una mail della prof. Riccardi che la spinge a una nuova avventura. Marta ha scoperto l’interesse e il talento per una nuova lingua: quella degli analfabeti di scienza. E così, partecipa a una competizione di divulgazione scientifica che la porta alla finale di FameLab Italia 2015 a Expo. Una gioia anche per il suo Collegio, che ai temi di comunicazione della scienza, anche con Marco Cagnotti, ha sempre prestato attenzione e cura!
Di comunicazione poi non potrà fare a meno nel momento in cui imbocca la carriera di insegnante. Seguitela qui

Il suo consiglio


Vivere il Collegio con lo spirito del qualcosa in più: “Non sono stati solo anni universitari, ma anche di crescita, amicizia, arricchimento, serenità” (dalla dedica della sua tesi di laurea)


Cristina Castagnoli, Scienze Politiche

“La borsa del Collegio, come sempre provvidenziale, mi ha permesso di sbarcare nel quartiere delle istituzioni comunitarie. Le mie giornate trascorrevano tra la biblioteca e il Parlamento europeo. Un’offerta tanto inaspettata quanto gradita mi ha dato la possibilità di far coincidere laurea e primo giorno di lavoro nella stessa settimana”.

Ricca di racconti sulla “vita da collegio” del papà Alumnus borromaico, Cristina arriva da Bergamo a Pavia nel 1990, anno in cui il Collegio, forte delle sue prime 12 primavere e di oltre un centinaio di Alumnae, ha pubblicato il suo primo Nuovità. Scienze Politiche è il suo sogno convinto, e non mancheranno, da parte del Collegio, le occasioni che prenderà al volo per perseguirlo al meglio. Tanto che sentirà il bisogno di “sdebitarsi”. E, compiuta la “maggiore età” dall’anno di matricola, nel 2008, lo farà all’insegna della sua esperienza, istituendo la Borsa Europea a favore delle Nuovine (il termine è di suo conio…)

Tra le prime sfide


Nei primi anni Novanta, partire per un Programma Erasmus non era così scontato. Cristina insegue il suo sogno europeo e porta libri, sci e racchette da tennis all’Università di Tolosa. Preventiva un solo semestre, ma lì scopre di poter ottenere pure un pionieristico diploma di studi europei… “Sofferta è stata la decisione di prolungare il mio soggiorno a Tolosa […] ma il poter approfondire i miei studi, grazie al diploma comunitario, costituiva un’opportunità irrinunciabile. La nostalgia del Collegio è stata ovviata da mie fugaci apparizioni e dalla graditissima visita di Maria Paola”. (Nuovità, n. 5) Al rientro, per il suo quarto e ultimo anno di corso, si rende conto che il suo ottimo francese, quasi da madrelingua, non basta. E le tocca mandare giù il fatto che dall’inglese non si scappa. Ottiene dal Collegio una borsa di studio per un corso estivo a Bristol. Nel frattempo si prepara a fare le ricerche per la laurea, lì, a Bruxelles, nel cuore della sua Europa. E il Collegio le assegna una borsa di studio messa a disposizione da una istituzione bancaria. Cristina parte per Bruxelles, torna a Pavia per discutere la tesi e… riparte.

Oggi


Bruxelles è casa. Pavia è casa. Bergamo è casa. Cristina è una cittadina europea nello spirito e nei fatti. La casa e il suo ufficio, in Parlamento come in Commissione, sono cosparse di foto del Collegio, di cui si fa “ambasciatrice” in più di una sede nella sua nuova vita belga. Nel 2008 per un triennio è Presidente dell’Associazione Alumnae: nonostante l’impegno professionale che la fa viaggiare molto come membro del Gabinetto della Commissaria Kuneva, trova il tempo per tornare in Collegio. Qui, in rappresentanza delle Alumnae, taglia il nastro del Trentennale e partecipa ai lavori del meeting WEW per Presidents and Deans della rete. Fa famiglia con un Italian, per dirla alla Severgnini, mettendo anche al mondo un piccolo poliglotta. Per un anno svolge un lavoro meno interessante, poi una offerta imperdibile: diventa la prima (e unica) Advisor italiana del Vice Presidente dell’Unione Europea e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri. Dopo breve pausa sabbatica, il ritorno all’amato Parlamento, nella EP Democracy and Elections Actions Unit, come osservatrice delle elezioni nei Paesi terzi. Lo sguardo sempre allungato sul mondo, dalla nostra Europa e ora anche come capo della Unità che si occupa di osservazione elettorale e sostegno ai parlamenti delle democrazie in transizione, come Tunisia, Ucraina e Birmania.

Il suo consiglio


“La mia storia è l’esempio di come sia importante inseguire i propri sogni, inclinazioni, senza temere i rischi che tale scelta potrebbe comportare.” (Nuovità, n. 5)