Alessandra Camerini, Giurisprudenza / Ingegneria

Ho sempre letto gli articoli di “Nuovità” con un sorriso: un misto di orgoglio per i successi delle mie amiche, di nostalgia per il “tempo andato che non ritornerà”, di consapevolezza del fatto che quello che eravamo a vent’anni, la nostra ironia, la nostra fantasia, il nostro entusiasmo, in fondo, ci rimangono sempre dentro. (Nuovità, n. 17, 2006)

L’anno in cui Alessandra, da Bergamo, arriva al Collegio Nuovo iscrivendosi a Giurisprudenza è segnato da una piccola novità per la Rivista del Collegio che ha compiuto il suo primo lustro: alla rubrica “Esperienze di studio all’estero” si aggiungono “Esperienze di lavoro” ed “Esperienze di vita”. A inaugurare la prima è una testimonianza sulla vita in azienda, firmata dalla HR Manager Cristina Crepaldi. Mentre Alessandra fa i suoi primi esami di Legge, in Collegio arriva ospite, per un incontro aperto anche al pubblico, la prima donna entrata nel Consiglio Superiore della Magistratura e anche Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: Elena Paciotti. Alessandra matricola, si trova tra esempi aziendali e conquiste professionali, non comuni, di donne: un segno per il suo futuro.

Tra le prime sfide


Il secondo anno inizia con una importante novità per lei: il passaggio, non comune e non facile, a un’altra Facoltà. Alessandra, che nel frattempo frequenta in Collegio linguiste, scienziate e ingegnere, sceglie di studiare Ingegneria Elettrica. I suoi primi pensieri, quando si imbatterà in discussi articoli usciti sul “Financial Times” (Naked ambition) sono per il Collegio, la cui rivista diventa per lei l’agorà per rilanciare temi sulle difficoltà delle donne ad affermarsi professionalmente, unendo tutte le sfide dettate anche dalle “esperienze di vita”.
Dopo la laurea, la prima esperienza di lavoro è di un anno con Allianz come Energy Manager. Passa poi, come direbbe a sua nonna, a “fare shopping” per conto di Pirelli Real Estate. Detto in “aziendalese”, si occupa della «massimizzazione della redditività del patrimonio immobiliare, di accrescimento del valore della proprietà e di supporto tecnico nell’acquisizione e dismissione degli immobili» (Nuovità, nr. 17, 2006).

Oggi


Dopo tre anni come Direttore Acquisti per BNP Paribas Real Estate, Alessandra passa al Gruppo Deutsche Bank dove viene nominata Vice Presidente e capo dell’Italian Real Estate Sourcing: comincia a costruire una famiglia, sposandosi e mettendo al mondo il primo dei due figli. Proprio mentre arriva il primogenito, per lei giunge un ulteriore ruolo di responsabilità come Regional Head of Strategic Sourcing in Continental Europe. Dopo la posizione di  Global Procurement Head del Cash management e dei branches services in tutte le Countries Retail del Gruppo Deutsche Bank, una svolta che la porta a lavorare per Fondazione Telethon. (seguitela nei prossimi passi qui).

Il suo consiglio


Umiltà: «Non è inconsapevolezza del proprio valore, non è debolezza; è al contrario un punto di forza che ci fa percepire gli altri come fonte di apprendimento, di appoggio, di trampolino di lancio e ci fa percepire dagli altri come donne capaci, preparate, affidabili, su cui investire perché pronte a crescere sempre più. Sta qui, a parer mio, la differenza tra chi fa carriera e arriva, ma sola, e chi la può fare, guardando sempre oltre, circondata, come ai tempi del Collegio, da persone che la apprezzano, la sostengono e che sorridono dei suoi successi. A ognuno la sua scelta» (Nuovità, n. 17, 2006).


Emmanuela Carbé, Lettere Moderne

“Zia Gina, mentre cucinava qualche specialità veneta a base di dadi aromatizzati, si gustò un servizio sui finalisti del Campiello Giovani. E ohibò, disse, ma è la mia nipotina. Ohibò, disse, ma la mia nipotina scrive? Mi chiamò, io ero tutta presa dagli eventi di quei mesi, che la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità…”

“…la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità” (Nuovità, n. 14)… Da Verona, Emmanuela non prende il treno per la vicina Università di Padova, sua scelta iniziale, ma, dopo aver visitato il Collegio Nuovo a Pavia, decide, nel 2002, di partecipare ai concorsi per i Collegi. Fresca della vincita del Campiello Giovani con il suo “Sconcerto in quattro tempi”, Emmanuela si iscrive a Lettere Moderne. Con un po’ di felice sconcerto, così racconta i suoi primi tempi: “Il mio ingresso in collegio è stato all’insegna delle perplessità e dei timori a partire dalle questioni più pratiche. Ho sempre avuto una dote particolare nel dimenticare nomi cognomi date e ricorrenze. Il primo problema era quindi imparare nel minor tempo possibile un grande numero di nomi da associare metodicamente alle persone che nel giro di pochi giorni avevo conosciuto. Mi sembrava che l’impresa fosse impossibile ma con l’andare del tempo non solo ricordavo i nomi, piano piano imparavo anche a conoscere, e così il secondo problema, la convivenza in un ambiente così affollato, si risolse da sé. Il terzo problema, il più grande, era quello di mettersi in gioco. Il mio modo di essere, che seguiva il “vivi nascosto”, in un luogo del genere non poteva funzionare. Poi, col passare del tempo, il mio modo di vedere il collegio si capovolgeva, la mia stanza da vuota si riempiva di cose, si stringevano i legami con molte persone, iniziavo a sentirmi a mio agio e a intravedere un percorso” (Nuovità n. 18, già pubblicato su “L’Osservatore romano”, 2007). Un percorso che la porterà, lei alla destra nella foto, a condividere in qualche modo un “destino” simile a quello di Melania G. Mazzucco, ospite in Collegio nel 2014, ritratta sul lato opposto.

Tra le prime sfide


Gli anni al Collegio Nuovo la vedono partecipe in occasioni di incontri significativi come quello con lo scrittore David Grossman, introdotto da Cesare Segre, nella splendida nuova sala conferenze inaugurata l’anno prima, nel 2003. Paolo Nori, suggerito dalla sua amica Nuovina Francesca Negri (che organizzerà anche un laboratorio di scrittura in Collegio), sarà uno degli autori venuto in Collegio che poi, più avanti, Emmanuela si troverà a presentare in un festival letterario. Qualcosa di simile accadrà con Sebastiano Mondadori, ospite più volte al Nuovo, con cui condividerà l’impegno all’interno della giuria del Premio “650 parole in rosa”, promosso dal Collegio con l’Università di Pavia per il “compleanno” dell’Ateneo. Felice era stata, prima ancora, la sua proposta di incontro con scrittori esordienti come Giorgio Vasta, così come il suggerimento di invitare l’autore dell’ultima videointervista al poeta Mario Luzi, ricordato in una serata al Nuovo con Maria Antonietta Grignani, in un omaggio al Poeta che fu ospite del Collegio nel 1993. Emmanuela, ancora prima di laurearsi in Filologia moderna con Clelia Martignoni, si era quindi mossa su più fronti. Non solo aveva fondato con un gruppo di studenti l’editrice in copyleft OMP, ma in vista di una collaborazione più stretta con Pavia Archivi Digitali, progetto lanciato da Beppe Severgnini, allora Presidente dell’Associazione Alumni di UniPV, Emmanuela capisce che non bisogna smettere di studiare. Neanche se ha appena conseguito un’ottima valutazione al Dottorato. Si lancia nell’ennesima sfida e, aggiudicandosi un contributo dell’Associazione Alumnae, ritorna sui banchi di scuola per un Master in Informatica del Testo ed Edizione Elettronica. Fa avanti e indietro tra Pavia Siena e Arezzo, in attesa che esca il suo esordio letterario. Su carta, per Laterza. Per il digitale, ci sarà tempo.

Oggi


Emmanuela festeggia il suo trentesimo compleanno presentando il suo… Mio salmone domestico. 
Inizia un tour che la porterà anche in città dove una sua compagna d’anno, ma classicista, Giulia Ghidini, la presenterà; si prepara poi  a qualche puntata all’estero, dove andrà forte anche dell’esperienza a Cambridge, grazie al suo Collegio.
I suoi trent’anni, quelli dell’istituzione fondata dalla veneta Sandra Bruni Mattei, li aveva festeggiati curando la pubblicazione degli Incontri al Collegio Nuovo 1997-2007, sulla scia del primo fortunato volume uscito per le cure di Grazia Bruttocao.
Attualmente insegna al Master di Informatica del testo ed edizione elettronica (Università di Siena). Tra le pubblicazioni più recenti, tra accademia e “invenzione”: L’unico viaggio che ho fatto. Storia di Gardaland e di quello che è successo dopo (Minimum fax),  Digitale d’autore. Macchine, archivi e letterature (Firenze University Press) e La scrittura necessaria. Il diario di guerra di Fausta Cialente (Artemide).

Il suo consiglio


Aprire la mente: “Le conferenze scientifiche sono interessanti e sono comprensibili anche agli analfabeti di scienza come me. Già avevo avuto il sospetto, frequentando in Collegio molte ‘scienziate’, che la curva di Gauss avesse qualcosa di persino più poetico dell’endecasillabo sciolto, e che a guardare bene il ferrocene non ha nulla da invidiare agli amori eterni in letteratura” (Nuovità, n. 6)


Livia Capponi, Lettere Classiche

A 31 anni Lecturer di Storia antica alla Newcastle University, e… rientrare in Italia è possibile.

Da Brescia, Livia arriva a Pavia nel 1993 per iscriversi a Lettere Antiche. Grazie all’accordo del Collegio con l’Università di Heidelberg, frequenta un corso di lingua tedesca sulla scia di molte sue compagne classiciste. Si laurea a pieni voti, in corso, l’anno dopo essersi diplomata in pianoforte al Conservatorio. Grazie anche al suo relatore, prof. Troiani e al Collegio che la sostiene con una borsa di studio, è ammessa come Graduate Visiting Student per l’anno accademico 1998-99 al Brasenose College di Oxford. Subito dopo vince un posto di PhD presso il medesimo College, che la impegna sino al 2003 con la pubblicazione della tesi. E’ la volta di un ritorno temporaneo in Italia, o quasi: per i tre anni successivi, è dottoranda presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Università di San Marino (RSM). Anche in quel caso al titolo segue la pubblicazione della tesi. Ed è tra le firmatarie di uno dei ritratti dedicati dal Collegio al Prof. Emilio Gabba, storico pilastro del Nuovo!

Tra le prime sfide


Livia ha poco più di trent’anni, una famiglia, due titoli di dottorato, diverse esperienze di insegnamento liceale in Italia e universitario all’estero, sei istituzioni italiane e straniere che l’hanno sostenuta: dalla British Academy e la British Federation of Women Graduates di Londra al MAE (UniPV) e al Collegio di Pavia, senza dimenticare gli Atenei di Oxford e Ca’ Foscari di Venezia. Anche l’Associazione Alumnae si ricorda di lei e le conferisce un premio di ricerca nel maggio 2006 per poter presentare un suo lavoro a una conferenza internazionale. Quattro mesi dopo firma il contratto a tempo indeterminato come Lecturer in Storia Antica, Newcastle University. Inizia la spola tra l’Italia, dove vive il marito, e l’Inghilterra dove tra un papiro e l’altro e il conseguimento del Newcastle Teaching Award, alleva i loro due figli.

Oggi


’anno accademico 2013-14 all’Università di Pavia si è aperto con l’acquisizione di Livia nel Dipartimento di Studi Umanistici – Scienze dell’Antichità: Livia ha vinto una delle borse “Rita Levi-Montalcini” per il rientro in Italia di giovani ricercatori stabilmente all’estero. Le sarà affidato il nuovo insegnamento di Papirologia. Solo due le borse in tutta Italia nel 2013-14 per discipline umanistiche!

Il suo consiglio


Spegnere la luce della camera, accendere l’attenzione nella sala conferenze del Collegio: “Me li sono pensati e rimuginati tante volte i personaggi che sono passati dalla sala conferenze del Collegio Nuovo. Poeti, scrittori, registi, che sino a quel momento avevo solo immaginato a partire dalle loro ‘opere’, ora – fenomeno davvero incredibile – si prendevano la briga di venire a trovarmi direttamente ‘a casa mia’, lasciandomi soltanto la fatica di spegnere la luce della camera e scendere le scale. […] Ricordo anche incontri scientifici altrettanto emozionanti di quelli letterari, come la fascinosa lezione di Luca Cavalli Sforza su geni, popoli e lingue, e quella dell’astrofisico Tullio Regge, che con il suo ‘universo infinito’ mi ha guarito da ogni forma di claustrofobia, trasformando per una sera una sala piena di gente in un planetario”. (Nuovità n.9)


Raffaella Butera, Medicina e Chirurgia

Le storie di successo sono anche storie di fatica (Nuovità, n. 16)

Da Torino Raffaella arriva a Pavia, forte della sua maturità classica e decisa a iscriversi a Medicina. Quando è al second’anno, nel suo Collegio si tiene il primo Raduno dell’Associazione delle ex alunne (foto, 1986). Arrivata al quart’anno, mentre il Collegio festeggia i suoi primi dieci anni di attività e può già vantare un primo accordo internazionale (con l’Università di Mainz), una opportunità particolare pone Raffaella già in una dimensione di cooperazione internazionale.

Tra le prime sfide


Le è infatti assegnata una borsa di studio presso il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano come allieva tirocinante nell’ambito del Progetto Eurotoxnet. L’obiettivo, ambizioso, innovativo e interdisciplinare (coinvolge medici, chimici, biologi…) è quello di creare una rete europea tra i diversi Centri antiveleni, con condivisione di dati tossicologici. L’impegno di Raffaella, ancora studentessa, è suddiviso tra tirocinio pratico (gestione delle emergenze), studio della tossicologia e dell’informatica e frequenza di seminari di aggiornamento. Il Collegio da parte sua la sostiene venendole incontro nella programmazione accademica, considerato l’ottimo profitto dei suoi esami e l’impegno triennale anche a Milano. Grazie a lei la tossicologia arriva anche in Collegio con una conferenza, nel 1989, della Prof. Rita Ghezzi Laurenzi, una delle tante scienziate pioniere che negli anni sono passate nella nostra sala.
Inevitabile che dalla partecipazione a questo progetto pilota, che coinvolge Italia, Belgio e Inghilterra, Raffaella accolga con entusiasmo altre nuove esperienze all’estero, quando poi sarà specializzanda in Tossicologia nel Dipartimento del Prof. Luigi Manzo. Il Collegio le assegna una borsa di perfezionamento a Parigi, presso l’Ospedale Fernand Widal, uno dei più autorevoli centri di Tossicologia al mondo; al suo rientro, Raffaella riceve dal Soroptimist International, su proposta del Club di Pavia, un supporto economico per un’avventura oltreoceano: a Denver, in Colorado.

Oggi


Durante una esperienza di oltre vent’anni come Dirigente medico di I livello nel Servizio di Tossicologia – Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia), Raffaella avvia anche una collaborazione con il Centro Antiveleni dell’Azienda Ospedaliera di Bergamo, dove lavora, come cardiologa, la sua compagna di Collegio Lucia Botticchio.
Tra una trasferta professionale e l’altra, Raffaella ritorna periodicamente in quello che chiama affettuosamente il suo “pensatoio”, incubatore di diverse imprese, almeno due. Nel 2004, ad esempio, contribuisce in modo determinante alla formalizzazione dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo, di cui è stata Presidente (foto con la Rettrice del Collegio Paola Bernardi e la Presidente Bruna Bruni) e che annovera nel Consiglio la presenza della stessa Lucia Botticchio. Dieci anni dopo, nel 2014, assume la piena direzione della società di consulenza da lei fondata e chiamata Toxicon (sul sito, in omaggio ai suoi studi classici, è riportata la grafia in caratteri greci!). Toxicon offre i suoi servizi grazie a un team interdisciplinare di medici, tossicologi, biologi, biotecnologi, tecnologi alimentari, chimici, economisti e avvocati, esperti in salute e sicurezza, tutti focalizzati sul risk assessment sanitario e ambientale. Molti di loro, laureati delle Università di Genova, Milano e Pavia, sono stati allievi del Master “Valutazione e controllo del rischio tossicologico da inquinanti ambientali”, un Master dell’Università di Pavia di cui Raffaella è tuttora coordinatrice didattica. Un’attività che si affianca a quella dell’insegnamento a contratto presso l’Ateneo pavese.
Nle 2019 istituisce il Premio intitolato a suo padre, ing. Luigi Butera (nella foto, con la prima alunna vincitrice, Alexandra Paredes).

Il suo consiglio


Uno lo ruba da Antoine de Saint-Exupéry Cittadella (1948): “Se vuoi costruire una nave non radunare gli uomini per tagliare la legna, distribuire i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare vasto e infinito”. L’altro lo prende da se stessa: “In totale, il patrimonio dell’Associazione ammonta a qualcosa come 7.400 anni [messi insieme gli anni da collegiali e quelli di esperienza professionale di tutte le Alumnae]: e noi che credevamo di essere un collegio Nuovo…. L’Associazione è un baule di cose che ci appartengono: guardiamoci insieme dentro, per farle fruttare” (Nuovità, n. 13)


Alessandra Buniva, Lettere Moderne

Il cartoncino di Natale. Le dobbiamo un grazie speciale, perché ogni volta riesce a ritagliare per noi alcune ore (spesso notturne) di creatività, sempre più contese tra impegni professionali e familiari.  (Nuovità, n. 16)

«Onorata di aver vinto un posto nel vostro Collegio, ringrazio e confermo con gioia la mia accettazione», così Alessandra scrive in un telegramma in risposta alla lettera di nomina che le comunica la vincita del concorso di ammissione al Collegio Nuovo.
Correva l’anno 1984, e fra la carica delle oltre 70% di colleghe scientifiche, a rappresentare il mondo umanistico (con giurisperite, economiste e letterate) tra le matricole, c’è anche lei, Alessandra, con maturità classica guadagnata al Liceo Zucchi di Monza. L’anno successivo fa domanda per l’Internationaler Sommerkurs di Mainz, prima partnership del Collegio.
Ad Alessandra, da studentessa, capita l’occasione per trarre piccole soddisfazioni da una passione che non è più che un passatempo e che non ha niente ha che fare con il suo corso di studi. In occasione del primo decennale del Collegio, sulla base di un’idea del Prof. Alberto Gigli Berzolari e della Rettrice Paola Bernardi, condivisa da tutto il CdA, con la supervisione del prof. Giampaolo Calvi disegna lo stemma del Collegio, che, come racconta la Rettrice, «si richiama agli studi scientifici della Fondatrice, sia nel colore che nei simboli (la “cuffia” di Beltrami, il modello di superficie pseudosferica costruito da Eugenio Beltrami, ghisleriano, professore di Fisica Matematica nell’Università di Pavia dal 1876 al 1891, e una figura geometrica)» (Il Collegio Nuovo, Dieci anni).

Tra le prime sfide


Pubblica un articolo su una “bosinata”, una composizione popolare milanese, si conquista le lodi negli esami di Storia della lingua italiana e di Storia della critica del cinema e si laurea in corso, a pieni voti e lode, con una tesi, seguita dallo storico della lingua Angelo Stella. Argomento?
A sorpresa: “Il fumetto: variazioni e varianti”. Qualcosa sta cambiando. Poco dopo è ammessa, con dura selezione, al Master in comunicazione d’impresa di Publitalia ‘80 (oggi “Master in marketing digital communication sales management”). Non manca, nonostante gli orari pressanti di lavoro e gli impegni famigliari, di curare la grafica del Collegio Nuovo: sciarpina, cartellette, cartoncini di Natale, uno più bello dell’altro… Ed è ancora lei a suggerire il titolo “Nuovità” per la Rivista del Collegio, uscita con il primo numero nel 1990.
Il testimone poi è passato ad altre Alumnae e alunne che da Lettere Classiche e Filosofia hanno saputo sfruttare un talento artistico non solo per il Collegio. Anche il Ventennale del Collegio vede il contributo di Alessandra e… di suo padre (borromaico) che supervisiona l’allestimento della mostra fotografica sulla storia del Collegio.

Oggi


Le studentesse di oggi curano il cartoncino di Natale del Collegio, guardando anche all’esempio di Alessandra.
Dopo la partenza come segretaria di produzione negli studi televisivi di Mediaset, un primo tentativo di mettere a profitto le nozioni apprese fino a quel momento in un mondo del tutto inaspettato (esperienza grazie alla quale getterà le basi per una nuova famiglia) fortunatamente presto concluso, il corso della carriera sdrucciola dal terreno delle competenze a quello delle passioni, sfociando (in modo non del tutto imprevedibile) nel “mestiere” di videografica, duramente costruito rubando l’arte alla vecchia maniera, per un mestiere quasi manuale che per tanti anni cresce però… rimanendo un gioco.
«Uno dei primi avvertimenti che posso darvi, soprattutto se fin da piccole vi siete appassionate al disegno e alla grafica e avete avuto come massima aspirazione di realizzare un cartone animato, è di non finirci per caso, magari dopo aver studiato con dedizione aoristi e perfetti, esservi laureate in Lettere moderne nel collegio più mitico di Pavia!»: questo era un consiglio che dava anni fa (Nuovità, n. 16)
«Oggi lo modificherei». Lo dice sempre occupandosi di “immagine”, in un ruolo oggi ancora diverso, sempre in Mediaset.

Il suo consiglio


«Ogni scelta è fatta di compromessi e rinunce. Oggi ci viene richiesto di specializzarci sempre di più, per poter non emergere, ma almeno sopravvivere in un mondo sempre più competitivo. Chi sa concentrare le proprie esperienze in una direzione precisa, accumulando competenze, sarà apprezzato per la sua preparazione, ma solo se l’avrà “certificata” con titoli e curriculum sarà anche riconosciuto e ascoltato dalle persone con cui si troverà a collaborare.
Ma è anche vero che le menti più creative traggono alimento da stimoli diversissimi, e tendono a disperdere le proprie forze cambiando strada e interessi, curiosando ovunque, disperdendosi in attività marginali a puro scopo edonistico. “Stay Hungry. Stay Foolish”, vi rimando al celebre discorso di Steve Jobs. Il rischio è di non raggiungere risultati apprezzabili in nessuna direzione, e che solo con molta fortuna si possano unire, alla fine, tutti i puntini.
Il mio consiglio è di non dimenticare mai, scegliendo, di tenere in debito conto quello che vi dice il cuore. Di non avere mai paura di tornare indietro, per prendere la strada davvero giusta. Un modo per tenere le proprie divagazioni non lontane dalla strada intrapresa, in modo che ogni esperienza possa davvero rafforzare l’altra, creando nuovi stimoli e opportunità. :)»


Lucia Botticchio, Medicina e Chirurgia

Non ho mai considerato quanto ricevuto dal Collegio come alunna una meritata medaglia al valore, piuttosto un pegno di fiducia, un debito di riconoscenza, un investimento da far fruttare a beneficio di altre nel futuro. C’è un tempo per ricevere e un tempo per restituire… e ora mi metto a disposizione perché i buoni valori delle nostre Istituzioni (Collegio e Associazione Alumnae) si trasmettano ad altre ed altre possano beneficiare delle mie stesse opportunità.

Da Breno, in provincia di Brescia, Lucia giunge a Pavia, con pieni voti di maturità classica e ottime referenze per il suo impegno a favore dei giovani della sua comunità. Uno dei due posti gratuiti intitolati alla Fondatrice Sandra Bruni Mattei in quel 1985 viene conferito proprio a Lucia, matricola di Medicina, che ne usufruirà poi sino alla laurea; l’anno successivo ne beneficerà un’altra studentessa del Liceo Classico di Breno, Silvana Scolari, che pure si iscriverà a Medicina. Tra le ospiti straniere studentesse del suo ambito, in quel periodo, un bel gruppo da Venezuela, Francia e Svezia; si aggiungono poi due lettrici interne di Inglese, lingua che Lucia approfondirà anche con un soggiorno di studio estivo ad Edimburgo, con una borsa del Collegio.

Tra le prime sfide


Un curriculum accademico di tutto rispetto, culminato in una tesi su applicazioni cliniche di un protocollo sperimentale, la porta a entrare nella Scuola di Specializzazione in Cardiologia (si fermerà in Collegio per un anno ancora come perfezionanda). La sua carriera inizia come Assistente di ruolo nell’Unità Coronaria dell’Ospedale di Vallecamonica Esine, dove ha lavorato per sette anni. Ai primi del Duemila viene nominata Dirigente Medico di I livello nella Cardiologia dell’Ospedale di Seriate: da lì si sposterà a Bergamo.
Nel 2004 raccoglie l’invito a far parte del primo Consiglio direttivo dell’Associazione Alumnae del Collegio, formalmente costituitasi con la collega tossicologa, Raffaella Butera; sei anni dopo, con la Presidenza di Paola Lanati, coordina le Alumnae dell’area medica per organizzare un meeting a favore delle studentesse del Collegio: con lei e Raffaella, Michela Cottini, allora specializzanda in Cardiologia, Flavia Magri, endocrinologa, e Anna Saporiti, medico di base generale.

Oggi


Lucia, sposata con un ghisleriano, pure lui cardiologo e con due figlie, è Dirigente – USC Cardiologia presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo. A maggio 2015 ha assunto l’incarico di Presidente dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo.  Nelle foto sotto la vediamo mentre consegna il Premio dell’Associazione riservato a una laureanda, e poi con Bruna Bruni, nipote della Fondatrice del Collegio, già Presidente della Fondazione Sandra e Enea Mattei. “Un tempo per ricevere, un tempo restituire”, come scrive Lucia nel suo messaggio alle Nuovine…

Il suo consiglio


Chi «pensi di lavorare solo con “cuore e passione”, cioè con la sola “umanizzazione” o solo con “competenza e cultura”, cioè con la sola “tecnicizzazione” della Medicina, verrà schiacciata dagli ingranaggi produttivi, se invece saprà gestire in modo manageriale umanità, tecnica, competizione e le risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, budget) potrà produrre “qualità “sanitaria”» (Nuovità, n. 22)


Grazia Bruttocao, Lettere Moderne

La vita di Collegio mi ha regalato amiche carissime con cui ho condiviso molto di più dello studio: da loro ho imparato le parole della sofferenza e del confronto e da loro la risata e il silenzio, a tacere quando dissentivo e a difendermi quando il mio dissenso era esperienza. Credo di aver avuto la migliore occasione per avvicinarmi alla libertà e, soprattutto, per non abusarne. (“Il Collegio Nuovo. Dieci anni”, 1988).

Da Mede Grazia arriva a Pavia nel 1981, per prender posto nella sua camera affacciata sui campi di papaveri intorno al Collegio. Una conquista di un posto di merito, nell’anno del riconoscimento del Collegio Nuovo con decreto  del Presidente Pertini. Una conquista dopo la prova di concorso in cui si aggiudica il punteggio massimo nello scritto, con un tema sulla poesia che affascina la Commissione d’esame per finezza di contenuto, eleganza espressiva e ardite incursioni nell’arte visiva di primo Novecento. Gli anni universitari, prima della laurea in Semiotica con la prof. Maria Elizabeth Conte, la vedono anche all’estero, pure con una borsa del Collegio per un soggiorno estivo in Inghilterra: sono gli anni in cui il Collegio sigla anche i primi accordi con Università estere. L’anno di perfezionamento è una prova generale di quel che l’aspetterà, ma lei non lo sa ancora, poco meno di vent’anni dopo.

Tra le prime sfide


La Rettrice la sceglie, infatti, da laureanda, come “Decana”, collaboratrice per il coordinamento della vita collegiale, attività che svolge con le doti di serietà e riservatezza che la contraddistinguono. Grazia segue anche negli anni successivi, da giornalista e con la sensibilità di docente (ha nel frattempo ottenuto anche l’abilitazione all’insegnamento), l’attività soprattutto culturale del Collegio, raccontandone gli incontri per la “Provincia Pavese” e curandone alcune pubblicazioni: dopo la sua testimonianza nel volume del decennale del Collegio Nuovo, arrivano la curatela dell’opera dedicata agli incontri promossi dal Collegio (pubblicata in occasione del ventennale)  e molte collaborazioni con varie testate giornalistiche. In mezzo a tutto questo, trova il tempo per perfezionarsi con un Master in Relazioni pubbliche, viene cooptata come socia Soroptimist e… comincia a pubblicare libri sulla cucina, prima quella del cuoco di Papa Ghislieri, poi… lo vedremo più avanti!

Oggi


Prima di arrivare nel 2006, con il Prof. Angiolino Stella, al ruolo di dirigente dell’area Comunicazione e relazioni esterne UniPV e Portavoce del Rettore dell’Università di Pavia, carica quest’ultima che, dopo aver accolto nell’Ateneo anche un Papa e due Presidenti della Repubblica, ricopre tuttora con l’attuale  Rettore, Grazia collabora all’inizio del nuovo millennio nelle Relazioni Esterne e nelle attività accademiche dell’Almo Collegio Borromeo. Nonostante questo impegno segue le attività del suo Collegio. Tanto che, poco dopo, con la pubblicazione di una divagazione sul tema del cioccolato (Premio speciale Angelini 2001), con la compagna Nuovina Giuliana Adamo, italianista al Trinity College di Dublino, la nostalgia per  il “suo” Collegio” si fa sentire. Grazia prende servizio al Collegio Nuovo come Responsabile Ufficio Stampa e Coordinatrice dell’attività culturale e accademica. Sono gli anni in cui si avviano gli insegnamenti accademici promossi dal Collegio, in sinergia con l’Università di Pavia, cui Grazia offre il contributo anche della sua creatività.  In questo tempo cura, fra l’altro, oltre al nuovo sito web del Collegio, la pubblicazione del libro degli Incontri conviviali (con una bella intervista al Cuoco … della Fondatrice!) propone, insieme alla Rettrice, il volume in omaggio al Prof. Emilio Gabba (curato dalla Nuovina Lucia Pick) e collabora con lei nell’impulso sempre più forte all’internazionalizzazione del Collegio, dopo l’invito a partecipare alla rete Women’s Education Worldwide. E’ a Boston con Paola Bernardi nel 2004 in occasione della  fondazione della rete. Un primo risultato è l’avvio lo stesso anno dei rapporti con il Dubai Women’s College.  Parteciperà ancora, sempre con la Rettrice, anche al V Meeting di WEW a Nanchino (2012), preceduto da un incontro a Ewha Womans College di Seoul,  e a un meeting alla Ochanomizu University di Tokyo nel 2013, quando viene firmato il nuovo accordo del Collegio che porterà Nuovine anche in Giappone.
Sempre vicina al Nuovo, oggi e domani! Anche nella sua nuova altra posizione di dirigente alla Fondazione Alma Mater Ticinensis, oltre che di docente nel corso di laurea CIM – Comunicazione, Innovazione e Multimedialità.

Il suo consiglio


Esplorare: “Il lavoro è uno strumento per conoscere il mondo. Nulla di definitivo. E il mio spirito vagabondo sta già per preparare nuove sorprese. “ (Nuovità, n. 10)


Milena Boltri, Matematica

Erano gli anni degli esami, difficili, da superare. Poi la tesi e quindi, finalmente la vita: non più esami, tutta una strada senza ostacoli… così si giudicava il mondo del lavoro, quando lo si pensava da studenti.

Nell’anno del riconoscimento legale del Collegio come istituzione di merito (1980), Milena arriva da Reggio Emilia a Pavia. Vuole iscriversi a Matematica, il corso di studi in cui era laureata la Fondatrice del Collegio. L’avrebbero voluta alunna in un’altra Università emiliana, ma l’opportunità offerta dal Collegio è allettante. E lei accetta.

Tra le prime sfide


“Ho trovato ben altri ostacoli lavorando in una grande azienda di Informatica. Il primo impatto è stato soffice e simpatico: il corso residenziale semestrale che ho frequentato a Novedrate insieme ad altri neo-assunti si svolgeva in clima collegiale e… goliardico”. (Nuovità, n. 7)

Oggi


Milena ha speso sinora, esperienza rara, tutta la sua carriera professionale al servizio della medesima azienda, la IBM. Qui ha rivestito diversi ruoli, da quelli con carattere più tecnico sino a Project Manager, poi ancora Operations Leader (seguitela nei prossimi passi qui). In varie occasioni ha svolto attività di formazione e mentoring di neolaureati sia italiani che stranieri. Successivamente ha assunto la posizione di Operations Manager fornendo consulenza alla Direzione Generale per l’implementazione delle strategie aziendali, con responsabilità di misurazione e analisi del business, di controllo dell’efficienza dei processi interni e delle operazioni di vendita. Del Collegio Nuovo e del networking femminile non si dimentica mai: Consigliere dell’Associazione Alumnae nonché Revisore dei Conti, nel 2005 è anche Vice Presidente di Soroptimist International-Club di Pavia. Sensibile anche ai rapporti internazionali del Collegio, ne evidenzia e sollecita il consolidamento: in un appuntamento pubblico con il console inglese organizzato da “Socrate al Caffè”, associazione e rivista fondate da Salvatore Veca e Sisto Capra, ma anche in occasione del meeting WEW con Presidents and Deans della rete, promosso dal Collegio.

Il suo consiglio


Non fermarsi, neanche di fronte a stress e amarezze; crescere con gli altri. Nel 1996 scriveva così: “Alla IBM chi si ferma è perduto, l’evoluzione costante e rapida è il primo comandamento […] anche lo stress quotidiano è gratificante, quando non supera i livelli di guardia […] Talvolta mi ha delusa la difficoltà di rapporti con qualche collega non sempre leale […] mi sono stati assegnati due ‘allievi’, neolaureati appena assunti: proprio cercando di aiutarli, osservando le loro incertezze e le loro emozioni, mi rendo conto di essere molto cambiata, molto ‘cresciuta’.” (Nuovità, n. 7)


Bruna Bovolenta, Lettere Moderne

Nel momento in cui lavoravo alla tesi su Bertolucci non avrei potuto immaginare nemmeno nelle mie fantasie più recondite di andare a lavorare per una rete televisiva…

Maturità classica a Sassari, Bruna approda “nel Continente”, a Pavia, nel 1988 per iscriversi a Lingue e Letterature Straniere. Dopo due anni, decide di cambiare strada. Passa a Lettere, riuscendo a convalidare tutti gli esami regolarmente sostenuti: concorda il piano di studi con lo storico del cinema Lino Peroni che poi sarà suo relatore di tesi. Si appassiona a Pasolini di cui parla alle sue più care amiche di Collegio, che siano mediche o scienziate politiche, ma poi scrive la tesi su Bernardo Bertolucci. Trova il tempo, nei suoi anni universitari, per rappresentare gli studenti nei Consigli dei Corsi di Laurea e di Facoltà. Decana delle Alunne del Nuovo, a lei si deve la costituzione della prima cineteca del Collegio. Poi progetta i più diversi percorsi…

Tra le prime sfide


A metà degli anni Novanta frequenta un corso professionale sull’informatica, svolta ancora una volta per approdare in una società di ricerche di mercato. Nuovo cambio, e… ritorno in Collegio per sei mesi, con una borsa di studio per l’iscrizione gratuita alla prima edizione del Master IUSS in Scienza e Tecnologia dei Media: “Il primo forte mutamento è stato indipendente dalla mia volontà: la fine dell’‘era studente’, quella in cui ogni ragazzo sano di mente vorrebbe rimanere per sempre, aggrappato con le unghie e con i denti a un mondo fatto di libri, feste, spaziomusica, borromaici vs ghisleriani, cortili profumati di magnolia, cineclub quasi gratis […] Ho incominciato a lavorare ‘per davvero’ dopo il Master in Scienza e Tecnologia dei Media, nel 1998, nella Direzione Marketing, dove per cinque anni mi sono occupata dell’elaborazione e interpretazione dei dati Auditel. Laureata in Storia e critica del cinema, sudavo su numeri, stime, formule: tutto quello che non avrei mai pensato di fare lo stavo facendo. Questo lavoro mi piaceva poco, a ripensarci ora, ma ho imparato moltissime cose e conosciuto tante persone, senza questo non avrei potuto incominciare a lavorare nella redazione cinema di Rete4”. (Nuovità, n. 20)

Oggi


Dopo circa otto anni passati tra la Direzione Marketing R.T.I. del gruppo Mediaset e Rete 4, dal 2007 è Responsabile della programmazione fiction autoprodotta per la Redazione Cinema di Canale5, oltre che per La5 e MediasetExtra; a lei è inoltre affidata la programmazione dei documentari per Canale5. “Mi sembra quasi incredibile avere fatto esperienze così diverse in un arco di tempo relativamente breve, e anche di avere avuto l’opportunità di mettermi alla prova […] Entusiasmo. Credo traspaia questo dalla mie parole: ma per essere realista devo anche dire che cambiare costa: fatica ed energie”. (Nuovità, n. 20)

Il suo consiglio


La consapevolezza delle opportunità offerte dal Collegio: “Chiunque abbia trascorso degli anni in Collegio se li porta sempre dentro, per sempre. […] Considero questo fatto così naturale che mi stupisco ancora che molte persone che mi hanno conosciuta dopo la metà degli anni Novanta non sappiano della fortuna sfacciata che ho avuto, nella vita, a entrare in quella graduatoria”. (Nuovità, n. 20)


Blerida Banushi, Biologia

Entrare al Nuovo per me è stata davvero una grande opportunità. Il poter usufruire del posto gratuito nell’arco dei cinque anni, le molte altre facilitazioni e la straordinaria organizzazione del “sistema collegio”, mi hanno permesso di affrontare lo studio senza altri tipi di preoccupazioni. Nondimeno, ho avuto la possibilità di conoscere delle persone splendide. (Nuovità, n. 21)

Blerida nasce a Durazzo: a 13 anni si trasferisce in Italia, con i genitori e le sorelle. Ricomincia da zero, o quasi: dell’italiano conosce la lingua dei cartoni animati che guardava alla televisione italiana quando viveva in Albania. Vocabolario alla mano, supporto della sua famiglia, Blerida passa la licenza media con ottimo esito, che si ripete ancora dopo gli anni di un liceo formidabile, con un professore di letteratura che per lei è un maestro di vita. Trova modo anche, allenata dal padre, di diventare campionessa d’Italia di lancio del giavellotto nella sua categoria. Al liceo si innamora della Biologia e vuole proseguire con gli studi: «Il desiderio di indipendenza, unito al non voler pesare economicamente sui delicati equilibri economici dei miei genitori, mi spinse a cercare una possibilità per svolgere gli studi universitari fuori casa. Venni a sapere dell’esistenza dei collegi universitari e dei criteri di merito relativi all’ammissione e vidi in questo una grande opportunità. Effettuai alcune ricerche e puntai la mia attenzione verso la città in cui erano presenti più collegi universitari, cioè la mia futura e carissima Pavia» – racconta – «non immaginate la grande gioia che ho provato quando fui contattata dalla Segretaria del Collegio Nuovo per essere informata che ero stata ammessa. Una grande opportunità, una nuova vita. Cambiare tutto, un’altra volta. […] non avrei immaginato che quel luogo potesse diventare una vera e propria casa per me e le mie più care amiche, la mia seconda famiglia. Il momento di transizione, lo spaesamento iniziale è durato davvero poco».

Tra le prime sfide


Tra le compagne, diventate amiche, una biotecnologa, Elisabetta Di Bernardini, con cui firma il suo primo contributo per Nuovità, in occasione di una tavola rotonda ospitata in Collegio, dove, insieme al prof. Carloalberto Redi e al Colonnello Luciano Garofano, c’è anche una Alumna biologa Natalia Lugli: «Una bella emozione per lei e per noi, che vedevamo una nostra compagna essere arrivata fino a quel punto; chissà che un giorno non tocchi anche a noi!». Blerida prosegue con i suoi studi in Biologia sperimentale e applicata: dopo due anni di tesi svolti nel laboratorio di Biologia Strutturale del prof. Andrea Mattevi, si laurea a pieni voti.
Si intravede un nuovo cambiamento: Blerida vince una Marie Curie Initial Training Fellowship per la quale collabora nel laboratorio del prof. Paul Gissen dell’Università di Birmingham. Nel 2009 questi le propone di proseguire con un PhD e di partecipare al progetto europeo volto a indagare, con un approccio multidisciplinare, lo sviluppo e la patologia del sistema epatico. A questo scopo il Collegio la sostiene con una delle borse di perfezionamento post laurea: con lei, un’altra biologa che sarà a Cambridge, mentre un’altra ancora a Oviedo.

Oggi


Dopo esser stata Post Doctoral Researcher presso London University College, nel Laboratorio di Biologia Molecolare, si è trasferita in Australia Translational Research Institute (seguitela nei prossimi passi qui). L’emozione di cui parlava anni prima, ascoltando l’Alumna Natalia Lugli, la provano anche le sue coscritte: «Ora arriva la parte della Nuovina Orgogliosa. Non ci potevo credere quando è successo. Un giorno di marzo, mi trovavo all’Inaugural Lecture del neo Professor Paul Gissen […]  all’Institute of Child Health. Mentre ascoltavo la sua bella presentazione, in cui parlava dei progetti a cui aveva lavorato e delle altrettante scoperte fatte, è comparsa una slide con la foto di Blerida Banushi, matricola insieme a me nel (lontano) 2004, che il professore ringraziava e definiva come ottima ricercatrice. Caspita, io non stavo più nella pelle, e cercavo di spiegare a tutte le mie colleghe che era una mia compagna di Collegio, stesso anno!!! Loro non capivano bene cosa volesse dire e sorridevano, ma per me è stato bello rendermi conto di quanto sia effettivamente piccolo il mondo e dei progressi che hanno fatto, in così pochi anni, le mie colleghe Nuovine, insieme alle quali sono cresciuta tra corridoi del nostro Collegio. (Laura Losa in Nuovità, n. 25)

Il suo consiglio


«Ho pensato spesso a come la crescita tra i banchi di scuola vada di pari passo con i valori della tolleranza, dell’accettazione, necessari per una migliore e pacifica convivenza nella nostra società. Ho assaporato il valore dell’istruzione.» (Nuovità, n. 21)

La sua testimonianza: Being fearless.