Marina Cerrone, Medicina e Chirurgia
Un ponte tra Pavia e New York
Da Vercelli, Marina, fresca di maturità classica a pieni voti, arriva a Pavia nel 1993, per iscriversi a Medicina e Chirurgia. Per due dei sei anni di alunnato le è conferito il posto gratuito, oltre a borse di studio presso partner del Collegio (Università di Heidelberg) e per tirocini all’estero (Nancy) che si aggiungono all’esperienza con il SISM a Losanna. Laureatasi nel 1999, Marina sceglie di specializzarsi in Cardiologia a Pavia e di trasferirsi quindi nella Sezione laureati del Collegio. Nello stesso anno, vince uno dei Premi Giovane Investigatore conferito dalla Società Italiana di Cardiologia, durante il Congresso annuale. Quattro anni dopo consegue la Specialità lavorando presso il Dipartimento di Cardiologia diretto dal Prof. Peter J. Schwartz.
Tra le prime sfide
Dopo la Specialità, prosegue i suoi studi di ricerca sulle cardiopatie aritmogene ereditarie e le basi genetiche della morte improvvisa giovanile, presso la Fondazione S. Maugeri di Pavia con la prof. Silvia Priori. Nel 2005 ottiene sia una borsa post doc della Società Italiana di Cardiologia sia una borsa di perfezionamento del Collegio che le consentono di partire per gli Stati Uniti per continuare la sua ricerca presso l’Università SUNY di Syracuse, NY, e poi nell’Università del Michigan, nel laboratorio diretto dal Prof. J. Jalife. Il progetto di ricerca di cui si occupa in questi anni nasce da una collaborazione con il gruppo pavese e le permette di mantenere un rapporto di lavoro con l’Italia e l’Università di Pavia e di conseguire nel 2006 un Young Investigator Award indetto dall’Upstate New York Cardiac Electrophysiology Society. Un grant per studi post doc dell’American Heart Association subentra alle borse di studio italiane per supportare la ricerca negli anni successivi: nel 2014, arriverà persino un Scientist Development Grant che le consente di avviare una ricerca di cui è Principal Investigator.


Oggi
Oggi infatti Marina lavora come Assistant Professor nell’ambito del Cardiovascular Genetics Program alla New York University School of Medicine. Qui, insieme al suo mentore degli anni pavesi, Prof. Silvia Priori, ha ricreato una clinica di cardiopatie ereditarie simile a quella dove era cresciuta professionalmente in Italia.
Non si è dimenticata dell’importanza della mentorship quando ha accolto in agosto 2012 una laureanda Nuovina in Medicina partita per un tirocinio al St Luke Roosevelt Hospital grazie all’accordo con il Barnard College della Columbia University… la storia continua. E infatti, cinque anni dopo è la volta della prima studentessa del Nuovo che andrà proprio al Langone Medical Center – NYU come volunteer con la sua supervisione!
A tredici anni dal conferimento del premio italiano come Giovane Ricercatore in Cardiologia, è risultata finalista per un Young Investigator Award in Biomedical Science riconosciuto da ISSNAF – Italian Scientists and Scholars in North America Foundation. Nel maggio 2014, mentre a Pavia si svolgevano i preparativi per il XXIX Raduno delle Alumnae, a New York Marina e suo marito, conosciuto negli anni di Syracuse e con cui condivide anche gli interessi scientifici e professionali, si sono allargati… con l’arrivo di una bimba!
Il suo consiglio
Muoversi: “Questo è ancora, in un certo senso, il paese dei pionieri e delle carovane. Le distanze sono enormi, ma tutti sono pronti a disfare casa e partire per seguire un lavoro e ricominciare dall’altra parte del Paese. Quasi nessuno vive nella stessa città per tutta la vita. Un esempio nel mio piccolo: dal 2005 a ora ho vissuto in tre città e lavorato in tre università diverse.
Nel mondo scientifico americano la mobilità è considerata un pregio, almeno finché non si arriva alla maturità professionale. Insomma, questo è un Paese affascinante, ma, come ogni adolescente, pieno di contraddizioni e incongruenze; a volta fa sorridere per la sua ingenuità, a volta dà solo sui nervi. E anche se il destino per ora mi ha fatto perdere il biglietto di ritorno, ricordo a tutti con orgoglio che qui quando si vuole indicare l’eleganza o la superiorità culturale di un posto si sceglie un nome in italiano. (Nuovità n. 23)
Silvia Cipollina, Giurisprudenza
La prima Alunna nella storia del Collegio a vincere una cattedra universitaria.
Da Alessandria, Silvia, con una maturità classica a pieni voti e all’ottavo anno di Conservatorio (pianoforte), arriva a Pavia nel 1980 per iscriversi a Giurisprudenza: è una delle cinque matricole ammesse per questa Facoltà, un numero pari a quello delle iscritte a Matematica, corso in cui si era laureata la Fondatrice Sandra Bruni Mattei. Con lei e le sue colleghe inizia a prender corpo anche al Nuovo la schiera delle future giuriste, destinata a crescere negli anni. Il 1980 è anche l’anno in cui lo Statuto della Fondazione Sandra e Enea Mattei è approvato con Decreto del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, n. 1033 del 16 ottobre. La pubblicazione del Decreto presidenziale sulla Gazzetta Ufficiale sarà l’anno successivo, il 6 febbraio 1981, mentre Silvia accumula un risultato positivo dopo l’altro negli esami di Giurisprudenza.
« Ho quasi ottantacinque anni e vorrei vederlo questo decreto, prima di morire» , aveva scritto allo stesso Presidente la Fondatrice, che nell’estate del 1981 verrà a mancare. Nel frattempo, anche in collaborazione con il prof. Alberto Gigli Berzolari, allora Rettore dell’Università di Pavia, era riuscita ad assicurare al Collegio quel contributo ministeriale che consentirà al Collegio di proseguire nell’iniziativa di promuovere il merito delle sue alunne, indipendentemente dal censo.


Tra le prime sfide
E gli ottimi risultati delle alunne si vedono. Solo sette anni dopo la laurea (con lode, nel 1985), nello stesso anno in cui conclude il Dottorato in Diritto tributario, Silvia vince il posto da Professore associato a Udine e nel 1993 si aggiudica il Premio del Ministero delle Finanze per il miglior libro di finanza pubblica con la monografia La legge civile e la legge fiscale. Il problema dell’elusione fiscale (Padova, Cedam, 1992). Già titolare dal 1994 della supplenza del corso di Diritto Tributario del suo Maestro Giulio Tremonti, diventato lo stesso anno Ministro delle Finanze, nel 2001 Silvia rientra come titolare nella sua Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Pavia. Nel 2002 viene nominata con D.P.C.M., su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, esperto del SECIT (Servizio consultivo ed ispettivo tributario), ruolo che ricopre fino al mese di febbraio 2008. Nel 2003 consegue l’idoneità alla prima fascia di Diritto tributario, con giudizio unanime della Commissione. Nel 2005 viene chiamata a ricoprire la cattedra di Diritto tributario nella Facoltà di Giurisprudenza di Pavia e diventa membro del Comitato consultivo per l’applicazione delle norme antielusive – Agenzia delle Entrate. Nel 2009 fa parte – è l’unica donna – del team di giuristi che il Ministro Tremonti incarica di scrivere le regole per un “Manifesto del diritto futuro”, il “Global legal standard”, che in seguito prosegue il suo percorso sotto l’egida dell’OCSE.
Oggi
La prima Alunna del Collegio Nuovo a vincere una cattedra universitaria di prima fascia! Non solo. Silvia dal 2005 è anche designata a far parte del gruppo dei cinque esperti dell’Italia, aventi i requisiti per divenire membri della commissione consultiva della Convenzione europea sull’arbitrato (90/436/CEE). Silvia sarà anche consigliere per tre anni del Ministro dell’Economia e delle Finanze (2008-2011), Giulio Tremonti, che in Collegio è stato ospite nell’ultima occasione proprio da Ministro con il giornalista Aldo Cazzullo.
Nel settembre 2012 Silvia è inoltre nominata nel Consiglio di Amministrazione della holding Premafin, prima società di Piazza Affari ad applicare la legge Golfo-Mosca. In Università affianca alla cattedra di Diritto Tributario l’insegnamento di Diritto Tributario Europeo e Internazionale. La prima cattedratica Nuovina con un allievo che ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come docente di seconda fascia!
Il suo consiglio
«Condivido con le “Nuovine” più giovani il consiglio che ho ricevuto anni fa dal mio Maestro: “mulier faber fortunae suae”.
Che significa, per me? Scegliere un’attività che si può svolgere con passione, non esitando a cambiare direzione se ci si accorge di avere sbagliato strada (io l’ho fatto, interrompendo una tesi in corso di Diritto processuale civile per laurearmi in Diritto tributario). E poi lavorare con impegno, investendo su se stesse nonostante gli anni che passano…».
Marta Esposito, Matematica / Biologia
Che il Collegio Nuovo mi abbia cambiato la vita, è un dato di fatto: andare via di casa, trovare nuove amicizie, imparare a vivere con persone diverse da me, con un modo di pensare differente dal mio, mi ha insegnato ad aprire porte interiori che nemmeno sapevo di avere. La comunicazione: dire quello che ho dentro, la percezione che l’interlocutore capisca il mio stato d’animo, le mie idee, le mie passioni. Questo è stato l’input per voler fare di più, andare oltre lo studio e la mia quotidiana vita lavorativa. (Nuovità, n. 26)
Madre polacca, papà italiano, Marta parla fluentemente le due lingue quando arriva al Collegio Nuovo, con il suo 100 e lode dal Liceo Scientifico di Ovada, pronta a iscriversi a Matematica. Fra gli appuntamenti che aprono l’anno accademico, c’è l’incontro, condotto dal divulgatore scientifico Marco Cagnotti (docente in Collegio), con il matematico Claudio Bartocci. In apertura della conferenza, che prende spunto dall’uscita dei Racconti matematici curati da Bartocci, si citano le parole di un’Alumna, allora dottoranda in Matematica a Basilea, Viviana Palumberi, che definisce la sua disciplina: «l’inglese della scienza, anzi, molto di più; […] è l’unica vera lingua universale dell’umanità: racchiude le diverse psicologie e mentalità dei popoli espresse in un’unica lingua fatta di simboli e passaggi logici.»
Per la bilingue Marta le sollecitazioni più profonde, guardando agli sviluppi futuri, sembrano venire però dall’incontro di due giorni prima, in quella stessa aula (nella foto), con un’Alumna biologa, Natalia Lugli, ospite insieme al prof. CarloAlberto Redi e al Col. Luciano Garofano per una conferenza organizzata con l’Associazione che fa capo al mensile “Socrate al Caffè”, cofondato dal filosofo Salvatore Veca e dal giornalista Sisto Capra, entrambi molto vicini all’attività del Collegio.
Succede infatti che…


Tra le prime sfide
Dopo il primo anno, Marta capisce che, pur comprendendo il linguaggio matematico ed essendo in regola con i requisiti di merito per il Collegio (peraltro le è assegnato un posto gratuito), altra è la lingua che vuole praticare: passa quindi a Scienze Biologiche. Da allora, il talento si coniuga alla passione e il risultato è che, uno dopo l’altro, arrivano riconoscimenti e soddisfazioni sempre maggiori. Prima tappa. lode alla laurea di primo livello, con una tesi su “Caratterizzazione di cellule tumorali propagate a lungo termine in presenza di 3-aminobenzamide”, discussa con la dr. Chiara Mondello, responsabile in quegli anni del progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo “Genomica della progressione tumorale in un sistema cellulare modello”. Seconda tappa: arrivano i massimi voti anche per la tesi magistrale nel corso in lingua inglese Molecular Sciences and Genetics: relatrice la prof. Giovanna Riccardi nel cui laboratorio poi Marta si fermerà, una volta vinto, subito dopo la laurea (e prima in classifica!), il Dottorato di ricerca.
Oggi
Dal 2013 Marta è impegnata, sempre a Pavia, nel Dottorato in Genetica, Biologia Molecolare e Cellulare in un progetto di ricerca per identificare nuovi farmaci per il trattamento della tubercolosi. Come dottoranda, vince pure una delle borse di residenzialità del CCR – Centro Comunicazione e Ricerca del Collegio Ghislieri, uno dei quattro Collegi di Merito di Pavia la cui sezione femminile fu aperta nel 1965 dalla Fondatrice del Collegio Nuovo, Sandra Bruni Mattei.
Il 2015 le porta un importante riconoscimento: il primo premio per i risultati raggiunti al 9th Consortium Meeting, More Medicines for Tuberculosis. Un giorno, dello stesso anno, le arriva una mail della prof. Riccardi che la spinge a una nuova avventura. Marta ha scoperto l’interesse e il talento per una nuova lingua: quella degli analfabeti di scienza. E così, partecipa a una competizione di divulgazione scientifica che la porta alla finale di FameLab Italia 2015 a Expo. Una gioia anche per il suo Collegio, che ai temi di comunicazione della scienza, anche con Marco Cagnotti, ha sempre prestato attenzione e cura!
Di comunicazione poi non potrà fare a meno nel momento in cui imbocca la carriera di insegnante. Seguitela qui
Il suo consiglio
Vivere il Collegio con lo spirito del qualcosa in più: “Non sono stati solo anni universitari, ma anche di crescita, amicizia, arricchimento, serenità” (dalla dedica della sua tesi di laurea)
Cristina Castagnoli, Scienze Politiche
“La borsa del Collegio, come sempre provvidenziale, mi ha permesso di sbarcare nel quartiere delle istituzioni comunitarie. Le mie giornate trascorrevano tra la biblioteca e il Parlamento europeo. Un’offerta tanto inaspettata quanto gradita mi ha dato la possibilità di far coincidere laurea e primo giorno di lavoro nella stessa settimana”.
Ricca di racconti sulla “vita da collegio” del papà Alumnus borromaico, Cristina arriva da Bergamo a Pavia nel 1990, anno in cui il Collegio, forte delle sue prime 12 primavere e di oltre un centinaio di Alumnae, ha pubblicato il suo primo Nuovità. Scienze Politiche è il suo sogno convinto, e non mancheranno, da parte del Collegio, le occasioni che prenderà al volo per perseguirlo al meglio. Tanto che sentirà il bisogno di “sdebitarsi”. E, compiuta la “maggiore età” dall’anno di matricola, nel 2008, lo farà all’insegna della sua esperienza, istituendo la Borsa Europea a favore delle Nuovine (il termine è di suo conio…)


Tra le prime sfide
Nei primi anni Novanta, partire per un Programma Erasmus non era così scontato. Cristina insegue il suo sogno europeo e porta libri, sci e racchette da tennis all’Università di Tolosa. Preventiva un solo semestre, ma lì scopre di poter ottenere pure un pionieristico diploma di studi europei… “Sofferta è stata la decisione di prolungare il mio soggiorno a Tolosa […] ma il poter approfondire i miei studi, grazie al diploma comunitario, costituiva un’opportunità irrinunciabile. La nostalgia del Collegio è stata ovviata da mie fugaci apparizioni e dalla graditissima visita di Maria Paola”. (Nuovità, n. 5) Al rientro, per il suo quarto e ultimo anno di corso, si rende conto che il suo ottimo francese, quasi da madrelingua, non basta. E le tocca mandare giù il fatto che dall’inglese non si scappa. Ottiene dal Collegio una borsa di studio per un corso estivo a Bristol. Nel frattempo si prepara a fare le ricerche per la laurea, lì, a Bruxelles, nel cuore della sua Europa. E il Collegio le assegna una borsa di studio messa a disposizione da una istituzione bancaria. Cristina parte per Bruxelles, torna a Pavia per discutere la tesi e… riparte.
Oggi
Bruxelles è casa. Pavia è casa. Bergamo è casa. Cristina è una cittadina europea nello spirito e nei fatti. La casa e il suo ufficio, in Parlamento come in Commissione, sono cosparse di foto del Collegio, di cui si fa “ambasciatrice” in più di una sede nella sua nuova vita belga. Nel 2008 per un triennio è Presidente dell’Associazione Alumnae: nonostante l’impegno professionale che la fa viaggiare molto come membro del Gabinetto della Commissaria Kuneva, trova il tempo per tornare in Collegio. Qui, in rappresentanza delle Alumnae, taglia il nastro del Trentennale e partecipa ai lavori del meeting WEW per Presidents and Deans della rete. Fa famiglia con un Italian, per dirla alla Severgnini, mettendo anche al mondo un piccolo poliglotta. Per un anno svolge un lavoro meno interessante, poi una offerta imperdibile: diventa la prima (e unica) Advisor italiana del Vice Presidente dell’Unione Europea e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri. Dopo breve pausa sabbatica, il ritorno all’amato Parlamento, nella EP Democracy and Elections Actions Unit, come osservatrice delle elezioni nei Paesi terzi. Lo sguardo sempre allungato sul mondo, dalla nostra Europa e ora anche come capo della Unità che si occupa di osservazione elettorale e sostegno ai parlamenti delle democrazie in transizione, come Tunisia, Ucraina e Birmania.
Il suo consiglio
“La mia storia è l’esempio di come sia importante inseguire i propri sogni, inclinazioni, senza temere i rischi che tale scelta potrebbe comportare.” (Nuovità, n. 5)
Barbara Casadei, Medicina e Chirurgia
Il mio tempo al Collegio Nuovo portò un senso di chiarezza nei miei obbiettivi, forse il primo apprezzamento del valore di una buona istituzione, l’ottimismo nei confronti del futuro. Su questa esperienza si è basata la mia scelta professionale, la mia passione per l’insegnamento e la ricerca, il mio desiderio di lavorare con altri per lo sviluppo di un progetto comune.
Tra le prime 24 alunne che varcano la soglia del neonato Collegio Nuovo, nel novembre del 1978, a completare la dozzina di matricole in Medicina arriva, da Cervia, Barbara. Ci resterà sino alla laurea, nel 1984, a parte un breve soggiorno a Mainz, grazie al Collegio. Dopodiché, iniziata la specializzazione in Cardiologia con il Prof. Achille Venco, nel 1989 parte per Oxford per perfezionarsi nel Dipartimento di Medicina Cardiovascolare del John Radcliffe Hospital. E’ una delle prime Alumnae a usufruire delle nuove borse di perfezionamento post laurea all’estero del Collegio, istituite in occasione del decennale (1988): avrebbe dovuto fermarsi sei mesi e invece a Oxford è rimasta, bruciando una dopo l’altra le tappe di una carriera tutta in ascesa. Del Collegio alla comunità accademica pavese racconterà: “Ciò che rese il Collegio così speciale per me fu la quotidianità del rapporto con persone di provenienza, interessi ed aspirazioni diverse dalle mie. Competizione ed insicurezza, che sono sentimenti tanto comuni a quell’età, erano temperate dalla calma quotidianità dei nostri pasti in comune e dalla tollerante e ironica attitudine di Paola Bernardi, la nostra Rettrice. Per me, che son figlia unica, la vita collegiale ebbe un tale impatto, che probabilmente non é un caso che mi sia trovata così a mio agio in Oxford (città universitaria con 36 collegi), dove questo tipo di esistenza può continuare fino al pensionamento ed oltre!”
Tra le prime sfide
Ospite d’onore dell’Università di Pavia per la Giornata del Laureato del 1995, nel suo discorso di fronte alla gremita platea della comunità accademica, Barbara non dimentica la specificità delle sfide professionali come donna. Lo può ben fare perché l’anno prima non solo ha messo al mondo la primogenita, ma vince il Young Research Worker Prize della British Cardiac Society. E, nel 1998, nel suo discorso per il Ventennale del Collegio, come Presidente delle Alumnae, è ben cosciente del potenziale trasformativo femminile: “E’ importante che le donne mirino in alto non solo per soddisfare ambizioni personali, ma anche e soprattutto per contribuire a fare dell’industria e del mondo accademico un ambiente anche a misura di donna” (Nuovità, n. 9).


Oggi
Dal 2006 Barbara è la prima e unica Full Professor (donna) in Medicina Cardiovascolare dell’Università di Oxford. Un primato che è una conquista personale, ma anche un simbolo per molte donne e per un’istituzione come il Collegio Nuovo. Una istituzione a cui Barbara, come moltissime Alumnae, è sempre rimasta molto vicina, con il suo supporto, anche come “ambasciatrice”, e la sua disponibilità. Nel 2013, una Nuovina specializzanda in Cardiologia potrà lavorare al suo fianco per uno stage…. Il primato continua se si pensa che è stata nominata, unica donna, British Heart Foundation Professor nel Regno Unito, un riconoscimento che consente a tante giovani leve di formarsi con lei a Oxford! Per non parlare del fatto che è stata eletta Presidente (prima donna), della European Society of Cardiology.
Il suo consiglio
Barbara non ama dare consigli, ma chi l’ha ascoltata in diverse occasioni, come quella della Giornata del Laureato, qualche spunto lo può prendere da racconti come questo: “Arrivai quindi a Pavia con la mia ‘medaglia’ di prima della classe, convinta di essere ‘speciale’. Il primo passo verso un ridimensionamento e una vita adulta per me risale proprio al momento prima dell’esame di ammissione, quando, chiacchierando con le altre concorrenti, mi resi conto di essere, in quel contesto, appena nella media, non certo fra le più brillanti. Questa presa di coscienza fu fondamentale per il mio sviluppo accademico e influenzò il resto delle mie scelte professionali. – Il valore di un’istituzione è in chi ne fa parte; la consuetudine ad ascoltare e la stima per il talento di tante compagne hanno dato inizio in quegli anni a un lungo percorso verso l’apertura e l’allontanamento da ciò che si presenta angusto o troppo comodo fino alla realizzazione di una scelta: vivere, magari come un pesce piccolo, ma nell’oceano, collegialmente”.
Chiara Carsana, Lettere Classiche
Pavia, città universitaria piccola, ma – all’epoca molto più di oggi – di dimensione internazionale, mi ha effettivamente offerto delle prospettive di apertura a realtà molto varie e diverse dalla mia, anche attraverso l’ambiente stimolante del Collegio.
Da Napoli, padre partenopeo e madre bresciana, Chiara, primogenita, lascia, nel 1982, anche i suoi due fratelli per arrivare a Pavia. Qui, proprio al concorso di ammissione al Collegio Nuovo, fa “l’incontro” della sua vita, accademica e professionale, con un Professore davvero straordinario. Varie le caratteristiche di quella persona che la colpiscono, non ultimo “il suo aspetto di bell’uomo alto e distinto, coi baffi, che le ricordava tanto suo nonno, professore di Clinica medica, lombardo pure lui”. Però, con lui si trova ad affrontare una prova importante. “Con lui ho sostenuto l’esame orale di letteratura latina; ma, più che un esame, ricordo una chiacchierata durata quasi un’ora sull’Epicureismo a Roma e poi ancora su Napoli, dove lui era stato per la prima volta subito dopo la laurea come borsista all’Istituto Croce: un’esperienza che deve essere stata molto simile e speculare alla mia a Pavia, una prima apertura al mondo… Ricordo come se fosse ora l’attenzione e l’interesse con cui mi ascoltò, e la sostanza di un dialogo autentico fatto di obiezioni, domande e risposte, che si aprì fra di noi. […] Quello che so è che alla fine dell’esame avevo molto chiara una cosa: mi sarei laureata con quel Professore! “ Quel professore era Emilio Gabba, antichista di rango internazionale e Consigliere di Amministrazione della Fondazione che inquadra il Collegio.


Tra le prime sfide
E sarà proprio il Prof. Gabba ad apporre il suo “Confermo e approvo pienamente” alla richiesta di Chiara per un supporto del Collegio per un perfezionamento all’estero, una decina di anni dopo l’ingresso al Nuovo. Destinazione: University College of London. D’altra parte, la sua tesi (“Teoria della Costituzione mista in età imperiale”) si era conquistata anche il diritto di stampa nelle pubblicazioni di Athenaeum (come sarà poi anche per quella di dottorato) nonché il Premio Angelini Giovani. “Sono arrivata alla mia prima esperienza di studio all’estero piuttosto tardi, al termine del mio dottorato di ricerca in Storia antica; ma questo mi ha forse permesso di vivere l’impatto con un’altra realtà accademica in maniera più profonda e consapevole”, commenterà al suo rientro, quando poi subentrerà a Magda Arnaboldi come Presidente della Associazione delle ex alunne (carica che assumerà poi di nuovo dal 2023!). La prima letterata, come del resto era stata, in Collegio, tra le prime studentesse di Lettere: un nucleo fattosi negli anni sempre più corposo. Allora, nei suoi anni al Nuovo, ancora molto ridotto, ma come quello delle colleghe scienziate, destinato a molti successi. Basti, per tutte, il nome di Giuliana Adamo, ora Docente di Italianistica al Trinity College di Dublino.
Oggi
Ventitré anni dopo l’arrivo in Collegio, Chiara, che nel frattempo ha anche insegnato per qualche anno al Liceo Classico Ugo Foscolo di Pavia, vince il posto di Ricercatrice di Storia Antica all’Università di Pavia. E’ l’ultima, in ordine di tempo, degli allievi del Professor Gabba da lui avviati alla carriera accademica. Nel 2008 è la prima Alumna a far parte della Commissione di Concorso per gli esami di ammissione al Collegio, accanto al “suo” Professore.
Con la Nuovina Lucia Pick, anche lei antichista, realizza per “Nuovità” un’intervista ad Emilio Gabba quando questi decide di lasciare il Consiglio di Amministrazione, rimanendo comunque illuminato punto di riferimento per il Collegio. Dal 1 agosto 2021 Chiara, dopo una decina di anni da associato, è professore ordinario di Storia Romana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia. La storia, non solo romana, continua! Al Nuovo torna, per esempio, a condurre l’incontro con Maurizio Bettini, conosciuto in Collegio da studentessa….
Il suo consiglio
Vivere l’irripetibilità del Collegio: “È molto importante non vivere il Collegio come una semplice residenza universitaria, ma sfruttare appieno tutti gli strumenti che la struttura offre […] non chiudersi, confinarsi esclusivamente nella propria attività di studio; nella preparazione contingente degli esami” (Nuovità, n. 6.)
Viola Cappelletti, Ingegneria edile - Architettura
Il futuro? Fantasia, Entusiasmo, Fiducia. L’Università dà gli strumenti, forma la mente. Se poi si ha anche la fortuna di poter usufruire di un appoggio ulteriore, quale il Collegio… la chiave di tutto è comprendere che la formazione continua, oggi più che mai, è l’unica cosa che può fare di noi dei buoni professionisti, coscienziosi e preparati.
Nell’anno del completamento del cablaggio di tutto il Collegio, dalle camere agli spazi comuni (2000), Viola arriva da Bolzano per iscriversi al neonato corso di Ingegneria Edile/Architettura. Nello stesso anno il Collegio inizia anche a promuovere gli insegnamenti accreditati dall’Università: il primo sarà in Comunicazione Digitale e Multimediale. Scopriremo che il tema non sarà del tutto estraneo a Viola…
Tra le prime sfide
Si laurea con lode in corso, con una tesi in Urbanistica sui temi della sostenibilità (relatore prof. Augusto Mercandino). Tre anni dopo: “Negli anni in cui sono stata studentessa non sono mai stati organizzati eventi che interessassero il mio settore disciplinare, quello dell’Ingegneria Edile e dell’Architettura, pur essendoci stati in passato illustri ospiti come Gae Aulenti e Mario Botta. E così, mossa da quei ricordi, ho avvertito la sensazione che accompagna il nascere di un progetto”. Propone un ciclo di lezioni sulla sostenibilità in architettura, in collaborazione con l’ex Dipartimento di Ingegneria Edile Architettura: un ciclo che costituirà la premessa per l’istituzione successiva, in Collegio, di un insegnamento accreditato dallo stesso Dipartimento. Nel 2010, conscia che la formazione continua è elemento chiave di sviluppo, segue un corso di aggiornamento per certificatore energetico e per questo riceve anche un riconoscimento dall’Associazione Alumnae. L’anno successivo, un’altra sfida: gira il primo Lip dub per rappresentare la città di Pavia. Un evento social, patrocinato dal Comune, che nel 2011 era ancora pioneristico.


Oggi
La sua carriera è caratterizzata dall’essere poliedrica: serietà e professionalità contraddistinguono la sua attività di ingegnere e architetto, nel campo dell’urbanistica e della certificazione, diagnosi e progettazione energetica, dove ha conseguito anche l’abilitazione come Termografo di II Livello. Oggi è istruttore tecnico di un Comune del pavese (seguitela nei prossimi passi qui) La sua creatività la spinge anche in altri campi, fotografia, video e comunicazione. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, con immagini sia di paesaggi ed architetture, sia con progetti più “artistici”. Come regista ha vinto il concorso “Sfida Tisanoreica” indetto da MyVisto e creando il video virale “I Pavesi’s Karma” parodia del celebre brano sanremese.
Il suo consiglio
“La chiave per risolvere le piccole grandi difficoltà della vita, di qualsiasi natura esse siano, sta tutta qui: nella capacità di non annoiarsi mai, nella voglia di mettersi sempre almeno un po’ in discussione, nel capire anche a posteriori dove si sbaglia, dove si può fare meglio e dove, perché no?, si può anche immaginare di cambiare tutto”. (Nuovità, n.23)
Alessandra Camerini, Giurisprudenza / Ingegneria
Ho sempre letto gli articoli di “Nuovità” con un sorriso: un misto di orgoglio per i successi delle mie amiche, di nostalgia per il “tempo andato che non ritornerà”, di consapevolezza del fatto che quello che eravamo a vent’anni, la nostra ironia, la nostra fantasia, il nostro entusiasmo, in fondo, ci rimangono sempre dentro. (Nuovità, n. 17, 2006)
L’anno in cui Alessandra, da Bergamo, arriva al Collegio Nuovo iscrivendosi a Giurisprudenza è segnato da una piccola novità per la Rivista del Collegio che ha compiuto il suo primo lustro: alla rubrica “Esperienze di studio all’estero” si aggiungono “Esperienze di lavoro” ed “Esperienze di vita”. A inaugurare la prima è una testimonianza sulla vita in azienda, firmata dalla HR Manager Cristina Crepaldi. Mentre Alessandra fa i suoi primi esami di Legge, in Collegio arriva ospite, per un incontro aperto anche al pubblico, la prima donna entrata nel Consiglio Superiore della Magistratura e anche Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: Elena Paciotti. Alessandra matricola, si trova tra esempi aziendali e conquiste professionali, non comuni, di donne: un segno per il suo futuro.
Tra le prime sfide
Il secondo anno inizia con una importante novità per lei: il passaggio, non comune e non facile, a un’altra Facoltà. Alessandra, che nel frattempo frequenta in Collegio linguiste, scienziate e ingegnere, sceglie di studiare Ingegneria Elettrica. I suoi primi pensieri, quando si imbatterà in discussi articoli usciti sul “Financial Times” (Naked ambition) sono per il Collegio, la cui rivista diventa per lei l’agorà per rilanciare temi sulle difficoltà delle donne ad affermarsi professionalmente, unendo tutte le sfide dettate anche dalle “esperienze di vita”.
Dopo la laurea, la prima esperienza di lavoro è di un anno con Allianz come Energy Manager. Passa poi, come direbbe a sua nonna, a “fare shopping” per conto di Pirelli Real Estate. Detto in “aziendalese”, si occupa della «massimizzazione della redditività del patrimonio immobiliare, di accrescimento del valore della proprietà e di supporto tecnico nell’acquisizione e dismissione degli immobili» (Nuovità, nr. 17, 2006).
Oggi
Dopo tre anni come Direttore Acquisti per BNP Paribas Real Estate, Alessandra passa al Gruppo Deutsche Bank dove viene nominata Vice Presidente e capo dell’Italian Real Estate Sourcing: comincia a costruire una famiglia, sposandosi e mettendo al mondo il primo dei due figli. Proprio mentre arriva il primogenito, per lei giunge un ulteriore ruolo di responsabilità come Regional Head of Strategic Sourcing in Continental Europe. Dopo la posizione di Global Procurement Head del Cash management e dei branches services in tutte le Countries Retail del Gruppo Deutsche Bank, una svolta che la porta a lavorare per Fondazione Telethon. (seguitela nei prossimi passi qui).


Il suo consiglio
Umiltà: «Non è inconsapevolezza del proprio valore, non è debolezza; è al contrario un punto di forza che ci fa percepire gli altri come fonte di apprendimento, di appoggio, di trampolino di lancio e ci fa percepire dagli altri come donne capaci, preparate, affidabili, su cui investire perché pronte a crescere sempre più. Sta qui, a parer mio, la differenza tra chi fa carriera e arriva, ma sola, e chi la può fare, guardando sempre oltre, circondata, come ai tempi del Collegio, da persone che la apprezzano, la sostengono e che sorridono dei suoi successi. A ognuno la sua scelta» (Nuovità, n. 17, 2006).
Emmanuela Carbé, Lettere Moderne
“Zia Gina, mentre cucinava qualche specialità veneta a base di dadi aromatizzati, si gustò un servizio sui finalisti del Campiello Giovani. E ohibò, disse, ma è la mia nipotina. Ohibò, disse, ma la mia nipotina scrive? Mi chiamò, io ero tutta presa dagli eventi di quei mesi, che la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità…”
“…la scuola finisce e dove andiamo a finire io e te, e questa maturità” (Nuovità, n. 14)… Da Verona, Emmanuela non prende il treno per la vicina Università di Padova, sua scelta iniziale, ma, dopo aver visitato il Collegio Nuovo a Pavia, decide, nel 2002, di partecipare ai concorsi per i Collegi. Fresca della vincita del Campiello Giovani con il suo “Sconcerto in quattro tempi”, Emmanuela si iscrive a Lettere Moderne. Con un po’ di felice sconcerto, così racconta i suoi primi tempi: “Il mio ingresso in collegio è stato all’insegna delle perplessità e dei timori a partire dalle questioni più pratiche. Ho sempre avuto una dote particolare nel dimenticare nomi cognomi date e ricorrenze. Il primo problema era quindi imparare nel minor tempo possibile un grande numero di nomi da associare metodicamente alle persone che nel giro di pochi giorni avevo conosciuto. Mi sembrava che l’impresa fosse impossibile ma con l’andare del tempo non solo ricordavo i nomi, piano piano imparavo anche a conoscere, e così il secondo problema, la convivenza in un ambiente così affollato, si risolse da sé. Il terzo problema, il più grande, era quello di mettersi in gioco. Il mio modo di essere, che seguiva il “vivi nascosto”, in un luogo del genere non poteva funzionare. Poi, col passare del tempo, il mio modo di vedere il collegio si capovolgeva, la mia stanza da vuota si riempiva di cose, si stringevano i legami con molte persone, iniziavo a sentirmi a mio agio e a intravedere un percorso” (Nuovità n. 18, già pubblicato su “L’Osservatore romano”, 2007). Un percorso che la porterà, lei alla destra nella foto, a condividere in qualche modo un “destino” simile a quello di Melania G. Mazzucco, ospite in Collegio nel 2014, ritratta sul lato opposto.


Tra le prime sfide
Gli anni al Collegio Nuovo la vedono partecipe in occasioni di incontri significativi come quello con lo scrittore David Grossman, introdotto da Cesare Segre, nella splendida nuova sala conferenze inaugurata l’anno prima, nel 2003. Paolo Nori, suggerito dalla sua amica Nuovina Francesca Negri (che organizzerà anche un laboratorio di scrittura in Collegio), sarà uno degli autori venuto in Collegio che poi, più avanti, Emmanuela si troverà a presentare in un festival letterario. Qualcosa di simile accadrà con Sebastiano Mondadori, ospite più volte al Nuovo, con cui condividerà l’impegno all’interno della giuria del Premio “650 parole in rosa”, promosso dal Collegio con l’Università di Pavia per il “compleanno” dell’Ateneo. Felice era stata, prima ancora, la sua proposta di incontro con scrittori esordienti come Giorgio Vasta, così come il suggerimento di invitare l’autore dell’ultima videointervista al poeta Mario Luzi, ricordato in una serata al Nuovo con Maria Antonietta Grignani, in un omaggio al Poeta che fu ospite del Collegio nel 1993. Emmanuela, ancora prima di laurearsi in Filologia moderna con Clelia Martignoni, si era quindi mossa su più fronti. Non solo aveva fondato con un gruppo di studenti l’editrice in copyleft OMP, ma in vista di una collaborazione più stretta con Pavia Archivi Digitali, progetto lanciato da Beppe Severgnini, allora Presidente dell’Associazione Alumni di UniPV, Emmanuela capisce che non bisogna smettere di studiare. Neanche se ha appena conseguito un’ottima valutazione al Dottorato. Si lancia nell’ennesima sfida e, aggiudicandosi un contributo dell’Associazione Alumnae, ritorna sui banchi di scuola per un Master in Informatica del Testo ed Edizione Elettronica. Fa avanti e indietro tra Pavia Siena e Arezzo, in attesa che esca il suo esordio letterario. Su carta, per Laterza. Per il digitale, ci sarà tempo.
Oggi
Emmanuela festeggia il suo trentesimo compleanno presentando il suo… Mio salmone domestico.
Inizia un tour che la porterà anche in città dove una sua compagna d’anno, ma classicista, Giulia Ghidini, la presenterà; si prepara poi a qualche puntata all’estero, dove andrà forte anche dell’esperienza a Cambridge, grazie al suo Collegio.
I suoi trent’anni, quelli dell’istituzione fondata dalla veneta Sandra Bruni Mattei, li aveva festeggiati curando la pubblicazione degli Incontri al Collegio Nuovo 1997-2007, sulla scia del primo fortunato volume uscito per le cure di Grazia Bruttocao.
Attualmente insegna al Master di Informatica del testo ed edizione elettronica (Università di Siena). Tra le pubblicazioni più recenti, tra accademia e “invenzione”: L’unico viaggio che ho fatto. Storia di Gardaland e di quello che è successo dopo (Minimum fax), Digitale d’autore. Macchine, archivi e letterature (Firenze University Press) e La scrittura necessaria. Il diario di guerra di Fausta Cialente (Artemide).
Il suo consiglio
Aprire la mente: “Le conferenze scientifiche sono interessanti e sono comprensibili anche agli analfabeti di scienza come me. Già avevo avuto il sospetto, frequentando in Collegio molte ‘scienziate’, che la curva di Gauss avesse qualcosa di persino più poetico dell’endecasillabo sciolto, e che a guardare bene il ferrocene non ha nulla da invidiare agli amori eterni in letteratura” (Nuovità, n. 6)
Livia Capponi, Lettere Classiche
A 31 anni Lecturer di Storia antica alla Newcastle University, e… rientrare in Italia è possibile.
Da Brescia, Livia arriva a Pavia nel 1993 per iscriversi a Lettere Antiche. Grazie all’accordo del Collegio con l’Università di Heidelberg, frequenta un corso di lingua tedesca sulla scia di molte sue compagne classiciste. Si laurea a pieni voti, in corso, l’anno dopo essersi diplomata in pianoforte al Conservatorio. Grazie anche al suo relatore, prof. Troiani e al Collegio che la sostiene con una borsa di studio, è ammessa come Graduate Visiting Student per l’anno accademico 1998-99 al Brasenose College di Oxford. Subito dopo vince un posto di PhD presso il medesimo College, che la impegna sino al 2003 con la pubblicazione della tesi. E’ la volta di un ritorno temporaneo in Italia, o quasi: per i tre anni successivi, è dottoranda presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Università di San Marino (RSM). Anche in quel caso al titolo segue la pubblicazione della tesi. Ed è tra le firmatarie di uno dei ritratti dedicati dal Collegio al Prof. Emilio Gabba, storico pilastro del Nuovo!


Tra le prime sfide
Livia ha poco più di trent’anni, una famiglia, due titoli di dottorato, diverse esperienze di insegnamento liceale in Italia e universitario all’estero, sei istituzioni italiane e straniere che l’hanno sostenuta: dalla British Academy e la British Federation of Women Graduates di Londra al MAE (UniPV) e al Collegio di Pavia, senza dimenticare gli Atenei di Oxford e Ca’ Foscari di Venezia. Anche l’Associazione Alumnae si ricorda di lei e le conferisce un premio di ricerca nel maggio 2006 per poter presentare un suo lavoro a una conferenza internazionale. Quattro mesi dopo firma il contratto a tempo indeterminato come Lecturer in Storia Antica, Newcastle University. Inizia la spola tra l’Italia, dove vive il marito, e l’Inghilterra dove tra un papiro e l’altro e il conseguimento del Newcastle Teaching Award, alleva i loro due figli.
Oggi
’anno accademico 2013-14 all’Università di Pavia si è aperto con l’acquisizione di Livia nel Dipartimento di Studi Umanistici – Scienze dell’Antichità: Livia ha vinto una delle borse “Rita Levi-Montalcini” per il rientro in Italia di giovani ricercatori stabilmente all’estero. Le sarà affidato il nuovo insegnamento di Papirologia. Solo due le borse in tutta Italia nel 2013-14 per discipline umanistiche!
Il suo consiglio
Spegnere la luce della camera, accendere l’attenzione nella sala conferenze del Collegio: “Me li sono pensati e rimuginati tante volte i personaggi che sono passati dalla sala conferenze del Collegio Nuovo. Poeti, scrittori, registi, che sino a quel momento avevo solo immaginato a partire dalle loro ‘opere’, ora – fenomeno davvero incredibile – si prendevano la briga di venire a trovarmi direttamente ‘a casa mia’, lasciandomi soltanto la fatica di spegnere la luce della camera e scendere le scale. […] Ricordo anche incontri scientifici altrettanto emozionanti di quelli letterari, come la fascinosa lezione di Luca Cavalli Sforza su geni, popoli e lingue, e quella dell’astrofisico Tullio Regge, che con il suo ‘universo infinito’ mi ha guarito da ogni forma di claustrofobia, trasformando per una sera una sala piena di gente in un planetario”. (Nuovità n.9)