Mara Santi, Lettere Moderne
International Spring School: un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico (Nuovità, n. 25)
Maturità classica a Varese, Mara entra al Collegio Nuovo iscrivendosi a Lettere Moderne nel 1992: tra gli appuntamenti inaugurali della stagione culturale del Collegio anche la scrittrice Rosetta Loy, presentata da Carla Riccardi, docente dell’Università di Pavia che Mara avrà modo di conoscere bene negli anni a venire non solo per i numerosi incontri in Collegio con scrittori, da Francesca Sanvitale a Daniele Del Giudice, Paolo Maurensig ed Ernesto Ferrero.
Sin dal primo anno Mara collabora alla costruzione della cineteca (inaugurata da Bruna Bovolenta), organizzando anche cineforum interni, partecipa all’incontro con Pupi Avati (introdotto dallo storico del cinema Lino Peroni, con cui Mara sosterrà brillantemente un esame) e negli anni successivi è pure Decana delle Alunne per due mandati: in coppia con la biologa Chiarastella Feder, prima, e con Paola Lanati (CTF) poi. Una esperienza che in entrambi i casi dà la misura della ricchezza e delle potenzialità della vita collegiale, con la consapevolezza delle difficoltà di mediazione in un ambiente così eterogeneo, vissuto però come una palestra importante di soft skills.
Al secondo anno Mara coglie l’occasione del Ferienkurs dell’Università di Heidelberg offerto alle Alunne del Nuovo (ci tornerà ancora, dopo la laurea, con il marito!); l’anno successivo è la volta del corso progredito di lingua e cultura tedesca all’Università di Mainz. Non può ancora immaginare come tutto questo, grazie al Collegio, le tornerà utile!


Tra le prime sfide
Il percorso di studi all’Università di Pavia sembra chiudersi proprio con la Prof. Carla Riccardi che firma come sua relatrice la tesi sul Notturno di D’Annunzio. Mara coglie subito l’occasione del neonato Master in Scienza e Tecnologia dei Media, diretto dal Prof. Virginio Cantoni e promosso, con il Collegio, dallo IUSS, che diventerà Scuola Superiore Universitaria con il riconoscimento nel 2005. Vince una borsa di studio e per quel periodo si trasferisce nella nuovissima Sezione Laureati del Collegio. In quelle aule non sa ancora che poco più di tre lustri dopo tornerà… in altra veste.
Dopo il Master e tre anni di lavoro in azienda, un ripensamento e un’opportunità: vince il Dottorato in Filologia Moderna a Pavia, dove consegue il titolo nel 2004, l’anno dopo il suo matrimonio. Per proseguire nella sua carriera accademica, Mara deve spostarsi. A quel punto il tedesco di Heidelberg e di Mainz le torna utile, perché le Università dove continuerà la sua ricerca sono prima quella di Basilea (dove peraltro era arrivata già nel periodo del dottorato), poi quella di Zurigo. Non sono tempi facili, con una famiglia che cresce con l’arrivo di una bimba e … una per strada!
Oggi
Ancora un cambio, dopo la Svizzera, e in un Paese di non una, ma ben tre lingue con cui destreggiarsi: il fiammingo, il francese e ancora il tedesco. Dal 2008 Mara è infatti Professore Associato all’Università di Gent e successivamente è la prima italiana a capo di un Dipartimento nella medesima Università: oggi è Full Professor, con nuovi progetti anche in Corea del Sud! Abituata a gestire rapporti con Atenei e istituti di cultura di diversi Paesi, per Mara risulta facile contattare il suo Collegio Nuovo quando si tratta di mettere in pista un nuovo progetto: «E va da sé che è al Nuovo che mi rivolgo sapendo – come infatti è stato – che vi avrei trovato la disponibilità, la struttura, il supporto culturale e accademico e, crepi l’avarizia, anche il contesto umano adatto a un’iniziativa del genere. Parte così un progetto pilota: la “International Spring School, Pavia 2014, Investigazioni sul ’900 letterario tra cultura popolare e società”. Raccolgo un manipolo di prodi colleghi […] intasco il supporto dell’Università di Pavia […] e cominciamo, per cautela, con pochissimi studenti su cui eseguire il primo esperimento. Il caso, o il destino, vuole che a partecipare al progetto siano solo ragazze […] Ognuno mette quello che ha: un po’ di fondi olandesi, un po’ di soldi belgi, qualche sghello di tasca propria, il Collegio ci dà anche l’impossibile e si parte. Il resto è cronaca: sette università coinvolte, ventiquattro ore di lezione in cinque giorni, conferenze e incontri con autori […] visite a biblioteche (Pavia e Milano) e al Centro Manoscritti di Pavia. Dati a parte, l’esperimento è riuscito ed è stato un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico» (Nuovità, n. 25).
Nel 2020 è nominata Cavaliere (“Ordine della Stella d’Italia”) dal nostro Presidente della Repubblica su proposta del Ministro degli Affari Esteri (nella foto, sopra, con l’Ambasciatrice Elena Basile).
Il suo consiglio
Tenacia quando si crede nella bontà di un progetto: « Forse a Shangai [Academic Ranking of World Universities, N.d.R.] non ne terranno conto, ma noi di scuole primaverili con lo spirito del “duuwtje in de rug” [“spintarella da tergo”, lett. Slancio della passione, N.d.R.] ne organizzeremo ancora… » (Nuovità, n. 25)
Beatrice Plazzotta, Chimica
«L’esempio e il supporto di altre Nuovine mi hanno convinta a partire, nel primo semestre del mio ultimo anno. La parte sperimentale della mia tesi l’avrei fatta all’estero!»
Nel 2008, da Dervio, Beatrice arriva con il suo titolo di maturità scientifica a Pavia per iscriversi a Scienze Chimiche. Una carriera di studi tanto fulminea quanto all’insegna della tenacia: laurea triennale con lode (nella sessione estiva) è il primo risultato di tre anni in Collegio in cui viene eletta Decana delle Alunne e nominata tra le responsabili del servizio biblioteca, oltre che tutor per le matricole. Nel 2010, con il Collegio e grazie a un contributo della Fondazione Cariplo, è selezionata per una missione di studio a Shanghai in occasione dell’Expo. Con lei, altre due compagne di Collegio, di Medicina, e un gruppo di studenti della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito. Anche il periodo della laurea specialistica la vede impegnata su più fronti….
Tra le prime sfide
Un mese prima di discutere la tesi con il prof. Licchelli, Beatrice è ferventemente impegnata, insieme ad altre sue compagne, nel meeting Women’s Education Worldwide promosso dal Collegio per le studentesse della rete internazionale. Collabora all’organizzazione e tiene una presentazione sulla sua esperienza a Shanghai. Nel frattempo pianifica gli anni di laurea specialistica: termina gli esami del piano di studi in un solo anno accademico, in modo da assicurarsi la concentrazione per la tesi preparata tra Pavia, con il prof. Spinolo e la Danimarca, con il prof. Pedersen, della Aarhus University. Qui trascorre il primo semestre dell’ultimo anno, ma al rientro a Pavia, Beatrice è già pronta per un’altra esperienza. Con altre tre compagne è selezionata per la Summer School della Ochanomizu University a Tokio, grazie a un accordo con il Collegio.
Ancor prima di laurearsi, Beatrice è ammessa come PhD Student (borsa Marie-Curie) alla Graduate School for Nanoscience all’Università di Aarhus. E pensare che, prima di partire per l’Erasmus: “C’è voluto un po’ per decidere di compiere questo piccolo grande passo, perché come spesso accade ero bloccata da un incredibile numero di paranoie; il mio inglese sarebbe stato abbastanza buono da farmi capire? Andando in Erasmus, sarei riuscita a farmi riconoscere qualche credito? In sei mesi non avrei sentito troppo la mancanza di casa? E se mi fossi persa qualcosa di importante in Italia, mentre il mio piccolo mondo continuava ad andare avanti senza di me?” (Nuovità, n. 23)


Oggi
Beatrice lascia la posizione di dottoranda e compie un’altra scelta: viene selezionata per tirocinio in Commissione Europea, all’interno del “Blue Book Traineeship Scheme” (nel comunicare la notizia al Collegio, scriverà: “Sicuramente il collegio mi ha aiutata tanto anche nell’ottenere questa posizione, se non altro con tutto il supporto che mi avete sempre dato e per aver sempre mostrato che indipendentemente da cosa studiamo possiamo arrivare ovunque vogliamo, seguendo i nostri interessi e senza sentirci obbligate a seguire percorsi fissi”). Cinque mesi in Lussemburgo all’interno del Directorate-General for Communications Networks, Content and Technology, nella sezione Ricerca e Innovazione, le valgono una concreta proposta professionale in una azienda in Italia. L’inizio di una nuova avventura. Per scoprire come continua, cercatela qui.
Il suo consiglio
Partire, con sguardo lucido: “Non so se è perché all’estero tutto è così diverso da portarci a rivalutare ciò che avevamo a casa, o se un velo di nostalgia non rende migliori nella memoria le varie problematiche del nostro sistema, ma pur sembrando la Danimarca un paradiso, alcune cose funzionano meglio in Italia […] forse la maggior attenzione rivolta alla pratica, seppur cosa lodevole, perde un po’ di valore se non è ben supportata da quel mare di teoria che ci viene insegnata in Italia.” (Nuovità, n. 23)
Viviana Palumberi, Matematica
«Il primo anno è stato molto tosto: per me era importante mantenere il posto a Pavia anche per via della borsa di studio, altrimenti probabilmente sarei dovuta tornare a casa 😉 Dal secondo anno in poi è andato tutto “in discesa”;-)»
Diplomata all’Istituto Tecnico Nautico come Capitano di Lungo Corso, Viviana è incerta sul suo futuro: navigare o studiare Astronomia?
Opta per Matematica, quella che chiamerà poi «l’inglese della scienza, anzi, molto di più; l’unica vera lingua universale dell’umanità: racchiude le diverse psicologie e mentalità dei popoli espresse in un’unica lingua fatta di simboli e passaggi logici». Per studiare Matematica sceglie Pavia e il Collegio Nuovo, fondato da una imprenditrice matematica. Al concorso di ammissione, un successone, soprattutto quando dichiara al commissario, prof. Gianni Gilardi, che il suo argomento a scelta è la trigonometria sferica, usata per la navigazione.
Sin da matricola Viviana coglie le opportunità offerte dal Collegio: le conferenze (di Astronomia sentirà parlare da Tullio Regge, proprio appena arrivata in Collegio!), ben due soggiorni per il Ferienkurs dell’Università di Heidelberg, partner del Nuovo, che le offrono i rudimenti di una lingua poi necessaria per il suo futuro. Inoltre è ammessa all’Istituto Universitario di Studi Superiori, dove sarà tra le prime diplomate della Scuola riconosciuta poi dal MIUR come Scuola a ordinamento speciale.
Tra le prime sfide
Mentre Viviana prepara la tesi, a Ferragosto il suo fidanzato riceve la conferma di un posto di PhD a Basilea; all’inizio di settembre Viviana va dal suo relatore e gli annuncia la sua intenzione di sposarsi alla fine del mese e poi partire subito con il marito. Ebbene: 26 settembre, laurea a pieni voi, 29 matrimonio, 30 trasferimento in Svizzera. Inizio ottobre: assunzione al primo colloquio di lavoro per un’azienda informatica.
Un inizio comunque molto difficile, segnato anche dalla mancanza dello studio quotidiano della matematica. La strategia allora è… iscriversi al dottorato in Biomatematica, considerando anche la difficoltà del “mercato accademico” a trovare una matematica che si metta a studiare Biologia; ma ad allargare gli orizzonti anche il Collegio ha aiutato. Nella sua navigazione svizzera, altro scoglio linguistico, dopo il tedesco: la lingua ufficiale nella ricerca scientifica all’Università di Basilea è l’inglese.
Dieci anni dopo il suo ingresso in Collegio anche l’Associazione Alumnae si ricorderà di lei, assegnandole uno dei primi Premi di Ricerca, in quanto prima firmataria (con il marito!) di una ricerca presentata alla European Conference on Mathematical and Theoretical Biology a Edimburgo.
Due anni prima di ottenere il titolo di Dottore di ricerca, nasce la primogenita.


Oggi
Un annuncio in bacheca in cui cercano un’insegnante al Liceo di Aarau, lo stesso in cui si diplomò Einstein, la porta a fare domanda. Viene assunta subito, a condizione di seguire due anni di Lehrdiplom. Altro periodo “tosto”: una bambina piccola, insegnamento in un’altra cittadina (quindi altro dialetto!) ed esami in parallelo. Ci riesce. E il prossimo obiettivo? Ci racconta: «La mia nuova (e ancora attuale) impresa sarà allargare la famiglia e riuscire a far combaciare tutto, vita famigliare e lavoro fuori sede: non sempre è facile l’organizzazione, si basa molto sul lavoro di team, con mio marito riusciamo sempre a fare gran cose insieme:-)» Ma, come sempre, Viviana ci riesce e nell’ultimo anno arriva anche Tania, la terza bimba dopo Dalia e Rossana.
Il suo consiglio
Avventurarsi: «Abbandonando il lavoro di programmatrice, lasciavo il certo per l’incerto, ma la posta in gioco era alta, la realizzazione della mia natura, della mia indole avventurosa e calcolatrice a un tempo.» (Nuovità, n. 18, 2007)
Maria Roselli, Lingue
Oggi, se non erro, la “mia” stanza è abitata da una studentessa di biologia. Non so se ci sia ancora, ma dietro l’armadio, l’ultimo giorno prima di lasciare il Collegio Nuovo ho inciso il mio nome su una mattonella…
Nata in Calabria, cresciuta a Zurigo, nel 1981 Maria arriva al Collegio Nuovo, con ottimi voti di Maturità tecnica-commerciale conseguiti all’Istituto sul Rosenberg Sezione Italiana di San Gallo. Si iscrive a Lingue e letterature straniere, scegliendo tedesco, inglese, e fuori Facoltà, arabo. L’anno dell’ingresso di Maria in Collegio, la stagione culturale aperta al pubblico vede tra l’altro protagonista, l’illustre italianista Dante Isella (foto), passato da poco al Politecnico di Zurigo dall’Università di Pavia (con lui peraltro si erano laureate, fra gli altri, la Rettrice Bernardi e la Prof. Carla Riccardi, che in Collegio condurrà poi molti incontri di taglio letterario). Nell’ottica di mantenimento di relazioni tra Italia e Svizzera, poi, tra le ospiti straniere in Collegio pure una studentessa svizzera, perfezionanda in Letteratura italiana. Per coltivare lo studio delle lingue prescelte, Maria può contare su ben due lettrici tedesche e due inglesi, mentre dal resto del mondo, la sua indole curiosa, dote indispensabile per la professione che poi sceglierà, può conoscere giovani donne da Francia, Norvegia, oltre a Venezuela e Perù! Al terz’anno di corso è ora di fare le valigie: le è conferito dal Collegio un contributo per un breve soggiorno di studio a Cambridge.


Tra le prime sfide
Rientrata in Svizzera dopo la laurea, Maria per qualche anno insegna, finché nel 1990, con la collaborazione ad “Agorà”, rivista sulle migrazioni di cui diventerà anche caporedattrice, intraprende la strada del giornalismo. Alla nascita della figlia, un nuovo cambio: collabora con l’agenzia zyPRESSE, fondata da lei insieme ad altri tre colleghi.
Oggi
Nel 2005 zyPRESSE si fonde con Pressebüro Index, per cui Maria continua a lavorare, trovando anche il tempo per pubblicare volumi su temi a lei cari: salute, migrazioni, società. Tra i quali ricordiamo “Die Asbestlüge” (Le menzogne dell’amianto), un saggio sulla tragedia dell’amianto apparso in tedesco presso l’editore zurighese Rotpunktverlag e successivamente tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Per 12 lunghi anni, sempre da freelance, Maria si è immersa nel mondo della cooperazione allo sviluppo finanziata dalla Confederazione elvetica, quale redattrice della prestigiosa rivista “Un solo mondo”. Non solo, con il passaggio a giornalista della RSI – Radio Televisione Svizzera, raccoglie una nuova sfida, imparando a lavorare con le immagini. Sulla sua tenacia nei cambiamenti c’è da crederle, quando racconta che, seduti al bar della televisione a Lugano, un collega un giorno le dice: “sei il mastino più dolce che io conosca”. Oppure quando nel bel mezzo di un’intervista a Nicola Gratteri, il procuratore simpaticamente divaga e lei trova il modo di porre le domande giuste. Perché fare le domande “scomode, senza mai divenire insolenti, è questa la capacità che distingue i giornalisti che non fanno gossip ma informazione”.
Il suo consiglio
Trasformare la nostalgia in occasione; conoscere, per cambiare: “Avevo scelto di non tornarci più, in Collegio. Avevo paura di perdermi nella nostalgia. Nostalgia per un luogo che mi aveva cambiato la vita, un luogo che mi ha donato quattro meravigliosi anni di gioventù. Forse i più belli della mia vita, di certo i più spensierati. Ora che mia figlia ha vent’anni ogni tanto ci ripenso. Vedo in lei quella mia voglia di capire il mondo, di interpretare il sapere come chiave di lettura indispensabile per il cambiamento.” (Nuovità n. 24)
Katerina Politi, Biologia
Negli States, ma con molte Nuovine: «Una delle caratteristiche più belle di NY è di poter condividere queste splendide esperienze con numerose ospiti, tra cui alcune ex-allieve del Collegio Nuovo: ‘Shakespeare in the Park’ con Maria Paola Ferretti, la visita della città con la mia omonima Lucia Politi…» (Nuovità, n. 11).
Maturità alla Scuola Europea di Varese, Katerina, di origine italo-americana, compie i suoi 18 anni all’ingresso al Collegio Nuovo, nell’anno in cui si sigla l’accordo con l’Università di Heidelberg. Un accordo che marca il cammino sempre più internazionale dell’istituzione voluta dalla Fondatrice Sandra Bruni Mattei, che, nel creare il Nuovo, visitò anche molti campus statunitensi.
Tra le compagne d’anno, Katerina, iscritta a Biologia, troverà in Collegio un’altra studentessa italo-americana, di Medicina, Marina Vivarelli, con cui rimarrà in contatto anche in futuro, nonostante i destini geografici diversi. Affiatata soprattutto con una coppia di coscritte biologhe, la genovese Michela Bertero e la vogherese Giulia Campanini, decide comunque, il terzo anno di studio, di trascorrere un anno a Chapel Hill nella North Carolina, grazie a uno scambio tra Facoltà scientifiche di Università in Europa e USA.
Un anno denso di sfide accademiche, per lei che si trova ad orientarsi tra corsi per graduate e undergraduate, in quell’isola liberale di Chapel Hill in una Carolina tradizionalmente conservatrice. Un anno di confronti e condivisioni all’insegna della “diversity”, partecipando pure al programma Unitas.
Katerina vince subito dopo una Borsa di studio del Governo USA per un internato al National Cancer Institute di Bethesda: a Washington, dove si è quindi trasferita, condivide una casa con diversi studenti e in laboratorio si confronta con un ambiente internazionale, soprattutto di spagnoli, sudamericani e… italiani.
Tra le prime sfide
Ancora un trasferimento, tre anni prima del 2000: questa volta a New York, in parte finanziato da una borsa di studio del Governo USA, per un PhD in Genetica e Biologia dello Sviluppo alla Columbia University che segue alla laurea all’Università di Pavia. Tre anni dopo Katerina si sente una vera “New Yorker”: partecipa in modo attivo alla vita anche politica della città per favorire la candidatura a senatrice di Hillary Clinton (che lancerà una dozzina di anni dopo il progetto Women in Public Service Project, a cui ha partecipato dal 2013 pure il Collegio). Concorre… a corse di beneficenza a Central Park per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica (anche in compagnia della già ricordata Bertero in visita da lei!), frequenta la Nuovina Francesca Nespoli, scienziata politica impegnata in un Master alla Columbia (riceveranno proprio lo stesso giorno il diploma, come insieme accoglieranno, nel 1999, una delegazione pavese invitata dalla Italian Academy di Columbia, guidata dal Rettore dell’Università di Pavia Roberto Schmid, con la presenza anche della Rettrice Paola Bernardi). Entusiasmo e difficoltà contraddistinguono questo periodo, con un bilancio comunque positivo in un contesto aperto e innovativo dove, racconta, “l’unico limite è la propria immaginazione” (Nuovità n. 11).
Dopo il PhD ottiene un posto di Research Fellow al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York: la sua entusiasmante vita di laboratorio si concentra sulla ricerca in campo oncologico dove lavora con il Premio Nobel Harold Varmus. Diventa Senior Research Scientist l’anno in cui il Collegio compie il suo Trentennale, alle cui celebrazioni Katerina partecipa di persona e, prima ancora, collaborando alla pubblicazione Collegio Nuovo goes international curata dalla Rettrice e Saskia Avalle, che sarà sua ospite a New York l’anno di inaugurazione dell’accordo del Nuovo con il Barnard della Columbia. Nel frattempo Katerina si prepara a un duplice cambiamento, dopo il matrimonio con un americano…


Oggi
…In attesa del figlio, arriva la chiamata come Assistant Professor al Dipartimento di Patologia di Yale, in particolare al Yale Cancer Center: Katerina si trasferisce con tutta la famiglia e inizia la sua nuova avventura, affrontando pure periodi durissimi.
Come Principal Investigator (e Associate Professor) oggi dirige un laboratorio dove ricrea lo spirito affiatato della vita collegiale, di cui non si dimentica nelle relazioni anche a distanza, ad esempio con la sua “compagna di corsa” a Central Park, ora IDIBAPS Director of strategy a Barcellona, o l’altra Nuovina italo-americana, ora Nefrologa all’Ospedale Bambin Gesù… in Vaticano! E i risultati del suo team in termini di pubblicazioni, anche open access, come raccomandato dalla virologa Ilaria Capua, non mancano! In Collegio intanto, grazie anche alla nuova Presidente Anna Malacrida, biologa, si creano contatti con la stessa Università di Yale, attraverso l’ospitalità in Collegio della Prof. Serap Aksoj.
Grazie alla disponibilità e all’interessamento di Katerina, dal 2016 alcune studentesse hanno la possibilità di effettuare stage medici e di ricerca non solo presso il laboratorio da lei diretto, ma anche in altri centri di ricerca della Yale University.
Il suo consiglio
Avere il coraggio di rischiare e non arrendersi mai!
Michela Pagano, Scienze Politiche
Scegliere il Collegio, non più da matricola, e costruire un world-class cv!
Michela, da Genova, è già a Pavia iscritta come matricola di Scienze Politiche quando decide di concorrere l’anno successivo, nel 2007, per un posto in Collegio. Lo vince e non sa ancora in quante occasioni verrà coinvolta con l’opportunità di costruire un cv davvero d’eccellenza, anzi “world-class”! Durante il suo alunnato, il Collegio promuove ben due meeting internazionali legati alla rete Women’s Education Worldwide e firma l’accordo con il Barnard College: ebbene, Michela, grazie alla sua disponibilità e capacità, è attivamente coinvolta in entrambi i convegni: nel 2008, con i Presidents and Deans della rete, e nel 2011, con le Alunne. In mezzo, è un fiorire di opportunità all’estero grazie al Collegio e non solo: Dubai Women’s College, Barnard ed EucA (selezionata per il meeting Languages Mean Business), ma anche Pitzer College (con l’ISEP – UnipV), Hangzhou (con l’Università dell’Insubria), e l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO, prima a Parigi (stage Erasmus Placement), poi a Buenos Aires per ricerche per la tesi, come vincitrice del Premio di studio Giovanni Manera.


Tra le prime sfide
“Negli ultimi due anni ho vissuto in California, a New York e Parigi, senza dimenticare Pavia e la provincia di Genova, e nel futuro vorrei esplorare il terzo mondo. Non posso poi dimenticare il mio breve, ma intenso, soggiorno in Cina […] La partenza per New York è stata una scelta naturale. A inizio giugno ho cominciato uno stage di quattro mesi presso l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO. Ancora una volta, ho dovuto affrontare diverse sfide: l’adattamento alla cultura francese, dopo mesi passati negli Stati Uniti, l’approccio con le organizzazioni internazionali, dove vorrei lavorare in futuro, la transizione tra la vita della studentessa a quella della lavoratrice, con orari prefissati, pochissimo tempo libero, i ritmi dell’ufficio. Ogni giorno conosco membri del personale che vanno in missione in Mali, in Etiopia, nelle Filippine e in tantissimi altri Paesi in via di sviluppo, descrivendomi un lavoro sul campo che mi affascina e mi attrae. Lavorare in un contesto del genere mi rende orgogliosa del percorso di studi che ho intrapreso e mi lascia sperare in un futuro nelle organizzazioni internazionali”. (Nuovita, n. 21)
Oggi
Dopo uno stage semestrale, Michela è stata assunta nel 2011 come Knowledge Team Assistant di European Schoolnet di Bruxelles. Presto si troverà anche a selezionare chi dovrà sostituirla: dopo quasi due anni, infatti, sentirà il bisogno di rimettersi a studiare e va a Londra per frequentare un master all’Institute for Education. Non fa in tempo a mettersi sul serio sui banchi, che si compie il suo auspicio di qualche anno prima: lascia ancora una volta l’Europa, stavolta per l’Africa, Kenya. Come Assistant Programme Specialist (nell’ambito dello schema UN Fellowship) nel settore “Education” vola a Nairobi, dove si ferma due anni prima di tornare in Europa. Di nuovo la sua Parigi, questa volta come funzionaria dell’UNESCO. Alla prossima puntata!
Il suo consiglio
“E’ importante capire quando troppo è troppo. Se hai 25 anni non chiamarti policy advisor dopo uno stage alla Commissione Europea…” (Nuovità, n. 24).
Marta Pedretti, Medicina e Chirurgia
«Ad occhi chiusi, incrociando le dita e con molta paura ho detto “andiamo e speriamo di cavarcela”.»
Dopo di Liceo Linguistico Gioia di Piacenza, Marta arriva a Pavia nel 1998 per iscriversi a Medicina. Grazie agli stimoli ricevuti dall’Università e dagli incontri culturali promossi dallo stesso Collegio, decide di intraprendere la strada della ricerca. Al quarto anno, con una borsa Erasmus, si trasferisce a Parigi, presso l’Université Pierre et Marie Curie e lavorando nel prestigioso ospedale La Pitié Salpetrière. Una scelta non solo di carattere accademico, ma anche personale, ammetterà.
Tra le prime sfide
Appassionata di equitazione, non si ferma davanti agli ostacoli: il percorso avventuroso che la porta ad anteporre matrimonio e figli alla carriera passa per Parigi, rientro a Pavia per la Laurea e ripartenza per Zurigo al seguito del marito fisico. A Zurigo Marta ottiene un posto al Politecnico Federale grazie anche ad una borsa post-lauream del Collegio, vince poi una grossa borsa di studio del Fondo Nazionale Svizzero (Marie Heim Voegtlin) e consegue il PhD in Scienze Farmaceutiche lavorando su anticorpi per la cura dei tumori. Si ferma come assistente presso l’ospedale di Zollikerberg (Zurigo), ma poi decide di tornare in Italia, ancora al seguito del marito fisico rientrato in Italia con il programma del rientro dei cervelli. La famiglia si stabilisce a Firenze, dove nascono il terzo e il quarto figlio, e dal 2012 Marta è Clinical Research Physician presso Menarini Ricerche.


Oggi
Dopo l’arrivo del quarto figlio, Marta si lancia in una nuova avventura professionale: pur continuando a vivere a Firenze, la sua sede di lavoro diventa Siena, come Chief Medical Officer in una azienda farmaceutica. L’esperienza è breve: Marta decide di dedicarsi alla sua famiglia e di programmare con cura le future scelte professionali, tenendo conto di tutte le sue competenze medico-scientifiche, gestionali, linguistiche e culturali cresciute in questi anni.
Il suo consiglio
«Un anno intero all’estero, la tesi di laurea realizzata in collaborazione con il gruppo di ricerca francese dove avevo lavorato e, soprattutto, i buoni rapporti mantenuti nel tempo sono state ottime credenziali. Per questo consiglio a tutte le Nuovine interessate a esperienze simili di non concepire l’Erasmus come un anno ‘di respiro’, ma di sfruttare al massimo questa opportunità.» (Nuovità, n. 18, 2007)
Maria Francesca Nespoli, Scienze Politiche
“Ho ripensato spesso ai momenti in cui da studentessa bussavo all’ufficio della Rettrice al termine degli esami, cosa qui [alla Marines Corps University di Quantico, n.d.r.] chiamata counselling, e prevista dal calendario accademico. O alle serate nelle quali prendevo parte alle cene in Collegio con ospiti di riguardo, cosa qui detta networking. Proprio non pensavo che l’esempio più vicino al metodo educativo del Collegio Nuovo fosse il segreto di battaglia dei Marines!” (Nuovità nr. 22)
Da … Pavia, Maria Francesca arriva al Collegio Nuovo nel 1991 e prende possesso del nuovo portachiavi (gadget collegiale appena inaugurato) per la sua nuova stanza “tutta per sé”. Pochi km da casa che però, grazie all’esperienza acquisita anche in Collegio, la porteranno molto lontano. La scelta di studiare Scienze Politiche, suggerita anche dalla Rettrice, per una come lei che vuole viaggiare nel mondo e scrivere, si rivela giusta. Il primo anno la vede già, in compagnia di letterate e filosofe, a Heidelberg per il corso estivo di lingua. Mentre si consolidano i rapporti con figure di riferimento come il prof. Arturo Colombo e il prof. Stefan Delureanu (Visiting professor da Bucarest), segue con particolare attenzione gli appuntamenti più “politici” del Collegio. Sono anni segnati da Tangentopoli e dalla drammatica scomparsa di Falcone e Borsellino: firma, tra l’altro con una sua collega letterata, Saskia Avalle, un articolo sulla conferenza con il giornalista Pansa; scrive sulla visita del Presidente Scalfaro al Ghislieri, in occasione di un incontro con una delegazione di collegiali.


Tra le prime sfide
Maria Francesca ha in mente una meta ben precisa: gli Stati Uniti. La prima manovra di avvicinamento la fa scegliendo una tesi, con relatore il Prof. Silvio Beretta, sulle relazioni economiche tra UE e USA. In quegli anni la Facoltà pavese di Scienze Politiche è in un stretto contatto con la CUNY – City University di New York e, in accordo col Collegio, si decide di avviare, in via sperimentale, un rapporto di scambio anche tra studentesse. Così nell’autunno 1995, Maria Francesca, sempre più proiettata all’esterno, grazie anche al sodalizio crescente con la Nuovina euro-entusiasta, Cristina Castagnoli, parte per un anno per New York, per scrivere la sua tesi, con la guida del prof. Hugo Kaufmann (Direttore dell’European Union Studies Center del CUNY Graduate Center, dove Francesca, ospite del J.D. Calandra Italian American Institute – CUNY, tiene anche delle lezioni). Nello stesso anno, arriva in Collegio una studentessa CUNY, Elena Coleman. Lo scambio non avrà seguito, ma segna comunque un primo tentativo. Bisognerà attendere una dozzina di anni per portare Nuovine a New York, grazie anche a Maria Francesca…
Nella Big Apple conseguirà poi anche un Masters in International Affairs alla prestigiosa SIPA (School of International and Public Affairs) della Columbia University.
Oggi
Oggi Maria Francesca è cittadina americana.
Di più: lavora come Congressional Liaison all’Ambasciata italiana a Washington (grazie a lei abbiamo avuto incontro riservato alla comunità collegiale con l’Ambasciatrice Mariangela Zappia).
Inoltre è stata International Military Student Specialist presso la Marine Corps University di Quantico in Virginia, dove ha promosso attività culturali per gli studenti stranieri, visite al Senato e al Pentagono comprese (da quelle parti incontrerà anche il suo futuro marito, ingegnere americano di origine cilene e svedesi!).
Prima ancora è stata Associate Director, all’Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University. Qui nel 1999 organizza anche un meeting tra i suoi docenti di Columbia e CUNY e quelli di Pavia, guidati dal Rettore Roberto Schmid. Non mancano due brevi ma significativi intermezzi a Pavia, negli anni di avvio dello IUSS (fondato dallo stesso Schmid) come responsabile delle Relazioni Esterne. Ma l’irresistibile fascino per New York la fa tornare definitivamente negli States.
Negli anni di New York, passata la tragedia dell’11 settembre vista in diretta dal suo ufficio, in piena campagna presidenziale Obama/ Hillary Clinton, Maria Francesca suggerisce al Collegio, dove nel frattempo è approdata nello staff anche la collega letterata di cui sopra: “Thank you, Collegio Nuovo! Let’s keep up this chain. Who’s next? The closest to me is Barnard”. Detto, e quasi fatto. Dal 2008, grazie anche alla rete WEW, l’accordo con il College femminile della Columbia è siglato e le Nuovine a New York sono una realtà sempre più consistente.
Il suo consiglio
Cercare i mentori, bussando alle porte: “Forgot to mention: I was raised in Pavia. My father was a student at the Collegio Borromeo and my aunt at the Collegio Ghislieri. As a kid, I never missed a date: first Sundays of May after the 5th of May, the Alumni Reunion. When the time came for me to consider my next step – actually my first step out of Collegio Nuovo – I didn’t hesitate to knock at the Rector’s door. An agreement was made with the J.D. Calandra Italian American Institute at CUNY (City University of New York)” (Collegio Nuovo goes international, 2008).
Piera Molinelli, Lettere Moderne
“La sintesi dei miei ultimi trent’anni è: nuovina, moglie, madre, professore ordinario, pro-rettore e nonna. L’ordine è rigorosamente diacronico, come si conviene a chi si occupa di linguistica storica.”
Piera lascia la provincia di Piacenza nel 1978 per iscriversi a Lettere Classiche a Pavia. In Collegio rimarrà sino a metà del ciclo di studi: il tempo di dare, a pieni voti, gli esami di Glottologia, nell’Istituto dove insegnano i “mitici” professori Anna Giacalone e Paolo Ramat, e Piera rinuncia al posto in Collegio per convolare a nozze con Mario, chimico, mantenendo però, almeno idealmente, il titolo di alunna. Si laurea in corso nei giorni dell’euforia nazionale per i Mondiali di calcio. In Collegio stringe numerose amicizie, tra cui quella con Angela Pucci, allora studentessa di Medicina e oggi anatomopatologo a Pisa (oltre che madrina di suo figlio!). Al Nuovo rimane sempre legata: “Confesso una piccola vanità: mi faccio in un certo senso ambasciatrice del Collegio tutte le volte in cui mi trovo nel mondo anglosassone (Malta inclusa) dove è un must per me indossare il distintivo o il foulard giallo e verde”… come “ambasciatrice” del Nuovo è stata anche con due alunne alla Ochanomizu University di Tokyo!


Tra le prime sfide
Lo scritto per il concorso di dottorato lo svolge uscendo per allattare la primogenita, la tesi vede la nascita del secondo figlio. Grazie alla famiglia, e non nonostante, sottolinea lei, riesce nei successivi passi professionali: insegnamento al liceo e vincita di un posto come ricercatore all’Università di Bergamo. Lasciare l’Ateneo pavese, dove si è formata ed è cresciuta, non è per nulla facile. Ma il percorso che costruisce la ripaga di grandi soddisfazioni e le consente pure di non perdere i contatti con Pavia, non solo con le pubblicazioni sulla prestigiosa rivista “Athenaeum”.
Oggi
Professore Ordinario presso l’Università di Bergamo, dal 1990 è direttore del Centro di italiano per stranieri: tra il 1993 e il 2005 ha conosciuto tutto l’Ateneo come rappresentante dei ricercatori in Senato accademico e poi dei professori associati in Consiglio di amministrazione. Nel frattempo per due mandati è stata coordinatore del corso di laurea in Comunicazione di massa pubblica e istituzionale. Ha provato a pensare a un anno sabbatico per inaugurare quest’ultima decade, ma le è stata affidata dal Rettore la delega all’Orientamento universitario di Ateneo. Risultato: Best Placement Program nel 2010 e… due anni, dopo, grazie al lavoro accademico, vincita di un Progetto di cui è coordinatore nazionale: “piazza” circa 150 mesi di assegni di ricerca per i giovani!
E’ Pro-Rettore Vicario dell’Università di Bergamo, retta da Sergio Cavalieri.
Il suo consiglio
“Qualche volta, quando sento parlare di crossfertilization invece di pensare a campi scientifici all’avanguardia penso alla vita di noi donne, alla nostra capacità di trasferire idee e conoscenze da un campo all’altro, conciliando l’inconciliabile. Osate e coltivate i vostri sogni con quel pizzico di leggerezza e di follia che al Collegio Nuovo è di casa…” (Nuovità, n. 21)
Camilla Irine Mura, Fisica
Anno di grazia, per me, il 2010! Un anno che, in meno di cinque mesi, mi ha visto prendere il volo per ben due viaggi intercontinentali, verso Dubai ad aprile e con rotta New York a luglio. Tutto questo grazie alla rete di contatti del Collegio Nuovo […]. Ripenso alle espressioni perplesse dei miei genitori quando avevo parlato loro dell’ipotesi di andare a vivere in Collegio pur abitando a venti chilometri da Pavia e alla soddisfazione che ora provano per avermi sostenuta in questa scelta (Nuovità n. 21-22).
Classificatasi tra i primi posti alle Olimpiadi della Fisica, conseguimento di Master in Arpa Celtica, Camilla partecipa al Progetto Orientamento del Collegio, godendosi un’anteprima della vita universitaria nella primavera del 2006. A settembre, il concorso: con ottime carte, tra cui 100 ed encomio al Liceo Scientifico di Broni, si mette in gioco per entrare al Collegio Nuovo e allo IUSS, come studentessa di Fisica all’Università di Pavia.
Le viene assegnato il posto gratuito dal Collegio, oltre al Premio IUSS per seguire i corsi della Classe di Scienze e Tecnologie. Dal primo anno non si perde occasione per seguire l’attività culturale promossa dal Collegio, non necessariamente del suo ambito: il suo primo articolo per Nuovità è sulla comunicazione politica, tema dell’incontro tenuto dal pubblicitario Pasquale Diaferia e dal filosofo Paolo Bellini.
Camilla è molto sensibile ai progetti di orientamento di cui aveva beneficiato: aderisce infatti a un gruppo coordinato dalla collega classicista, Pamela Morellini, per seguire le studentesse liceali (oltre una novantina!) prima del loro arrivo in Collegio e mantenere i contatti anche dopo.
Coglie inoltre, sin da matricola, le opportunità in ambito internazionale: un corso di lingua a Cambridge, all’allora New Hall (Murray Edwards); partecipazione a “Message in a bottle”, video contest copromosso dalla rete dei collegi europei EucA (con annessa visita alle istituzioni comunitarie a Bruxelles), ma il suo “anno di grazia” è il 2010, dopo la laurea di primo livello raggiunta con ottimi voti e tempismo.
Tra le prime sfide
In aprile infatti è selezionata dal Collegio per partecipare alla conferenza promossa dal Dubai Women’s College: nella metropoli emiratina si recherà con la collega di Giurisprudenza Giulia Risso, oltre che con la Coordinatrice dell’Attività Culturale del Collegio, Saskia Avalle, in visita come observer per l’organizzazione della Women’s Education Worldwide Student Conference del 2011.
In estate, ancora grazie al Collegio, punta verso il Barnard College – Columbia University, New York: può seguire alcuni corsi di Storia dell’Arte, visitando anche il Department of Scientific Research del Metropolitan Museum of Art di New York, diretto da un Alumnus dell’Università di Pavia, Marco Leona. Sì perché Camilla aveva trovato, per la sua tesi triennale, il modo di unire i suoi interessi artistici e scientifici.
Tanto che sempre in quell’ “anno di grazia” 2010 aveva pure partecipato al Congresso “Youth in Conservation of Cultural Heritage” (Palermo) presentando, come terza firmataria, un poster sugli affreschi della Cappella del Collegio Castiglioni (a Pavia). E con questo si era aggiudicata pure il Premio di Ricerca dell’Associazione Alumnae del Collegio, che l’anno successivo la insignirà anche del Premio riservato alle laureande magistrali.
Una notizia che arriva mentre si trova alla San Diego State University, per un semestre grazie all’International Student Exchange Program della nostra Università.


Oggi
Camilla si laurea in Fisica a pieni voti e si diploma allo IUSS. In Fisica. Poi, succede qualcosa: «Sarà per la bonaria ostilità che aleggia tra i dipartimenti scientifici nei suoi vari gradi di purezza, sarà per l’amore per le distinzioni e la precisione che caratterizza il mondo della tecnica, ma per molti fisici non c’è peggiore insulto che essere definiti ingegneri e, ovviamente, viceversa. È stato quindi per me fonte di gravi crisi esistenziali l’essermi trasformata nell’arco di pochi mesi dalla laurea da Fisica della Materia a Characterization Engineer presso l’STMicroelectronics s.r.l.». Tutto questo succede grazie anche alla sua Alma Mater: due preziose ore trascorse alla giornata di orientamento “Porte Aperte alle Imprese” e il dado è tratto. Una fisica, che ama l’arpa celtica, le danze popolari, gli affreschi, i microscopi, i fumetti manga, diventa ingegnere dell’industria.
Il suo consiglio
«Dopo più di un anno nei panni della Characterization Engineer ho imparato a rivendicare la mia identità di fisica e a sfruttarla per offrire un punto di vista diverso nell’affrontare i problemi, ma al contempo ho fatto mia l’arte ingegneristica del costruire con i mezzi a disposizione, siano essi materiali o concettuali, soluzioni a volte improvvisate ma comunque efficaci alle piccole e grandi emergenze di ogni giorno. Facendo un bilancio degli ultimi mesi posso dire di aver trovato, grazie sicuramente a una buona dose di fortuna, un lavoro stimolante, mai ripetitivo, che offre spunti per imparare cose nuove ogni giorno e che mi porta a collaborare con moltissime persone all’interno dell’azienda, poco male se per questo spesso mi sento chiedere: “Ma tu dove hai studiato Ingegneria?”. Per dirla tutta questo tipo di rivalità tra Facoltà ha ben poco senso, anche perché quando si ha una laurea in mano non si è certo finito di imparare, proprio per questo è necessario che le aziende siano disposte a rischiare puntando sui giovani, ingegneri e non, e investendo sulla loro formazione sul lungo termine. Esistono in Italia aziende di questo tipo? Io ne ho avuto la prova. Forse sono poche, ma con un po’ di fortuna si possono scovare, oppure possono essere loro a scovare i neolaureati in crisi di identità». (Nuovità, n. 24).










