Gabriella Tuvo, Medicina e Chirurgia

«Venni a conoscenza dei collegi pavesi tramite la farmacista del paesello: niente sito Internet, all’epoca » (Nuovità, n. 11)

Gabriella lascia la sua Bonassola, dal Levante ligure, per studiare Medicina a Pavia: una scelta portata avanti con convinzione, persuadendo quanti pensavano per lei un’altra strada. Al Collegio Nuovo, dove dal 1988 vince un posto gratuito per l’intero corso di studi, si distingue anche per altruismo, discrezione e capacità di mediazione, tanto che dalle sue compagne le è rinnovato il mandato di Decana. La sua collaborazione a tutto campo e la sua sensibilità per le matricole non viene mai meno, tra esami onerosi e ritorni in famiglia per il fine settimana. Il Lion Club di Pavia decide in quegli anni di supportare studenti dei Collegi di merito pavesi: quando viene il turno del Nuovo, a Gabriella viene assegnato anche il loro contributo. Tra il quarto e il quinto anno, arriva il momento di scegliere la direzione da prendere. Scocca la scintilla mentre prepara l’esame di Ortopedia: Gabriella presenta la richiesta di tesi su un particolare tipo di protesi d’anca. Mentre concorre per la specializzazione sia a Pavia sia a Milano, rimane come perfezionanda un ulteriore anno in Collegio, dove svolge attività di tutorato, collabora alla gestione delle attività teatrali e anche all’assistenza medica alle Alunne.

Tra le prime sfide


Dopo anni a Pavia, vince un posto alla Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale Gaetano Pini di Milano. Rinuncia a Pavia, dove pure aveva vinto, e si rimette in gioco: «Lasciare Pavia fu piuttosto difficile. Inoltre arrivata nel reparto di Ortopedia, a Milano, sentii di “giocare fuori casa”: a ogni cambiamento si ricomincia sempre un po’ da zero, qualche volta da uno, spesso da meno due! In un nuovo ambiente di lavoro niente è dato per scontato e ogni piccolo passo avanti è il frutto di una battaglia. Ho combattuto per tutte le battaglie: per avere il diritto di visitare i malati, fare la cartella clinica, andare in sala operatoria, collaborare a un intervento chirurgico…». Accesa da entusiasmo, dopo aver frequentato un corso di chirurgia della mano tenuto dal Prof. G. Brunelli a Brescia, prosegue la sua formazione nel Ponente ligure: si iscrive a un corso di Chirurgia della mano, a Savona. Scocca una nuova scintilla. E grazie all’appoggio del direttore della Scuola di Specialità di Milano, Prof. L. Parrini, e a una borsa di perfezionamento del Collegio, arriva anche la sua prima esperienza Oltralpe: destinazione Francia, Parigi, per conseguire il Diploma Universitario in Microchirurgia e il Diploma Universitario in Chirurgia della Mano. Sempre Parigi le offre un incarico annuale di Chef de Clinique, proprio nell’Istituto di Chirurgia della mano. Gabriella ha trovato la sua strada di specializzazione professionale.

Oggi


Dopo anni a Parigi, Ginevra e poi Londra e Wrightington, rientrata in Italia, dopo un breve soggiorno a Milano, Gabriella, con le due figlie, è tornata nella città del suo Collegio. Come specialista in Ortopedia presso la Clinica Città di Pavia – Gruppo Ospedaliero San Donato, oltre a svolgere attività diagnostica e terapeutica, partecipa alla ricerca sul metabolismo osseo e su interventi di ricostruzione tissutale e ossea. Un piccolo team, al femminile, con la supervisione del Prof. Redento Mora che, oltre a collaborare con istituti in tutto il mondo (da Mosca a Riga, sino a New York e Baltimora), opera principalmente sui quattro arti … e sulla mano, naturalmente!

Il suo consiglio


Darsi una mano, sempre!: «In Collegio ho conosciuto persone straordinarie: persone volitive, altruiste, caparbie e generose. Capisco di aver beneficiato di un ambiente libero e al contempo protetto, di una “cella” tranquilla e della vivacità della vita in comunità; […] la vita di comunità non è sempre facile… senza tutto questo non sarei però quella che sono oggi. In Collegio ho conosciuto delle amiche speciali: disperse ai quattro angoli della terra restano dei punti fermi nella mia vita.» (Nuovità, n. 11)


Angelica Sartori, Fisica

«Mi piacerebbe poter dire che il mio percorso di studi sia frutto di una decisione ponderata, ma così non è stato. Fortunatamente anche le scelte più inconsapevoli, quasi casuali possono rivelarsi felici. La cosa di cui sono più contenta è stata quella di non aver lasciato il Collegio, per la laurea specialistica: le opportunità che mi sono state offerte in questi anni sono state uniche» (FILDIS, 2010-11) 

Da Cremona, Angelica sceglie di venire a studiare a Pavia, attratta da un vantaggio competitivo interessante ai suoi occhi: la presenza dei Collegi Universitari, con la possibilità, pure, di concorrere per un posto alla Scuola Superiore dello IUSS che, proprio nell’anno di ingresso di Angelica, aveva appena ottenuto il formale riconoscimento del MIUR, dopo ben otto anni di sperimentazione!
Angelica entra infatti nel settembre 2005 al Collegio Nuovo, la sua “seconda casa”, un osservatorio privilegiato sul mondo per lei, iscritta a Fisica e presto orientata verso lo studio delle stelle. Si conquista l’alloro magistrale cinque anni dopo a pieni voti, con Andrea De Luca, e seguendo anche le lezioni allo IUSS di Giovanni Bignami, che al Collegio Nuovo è “di casa”. Da studentessa di laurea specialistica, infatti, Angelica si trova nella sua “seconda casa”, grazie al prof. Bignami, nientemeno che l’astronauta  Paolo Nespoli, reduce dalla missione spaziale Esperia dello Space Shuttle Discovery, e poco dopo, in chiusura dell’Anno Mondiale dell’Astronomia, la Presidente dell’Associazione italiana di Aeronautica e Astronautica, Amalia Ercoli Finzi.

Tra le prime sfide


Angelica procede spedita e con ottimi risultati verso la laurea, tra una partita di calcio e l’altra nei Tornei intercollegiali a suon di vincite di “Copponi”, assicurando anche la sua presenza attiva in occasione di visite di delegazioni di partner internazionali del Collegio, come il Dubai Women’s College nel 2008.  Dal suo Collegio, insieme a due colleghe Nuovine di Scienze Politiche e Medicina, viene selezionata  per partecipare alla conferenza promossa dalla rete Women’s Education Worldwide. Nei primi giorni del 2010 parte quindi, anche con un contributo del Collegio e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia,  alla volta dell’Australia, presso il Women’s  College dell’Università di Sydney: anche a lei tocca partecipare ai lavori della sessione riservata agli studenti della rete e presentare in pubblico paper su pari opportunità e istruzione, preparati nei mesi prima in Collegio. Tre studentesse di fronte a una platea di esponenti di College da Dubai agli Stati Uniti, dalla Cina al Giappone e alla Corea, senza dimenticare la stessa delegazione del suo Collegio: una esperienza e una immagine che valgono, grazie anche a molte altre iniziative di empowerment al femminile promosse dal Nuovo, una citazione sul Blog ”Meritocrazia” di Roger Abravanel, per il “Corriere della Sera”.
Numerose infatti le iniziative in questo senso, quando Angelica è in Collegio: l’intesa con Accenture, formalizzata l’anno del suo ingresso, che portò anche a due edizioni di un corso pratico di avviamento al lavoro; poi, nel 2008, quella del ciclo di incontri “Alfabetizzazione economica”, con la partecipazione, fra gli altri, di Rosanna Massarenti, Direttore di “Altroconsumo” e autrice di “Donne e denaro”.

Oggi


La laurea di Angelica si traduce anche in una pubblicazione su “Astronomy and Astrophysics”, a cui segue un brillante PhD in Astrofisica sempre all’Università di Pavia (collaborando anche presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Milano): durante il dottorato parte di nuovo, ma stavolta per un paio di mesi e alla volta del Santa Cruz Institute for Particle Physics.
Per quasi un anno è Junior Scientist presso la Compagnia Generale dello Spazio (già Carlo Gavazzi Space) e fa parte dello Space Situational Awareness (SSA) team, per lo sviluppo di una strategia europea di osservazione dello spazio, compreso il calcolo dei fattori di rischio e la loro prevenzione. Poi, di rischio in rischio, il salto nel mondo del risk management. Angelica accetta la sfida di occuparsi di economia, come consulente in un progetto in collaborazione con Accenture e Intesa San Paolo nel settore IT-Finance: assisterà il front office di Banca IMI (Gruppo Intesa) per i mercati stock e derivatives. Una scelta di salto condivisa anche da altre scienziate Nuovine!

Il suo consiglio


Fare i bagagli per un curriculum “di peso”: “È davvero incredibile come un Collegio tutto sommato piccolo come il nostro, e con risorse economiche contenute – si pensi al Dubai Women’s College o al Barnard College – riesca a organizzare tante attività, e che tutte abbiamo dei feedback decisamente positivi. Un consiglio a tutte le nostre colleghe è di non farsi scappare le occasioni che il Collegio annualmente ci offre poiché si tratta di esperienze uniche che non avremo più la possibilità di vivere. Conserveremo per tutta la vita un bellissimo ricordo di questo viaggio: una avventura che ha arricchito il nostro bagaglio culturale e di sicuro anche il nostro CV” (Nuovità, n. 21)


Marianna Vologni, Filosofia

Un collegio universitario non è un ostello che offre solo vitto e alloggio, ma luogo di crescita umana attraverso il continuo confronto, e a volte scontro, con le esperienze altrui, il banco di prova che aiuta a gestire la libertà pressoché assoluta di cui lo studente universitario lontano da casa gode, indirizzandola verso iniziative culturali e ludiche di vario genere. Per quanto riguarda la mia esperienza, sottolineo la nascita di grandi amicizie, le chiacchierate interminabili, la condivisione e lo sfogo della tensione per un esame!

100/100 dal Liceo Classico intitolato a Simone Weil di Treviglio. Con queste credenziali, Marianna arriva a Pavia nel 1999, per iscriversi a Filosofia. In Collegio l’ultimo numero di Nuovità riporta l’immagine della Sezione laureati, recente espansione della struttura. Forse Marianna si domanda già quale sarà il suo futuro, ma intanto, per cominciare, al secondo anno approfitta dello scambio del Collegio con l’Università di Heidelberg e segue l’Internationaler Ferienkurs, secondo una tradizione soprattutto di studentesse di Lettere classiche e di Filosofia. Il Collegio, oltre ad assegnarle il posto gratuito per l’intero alunnato, la supporta anche in altre esperienze all’estero, prima per un Erasmus a Strasburgo, poi, dopo la laurea, per il New Hall, College dell’Università di Cambridge con cui il Collegio ha un accordo di partnership e dove approda anche come vincitrice di una borsa assegnata dall’IPE, membro dei Collegi di merito. Qui matura il desiderio di Europa che la porta ricevere, sempre dal Collegio, un contributo per seguire il Master in Studi Europei al Collège d’Europe a Varsavia.

Tra le prime sfide


Tra le prime Nuovine diplomate IUSS (nella foto sopra, al centro, il fondatore Roberto Schmid), Marianna ben si merita tutti questi riconoscimenti che sono premesse per nuove sfide: “Dieci mesi per studiare l’Unione Europea e per viverla a contatto con ragazzi e ragazze di tutta Europa, da Lisbona a Mosca, da Tbilisi a Parigi. A rappresentare la Lombardia ci sono io, arrivata con due strumenti che si riveleranno estremamente utili: il mio bagaglio filosofico e la mia esperienza di vita di collegio pavese. Il nome del master, “European Interdisciplinary Advanced Studies”, dà solo vagamente l’idea della mole di lavoro che mi aspetta. […] Deadline, in riferimento a tesine e presentazioni, diventa una delle parole pronunciate più frequentemente…” (Nuovità, n. 17)

Oggi


“‘E dove si immagina tra cinque anni?’. Non certo a raccontare la mia esperienza lavorativa alle Nuovine, mi viene da pensare adesso. L’azzardata congettura espressa all’epoca, durante il colloquio di assunzione, si sarebbe invece rivelata profetica: ‘Tra cinque anni avrò accumulato l’esperienza necessaria per essere messa a capo di una piccola équipe di analisti’. E così è stato”. (Nuovità, n. 22). Dal 2008 Marianna è a capo di un team di analisti di Institutional Shareholder Service Service, ufficio di Bruxelles, apertosi subito dopo il suo stage, e dal 2014 è stata pure nominata VicePresidente. Dal 2017 è Head of Custom Research – UK and Continental Europe.

Il suo consiglio


Immaginare percorsi alternativi. “Qualcuno si chiederà forse come è possibile approdare a un lavoro simile dopo una laurea in Filosofia. Mi vengono in mente diverse risposte: si tratta prima di tutto di un lavoro di ricerca e di investigazione, e la capacità analitica sviluppata durante un corso di laurea umanistico, combinata con l’abitudine a ‘digerire’ velocemente una mole imponente di informazioni in poco tempo, sono atouts indispensabili”. (Nuovità, n. 22)


Maria Chiara Ravezzani, Ingegneria Edile / Architettura

«A Cambridge con il Collegio: trovo un paio di studi e attendo. Uno di questi mi chiama per il colloquio, in realtà il mio primo colloquio. Con mia grande sorpresa, dopo una settimana, mi offrono una posizione come graduate engineer e da lì in avanti ho finito di dormire fino alle 9!» 

A colpo sicuro. Chiara, maturità scientifica a pieni voti a Novara, prova il concorso a Pavia, solo al Collegio Nuovo, ed è ammessa. Ne esce cinque anni dopo, con una tesi per un progetto di riqualificazione urbana nell’area ex Aermacchi di Varese. Il prof. Marco Morandotti e la Commissione di laurea le assegna un bel 110 e lode. Nell’anno del suo ingresso in Collegio, 2001-02, ci sono grandi lavori di ampliamento e riqualificazione: ristrutturata la cucina e concluso il cablaggio anche delle stanze delle alunne, parte la trasformazione della sala conferenze in aula magna a gradoni, di impianto quasi teatrale e con le attrezzature multimediali più all’avanguardia, mentre nel campus la Sezione laureati del Collegio raddoppia i suoi alloggi e spazi per l’attività accademica. Non ultimo, pure l’ingresso del Collegio sarà rinnovato…

Tra le prime sfide


Prima di uscire dall’ingresso rinnovato del suo Collegio, per ben due volte Chiara è ammessa al corso di lingua estivo dell’Università di Heidelberg: tra una edizione e l’altra e tra studi e progetti, trova il tempo per allenarsi nella squadra sportiva collegiale che nel 2003 riconquista anche il Coppone intercollegiale. Non immagina ancora, forse, che il suo futuro sarà all’estero, ma non in Germania. Intanto esplora le sue possibilità, partecipando agli incontri di orientamento al lavoro promosso con Accenture dai Collegi di merito pavesi, come racconta su Nuovità: “Ho presentato due CV, uno più conciso, l’altro con alcune precisazioni relative al lavoro di tesi e ad alcune esperienze lavorative e formative che intendevo sottolineare. […] Avendo seguito l’impostazione suggerita durante il corso, l’organizzazione del CV non ha presentato problemi. A livello di contenuti, invece, oltre ad alcune imprecisioni e sviste, la soluzione proposta è stata un’integrazione tra i due CV, specificando solo quelle informazioni che altrimenti risulterebbero poco incisive. Quindi, il 25 maggio 2007, anch’io posso dire di possedere il mio curriculum vitae: il corso è stato senza dubbio interessante, sul prossimo numero di Nuovità spero di potervi dire che è stato anche efficace!” Lo stesso anno si guadagna la prima edizione del Premio dell’Associazione Alumnae, assegnato ora ogni anno a una laureanda.

Oggi


“28 settembre 2007: si parte! Dopo essermi riposata dalle fatiche della laurea in Ingegneria Edile e dell’Esame di Stato parto alla volta di Cambridge (UK) con il posto di scambio del Collegio. La voglia di fare un’esperienza all’estero e di migliorare il mio inglese un po’ troppo poco inglese mi convincono. […] Un’altra idea mi balenava a quel punto: perché non provare a spedire il cv in qualche studio di Ingegneria? In fondo, non avevo nulla da perdere e un’occasione così non mi sarebbe di certo ricapitata. Trovo un paio di studi a Cambridge e attendo. Uno di questi, il Peter Dann Ltd., mi chiama per il colloquio, in realtà il mio primo colloquio. Con mia grande sorpresa, dopo una settimana, mi offrono una posizione come graduate engineer” (Nuovità, n. 19). Oggi vive a Cambridge ed è Structural Engineer presso il medesimo studio.

Il suo consiglio


Provare, anche senza grandi aspettative: “I’ve always considered the idea of spending a period abroad, because it seemed like an extremely attractive cultural experience. So, shortly after my graduation, I gathered my stuff and left for Cambridge, seizing the exchange opportunity offered by the College: it was now or never! I must admit, I didn’t have high expectations. I’ve never been very interested in England. But I had to change my mind. […]The vitality of this place has led me to extend my stay, by looking for a job in my field and joining an engineering consultancy company. A great opportunity and a new challenge for someone who spoke English with gestures!”(Collegio Nuovo goes international, 2008).


Mara Santi, Lettere Moderne

International Spring School: un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico (Nuovità, n. 25)

Maturità classica a Varese, Mara entra al Collegio Nuovo iscrivendosi a Lettere Moderne nel 1992: tra gli appuntamenti inaugurali della stagione culturale del Collegio anche la scrittrice Rosetta Loy, presentata da Carla Riccardi, docente dell’Università di Pavia che Mara avrà modo di conoscere bene negli anni a venire non solo per i numerosi incontri in Collegio con scrittori, da Francesca Sanvitale a Daniele Del Giudice, Paolo Maurensig ed Ernesto Ferrero.
Sin dal primo anno Mara collabora alla costruzione della cineteca (inaugurata da Bruna Bovolenta), organizzando anche cineforum interni, partecipa all’incontro con Pupi Avati (introdotto dallo storico del cinema Lino Peroni, con cui Mara sosterrà brillantemente un esame) e negli anni successivi è pure Decana delle Alunne per due mandati: in coppia con la biologa Chiarastella Feder, prima, e con Paola Lanati (CTF) poi. Una esperienza che in entrambi i casi dà la misura della ricchezza e delle potenzialità della vita collegiale, con la consapevolezza delle difficoltà di mediazione in un ambiente così eterogeneo, vissuto però come una palestra importante di soft skills.
Al secondo anno Mara coglie l’occasione del Ferienkurs dell’Università di Heidelberg offerto alle Alunne del Nuovo (ci tornerà ancora, dopo la laurea, con il marito!); l’anno successivo è la volta del corso progredito di lingua e cultura tedesca all’Università di Mainz. Non può ancora immaginare come tutto questo, grazie al Collegio, le tornerà utile!

Tra le prime sfide


Il percorso di studi all’Università di Pavia sembra chiudersi proprio con la Prof. Carla Riccardi che firma come sua relatrice la tesi sul Notturno di D’Annunzio. Mara coglie subito l’occasione del neonato Master in Scienza e Tecnologia dei Media, diretto dal Prof. Virginio Cantoni  e promosso, con il Collegio, dallo IUSS, che diventerà Scuola Superiore Universitaria con il riconoscimento nel 2005. Vince una borsa di studio e per quel periodo si trasferisce nella nuovissima Sezione Laureati del Collegio. In quelle aule non sa ancora che poco più di tre lustri dopo tornerà… in altra veste.
Dopo il Master e tre anni di lavoro in azienda, un ripensamento e un’opportunità: vince il Dottorato in Filologia Moderna a Pavia, dove consegue il titolo nel 2004, l’anno dopo il suo matrimonio. Per proseguire nella sua carriera accademica, Mara deve spostarsi. A quel punto il tedesco di Heidelberg e di Mainz le torna utile, perché le Università dove continuerà la sua ricerca sono prima quella di Basilea (dove peraltro era arrivata già nel periodo del dottorato), poi quella di Zurigo. Non sono tempi facili, con una famiglia che cresce con l’arrivo di una bimba e … una per strada!

Oggi


Ancora un cambio, dopo la Svizzera, e in un Paese di non una, ma ben tre lingue con cui destreggiarsi: il fiammingo, il francese e ancora il tedesco. Dal 2008 Mara è infatti Professore Associato all’Università di Gent e successivamente è la prima italiana a capo di un Dipartimento nella medesima Università. Abituata a gestire rapporti con Atenei e istituti di cultura di diversi Paesi, per Mara risulta facile contattare il suo Collegio Nuovo quando si tratta di mettere in pista un nuovo progetto: «E va da sé che è al Nuovo che mi rivolgo sapendo – come infatti è stato – che vi avrei trovato la disponibilità, la struttura, il supporto culturale e accademico e, crepi l’avarizia, anche il contesto umano adatto a un’iniziativa del genere. Parte così un progetto pilota: la “International Spring School, Pavia 2014, Investigazioni sul ’900 letterario tra cultura popolare e società”. Raccolgo un manipolo di prodi colleghi […] intasco il supporto dell’Università di Pavia […] e cominciamo, per cautela, con pochissimi studenti su cui eseguire il primo esperimento. Il caso, o il destino, vuole che a partecipare al progetto siano solo ragazze […] Ognuno mette quello che ha: un po’ di fondi olandesi, un po’ di soldi belgi, qualche sghello di tasca propria, il Collegio ci dà anche l’impossibile e si parte. Il resto è cronaca: sette università coinvolte, ventiquattro ore di lezione in cinque giorni, conferenze e incontri con autori […] visite a biblioteche (Pavia e Milano) e al Centro Manoscritti di Pavia. Dati a parte, l’esperimento è riuscito ed è stato un bel modo per far diventare realtà le alate parole sull’engagement studente-docente e sulla collaborazione tra colleghi di cui vedo ricamati i dépliant in ogni canto di mondo accademico» (Nuovità, n. 25).
Nel 2020 è  nominata Cavaliere (“Ordine della Stella d’Italia”) dal nostro Presidente della Repubblica su proposta del Ministro degli Affari Esteri (nella foto, sopra, con l’Ambasciatrice Elena Basile).

Il suo consiglio


Tenacia quando si crede nella bontà di un progetto: « Forse a Shangai [Academic Ranking of World Universities, N.d.R.] non ne terranno conto, ma noi di scuole primaverili con lo spirito del “duuwtje in de rug” [“spintarella da tergo”, lett. Slancio della passione,  N.d.R.] ne organizzeremo ancora… » (Nuovità, n. 25)


Beatrice Plazzotta, Chimica

«L’esempio e il supporto di altre Nuovine mi hanno convinta a partire, nel primo semestre del mio ultimo anno. La parte sperimentale della mia tesi l’avrei fatta all’estero!» 

Nel 2008, da Dervio, Beatrice arriva con il suo titolo di maturità scientifica a Pavia per iscriversi a Scienze Chimiche. Una carriera di studi tanto fulminea quanto all’insegna della tenacia: laurea triennale con lode (nella sessione estiva) è il primo risultato di tre anni in Collegio in cui viene eletta Decana delle Alunne e nominata tra le responsabili del servizio biblioteca, oltre che tutor per le matricole. Nel 2010, con il Collegio e grazie a un contributo della Fondazione Cariplo, è selezionata per una missione di studio a Shanghai in occasione dell’Expo. Con lei, altre due compagne di Collegio, di Medicina, e un gruppo di studenti della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito. Anche il periodo della laurea specialistica la vede impegnata su più fronti….

Tra le prime sfide


Un mese prima di discutere la tesi con il prof. Licchelli, Beatrice è ferventemente impegnata, insieme ad altre sue compagne, nel meeting Women’s Education Worldwide promosso dal Collegio per le studentesse della rete internazionale. Collabora all’organizzazione e tiene una presentazione sulla sua esperienza a Shanghai. Nel frattempo pianifica gli anni di laurea specialistica: termina gli esami del piano di studi in un solo anno accademico, in modo da assicurarsi la concentrazione per la tesi preparata tra Pavia, con il prof. Spinolo e la Danimarca, con il prof. Pedersen, della Aarhus University. Qui trascorre il primo semestre dell’ultimo anno, ma al rientro a Pavia, Beatrice è già pronta per un’altra esperienza. Con altre tre compagne è selezionata per la Summer School della Ochanomizu University a Tokio, grazie a un accordo con il Collegio.
Ancor prima di laurearsi, Beatrice è ammessa come PhD Student (borsa Marie-Curie) alla Graduate School for Nanoscience all’Università di Aarhus. E pensare che, prima di partire per l’Erasmus: “C’è voluto un po’ per decidere di compiere questo piccolo grande passo, perché come spesso accade ero bloccata da un incredibile numero di paranoie; il mio inglese sarebbe stato abbastanza buono da farmi capire? Andando in Erasmus, sarei riuscita a farmi riconoscere qualche credito? In sei mesi non avrei sentito troppo la mancanza di casa? E se mi fossi persa qualcosa di importante in Italia, mentre il mio piccolo mondo continuava ad andare avanti senza di me?” (Nuovità, n. 23)

Oggi


Beatrice lascia la posizione di dottoranda e compie un’altra scelta: viene selezionata  per tirocinio in Commissione Europea, all’interno del “Blue Book Traineeship Scheme” (nel comunicare la notizia al Collegio, scriverà: “Sicuramente il collegio mi ha aiutata tanto anche nell’ottenere questa posizione, se non altro con tutto il supporto che mi avete sempre dato e per aver sempre mostrato che indipendentemente da cosa studiamo possiamo arrivare ovunque vogliamo, seguendo i nostri interessi e senza sentirci obbligate a seguire percorsi fissi”). Cinque mesi in Lussemburgo all’interno del  Directorate-General for Communications Networks, Content and Technology, nella sezione Ricerca e Innovazione, le valgono una concreta proposta professionale in una azienda in  Italia. L’inizio di una nuova avventura. Per scoprire come continua, cercatela qui.

Il suo consiglio


Partire, con sguardo lucido: “Non so se è perché all’estero tutto è così diverso da portarci a rivalutare ciò che avevamo a casa, o se un velo di nostalgia non rende migliori nella memoria le varie problematiche del nostro sistema, ma pur sembrando la Danimarca un paradiso, alcune cose funzionano meglio in Italia […] forse la maggior attenzione rivolta alla pratica, seppur cosa lodevole, perde un po’ di valore se non è ben supportata da quel mare di teoria che ci viene insegnata in Italia.” (Nuovità, n. 23)


Viviana Palumberi, Matematica

«Il primo anno è stato molto tosto: per me era importante mantenere il posto a Pavia anche per via della borsa di studio, altrimenti probabilmente sarei dovuta tornare a casa 😉 Dal secondo anno in poi è andato tutto “in discesa”;-)»

Diplomata all’Istituto Tecnico Nautico come Capitano di Lungo Corso, Viviana è incerta sul suo futuro: navigare o studiare Astronomia?
Opta per Matematica, quella che chiamerà poi «l’inglese della scienza, anzi, molto di più; l’unica vera lingua universale dell’umanità: racchiude le diverse psicologie e mentalità dei popoli espresse in un’unica lingua fatta di simboli e passaggi logici». Per studiare Matematica sceglie Pavia e il Collegio Nuovo, fondato da una imprenditrice matematica. Al concorso di ammissione, un successone, soprattutto quando dichiara al commissario, prof. Gianni Gilardi, che il suo argomento a scelta è la trigonometria sferica, usata per la navigazione.
Sin da matricola Viviana coglie le opportunità offerte dal Collegio: le conferenze (di Astronomia sentirà parlare da Tullio Regge, proprio appena arrivata in Collegio!), ben due soggiorni per il Ferienkurs dell’Università di Heidelberg, partner del Nuovo, che le offrono i rudimenti di una lingua poi necessaria per il suo futuro. Inoltre è ammessa all’Istituto Universitario di Studi Superiori, dove sarà tra le prime diplomate della Scuola riconosciuta poi dal MIUR come Scuola a ordinamento speciale.

Tra le prime sfide


Mentre Viviana prepara la tesi, a Ferragosto il suo fidanzato riceve la conferma di un posto di PhD a Basilea; all’inizio di settembre Viviana va dal suo relatore e gli annuncia la sua intenzione di sposarsi alla fine del mese e poi partire subito con il marito. Ebbene: 26 settembre, laurea a pieni voi, 29 matrimonio, 30 trasferimento in Svizzera. Inizio ottobre: assunzione al primo colloquio di lavoro per un’azienda informatica.
Un inizio comunque molto difficile, segnato anche dalla mancanza dello studio quotidiano della matematica. La strategia allora è… iscriversi al dottorato in Biomatematica, considerando anche la difficoltà del “mercato accademico” a trovare una matematica che si metta a studiare Biologia; ma ad allargare gli orizzonti anche il Collegio ha aiutato. Nella sua navigazione svizzera, altro scoglio linguistico, dopo il tedesco: la lingua ufficiale nella ricerca scientifica all’Università di Basilea è l’inglese.
Dieci anni dopo il suo ingresso in Collegio anche l’Associazione Alumnae si ricorderà di lei, assegnandole uno dei primi Premi di Ricerca, in quanto prima firmataria (con il marito!) di una ricerca presentata alla European Conference on Mathematical and Theoretical Biology a Edimburgo.
Due anni prima di ottenere il titolo di Dottore di ricerca, nasce la primogenita.

Oggi


Un annuncio in bacheca in cui cercano un’insegnante al Liceo di Aarau, lo stesso in cui si diplomò Einstein, la porta a fare domanda. Viene assunta subito, a condizione di seguire due anni di Lehrdiplom. Altro periodo “tosto”: una bambina piccola, insegnamento in un’altra cittadina (quindi altro dialetto!) ed esami in parallelo. Ci riesce. E il prossimo obiettivo? Ci racconta: «La mia nuova (e ancora attuale) impresa sarà allargare la famiglia e riuscire a far combaciare tutto, vita famigliare e lavoro fuori sede: non sempre è facile l’organizzazione, si basa molto sul lavoro di team, con mio marito riusciamo sempre a fare gran cose insieme:-)» Ma, come sempre, Viviana ci riesce e nell’ultimo anno arriva anche Tania, la terza bimba dopo Dalia e Rossana.

Il suo consiglio


Avventurarsi: «Abbandonando il lavoro di programmatrice, lasciavo il certo per l’incerto, ma la posta in gioco era alta, la realizzazione della mia natura, della mia indole avventurosa e calcolatrice a un tempo.» (Nuovità, n. 18, 2007)


Maria Roselli, Lingue

Oggi, se non erro, la “mia” stanza è abitata da una studentessa di biologia. Non so se ci sia ancora, ma dietro l’armadio, l’ultimo giorno prima di lasciare il Collegio Nuovo ho inciso il mio nome su una mattonella…

Nata in Calabria, cresciuta a Zurigo, nel 1981 Maria arriva al Collegio Nuovo, con ottimi voti di Maturità tecnica-commerciale conseguiti all’Istituto sul Rosenberg Sezione Italiana di San Gallo. Si iscrive a Lingue e letterature straniere, scegliendo tedesco, inglese, e fuori Facoltà, arabo. L’anno dell’ingresso di Maria in Collegio, la stagione culturale aperta al pubblico vede tra l’altro protagonista, l’illustre italianista Dante Isella (foto), passato da poco al Politecnico di Zurigo dall’Università di Pavia (con lui peraltro si erano laureate, fra gli altri, la Rettrice Bernardi e la Prof. Carla Riccardi, che in Collegio condurrà poi molti incontri di taglio letterario). Nell’ottica di mantenimento di relazioni tra Italia e Svizzera, poi, tra le ospiti straniere in Collegio pure una studentessa svizzera, perfezionanda in Letteratura italiana. Per coltivare lo studio delle lingue prescelte, Maria può contare su ben due lettrici tedesche e due inglesi, mentre dal resto del mondo, la sua indole curiosa, dote indispensabile per la professione che poi sceglierà, può conoscere giovani donne da Francia, Norvegia, oltre a Venezuela e Perù! Al terz’anno di corso è ora di fare le valigie: le è conferito dal Collegio un contributo per un breve soggiorno di studio a Cambridge.

Tra le prime sfide


Rientrata in Svizzera dopo la laurea, Maria per qualche anno insegna, finché nel 1990, con la collaborazione ad “Agorà”, rivista sulle migrazioni di cui diventerà anche caporedattrice, intraprende la strada del giornalismo. Alla nascita della figlia, un nuovo cambio: collabora con l’agenzia zyPRESSE, fondata da lei insieme ad altri tre colleghi.

Oggi


Nel 2005 zyPRESSE si fonde con Pressebüro Index, per cui Maria continua a lavorare, trovando anche il tempo per pubblicare volumi su temi a lei cari: salute, migrazioni, società. Tra i quali ricordiamo “Die Asbestlüge” (Le menzogne dell’amianto), un saggio sulla tragedia dell’amianto apparso in tedesco presso l’editore zurighese Rotpunktverlag e successivamente tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Per 12 lunghi anni, sempre da freelance, Maria si è immersa nel mondo della cooperazione allo sviluppo finanziata dalla Confederazione elvetica, quale redattrice della prestigiosa rivista “Un solo mondo”. Non solo, con il passaggio a giornalista della RSI – Radio Televisione Svizzera, raccoglie una nuova sfida, imparando a lavorare con le immagini. Sulla sua tenacia nei cambiamenti c’è da crederle, quando racconta che, seduti al bar della televisione a Lugano, un collega un giorno le dice: “sei il mastino più dolce che io conosca”. Oppure quando nel bel mezzo di un’intervista a Nicola Gratteri, il procuratore simpaticamente divaga e lei trova il modo di porre le domande giuste. Perché fare le domande “scomode, senza mai divenire insolenti, è questa la capacità che distingue i giornalisti che non fanno gossip ma informazione”.

Il suo consiglio


Trasformare la nostalgia in occasione; conoscere, per cambiare: “Avevo scelto di non tornarci più, in Collegio. Avevo paura di perdermi nella nostalgia. Nostalgia per un luogo che mi aveva cambiato la vita, un luogo che mi ha donato quattro meravigliosi anni di gioventù. Forse i più belli della mia vita, di certo i più spensierati. Ora che mia figlia ha vent’anni ogni tanto ci ripenso. Vedo in lei quella mia voglia di capire il mondo, di interpretare il sapere come chiave di lettura indispensabile per il cambiamento.” (Nuovità n. 24)


Katerina Politi, Biologia

Negli States, ma con molte Nuovine: «Una delle caratteristiche più belle di NY è di poter condividere queste splendide esperienze con numerose ospiti, tra cui alcune ex-allieve del Collegio Nuovo: ‘Shakespeare in the Park’ con Maria Paola Ferretti, la visita della città con la mia omonima Lucia Politi…» (Nuovità, n. 11).

Maturità alla Scuola Europea di Varese, Katerina, di origine italo-americana, compie i suoi 18 anni all’ingresso al Collegio Nuovo, nell’anno in cui si sigla l’accordo con l’Università di Heidelberg. Un accordo che marca il cammino sempre più internazionale dell’istituzione voluta dalla Fondatrice Sandra Bruni Mattei, che, nel creare il Nuovo, visitò anche molti campus statunitensi.
Tra le compagne d’anno, Katerina, iscritta a Biologia, troverà in Collegio un’altra studentessa italo-americana, di Medicina, Marina Vivarelli, con cui rimarrà in contatto anche in futuro, nonostante i destini geografici diversi. Affiatata soprattutto con una coppia di coscritte biologhe, la genovese Michela Bertero e la vogherese Giulia Campanini, decide comunque, il terzo anno di studio, di trascorrere un anno a Chapel Hill nella North Carolina, grazie a uno scambio tra Facoltà scientifiche di Università in Europa e USA.
Un anno denso di sfide accademiche, per lei che si trova ad orientarsi tra corsi per graduate e undergraduate, in quell’isola liberale di Chapel Hill in una Carolina tradizionalmente conservatrice. Un anno di confronti e condivisioni all’insegna della “diversity”, partecipando pure al programma Unitas.
Katerina vince subito dopo una Borsa di studio del Governo USA per un internato al National Cancer Institute di Bethesda: a Washington, dove si è quindi trasferita, condivide una casa con diversi studenti e in laboratorio si confronta con un ambiente internazionale, soprattutto di spagnoli, sudamericani e… italiani.

Tra le prime sfide


Ancora un trasferimento, tre anni prima del 2000: questa volta a New York, in parte finanziato da una borsa di studio del Governo USA, per un PhD in Genetica e Biologia dello Sviluppo alla Columbia University che segue alla laurea all’Università di Pavia. Tre anni dopo Katerina si sente una vera “New Yorker”: partecipa in modo attivo alla vita anche politica della città per favorire la candidatura a senatrice di Hillary Clinton (che lancerà una dozzina di anni dopo il progetto Women in Public Service Project, a cui ha partecipato dal 2013 pure il Collegio). Concorre… a corse di beneficenza a Central Park per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica (anche in compagnia della già ricordata Bertero in visita da lei!), frequenta la Nuovina Francesca Nespoli, scienziata politica impegnata in un Master alla Columbia (riceveranno proprio lo stesso giorno il diploma, come insieme accoglieranno, nel 1999, una delegazione pavese invitata dalla Italian Academy di Columbia, guidata dal Rettore dell’Università di Pavia Roberto Schmid, con la presenza anche della Rettrice Paola Bernardi). Entusiasmo e difficoltà contraddistinguono questo periodo, con un bilancio comunque positivo in un contesto aperto e innovativo dove, racconta, “l’unico limite è la propria immaginazione” (Nuovità n. 11).
Dopo il PhD ottiene un posto di Research Fellow al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York: la sua entusiasmante vita di laboratorio si concentra sulla ricerca in campo oncologico dove lavora con il Premio Nobel Harold Varmus. Diventa Senior Research Scientist l’anno in cui il Collegio compie il suo Trentennale, alle cui celebrazioni Katerina partecipa di persona e, prima ancora, collaborando alla pubblicazione Collegio Nuovo goes international curata dalla Rettrice e Saskia Avalle, che sarà sua ospite a New York l’anno di inaugurazione dell’accordo del Nuovo con il Barnard della Columbia. Nel frattempo Katerina si prepara a un duplice cambiamento, dopo il matrimonio con un americano…

Oggi


…In attesa del figlio, arriva la chiamata come Assistant Professor al Dipartimento di Patologia di Yale, in particolare al Yale Cancer Center: Katerina si trasferisce con tutta la famiglia e inizia la sua nuova avventura, affrontando pure periodi durissimi.
Come Principal Investigator (e Associate Professor) oggi dirige un laboratorio dove ricrea lo spirito affiatato della vita collegiale, di cui non si dimentica nelle relazioni anche a distanza, ad esempio con la sua “compagna di corsa” a Central Park, ora IDIBAPS Director of strategy a Barcellona, o l’altra Nuovina italo-americana, ora Nefrologa all’Ospedale Bambin Gesù… in Vaticano! E i risultati del suo team in termini di pubblicazioni, anche open access, come raccomandato dalla virologa Ilaria Capua, non mancano! In Collegio intanto, grazie anche alla nuova Presidente Anna Malacrida, biologa, si creano contatti con la stessa Università di Yale, attraverso l’ospitalità in Collegio della Prof. Serap Aksoj.
Grazie alla disponibilità e all’interessamento di Katerina, dal 2016 alcune studentesse hanno la possibilità di effettuare stage medici e di ricerca non solo presso il laboratorio da lei diretto, ma anche in altri centri di ricerca della Yale University.

Il suo consiglio


Avere il coraggio di rischiare e non arrendersi mai!


Michela Pagano, Scienze Politiche

Scegliere il Collegio, non più da matricola, e costruire un world-class cv!

Michela, da Genova, è già a Pavia iscritta come matricola di Scienze Politiche quando decide di concorrere l’anno successivo, nel 2007, per un posto in Collegio. Lo vince e non sa ancora in quante occasioni verrà coinvolta con l’opportunità di costruire un cv davvero d’eccellenza, anzi “world-class”! Durante il suo alunnato, il Collegio promuove ben due meeting internazionali legati alla rete Women’s Education Worldwide e firma l’accordo con il Barnard College: ebbene, Michela, grazie alla sua disponibilità e capacità, è attivamente coinvolta in entrambi i convegni: nel 2008, con i Presidents and Deans della rete, e nel 2011, con le Alunne. In mezzo, è un fiorire di opportunità all’estero grazie al Collegio e non solo: Dubai Women’s College, Barnard ed EucA (selezionata per il meeting Languages Mean Business), ma anche Pitzer College (con l’ISEP – UnipV), Hangzhou (con l’Università dell’Insubria), e l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO, prima a Parigi (stage Erasmus Placement), poi a Buenos Aires per ricerche per la tesi, come vincitrice del Premio di studio Giovanni Manera.

Tra le prime sfide


“Negli ultimi due anni ho vissuto in California, a New York e Parigi, senza dimenticare Pavia e la provincia di Genova, e nel futuro vorrei esplorare il terzo mondo. Non posso poi dimenticare il mio breve, ma intenso, soggiorno in Cina […] La partenza per New York è stata una scelta naturale. A inizio giugno ho cominciato uno stage di quattro mesi presso l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO. Ancora una volta, ho dovuto affrontare diverse sfide: l’adattamento alla cultura francese, dopo mesi passati negli Stati Uniti, l’approccio con le organizzazioni internazionali, dove vorrei lavorare in futuro, la transizione tra la vita della studentessa a quella della lavoratrice, con orari prefissati, pochissimo tempo libero, i ritmi dell’ufficio. Ogni giorno conosco membri del personale che vanno in missione in Mali, in Etiopia, nelle Filippine e in tantissimi altri Paesi in via di sviluppo, descrivendomi un lavoro sul campo che mi affascina e mi attrae. Lavorare in un contesto del genere mi rende orgogliosa del percorso di studi che ho intrapreso e mi lascia sperare in un futuro nelle organizzazioni internazionali”. (Nuovita, n. 21)

Oggi


Dopo uno stage semestrale, Michela è stata assunta nel 2011 come Knowledge Team Assistant di European Schoolnet di Bruxelles. Presto si troverà anche a selezionare chi dovrà sostituirla: dopo quasi due anni, infatti, sentirà il bisogno di rimettersi a studiare e va a Londra per frequentare un master all’Institute for Education. Non fa in tempo a mettersi sul serio sui banchi, che si compie il suo auspicio di qualche anno prima: lascia ancora una volta l’Europa, stavolta per l’Africa, Kenya. Come Assistant Programme Specialist (nell’ambito dello schema UN Fellowship) nel settore “Education” vola a Nairobi, dove si ferma due anni prima di tornare in Europa. Di nuovo la sua Parigi, questa volta come funzionaria dell’UNESCO. Alla prossima puntata!

Il suo consiglio


“E’ importante capire quando troppo è troppo. Se hai 25 anni non chiamarti policy advisor dopo uno stage alla Commissione Europea…” (Nuovità, n. 24).