Viviana Palumberi, Matematica

«Il primo anno è stato molto tosto: per me era importante mantenere il posto a Pavia anche per via della borsa di studio, altrimenti probabilmente sarei dovuta tornare a casa 😉 Dal secondo anno in poi è andato tutto “in discesa”;-)»

Diplomata all’Istituto Tecnico Nautico come Capitano di Lungo Corso, Viviana è incerta sul suo futuro: navigare o studiare Astronomia?
Opta per Matematica, quella che chiamerà poi «l’inglese della scienza, anzi, molto di più; l’unica vera lingua universale dell’umanità: racchiude le diverse psicologie e mentalità dei popoli espresse in un’unica lingua fatta di simboli e passaggi logici». Per studiare Matematica sceglie Pavia e il Collegio Nuovo, fondato da una imprenditrice matematica. Al concorso di ammissione, un successone, soprattutto quando dichiara al commissario, prof. Gianni Gilardi, che il suo argomento a scelta è la trigonometria sferica, usata per la navigazione.
Sin da matricola Viviana coglie le opportunità offerte dal Collegio: le conferenze (di Astronomia sentirà parlare da Tullio Regge, proprio appena arrivata in Collegio!), ben due soggiorni per il Ferienkurs dell’Università di Heidelberg, partner del Nuovo, che le offrono i rudimenti di una lingua poi necessaria per il suo futuro. Inoltre è ammessa all’Istituto Universitario di Studi Superiori, dove sarà tra le prime diplomate della Scuola riconosciuta poi dal MIUR come Scuola a ordinamento speciale.

Tra le prime sfide


Mentre Viviana prepara la tesi, a Ferragosto il suo fidanzato riceve la conferma di un posto di PhD a Basilea; all’inizio di settembre Viviana va dal suo relatore e gli annuncia la sua intenzione di sposarsi alla fine del mese e poi partire subito con il marito. Ebbene: 26 settembre, laurea a pieni voi, 29 matrimonio, 30 trasferimento in Svizzera. Inizio ottobre: assunzione al primo colloquio di lavoro per un’azienda informatica.
Un inizio comunque molto difficile, segnato anche dalla mancanza dello studio quotidiano della matematica. La strategia allora è… iscriversi al dottorato in Biomatematica, considerando anche la difficoltà del “mercato accademico” a trovare una matematica che si metta a studiare Biologia; ma ad allargare gli orizzonti anche il Collegio ha aiutato. Nella sua navigazione svizzera, altro scoglio linguistico, dopo il tedesco: la lingua ufficiale nella ricerca scientifica all’Università di Basilea è l’inglese.
Dieci anni dopo il suo ingresso in Collegio anche l’Associazione Alumnae si ricorderà di lei, assegnandole uno dei primi Premi di Ricerca, in quanto prima firmataria (con il marito!) di una ricerca presentata alla European Conference on Mathematical and Theoretical Biology a Edimburgo.
Due anni prima di ottenere il titolo di Dottore di ricerca, nasce la primogenita.

Oggi


Un annuncio in bacheca in cui cercano un’insegnante al Liceo di Aarau, lo stesso in cui si diplomò Einstein, la porta a fare domanda. Viene assunta subito, a condizione di seguire due anni di Lehrdiplom. Altro periodo “tosto”: una bambina piccola, insegnamento in un’altra cittadina (quindi altro dialetto!) ed esami in parallelo. Ci riesce. E il prossimo obiettivo? Ci racconta: «La mia nuova (e ancora attuale) impresa sarà allargare la famiglia e riuscire a far combaciare tutto, vita famigliare e lavoro fuori sede: non sempre è facile l’organizzazione, si basa molto sul lavoro di team, con mio marito riusciamo sempre a fare gran cose insieme:-)» Ma, come sempre, Viviana ci riesce e nell’ultimo anno arriva anche Tania, la terza bimba dopo Dalia e Rossana.

Il suo consiglio


Avventurarsi: «Abbandonando il lavoro di programmatrice, lasciavo il certo per l’incerto, ma la posta in gioco era alta, la realizzazione della mia natura, della mia indole avventurosa e calcolatrice a un tempo.» (Nuovità, n. 18, 2007)


Maria Roselli, Lingue

Oggi, se non erro, la “mia” stanza è abitata da una studentessa di biologia. Non so se ci sia ancora, ma dietro l’armadio, l’ultimo giorno prima di lasciare il Collegio Nuovo ho inciso il mio nome su una mattonella…

Nata in Calabria, cresciuta a Zurigo, nel 1981 Maria arriva al Collegio Nuovo, con ottimi voti di Maturità tecnica-commerciale conseguiti all’Istituto sul Rosenberg Sezione Italiana di San Gallo. Si iscrive a Lingue e letterature straniere, scegliendo tedesco, inglese, e fuori Facoltà, arabo. L’anno dell’ingresso di Maria in Collegio, la stagione culturale aperta al pubblico vede tra l’altro protagonista, l’illustre italianista Dante Isella (foto), passato da poco al Politecnico di Zurigo dall’Università di Pavia (con lui peraltro si erano laureate, fra gli altri, la Rettrice Bernardi e la Prof. Carla Riccardi, che in Collegio condurrà poi molti incontri di taglio letterario). Nell’ottica di mantenimento di relazioni tra Italia e Svizzera, poi, tra le ospiti straniere in Collegio pure una studentessa svizzera, perfezionanda in Letteratura italiana. Per coltivare lo studio delle lingue prescelte, Maria può contare su ben due lettrici tedesche e due inglesi, mentre dal resto del mondo, la sua indole curiosa, dote indispensabile per la professione che poi sceglierà, può conoscere giovani donne da Francia, Norvegia, oltre a Venezuela e Perù! Al terz’anno di corso è ora di fare le valigie: le è conferito dal Collegio un contributo per un breve soggiorno di studio a Cambridge.

Tra le prime sfide


Rientrata in Svizzera dopo la laurea, Maria per qualche anno insegna, finché nel 1990, con la collaborazione ad “Agorà”, rivista sulle migrazioni di cui diventerà anche caporedattrice, intraprende la strada del giornalismo. Alla nascita della figlia, un nuovo cambio: collabora con l’agenzia zyPRESSE, fondata da lei insieme ad altri tre colleghi.

Oggi


Nel 2005 zyPRESSE si fonde con Pressebüro Index, per cui Maria continua a lavorare, trovando anche il tempo per pubblicare volumi su temi a lei cari: salute, migrazioni, società. Tra i quali ricordiamo “Die Asbestlüge” (Le menzogne dell’amianto), un saggio sulla tragedia dell’amianto apparso in tedesco presso l’editore zurighese Rotpunktverlag e successivamente tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Per 12 lunghi anni, sempre da freelance, Maria si è immersa nel mondo della cooperazione allo sviluppo finanziata dalla Confederazione elvetica, quale redattrice della prestigiosa rivista “Un solo mondo”. Non solo, con il passaggio a giornalista della RSI – Radio Televisione Svizzera, raccoglie una nuova sfida, imparando a lavorare con le immagini. Sulla sua tenacia nei cambiamenti c’è da crederle, quando racconta che, seduti al bar della televisione a Lugano, un collega un giorno le dice: “sei il mastino più dolce che io conosca”. Oppure quando nel bel mezzo di un’intervista a Nicola Gratteri, il procuratore simpaticamente divaga e lei trova il modo di porre le domande giuste. Perché fare le domande “scomode, senza mai divenire insolenti, è questa la capacità che distingue i giornalisti che non fanno gossip ma informazione”.

Il suo consiglio


Trasformare la nostalgia in occasione; conoscere, per cambiare: “Avevo scelto di non tornarci più, in Collegio. Avevo paura di perdermi nella nostalgia. Nostalgia per un luogo che mi aveva cambiato la vita, un luogo che mi ha donato quattro meravigliosi anni di gioventù. Forse i più belli della mia vita, di certo i più spensierati. Ora che mia figlia ha vent’anni ogni tanto ci ripenso. Vedo in lei quella mia voglia di capire il mondo, di interpretare il sapere come chiave di lettura indispensabile per il cambiamento.” (Nuovità n. 24)


Katerina Politi, Biologia

Negli States, ma con molte Nuovine: «Una delle caratteristiche più belle di NY è di poter condividere queste splendide esperienze con numerose ospiti, tra cui alcune ex-allieve del Collegio Nuovo: ‘Shakespeare in the Park’ con Maria Paola Ferretti, la visita della città con la mia omonima Lucia Politi…» (Nuovità, n. 11).

Maturità alla Scuola Europea di Varese, Katerina, di origine italo-americana, compie i suoi 18 anni all’ingresso al Collegio Nuovo, nell’anno in cui si sigla l’accordo con l’Università di Heidelberg. Un accordo che marca il cammino sempre più internazionale dell’istituzione voluta dalla Fondatrice Sandra Bruni Mattei, che, nel creare il Nuovo, visitò anche molti campus statunitensi.
Tra le compagne d’anno, Katerina, iscritta a Biologia, troverà in Collegio un’altra studentessa italo-americana, di Medicina, Marina Vivarelli, con cui rimarrà in contatto anche in futuro, nonostante i destini geografici diversi. Affiatata soprattutto con una coppia di coscritte biologhe, la genovese Michela Bertero e la vogherese Giulia Campanini, decide comunque, il terzo anno di studio, di trascorrere un anno a Chapel Hill nella North Carolina, grazie a uno scambio tra Facoltà scientifiche di Università in Europa e USA.
Un anno denso di sfide accademiche, per lei che si trova ad orientarsi tra corsi per graduate e undergraduate, in quell’isola liberale di Chapel Hill in una Carolina tradizionalmente conservatrice. Un anno di confronti e condivisioni all’insegna della “diversity”, partecipando pure al programma Unitas.
Katerina vince subito dopo una Borsa di studio del Governo USA per un internato al National Cancer Institute di Bethesda: a Washington, dove si è quindi trasferita, condivide una casa con diversi studenti e in laboratorio si confronta con un ambiente internazionale, soprattutto di spagnoli, sudamericani e… italiani.

Tra le prime sfide


Ancora un trasferimento, tre anni prima del 2000: questa volta a New York, in parte finanziato da una borsa di studio del Governo USA, per un PhD in Genetica e Biologia dello Sviluppo alla Columbia University che segue alla laurea all’Università di Pavia. Tre anni dopo Katerina si sente una vera “New Yorker”: partecipa in modo attivo alla vita anche politica della città per favorire la candidatura a senatrice di Hillary Clinton (che lancerà una dozzina di anni dopo il progetto Women in Public Service Project, a cui ha partecipato dal 2013 pure il Collegio). Concorre… a corse di beneficenza a Central Park per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica (anche in compagnia della già ricordata Bertero in visita da lei!), frequenta la Nuovina Francesca Nespoli, scienziata politica impegnata in un Master alla Columbia (riceveranno proprio lo stesso giorno il diploma, come insieme accoglieranno, nel 1999, una delegazione pavese invitata dalla Italian Academy di Columbia, guidata dal Rettore dell’Università di Pavia Roberto Schmid, con la presenza anche della Rettrice Paola Bernardi). Entusiasmo e difficoltà contraddistinguono questo periodo, con un bilancio comunque positivo in un contesto aperto e innovativo dove, racconta, “l’unico limite è la propria immaginazione” (Nuovità n. 11).
Dopo il PhD ottiene un posto di Research Fellow al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York: la sua entusiasmante vita di laboratorio si concentra sulla ricerca in campo oncologico dove lavora con il Premio Nobel Harold Varmus. Diventa Senior Research Scientist l’anno in cui il Collegio compie il suo Trentennale, alle cui celebrazioni Katerina partecipa di persona e, prima ancora, collaborando alla pubblicazione Collegio Nuovo goes international curata dalla Rettrice e Saskia Avalle, che sarà sua ospite a New York l’anno di inaugurazione dell’accordo del Nuovo con il Barnard della Columbia. Nel frattempo Katerina si prepara a un duplice cambiamento, dopo il matrimonio con un americano…

Oggi


…In attesa del figlio, arriva la chiamata come Assistant Professor al Dipartimento di Patologia di Yale, in particolare al Yale Cancer Center: Katerina si trasferisce con tutta la famiglia e inizia la sua nuova avventura, affrontando pure periodi durissimi.
Come Principal Investigator (e Associate Professor) oggi dirige un laboratorio dove ricrea lo spirito affiatato della vita collegiale, di cui non si dimentica nelle relazioni anche a distanza, ad esempio con la sua “compagna di corsa” a Central Park, ora IDIBAPS Director of strategy a Barcellona, o l’altra Nuovina italo-americana, ora Nefrologa all’Ospedale Bambin Gesù… in Vaticano! E i risultati del suo team in termini di pubblicazioni, anche open access, come raccomandato dalla virologa Ilaria Capua, non mancano! In Collegio intanto, grazie anche alla nuova Presidente Anna Malacrida, biologa, si creano contatti con la stessa Università di Yale, attraverso l’ospitalità in Collegio della Prof. Serap Aksoj.
Grazie alla disponibilità e all’interessamento di Katerina, dal 2016 alcune studentesse hanno la possibilità di effettuare stage medici e di ricerca non solo presso il laboratorio da lei diretto, ma anche in altri centri di ricerca della Yale University.

Il suo consiglio


Avere il coraggio di rischiare e non arrendersi mai!


Michela Pagano, Scienze Politiche

Scegliere il Collegio, non più da matricola, e costruire un world-class cv!

Michela, da Genova, è già a Pavia iscritta come matricola di Scienze Politiche quando decide di concorrere l’anno successivo, nel 2007, per un posto in Collegio. Lo vince e non sa ancora in quante occasioni verrà coinvolta con l’opportunità di costruire un cv davvero d’eccellenza, anzi “world-class”! Durante il suo alunnato, il Collegio promuove ben due meeting internazionali legati alla rete Women’s Education Worldwide e firma l’accordo con il Barnard College: ebbene, Michela, grazie alla sua disponibilità e capacità, è attivamente coinvolta in entrambi i convegni: nel 2008, con i Presidents and Deans della rete, e nel 2011, con le Alunne. In mezzo, è un fiorire di opportunità all’estero grazie al Collegio e non solo: Dubai Women’s College, Barnard ed EucA (selezionata per il meeting Languages Mean Business), ma anche Pitzer College (con l’ISEP – UnipV), Hangzhou (con l’Università dell’Insubria), e l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO, prima a Parigi (stage Erasmus Placement), poi a Buenos Aires per ricerche per la tesi, come vincitrice del Premio di studio Giovanni Manera.

Tra le prime sfide


“Negli ultimi due anni ho vissuto in California, a New York e Parigi, senza dimenticare Pavia e la provincia di Genova, e nel futuro vorrei esplorare il terzo mondo. Non posso poi dimenticare il mio breve, ma intenso, soggiorno in Cina […] La partenza per New York è stata una scelta naturale. A inizio giugno ho cominciato uno stage di quattro mesi presso l’International Institute for Education Planning dell’UNESCO. Ancora una volta, ho dovuto affrontare diverse sfide: l’adattamento alla cultura francese, dopo mesi passati negli Stati Uniti, l’approccio con le organizzazioni internazionali, dove vorrei lavorare in futuro, la transizione tra la vita della studentessa a quella della lavoratrice, con orari prefissati, pochissimo tempo libero, i ritmi dell’ufficio. Ogni giorno conosco membri del personale che vanno in missione in Mali, in Etiopia, nelle Filippine e in tantissimi altri Paesi in via di sviluppo, descrivendomi un lavoro sul campo che mi affascina e mi attrae. Lavorare in un contesto del genere mi rende orgogliosa del percorso di studi che ho intrapreso e mi lascia sperare in un futuro nelle organizzazioni internazionali”. (Nuovita, n. 21)

Oggi


Dopo uno stage semestrale, Michela è stata assunta nel 2011 come Knowledge Team Assistant di European Schoolnet di Bruxelles. Presto si troverà anche a selezionare chi dovrà sostituirla: dopo quasi due anni, infatti, sentirà il bisogno di rimettersi a studiare e va a Londra per frequentare un master all’Institute for Education. Non fa in tempo a mettersi sul serio sui banchi, che si compie il suo auspicio di qualche anno prima: lascia ancora una volta l’Europa, stavolta per l’Africa, Kenya. Come Assistant Programme Specialist (nell’ambito dello schema UN Fellowship) nel settore “Education” vola a Nairobi, dove si ferma due anni prima di tornare in Europa. Di nuovo la sua Parigi, questa volta come funzionaria dell’UNESCO. Alla prossima puntata!

Il suo consiglio


“E’ importante capire quando troppo è troppo. Se hai 25 anni non chiamarti policy advisor dopo uno stage alla Commissione Europea…” (Nuovità, n. 24).


Marta Pedretti, Medicina e Chirurgia

«Ad occhi chiusi, incrociando le dita e con molta paura ho detto “andiamo e speriamo di cavarcela”.»

Dopo di Liceo Linguistico Gioia di Piacenza, Marta arriva a Pavia nel 1998 per iscriversi a Medicina. Grazie agli stimoli ricevuti dall’Università e dagli incontri culturali promossi dallo stesso Collegio, decide di intraprendere la strada della ricerca. Al quarto anno, con una borsa Erasmus, si trasferisce a Parigi, presso l’Université Pierre et Marie Curie e lavorando nel prestigioso ospedale La Pitié Salpetrière. Una scelta non solo di carattere accademico, ma anche personale, ammetterà.

Tra le prime sfide


Appassionata di equitazione, non si ferma davanti agli ostacoli: il percorso avventuroso che la porta ad anteporre matrimonio e figli alla carriera passa per Parigi, rientro a Pavia per la Laurea e ripartenza per Zurigo al seguito del marito fisico. A Zurigo Marta ottiene un posto al Politecnico Federale grazie anche ad una borsa post-lauream del Collegio, vince poi una grossa borsa di studio del Fondo Nazionale Svizzero (Marie Heim Voegtlin) e consegue il PhD in Scienze Farmaceutiche lavorando su anticorpi per la cura dei tumori. Si ferma come assistente presso l’ospedale di Zollikerberg (Zurigo), ma poi decide di tornare in Italia, ancora al seguito del marito fisico rientrato in Italia con il programma del rientro dei cervelli. La famiglia si stabilisce a Firenze, dove nascono il terzo e il quarto figlio, e dal 2012 Marta è Clinical Research Physician presso Menarini Ricerche.

Oggi


Dopo l’arrivo del quarto figlio, Marta si lancia in una nuova avventura professionale: pur continuando a vivere a Firenze,  la sua sede di lavoro diventa Siena, come Chief Medical Officer in una azienda farmaceutica. L’esperienza è breve: Marta decide di dedicarsi alla sua famiglia e di programmare con cura le future scelte professionali, tenendo conto di tutte le sue competenze medico-scientifiche, gestionali, linguistiche e culturali  cresciute in questi anni.

Il suo consiglio


«Un anno intero all’estero, la tesi di laurea realizzata in collaborazione con il gruppo di ricerca francese dove avevo lavorato e, soprattutto, i buoni rapporti mantenuti nel tempo sono state ottime credenziali. Per questo consiglio a tutte le Nuovine interessate a esperienze simili di non concepire l’Erasmus come un anno ‘di respiro’, ma di sfruttare al massimo questa opportunità.» (Nuovità, n. 18, 2007)


Maria Francesca Nespoli, Scienze Politiche

“Ho ripensato spesso ai momenti in cui da studentessa bussavo all’ufficio della Rettrice al termine degli esami, cosa qui [alla Marines Corps University di Quantico, n.d.r.] chiamata counselling, e prevista dal calendario accademico. O alle serate nelle quali prendevo parte alle cene in Collegio con ospiti di riguardo, cosa qui detta networking. Proprio non pensavo che l’esempio più vicino al metodo educativo del Collegio Nuovo fosse il segreto di battaglia dei Marines!” (Nuovità nr. 22)

Da … Pavia, Maria Francesca arriva al Collegio Nuovo nel 1991 e prende possesso del nuovo portachiavi (gadget collegiale appena inaugurato) per la sua nuova stanza “tutta per sé”. Pochi km da casa che però, grazie all’esperienza acquisita anche in Collegio, la porteranno molto lontano. La scelta di studiare Scienze Politiche, suggerita anche dalla Rettrice, per una come lei che vuole viaggiare nel mondo e scrivere, si rivela giusta. Il primo anno la vede già, in compagnia di letterate e filosofe, a Heidelberg per il corso estivo di lingua. Mentre si consolidano i rapporti con figure di riferimento come il prof. Arturo Colombo e il prof. Stefan Delureanu (Visiting professor da Bucarest), segue con particolare attenzione gli appuntamenti più “politici” del Collegio. Sono anni segnati da Tangentopoli e dalla drammatica scomparsa di Falcone e Borsellino: firma, tra l’altro con una sua collega letterata, Saskia Avalle, un articolo sulla conferenza con il giornalista Pansa; scrive sulla visita del Presidente Scalfaro al Ghislieri, in occasione di un incontro con una delegazione di collegiali.

Tra le prime sfide


Maria Francesca ha in mente una meta ben precisa: gli Stati Uniti. La prima manovra di avvicinamento la fa scegliendo una tesi, con relatore il Prof. Silvio Beretta, sulle relazioni economiche tra UE e USA. In quegli anni la Facoltà pavese di Scienze Politiche è in un stretto contatto con la CUNY – City University di New York e, in accordo col Collegio, si decide di avviare, in via sperimentale, un rapporto di scambio anche tra studentesse. Così nell’autunno 1995, Maria Francesca, sempre più proiettata all’esterno, grazie anche al sodalizio crescente con la Nuovina euro-entusiasta, Cristina Castagnoli, parte per un anno per New York, per scrivere la sua tesi, con la guida del prof. Hugo Kaufmann (Direttore dell’European Union Studies Center del CUNY Graduate Center, dove Francesca, ospite del J.D. Calandra Italian American Institute – CUNY, tiene anche delle lezioni). Nello stesso anno, arriva in Collegio una studentessa CUNY, Elena Coleman. Lo scambio non avrà seguito, ma segna comunque un primo tentativo. Bisognerà attendere una dozzina di anni per portare Nuovine a New York, grazie anche a Maria Francesca…
Nella Big Apple conseguirà poi anche un Masters in International Affairs alla prestigiosa SIPA (School of International and Public Affairs) della Columbia University.

Oggi


Oggi Maria Francesca è cittadina americana.
Di più: lavora come Congressional Liaison all’Ambasciata italiana a Washington (grazie a lei abbiamo avuto incontro riservato alla comunità collegiale con l’Ambasciatrice Mariangela Zappia).
Inoltre è stata International Military Student Specialist presso la Marine Corps University di Quantico in Virginia, dove ha promosso attività culturali per gli studenti stranieri, visite al Senato e al Pentagono comprese (da quelle parti incontrerà anche il suo futuro marito, ingegnere americano di origine cilene e svedesi!).
Prima ancora è stata Associate Director, all’Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University. Qui nel 1999 organizza anche un meeting tra i suoi docenti di Columbia e CUNY e quelli di Pavia, guidati dal Rettore Roberto Schmid. Non mancano due brevi ma significativi intermezzi a Pavia, negli anni di avvio dello IUSS (fondato dallo stesso Schmid) come responsabile delle Relazioni Esterne. Ma l’irresistibile fascino per New York la fa tornare definitivamente negli States.
Negli anni di New York, passata la tragedia dell’11 settembre vista in diretta dal suo ufficio, in piena campagna presidenziale Obama/ Hillary Clinton, Maria Francesca suggerisce al Collegio, dove nel frattempo è approdata nello staff anche la collega letterata di cui sopra: “Thank you, Collegio Nuovo! Let’s keep up this chain. Who’s next? The closest to me is Barnard”. Detto, e quasi fatto. Dal 2008, grazie anche alla rete WEW, l’accordo con il College femminile della Columbia è siglato e le Nuovine a New York sono una realtà sempre più consistente.

Il suo consiglio


Cercare i mentori, bussando alle porte: “Forgot to mention: I was raised in Pavia. My father was a student at the Collegio Borromeo and my aunt at the Collegio Ghislieri. As a kid, I never missed a date: first Sundays of May after the 5th of May, the Alumni Reunion. When the time came for me to consider my next step – actually my first step out of Collegio Nuovo – I didn’t hesitate to knock at the Rector’s door. An agreement was made with the J.D. Calandra Italian American Institute at CUNY (City University of New York)” (Collegio Nuovo goes international, 2008).

 


Piera Molinelli, Lettere Moderne

“La sintesi dei miei ultimi trent’anni è: nuovina, moglie, madre, professore ordinario, pro-rettore e nonna. L’ordine è rigorosamente diacronico, come si conviene a chi si occupa di linguistica storica.”

Piera lascia la provincia di Piacenza nel 1978 per iscriversi a Lettere Classiche a Pavia. In Collegio rimarrà sino a metà del ciclo di studi: il tempo di dare, a pieni voti, gli esami di Glottologia, nell’Istituto dove insegnano i “mitici” professori Anna Giacalone e Paolo Ramat, e Piera rinuncia al posto in Collegio per convolare a nozze con Mario, chimico, mantenendo però, almeno idealmente, il titolo di alunna. Si laurea in corso nei giorni dell’euforia nazionale per i Mondiali di calcio. In Collegio stringe numerose amicizie, tra cui quella con Angela Pucci, allora studentessa di Medicina e oggi anatomopatologo a Pisa (oltre che madrina di suo figlio!). Al Nuovo rimane sempre legata: “Confesso una piccola vanità: mi faccio in un certo senso ambasciatrice del Collegio tutte le volte in cui mi trovo nel mondo anglosassone (Malta inclusa) dove è un must per me indossare il distintivo o il foulard giallo e verde”… come “ambasciatrice” del Nuovo è stata anche con due alunne alla Ochanomizu University di Tokyo!

Tra le prime sfide


Lo scritto per il concorso di dottorato lo svolge uscendo per allattare la primogenita, la tesi vede la nascita del secondo figlio. Grazie alla famiglia, e non nonostante, sottolinea lei, riesce nei successivi passi professionali: insegnamento al liceo e vincita di un posto come ricercatore all’Università di Bergamo. Lasciare l’Ateneo pavese, dove si è formata ed è cresciuta, non è per nulla facile. Ma il percorso che costruisce la ripaga di grandi soddisfazioni e le consente pure di non perdere i contatti con Pavia, non solo con le pubblicazioni sulla prestigiosa rivista “Athenaeum”.

Oggi


Professore Ordinario presso l’Università di Bergamo, dal 1990 è direttore del Centro di italiano per stranieri: tra il 1993 e il 2005 ha conosciuto tutto l’Ateneo come rappresentante dei ricercatori in Senato accademico e poi dei professori associati in Consiglio di amministrazione. Nel frattempo per due mandati è stata coordinatore del corso di laurea in Comunicazione di massa pubblica e istituzionale. Ha provato a pensare a un anno sabbatico per inaugurare quest’ultima decade, ma le è stata affidata dal Rettore la delega all’Orientamento universitario di Ateneo. Risultato: Best Placement Program nel 2010 e… due anni, dopo, grazie al lavoro accademico, vincita di un Progetto di cui è coordinatore nazionale: “piazza” circa 150 mesi di assegni di ricerca per i giovani!
E’ Pro-Rettore Vicario dell’Università di Bergamo, retta da Sergio Cavalieri.

Il suo consiglio


“Qualche volta, quando sento parlare di crossfertilization invece di pensare a campi scientifici all’avanguardia penso alla vita di noi donne, alla nostra capacità di trasferire idee e conoscenze da un campo all’altro, conciliando l’inconciliabile. Osate e coltivate i vostri sogni con quel pizzico di leggerezza e di follia che al Collegio Nuovo è di casa…” (Nuovità, n. 21)


Camilla Irine Mura, Fisica

Anno di grazia, per me, il 2010! Un anno che, in meno di cinque mesi, mi ha visto prendere il volo per ben due viaggi intercontinentali, verso Dubai ad aprile e con rotta New York a luglio. Tutto questo grazie alla rete di contatti del Collegio Nuovo […]. Ripenso alle espressioni perplesse dei miei genitori quando avevo parlato loro dell’ipotesi di andare a vivere in Collegio pur abitando a venti chilometri da Pavia e alla soddisfazione che ora provano per avermi sostenuta in questa scelta (Nuovità n. 21-22).

Classificatasi tra i primi posti alle Olimpiadi della Fisica, conseguimento di Master in Arpa Celtica, Camilla partecipa al Progetto Orientamento del Collegio, godendosi un’anteprima della vita universitaria nella primavera del 2006. A settembre, il concorso: con ottime carte, tra cui 100 ed encomio al Liceo Scientifico di Broni, si mette in gioco per entrare al Collegio Nuovo e allo IUSS, come studentessa di Fisica all’Università di Pavia.
Le viene assegnato il posto gratuito dal Collegio, oltre al Premio IUSS per seguire i corsi della Classe di Scienze e Tecnologie. Dal primo anno non si perde occasione per seguire l’attività culturale promossa dal Collegio, non necessariamente del suo ambito: il suo primo articolo per Nuovità è sulla comunicazione politica, tema dell’incontro tenuto dal pubblicitario Pasquale Diaferia e dal filosofo Paolo Bellini.
Camilla è molto sensibile ai progetti di orientamento di cui aveva beneficiato: aderisce infatti a un gruppo coordinato dalla collega classicista, Pamela Morellini, per seguire le studentesse liceali (oltre una novantina!) prima del loro arrivo in Collegio e mantenere i contatti anche dopo.
Coglie inoltre, sin da matricola, le opportunità in ambito internazionale: un corso di lingua a Cambridge, all’allora New Hall (Murray Edwards); partecipazione a “Message in a bottle”, video contest copromosso dalla rete dei collegi europei EucA (con annessa visita alle istituzioni comunitarie a Bruxelles), ma il suo “anno di grazia” è il 2010, dopo la laurea di primo livello raggiunta con ottimi voti e tempismo.

Tra le prime sfide


In aprile infatti è selezionata dal Collegio per partecipare alla conferenza promossa dal Dubai Women’s College: nella metropoli emiratina si recherà con la collega di Giurisprudenza Giulia Risso, oltre che con la Coordinatrice dell’Attività Culturale del Collegio, Saskia Avalle, in visita come observer per l’organizzazione della Women’s Education Worldwide Student Conference del 2011.
In estate, ancora grazie al Collegio, punta verso il Barnard College – Columbia University, New York: può seguire alcuni corsi di Storia dell’Arte, visitando anche il Department of Scientific Research del Metropolitan Museum of Art di New York, diretto da un Alumnus dell’Università di Pavia, Marco Leona. Sì perché Camilla aveva trovato, per la sua tesi triennale, il modo di unire i suoi interessi artistici e scientifici.
Tanto che sempre in quell’ “anno di grazia” 2010 aveva pure partecipato al Congresso “Youth in Conservation of Cultural Heritage” (Palermo) presentando, come terza firmataria, un poster sugli affreschi della Cappella del Collegio Castiglioni (a Pavia). E con questo si era aggiudicata pure il Premio di Ricerca dell’Associazione Alumnae del Collegio, che l’anno successivo la insignirà anche del Premio riservato alle laureande magistrali.
Una notizia che arriva mentre si trova alla San Diego State University, per un semestre grazie all’International Student Exchange Program della nostra Università.

Oggi


Camilla si laurea in Fisica a pieni voti e si diploma allo IUSS. In Fisica. Poi, succede qualcosa: «Sarà per la bonaria ostilità che aleggia tra i dipartimenti scientifici nei suoi vari gradi di purezza, sarà per l’amore per le distinzioni e la precisione che caratterizza il mondo della tecnica, ma per molti fisici non c’è peggiore insulto che essere definiti ingegneri e, ovviamente, viceversa. È stato quindi per me fonte di gravi crisi esistenziali l’essermi trasformata nell’arco di pochi mesi dalla laurea da Fisica della Materia a Characterization Engineer presso l’STMicroelectronics s.r.l.». Tutto questo succede grazie anche alla sua Alma Mater: due preziose ore trascorse alla giornata di orientamento “Porte Aperte alle Imprese” e il dado è tratto. Una fisica, che ama l’arpa celtica, le danze popolari, gli affreschi, i microscopi, i fumetti manga, diventa ingegnere dell’industria.

Il suo consiglio


«Dopo più di un anno nei panni della Characterization Engineer ho imparato a rivendicare la mia identità di fisica e a sfruttarla per offrire un punto di vista diverso nell’affrontare i problemi, ma al contempo ho fatto mia l’arte ingegneristica del costruire con i mezzi a disposizione, siano essi materiali o concettuali, soluzioni a volte improvvisate ma comunque efficaci alle piccole e grandi emergenze di ogni giorno. Facendo un bilancio degli ultimi mesi posso dire di aver trovato, grazie sicuramente a una buona dose di fortuna, un lavoro stimolante, mai ripetitivo, che offre spunti per imparare cose nuove ogni giorno e che mi porta a collaborare con moltissime persone all’interno dell’azienda, poco male se per questo spesso mi sento chiedere: “Ma tu dove hai studiato Ingegneria?”. Per dirla tutta questo tipo di rivalità tra Facoltà ha ben poco senso, anche perché quando si ha una laurea in mano non si è certo finito di imparare, proprio per questo è necessario che le aziende siano disposte a rischiare puntando sui giovani, ingegneri e non, e investendo sulla loro formazione sul lungo termine. Esistono in Italia aziende di questo tipo? Io ne ho avuto la prova. Forse sono poche, ma con un po’ di fortuna si possono scovare, oppure possono essere loro a scovare i neolaureati in crisi di identità». (Nuovità, n. 24).


Anna Lanzani, Economia

“Delle mille attività proposte (dalle conferenze allo sport, dai corsi di lingua a quelli di fotografia) all’inizio avrei voluto fare esattamente tutto. Solo col tempo ho imparato a scegliere: scegliere a quali attività partecipare, ma anche scegliere chi frequentare, scegliere quanto, quando e con chi studiare, scegliere quali voti accettare agli esami e scegliere […] quali piatti prendere tra i mille che propone il cuoco! Chi mi conosce sa quante scelte sbagliate ho fatto – non ultima quella di scegliere “tutti” i piatti del cuoco! – ma proprio per questo, caro collegio, ti ringrazio: per avermi dato la possibilità di fare esperimenti con la vita ‘da adulti’ e anche di sbagliare ma sempre senza farmi ‘troppo’ male.”
(“Nuovità”, n. 11). 

Anno 1997. L’Ambasciatore K. P. Fabian (India) visita il Collegio in autunno e ne apprezza la combinazione di «academic excellence» insieme a «joie de vivre and joie d’apprendre». Fra le “matricole della vita e grandi della scuola” quell’anno è arrivata anche Anna, da Crema, città di Beppe Severgnini – citato non a caso. Anna, nella sua joie de vivre et d’apprendre che la contraddistingue, lo intervisterà, il giornalista a caccia di “Italians”: prima, per un giornale della loro città, anni dopo, in un incontro pubblico al Collegio Nuovo, da co-fondatrice e Presidente dell’Associazione Alumni IUSS.
Ma torniamo indietro. Al mondo della formazione Anna ha sempre guardato con interesse affettuoso e attenzione critica: diplomata col massimo dei voti in studi classici, ai giornali locali collabora regolarmente con articoli di arte, letteratura, scuola (ma anche con una intervista rubata in aeroporto alla coppia canora Paola e Chiara!). Da lei ci si aspetta la scelta di studiare Lettere. Confidando nella capacità di ragionamento – formata, si rassicura, dagli studi del greco e del latino -, opta per buttarsi nel mondo dell’economia, scoprendo presto la fatica di imparare a derivare una funzione o comprendere le matrici di Hesse (non lo scrittore Hermann).

Tra le prime sfide


Passato il primo anno, l’estate viene impegnata con un corso di “inglese economico” a Cambridge. Le sfide non terminano: tra gli impegni dello IUSS (allora SUS – Scuola Universitaria Superiore), fondato proprio nel suo anno da matricola dal Rettore Schmid insieme ai Collegi pavesi, e quelli universitari, alle soglie del Millennio, Anna decide di rincorrere per l’Europa, e precisamente alla EM Business School di Strasburgo, «la sua vera identità». Presto lo farà per il mondo, aggiunge profeticamente sempre in quel n. 11 di Nuovità.
Non è forse un caso se il tema della tesi, con la prof. Carla Cattaneo a Pavia, sarà “Strategic management under uncertainty and complexity” – ma non incerto, ancora una volta, il voto: il 2001 si chiude in bellezza, con la lode alla laurea. E non incerto, ancora, è il desiderio di studiare: dopo il Baruch College (CUNY), è la volta, con un prestito d’onore del suo Collegio, di un Master alla Kingston University di Londra. Segue poi un altro Master in East Asian Studies all’Istituto di Scienze dell’Uomo a Rimini (nel frattempo è Marketing Manager per Barilla, anche a Shanghai e Tokyo), approfondito con una formazione sui nuovi mercati emergenti all’INSEAD.
Il legame con il suo Collegio si approfondisce: Anna partecipa a diversi meeting legati alle istituzioni della rete Women’s Education Worldwide: prima a Dubai (dove realizza una intervista a una studentessa del Dubai Women’s College), poi a Sydney, poi ancora a Tokyo, Shanghai e New York. A Pavia, nel suo collegio, insieme a Paola Lanati, allora Presidente dell’Associazione Alumnae, e a una matricola di Economia, Linda Santini, tiene un workshop su “Wise-ladies in business land” nel contesto della conferenza per le studentesse della rete WEW. Un titolo che ammicca anche ai lavori di Maria Cristina Bombelli, esperta coach e di diversity management che in Collegio era venuta più volte a incontrare le studentesse. E che condurrà il dibattito nel convegno “Il ruolo della formazione nell’empowerment femminile”, un’occasione di confronto del Collegio Nuovo con esponenti delle principali associazioni italiane impegnate nella valorizzazione del talento femminile, cui pure Anna dà il suo contributo, con Paola Lanati e Barbara De Muro, come testimonial delle Alumnae.
Non solo: grazie ai contatti del Collegio, Anna ha occasione di tenere un seminario di marketing alla China Women’s University di Pechino. Una istituzione dove è poi stata invitata come visiting professor anche l’Alumna Laura Dimitrio, storica dell’arte. Una istituzione che nel 2015 ha firmato una lettera di intenti per una ancora più stretta collaborazione con il Collegio Nuovo.

Oggi


Oggi Anna, dopo più di dieci anni in Barilla, ha accumulato una esperienza manageriale che va dall’Estremo Oriente, all’Australia e al Sudafrica. All’impegno come Global Marketing Director per Delverde, sempre nel settore “food and beverages”, Anna ne ha aggiunti altri due, dall’altra parte del globo, a Buenos Aires: lo studio per un Executive MBA alla IAE Business School e la nomina a Head of the Pasta Marketing team per Molinos del Rio de la Plata. In Collegio torna quando può per tenere seminari di “intercultural skills”, o secondo l’autoironia che le è propria, il «remake del “Saper Fare di Donna Letizia”». E lascia anche la parola ad altri, coinvolgendo personalità come Tatiana Aurich, nominata tra le Women to Watch in Argentina che, tra i suoi consigli, ricorda: «Imparate a maneggiare l’arte sottile della persuasione, usate le differenze invece di negarle, e saranno la vostra arma vincente». Di recente fonda Connectar, servizio di consulenza imprenditoriale.

Il suo consiglio


Lo trasmette dal suo insegnante del ginnasio che a sua volta lo prende da Edmond Rostand: «C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière. Il faut forcer l’aurore à naître, en y croyant».