Raffaella Butera, Medicina e Chirurgia

Le storie di successo sono anche storie di fatica (Nuovità, n. 16)

Da Torino Raffaella arriva a Pavia, forte della sua maturità classica e decisa a iscriversi a Medicina. Quando è al second’anno, nel suo Collegio si tiene il primo Raduno dell’Associazione delle ex alunne (foto, 1986). Arrivata al quart’anno, mentre il Collegio festeggia i suoi primi dieci anni di attività e può già vantare un primo accordo internazionale (con l’Università di Mainz), una opportunità particolare pone Raffaella già in una dimensione di cooperazione internazionale.

Tra le prime sfide


Le è infatti assegnata una borsa di studio presso il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano come allieva tirocinante nell’ambito del Progetto Eurotoxnet. L’obiettivo, ambizioso, innovativo e interdisciplinare (coinvolge medici, chimici, biologi…) è quello di creare una rete europea tra i diversi Centri antiveleni, con condivisione di dati tossicologici. L’impegno di Raffaella, ancora studentessa, è suddiviso tra tirocinio pratico (gestione delle emergenze), studio della tossicologia e dell’informatica e frequenza di seminari di aggiornamento. Il Collegio da parte sua la sostiene venendole incontro nella programmazione accademica, considerato l’ottimo profitto dei suoi esami e l’impegno triennale anche a Milano. Grazie a lei la tossicologia arriva anche in Collegio con una conferenza, nel 1989, della Prof. Rita Ghezzi Laurenzi, una delle tante scienziate pioniere che negli anni sono passate nella nostra sala.
Inevitabile che dalla partecipazione a questo progetto pilota, che coinvolge Italia, Belgio e Inghilterra, Raffaella accolga con entusiasmo altre nuove esperienze all’estero, quando poi sarà specializzanda in Tossicologia nel Dipartimento del Prof. Luigi Manzo. Il Collegio le assegna una borsa di perfezionamento a Parigi, presso l’Ospedale Fernand Widal, uno dei più autorevoli centri di Tossicologia al mondo; al suo rientro, Raffaella riceve dal Soroptimist International, su proposta del Club di Pavia, un supporto economico per un’avventura oltreoceano: a Denver, in Colorado.

Oggi


Durante una esperienza di oltre vent’anni come Dirigente medico di I livello nel Servizio di Tossicologia – Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia), Raffaella avvia anche una collaborazione con il Centro Antiveleni dell’Azienda Ospedaliera di Bergamo, dove lavora, come cardiologa, la sua compagna di Collegio Lucia Botticchio.
Tra una trasferta professionale e l’altra, Raffaella ritorna periodicamente in quello che chiama affettuosamente il suo “pensatoio”, incubatore di diverse imprese, almeno due. Nel 2004, ad esempio, contribuisce in modo determinante alla formalizzazione dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo, di cui è stata Presidente (foto con la Rettrice del Collegio Paola Bernardi e la Presidente Bruna Bruni) e che annovera nel Consiglio la presenza della stessa Lucia Botticchio. Dieci anni dopo, nel 2014, assume la piena direzione della società di consulenza da lei fondata e chiamata Toxicon (sul sito, in omaggio ai suoi studi classici, è riportata la grafia in caratteri greci!). Toxicon offre i suoi servizi grazie a un team interdisciplinare di medici, tossicologi, biologi, biotecnologi, tecnologi alimentari, chimici, economisti e avvocati, esperti in salute e sicurezza, tutti focalizzati sul risk assessment sanitario e ambientale. Molti di loro, laureati delle Università di Genova, Milano e Pavia, sono stati allievi del Master “Valutazione e controllo del rischio tossicologico da inquinanti ambientali”, un Master dell’Università di Pavia di cui Raffaella è tuttora coordinatrice didattica. Un’attività che si affianca a quella dell’insegnamento a contratto presso l’Ateneo pavese.
Nle 2019 istituisce il Premio intitolato a suo padre, ing. Luigi Butera (nella foto, con la prima alunna vincitrice, Alexandra Paredes).

Il suo consiglio


Uno lo ruba da Antoine de Saint-Exupéry Cittadella (1948): “Se vuoi costruire una nave non radunare gli uomini per tagliare la legna, distribuire i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare vasto e infinito”. L’altro lo prende da se stessa: “In totale, il patrimonio dell’Associazione ammonta a qualcosa come 7.400 anni [messi insieme gli anni da collegiali e quelli di esperienza professionale di tutte le Alumnae]: e noi che credevamo di essere un collegio Nuovo…. L’Associazione è un baule di cose che ci appartengono: guardiamoci insieme dentro, per farle fruttare” (Nuovità, n. 13)


Alessandra Buniva, Lettere Moderne

Il cartoncino di Natale. Le dobbiamo un grazie speciale, perché ogni volta riesce a ritagliare per noi alcune ore (spesso notturne) di creatività, sempre più contese tra impegni professionali e familiari.  (Nuovità, n. 16)

«Onorata di aver vinto un posto nel vostro Collegio, ringrazio e confermo con gioia la mia accettazione», così Alessandra scrive in un telegramma in risposta alla lettera di nomina che le comunica la vincita del concorso di ammissione al Collegio Nuovo.
Correva l’anno 1984, e fra la carica delle oltre 70% di colleghe scientifiche, a rappresentare il mondo umanistico (con giurisperite, economiste e letterate) tra le matricole, c’è anche lei, Alessandra, con maturità classica guadagnata al Liceo Zucchi di Monza. L’anno successivo fa domanda per l’Internationaler Sommerkurs di Mainz, prima partnership del Collegio.
Ad Alessandra, da studentessa, capita l’occasione per trarre piccole soddisfazioni da una passione che non è più che un passatempo e che non ha niente ha che fare con il suo corso di studi. In occasione del primo decennale del Collegio, sulla base di un’idea del Prof. Alberto Gigli Berzolari e della Rettrice Paola Bernardi, condivisa da tutto il CdA, con la supervisione del prof. Giampaolo Calvi disegna lo stemma del Collegio, che, come racconta la Rettrice, «si richiama agli studi scientifici della Fondatrice, sia nel colore che nei simboli (la “cuffia” di Beltrami, il modello di superficie pseudosferica costruito da Eugenio Beltrami, ghisleriano, professore di Fisica Matematica nell’Università di Pavia dal 1876 al 1891, e una figura geometrica)» (Il Collegio Nuovo, Dieci anni).

Tra le prime sfide


Pubblica un articolo su una “bosinata”, una composizione popolare milanese, si conquista le lodi negli esami di Storia della lingua italiana e di Storia della critica del cinema e si laurea in corso, a pieni voti e lode, con una tesi, seguita dallo storico della lingua Angelo Stella. Argomento?
A sorpresa: “Il fumetto: variazioni e varianti”. Qualcosa sta cambiando. Poco dopo è ammessa, con dura selezione, al Master in comunicazione d’impresa di Publitalia ‘80 (oggi “Master in marketing digital communication sales management”). Non manca, nonostante gli orari pressanti di lavoro e gli impegni famigliari, di curare la grafica del Collegio Nuovo: sciarpina, cartellette, cartoncini di Natale, uno più bello dell’altro… Ed è ancora lei a suggerire il titolo “Nuovità” per la Rivista del Collegio, uscita con il primo numero nel 1990.
Il testimone poi è passato ad altre Alumnae e alunne che da Lettere Classiche e Filosofia hanno saputo sfruttare un talento artistico non solo per il Collegio. Anche il Ventennale del Collegio vede il contributo di Alessandra e… di suo padre (borromaico) che supervisiona l’allestimento della mostra fotografica sulla storia del Collegio.

Oggi


Le studentesse di oggi curano il cartoncino di Natale del Collegio, guardando anche all’esempio di Alessandra.
Dopo la partenza come segretaria di produzione negli studi televisivi di Mediaset, un primo tentativo di mettere a profitto le nozioni apprese fino a quel momento in un mondo del tutto inaspettato (esperienza grazie alla quale getterà le basi per una nuova famiglia) fortunatamente presto concluso, il corso della carriera sdrucciola dal terreno delle competenze a quello delle passioni, sfociando (in modo non del tutto imprevedibile) nel “mestiere” di videografica, duramente costruito rubando l’arte alla vecchia maniera, per un mestiere quasi manuale che per tanti anni cresce però… rimanendo un gioco.
«Uno dei primi avvertimenti che posso darvi, soprattutto se fin da piccole vi siete appassionate al disegno e alla grafica e avete avuto come massima aspirazione di realizzare un cartone animato, è di non finirci per caso, magari dopo aver studiato con dedizione aoristi e perfetti, esservi laureate in Lettere moderne nel collegio più mitico di Pavia!»: questo era un consiglio che dava anni fa (Nuovità, n. 16)
«Oggi lo modificherei». Lo dice sempre occupandosi di “immagine”, in un ruolo oggi ancora diverso, sempre in Mediaset.

Il suo consiglio


«Ogni scelta è fatta di compromessi e rinunce. Oggi ci viene richiesto di specializzarci sempre di più, per poter non emergere, ma almeno sopravvivere in un mondo sempre più competitivo. Chi sa concentrare le proprie esperienze in una direzione precisa, accumulando competenze, sarà apprezzato per la sua preparazione, ma solo se l’avrà “certificata” con titoli e curriculum sarà anche riconosciuto e ascoltato dalle persone con cui si troverà a collaborare.
Ma è anche vero che le menti più creative traggono alimento da stimoli diversissimi, e tendono a disperdere le proprie forze cambiando strada e interessi, curiosando ovunque, disperdendosi in attività marginali a puro scopo edonistico. “Stay Hungry. Stay Foolish”, vi rimando al celebre discorso di Steve Jobs. Il rischio è di non raggiungere risultati apprezzabili in nessuna direzione, e che solo con molta fortuna si possano unire, alla fine, tutti i puntini.
Il mio consiglio è di non dimenticare mai, scegliendo, di tenere in debito conto quello che vi dice il cuore. Di non avere mai paura di tornare indietro, per prendere la strada davvero giusta. Un modo per tenere le proprie divagazioni non lontane dalla strada intrapresa, in modo che ogni esperienza possa davvero rafforzare l’altra, creando nuovi stimoli e opportunità. :)»


Lucia Botticchio, Medicina e Chirurgia

Non ho mai considerato quanto ricevuto dal Collegio come alunna una meritata medaglia al valore, piuttosto un pegno di fiducia, un debito di riconoscenza, un investimento da far fruttare a beneficio di altre nel futuro. C’è un tempo per ricevere e un tempo per restituire… e ora mi metto a disposizione perché i buoni valori delle nostre Istituzioni (Collegio e Associazione Alumnae) si trasmettano ad altre ed altre possano beneficiare delle mie stesse opportunità.

Da Breno, in provincia di Brescia, Lucia giunge a Pavia, con pieni voti di maturità classica e ottime referenze per il suo impegno a favore dei giovani della sua comunità. Uno dei due posti gratuiti intitolati alla Fondatrice Sandra Bruni Mattei in quel 1985 viene conferito proprio a Lucia, matricola di Medicina, che ne usufruirà poi sino alla laurea; l’anno successivo ne beneficerà un’altra studentessa del Liceo Classico di Breno, Silvana Scolari, che pure si iscriverà a Medicina. Tra le ospiti straniere studentesse del suo ambito, in quel periodo, un bel gruppo da Venezuela, Francia e Svezia; si aggiungono poi due lettrici interne di Inglese, lingua che Lucia approfondirà anche con un soggiorno di studio estivo ad Edimburgo, con una borsa del Collegio.

Tra le prime sfide


Un curriculum accademico di tutto rispetto, culminato in una tesi su applicazioni cliniche di un protocollo sperimentale, la porta a entrare nella Scuola di Specializzazione in Cardiologia (si fermerà in Collegio per un anno ancora come perfezionanda). La sua carriera inizia come Assistente di ruolo nell’Unità Coronaria dell’Ospedale di Vallecamonica Esine, dove ha lavorato per sette anni. Ai primi del Duemila viene nominata Dirigente Medico di I livello nella Cardiologia dell’Ospedale di Seriate: da lì si sposterà a Bergamo.
Nel 2004 raccoglie l’invito a far parte del primo Consiglio direttivo dell’Associazione Alumnae del Collegio, formalmente costituitasi con la collega tossicologa, Raffaella Butera; sei anni dopo, con la Presidenza di Paola Lanati, coordina le Alumnae dell’area medica per organizzare un meeting a favore delle studentesse del Collegio: con lei e Raffaella, Michela Cottini, allora specializzanda in Cardiologia, Flavia Magri, endocrinologa, e Anna Saporiti, medico di base generale.

Oggi


Lucia, sposata con un ghisleriano, pure lui cardiologo e con due figlie, è Dirigente – USC Cardiologia presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo. A maggio 2015 ha assunto l’incarico di Presidente dell’Associazione Alumnae del Collegio Nuovo.  Nelle foto sotto la vediamo mentre consegna il Premio dell’Associazione riservato a una laureanda, e poi con Bruna Bruni, nipote della Fondatrice del Collegio, già Presidente della Fondazione Sandra e Enea Mattei. “Un tempo per ricevere, un tempo restituire”, come scrive Lucia nel suo messaggio alle Nuovine…

Il suo consiglio


Chi «pensi di lavorare solo con “cuore e passione”, cioè con la sola “umanizzazione” o solo con “competenza e cultura”, cioè con la sola “tecnicizzazione” della Medicina, verrà schiacciata dagli ingranaggi produttivi, se invece saprà gestire in modo manageriale umanità, tecnica, competizione e le risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, budget) potrà produrre “qualità “sanitaria”» (Nuovità, n. 22)


Grazia Bruttocao, Lettere Moderne

La vita di Collegio mi ha regalato amiche carissime con cui ho condiviso molto di più dello studio: da loro ho imparato le parole della sofferenza e del confronto e da loro la risata e il silenzio, a tacere quando dissentivo e a difendermi quando il mio dissenso era esperienza. Credo di aver avuto la migliore occasione per avvicinarmi alla libertà e, soprattutto, per non abusarne. (“Il Collegio Nuovo. Dieci anni”, 1988).

Da Mede Grazia arriva a Pavia nel 1981, per prender posto nella sua camera affacciata sui campi di papaveri intorno al Collegio. Una conquista di un posto di merito, nell’anno del riconoscimento del Collegio Nuovo con decreto  del Presidente Pertini. Una conquista dopo la prova di concorso in cui si aggiudica il punteggio massimo nello scritto, con un tema sulla poesia che affascina la Commissione d’esame per finezza di contenuto, eleganza espressiva e ardite incursioni nell’arte visiva di primo Novecento. Gli anni universitari, prima della laurea in Semiotica con la prof. Maria Elizabeth Conte, la vedono anche all’estero, pure con una borsa del Collegio per un soggiorno estivo in Inghilterra: sono gli anni in cui il Collegio sigla anche i primi accordi con Università estere. L’anno di perfezionamento è una prova generale di quel che l’aspetterà, ma lei non lo sa ancora, poco meno di vent’anni dopo.

Tra le prime sfide


La Rettrice la sceglie, infatti, da laureanda, come “Decana”, collaboratrice per il coordinamento della vita collegiale, attività che svolge con le doti di serietà e riservatezza che la contraddistinguono. Grazia segue anche negli anni successivi, da giornalista e con la sensibilità di docente (ha nel frattempo ottenuto anche l’abilitazione all’insegnamento), l’attività soprattutto culturale del Collegio, raccontandone gli incontri per la “Provincia Pavese” e curandone alcune pubblicazioni: dopo la sua testimonianza nel volume del decennale del Collegio Nuovo, arrivano la curatela dell’opera dedicata agli incontri promossi dal Collegio (pubblicata in occasione del ventennale)  e molte collaborazioni con varie testate giornalistiche. In mezzo a tutto questo, trova il tempo per perfezionarsi con un Master in Relazioni pubbliche, viene cooptata come socia Soroptimist e… comincia a pubblicare libri sulla cucina, prima quella del cuoco di Papa Ghislieri, poi… lo vedremo più avanti!

Oggi


Prima di arrivare nel 2006, con il Prof. Angiolino Stella, al ruolo di dirigente dell’area Comunicazione e relazioni esterne UniPV e Portavoce del Rettore dell’Università di Pavia, carica quest’ultima che, dopo aver accolto nell’Ateneo anche un Papa e due Presidenti della Repubblica, ricopre tuttora con l’attuale  Rettore, Grazia collabora all’inizio del nuovo millennio nelle Relazioni Esterne e nelle attività accademiche dell’Almo Collegio Borromeo. Nonostante questo impegno segue le attività del suo Collegio. Tanto che, poco dopo, con la pubblicazione di una divagazione sul tema del cioccolato (Premio speciale Angelini 2001), con la compagna Nuovina Giuliana Adamo, italianista al Trinity College di Dublino, la nostalgia per  il “suo” Collegio” si fa sentire. Grazia prende servizio al Collegio Nuovo come Responsabile Ufficio Stampa e Coordinatrice dell’attività culturale e accademica. Sono gli anni in cui si avviano gli insegnamenti accademici promossi dal Collegio, in sinergia con l’Università di Pavia, cui Grazia offre il contributo anche della sua creatività.  In questo tempo cura, fra l’altro, oltre al nuovo sito web del Collegio, la pubblicazione del libro degli Incontri conviviali (con una bella intervista al Cuoco … della Fondatrice!) propone, insieme alla Rettrice, il volume in omaggio al Prof. Emilio Gabba (curato dalla Nuovina Lucia Pick) e collabora con lei nell’impulso sempre più forte all’internazionalizzazione del Collegio, dopo l’invito a partecipare alla rete Women’s Education Worldwide. E’ a Boston con Paola Bernardi nel 2004 in occasione della  fondazione della rete. Un primo risultato è l’avvio lo stesso anno dei rapporti con il Dubai Women’s College.  Parteciperà ancora, sempre con la Rettrice, anche al V Meeting di WEW a Nanchino (2012), preceduto da un incontro a Ewha Womans College di Seoul,  e a un meeting alla Ochanomizu University di Tokyo nel 2013, quando viene firmato il nuovo accordo del Collegio che porterà Nuovine anche in Giappone.
Sempre vicina al Nuovo, oggi e domani! Anche nella sua nuova altra posizione di dirigente alla Fondazione Alma Mater Ticinensis, oltre che di docente nel corso di laurea CIM – Comunicazione, Innovazione e Multimedialità.

Il suo consiglio


Esplorare: “Il lavoro è uno strumento per conoscere il mondo. Nulla di definitivo. E il mio spirito vagabondo sta già per preparare nuove sorprese. “ (Nuovità, n. 10)


Milena Boltri, Matematica

Erano gli anni degli esami, difficili, da superare. Poi la tesi e quindi, finalmente la vita: non più esami, tutta una strada senza ostacoli… così si giudicava il mondo del lavoro, quando lo si pensava da studenti.

Nell’anno del riconoscimento legale del Collegio come istituzione di merito (1980), Milena arriva da Reggio Emilia a Pavia. Vuole iscriversi a Matematica, il corso di studi in cui era laureata la Fondatrice del Collegio. L’avrebbero voluta alunna in un’altra Università emiliana, ma l’opportunità offerta dal Collegio è allettante. E lei accetta.

Tra le prime sfide


“Ho trovato ben altri ostacoli lavorando in una grande azienda di Informatica. Il primo impatto è stato soffice e simpatico: il corso residenziale semestrale che ho frequentato a Novedrate insieme ad altri neo-assunti si svolgeva in clima collegiale e… goliardico”. (Nuovità, n. 7)

Oggi


Milena ha speso sinora, esperienza rara, tutta la sua carriera professionale al servizio della medesima azienda, la IBM. Qui ha rivestito diversi ruoli, da quelli con carattere più tecnico sino a Project Manager, poi ancora Operations Leader (seguitela nei prossimi passi qui). In varie occasioni ha svolto attività di formazione e mentoring di neolaureati sia italiani che stranieri. Successivamente ha assunto la posizione di Operations Manager fornendo consulenza alla Direzione Generale per l’implementazione delle strategie aziendali, con responsabilità di misurazione e analisi del business, di controllo dell’efficienza dei processi interni e delle operazioni di vendita. Del Collegio Nuovo e del networking femminile non si dimentica mai: Consigliere dell’Associazione Alumnae nonché Revisore dei Conti, nel 2005 è anche Vice Presidente di Soroptimist International-Club di Pavia. Sensibile anche ai rapporti internazionali del Collegio, ne evidenzia e sollecita il consolidamento: in un appuntamento pubblico con il console inglese organizzato da “Socrate al Caffè”, associazione e rivista fondate da Salvatore Veca e Sisto Capra, ma anche in occasione del meeting WEW con Presidents and Deans della rete, promosso dal Collegio.

Il suo consiglio


Non fermarsi, neanche di fronte a stress e amarezze; crescere con gli altri. Nel 1996 scriveva così: “Alla IBM chi si ferma è perduto, l’evoluzione costante e rapida è il primo comandamento […] anche lo stress quotidiano è gratificante, quando non supera i livelli di guardia […] Talvolta mi ha delusa la difficoltà di rapporti con qualche collega non sempre leale […] mi sono stati assegnati due ‘allievi’, neolaureati appena assunti: proprio cercando di aiutarli, osservando le loro incertezze e le loro emozioni, mi rendo conto di essere molto cambiata, molto ‘cresciuta’.” (Nuovità, n. 7)


Bruna Bovolenta, Lettere Moderne

Nel momento in cui lavoravo alla tesi su Bertolucci non avrei potuto immaginare nemmeno nelle mie fantasie più recondite di andare a lavorare per una rete televisiva…

Maturità classica a Sassari, Bruna approda “nel Continente”, a Pavia, nel 1988 per iscriversi a Lingue e Letterature Straniere. Dopo due anni, decide di cambiare strada. Passa a Lettere, riuscendo a convalidare tutti gli esami regolarmente sostenuti: concorda il piano di studi con lo storico del cinema Lino Peroni che poi sarà suo relatore di tesi. Si appassiona a Pasolini di cui parla alle sue più care amiche di Collegio, che siano mediche o scienziate politiche, ma poi scrive la tesi su Bernardo Bertolucci. Trova il tempo, nei suoi anni universitari, per rappresentare gli studenti nei Consigli dei Corsi di Laurea e di Facoltà. Decana delle Alunne del Nuovo, a lei si deve la costituzione della prima cineteca del Collegio. Poi progetta i più diversi percorsi…

Tra le prime sfide


A metà degli anni Novanta frequenta un corso professionale sull’informatica, svolta ancora una volta per approdare in una società di ricerche di mercato. Nuovo cambio, e… ritorno in Collegio per sei mesi, con una borsa di studio per l’iscrizione gratuita alla prima edizione del Master IUSS in Scienza e Tecnologia dei Media: “Il primo forte mutamento è stato indipendente dalla mia volontà: la fine dell’‘era studente’, quella in cui ogni ragazzo sano di mente vorrebbe rimanere per sempre, aggrappato con le unghie e con i denti a un mondo fatto di libri, feste, spaziomusica, borromaici vs ghisleriani, cortili profumati di magnolia, cineclub quasi gratis […] Ho incominciato a lavorare ‘per davvero’ dopo il Master in Scienza e Tecnologia dei Media, nel 1998, nella Direzione Marketing, dove per cinque anni mi sono occupata dell’elaborazione e interpretazione dei dati Auditel. Laureata in Storia e critica del cinema, sudavo su numeri, stime, formule: tutto quello che non avrei mai pensato di fare lo stavo facendo. Questo lavoro mi piaceva poco, a ripensarci ora, ma ho imparato moltissime cose e conosciuto tante persone, senza questo non avrei potuto incominciare a lavorare nella redazione cinema di Rete4”. (Nuovità, n. 20)

Oggi


Dopo circa otto anni passati tra la Direzione Marketing R.T.I. del gruppo Mediaset e Rete 4, dal 2007 è Responsabile della programmazione fiction autoprodotta per la Redazione Cinema di Canale5, oltre che per La5 e MediasetExtra; a lei è inoltre affidata la programmazione dei documentari per Canale5. “Mi sembra quasi incredibile avere fatto esperienze così diverse in un arco di tempo relativamente breve, e anche di avere avuto l’opportunità di mettermi alla prova […] Entusiasmo. Credo traspaia questo dalla mie parole: ma per essere realista devo anche dire che cambiare costa: fatica ed energie”. (Nuovità, n. 20)

Il suo consiglio


La consapevolezza delle opportunità offerte dal Collegio: “Chiunque abbia trascorso degli anni in Collegio se li porta sempre dentro, per sempre. […] Considero questo fatto così naturale che mi stupisco ancora che molte persone che mi hanno conosciuta dopo la metà degli anni Novanta non sappiano della fortuna sfacciata che ho avuto, nella vita, a entrare in quella graduatoria”. (Nuovità, n. 20)


Blerida Banushi, Biologia

Entrare al Nuovo per me è stata davvero una grande opportunità. Il poter usufruire del posto gratuito nell’arco dei cinque anni, le molte altre facilitazioni e la straordinaria organizzazione del “sistema collegio”, mi hanno permesso di affrontare lo studio senza altri tipi di preoccupazioni. Nondimeno, ho avuto la possibilità di conoscere delle persone splendide. (Nuovità, n. 21)

Blerida nasce a Durazzo: a 13 anni si trasferisce in Italia, con i genitori e le sorelle. Ricomincia da zero, o quasi: dell’italiano conosce la lingua dei cartoni animati che guardava alla televisione italiana quando viveva in Albania. Vocabolario alla mano, supporto della sua famiglia, Blerida passa la licenza media con ottimo esito, che si ripete ancora dopo gli anni di un liceo formidabile, con un professore di letteratura che per lei è un maestro di vita. Trova modo anche, allenata dal padre, di diventare campionessa d’Italia di lancio del giavellotto nella sua categoria. Al liceo si innamora della Biologia e vuole proseguire con gli studi: «Il desiderio di indipendenza, unito al non voler pesare economicamente sui delicati equilibri economici dei miei genitori, mi spinse a cercare una possibilità per svolgere gli studi universitari fuori casa. Venni a sapere dell’esistenza dei collegi universitari e dei criteri di merito relativi all’ammissione e vidi in questo una grande opportunità. Effettuai alcune ricerche e puntai la mia attenzione verso la città in cui erano presenti più collegi universitari, cioè la mia futura e carissima Pavia» – racconta – «non immaginate la grande gioia che ho provato quando fui contattata dalla Segretaria del Collegio Nuovo per essere informata che ero stata ammessa. Una grande opportunità, una nuova vita. Cambiare tutto, un’altra volta. […] non avrei immaginato che quel luogo potesse diventare una vera e propria casa per me e le mie più care amiche, la mia seconda famiglia. Il momento di transizione, lo spaesamento iniziale è durato davvero poco».

Tra le prime sfide


Tra le compagne, diventate amiche, una biotecnologa, Elisabetta Di Bernardini, con cui firma il suo primo contributo per Nuovità, in occasione di una tavola rotonda ospitata in Collegio, dove, insieme al prof. Carloalberto Redi e al Colonnello Luciano Garofano, c’è anche una Alumna biologa Natalia Lugli: «Una bella emozione per lei e per noi, che vedevamo una nostra compagna essere arrivata fino a quel punto; chissà che un giorno non tocchi anche a noi!». Blerida prosegue con i suoi studi in Biologia sperimentale e applicata: dopo due anni di tesi svolti nel laboratorio di Biologia Strutturale del prof. Andrea Mattevi, si laurea a pieni voti.
Si intravede un nuovo cambiamento: Blerida vince una Marie Curie Initial Training Fellowship per la quale collabora nel laboratorio del prof. Paul Gissen dell’Università di Birmingham. Nel 2009 questi le propone di proseguire con un PhD e di partecipare al progetto europeo volto a indagare, con un approccio multidisciplinare, lo sviluppo e la patologia del sistema epatico. A questo scopo il Collegio la sostiene con una delle borse di perfezionamento post laurea: con lei, un’altra biologa che sarà a Cambridge, mentre un’altra ancora a Oviedo.

Oggi


Dopo esser stata Post Doctoral Researcher presso London University College, nel Laboratorio di Biologia Molecolare, si è trasferita in Australia Translational Research Institute (seguitela nei prossimi passi qui). L’emozione di cui parlava anni prima, ascoltando l’Alumna Natalia Lugli, la provano anche le sue coscritte: «Ora arriva la parte della Nuovina Orgogliosa. Non ci potevo credere quando è successo. Un giorno di marzo, mi trovavo all’Inaugural Lecture del neo Professor Paul Gissen […]  all’Institute of Child Health. Mentre ascoltavo la sua bella presentazione, in cui parlava dei progetti a cui aveva lavorato e delle altrettante scoperte fatte, è comparsa una slide con la foto di Blerida Banushi, matricola insieme a me nel (lontano) 2004, che il professore ringraziava e definiva come ottima ricercatrice. Caspita, io non stavo più nella pelle, e cercavo di spiegare a tutte le mie colleghe che era una mia compagna di Collegio, stesso anno!!! Loro non capivano bene cosa volesse dire e sorridevano, ma per me è stato bello rendermi conto di quanto sia effettivamente piccolo il mondo e dei progressi che hanno fatto, in così pochi anni, le mie colleghe Nuovine, insieme alle quali sono cresciuta tra corridoi del nostro Collegio. (Laura Losa in Nuovità, n. 25)

Il suo consiglio


«Ho pensato spesso a come la crescita tra i banchi di scuola vada di pari passo con i valori della tolleranza, dell’accettazione, necessari per una migliore e pacifica convivenza nella nostra società. Ho assaporato il valore dell’istruzione.» (Nuovità, n. 21)

La sua testimonianza: Being fearless.


Renata Bonfiglio, Economia

«Provare, provare, provare (che in finanza si traduce nell’avere un’alta propensione al rischio)». (Nuovità, n. 13)

Risultata prima (grazie anche a un’ottima prova scritta “Il valore formativo della Matematica” classificata con 30/30) al concorso per il Collegio Nuovo, a cui è ammessa dopo il Liceo a Milano, Renata si aggiudica una borsa di studio speciale intitolata alla Fondatrice, l’imprenditrice Sandra Bruni (nella foto, con il marito, ing. Enea Mattei), per seguire il suo percorso di studi in Economia, indirizzo industriale. Sarà la prima alunna economista del Nuovo!
Nell’estate del secondo anno va all’Università di Mainz, primo partner internazionale del Collegio: siamo nel 1985 e nel programma delle attività c’è anche una visita a Berlino Est, per la quale Renata deve procurarsi last minute il passaporto… la Rettrice Paola Bernardi, che la segue negli studi, interviene anche a risolvere questo!
In Collegio Renata collabora all’organizzazione dei corsi di inglese e di informatica, si appassiona anche agli appuntamenti letterari e storici, tanto che uno dei punti di riferimento, pur non essendo stata sua allieva, è il Prof. Emilio Gabba, Presidente della Commissione d’esame di ammissione come Consigliere della Fondazione che inquadra il Collegio Nuovo. Nel libretto pubblicato dal Collegio per festeggiare un importante compleanno del Professore, Renata fornirà un ritratto in cui tra le qualità, oltre alla «cultura (enorme)» e il «sorriso», indicherà pure la «leggerezza»: «In questo caso direi che questa persona ha contribuito a farmi capire la differenza fra leggerezza e superficialità».
Renata chiude in bellezza, a pieni voti, il suo percorso accademico, discutendo una tesi su “Insiemi sfumati e loro applicazioni nelle scienze sociali”. Ma il Collegio per lei non finisce affatto qui.

Tra le prime sfide


Nel 1987, mentre l’Unione Europea vara lo European Community Action Scheme for the Mobility of University Students (Erasmus), Renata coglie l’opportunità di una borsa di perfezionamento del Collegio per le neolaureate. Il primo semestre del 1988 frequenta le lezioni del Master of Management Systems and Sciences all’Università di Hull nello Yorkshire: una esperienza importante che la porta in un’Inghilterra multiculturale, in cui è forte la presenza degli asiatici e non pochi sono i problemi legati all’integrazione delle minoranze. La didattica è molto improntata all’esperienza pratica: Renata approfondisce il “business English” e come final project collabora all’attività dell’associazione MIND, nata per il sostegno a malati psichiatrici. In particolare, è chiamata a produrre delle “raccomandazioni” per lo sviluppo dell’associazione cresciuta rapidamente in pochi anni: la sua deve essere una «proposta ragionevole e realistica (non sterile esercizio scolastico, ma qualcosa che possa essere messo in atto)».
Rientrata dall’Inghilterra, ha una esperienza professionale nel campo del marketing, poi, grazie anche a un Master dell’Università di Warwick, riesce a entrare nell’ufficio studi di un gruppo bancario. Siamo a metà degli anni Novanta quando scrive sulla Rivista del Collegio (Nuovità, n. 6): «Non escludo un nuovo cambiamento di rotta nel futuro. La vita è ancora lunga e, a quanto pare – parola di economista – l’età della pensione tenderà sempre ad aumentare!»

Oggi


Del Collegio non si dimentica, non solo come Presidente delle ex Alunne nel 1996, raccogliendo il testimone dell’antichista Chiara Carsana, allieva del suo amato prof. Gabba. Non solo come Consigliera della Fondazione Sandra e Enea Mattei, per quattro anni – ruolo, quest’ultimo, in cui le subentrerà, nel 2001, una matricola del suo anno di laurea, Barbara de Muro, avvocato specializzato in diritto societario.
Dal 2002, dopo una esperienza da analista finanziario in Mediobanca Renata è Investor Relations Manager presso A2A. Una posizione ottenuta continuando ad aggiornarsi e a studiare (oltre al Master in Economia e Finanza, anche il diploma alla Scuola Superiore ENI Mattei). Del resto, tra i suoi consigli…

Il suo consiglio


«Le lezioni più importanti dal mondo del lavoro… (per ora!). […] Investire in professionalità. Corsi, convegni, seminari, spostamenti in altri settori/sedi. La professionalità è una ricchezza personale e intoccabile e, quando è a livelli elevati, garantisce il riconoscimento dei propri meriti; Fare networking, ma solo se sei portata. Altrimenti, conviene (tanto) limitarsi alle buone maniere; Spostarsi da dove non ci si sente sufficientemente valorizzate e rispettate. […] PS: posso confessarvi che fino ad ora sono riuscita a seguire solo alcuni dei punti sopra, pur sapendo che sono tutti validi. Non credo sia per spirito di ribellione ma per una lentezza interna a passare dalle parole/pensieri ai fatti. Sounds familiar?» (Nuovità, n. 13)


Magda Arnaboldi, Fisica

Da Brescia, Magda arriva a Pavia nel 1984, forte del diploma di maturità scientifica e della partecipazione all’International Astronomers Youth Camp. Un passione per l’astrofisica che, unita al suo impegno nel corso di laurea in Fisica (con risultati che confermano il primo posto nella graduatoria di accesso al concorso in Collegio), la porterà ad essere una stella della ricerca, con l’orgoglio anche del prof. Alberto Gigli Berzolari. Il Collegio la supporta per esperienze all’estero, a Ginevra, al CERN (dove incontra Edoardo Amaldi) e anche dopo la laurea in Fisica teorica, negli Stati Uniti, all’Università del Wisconsin, mentre è impegnata per un PhD alla SISSA di Trieste. I suoi rapporti con scienziati come Ken Freeman e D.W. Sciama fanno sì che entrambi, come Margherita Hack, siano fra gli ospiti illustri del Collegio Nuovo negli anni Novanta.

Tra le prime sfide


“Passai diversi mesi arrovellandomi tra il desiderio di voler studiare in una città universitaria lontana da casa e il disappunto per le conseguenze che ciò avrebbe avuto dal punto di vista economico. Quando vinsi il posto gratuito al Collegio Nuovo, fu un sollievo perché, grazie alle mie capacità, potevo realizzare un progetto meditato da tempo. In questo modo ho potuto frequentare l’Università traendone il massimo profitto…” (Il Collegio Nuovo. Dieci anni, 1988). Magda non può forse ancora immaginare quanto “lontano da casa” la porteranno le sue tappe professionali: quattro anni dopo, si propone di sostituire un suo collega di dottorato per compiere osservazioni al Centro ESO a La Silla in Cile. Da qui, passa poi in Australia, e di lì ancora a Parigi, con una borsa del Rotary International (anche qui il suo alunnato costituisce titolo di merito!), poi diventa Ricercatrice all’Osservatorio di Capodimonte, quindi si sposta ancora a Torino (INAF) e poi di nuovo all’estero…

Oggi


Nel 2013, una dozzina di anni dopo aver tenuto un corso di Astrofisica allo IUSS di Pavia, Magda viene nominata Full Astronomer della Faculty di ESO – European Southern Observatory a Garching (Monaco di Baviera), oltre che Head of Archive Science Group di ESO. Al suo attivo la supervisione di dieci tesi di dottorato in Astrofisica, di cui, per rimanere in tema di leadership femminile, tre in svolgimento e cinque già conseguiti da giovani donne. Senza contare la presidenza di Comitati scientifici promotori di workshop e convegni internazionali: tra gli ultimi “Science from the Next Generation Imaging and Spectroscopic Surveys”.

Il suo consiglio


Collaborare: “Nel mondo culturale e universitario non sono mai mancate donne illustri, ma erano acuti solitari, dietro ai quali non esisteva una cerchia di studiose affini. […] Bisogna fare in modo che le donne imparino a studiare insieme e a collaborare fra di loro” (Il Collegio Nuovo. Dieci anni, 1988)

Nelle foto: Fabiola Gianotti, prima direttrice del CERN, ospite al Nuovo; Maria Latella in Collegio a parlare del suo libro “Il potere delle donne”


22 marzo 2023 - Squid Game. I tentacoli delle storie

Autore egli stesso di racconti e poesie pubblicati in antologie (Ogni maledetta domenica, minimum fax 2010) e riviste (“Nuovi Argomenti”»), autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche (per Radio3 e Radio24) e documentari (per RaiCinema), Luca Mastrantonio si concentrerà su storie tentacolari che avviluppano lettori, spettatori (e giocatori), qualche volta anche pericolosamente, come studiato nel suo saggio Emulazioni pericolose. L’influenza della finzione sulla vita reale (Einaudi, 2018).